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Autore: KurryKaira    17/08/2022    1 recensioni
"Sai Hiromi? Giravano voci su quanto tu fossi pazza di me, completamente presa dal nostro rapporto, tanto da non renderti conto di non essere ricambiata. Perché sempre così distaccato, silenzioso, assente, sembrava chiaro a tutti che io non fossi in grado di amare. Ne erano convinti tutti, nonostante tutti i miei immensi sforzi, erano tutti convinti che io non ti avrei mai resa felice ma che a te non importava tanto era grande il tuo amore per me. Tanto che quasi me ne convinsi, non del fatto che non ero capace di amare, sapevo benissimo che avevo un cuore particolarmente caldo che batteva dentro di me e batteva per te, ma mi convinsi che tu saresti stata disposta a tutto pur di restare al mio fianco, per sempre."
Coppia principale: Kai e Hiromi.
Altre coppie: Max e Mariam, Rei e Mao, e un'altra che non posso dire perché sarebbe spoiler XD
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E i giorni e i mesi passavano tra risate, preoccupazioni, dubbi o spensieratezza.
I giovani blader crescevano e crescendo il tempo a disposizioni per i giochi era sempre meno, purtroppo. E' la vita, è così per tutti.
Non abbandonavano mai i loro beyblade ma l'idea di affrontare un nuovo torneo veniva sempre meno ormai, purtroppo.

" Dragoon" pensò lanciando la sua trottola parallela al sole per poi riprenderla agilmente tra le mani, mentre seduto sul portico muoveva le gambe a penzoloni.
" Mi mancano i giorni spensierati con te. Qui tutti non fanno che parlarmi di università o di lavoro, ma non lo sanno che sono un povero stupido?
Che ansia. Mi sfogherei volentieri con te, Dragoon, ma il tuo unico avversario ormai è sempre Gaia Dragoon. Da quando quei tre si sono trovati tutti una fidanzata sembra che il beyblade venga meno.
Che invidia, maledetti.
Per fortuna c'è sempre l'eterno cuore solitario del Prof" ridacchiò cattivo.

- Perché ridi da solo?-
L'ex capitano alzò lo sguardo sorpreso di vedere il suo miglior rivale.
- Kai! Come mai qui?- Cercò Hiromi:- Sei solo?-
- Sì. Sono qui per una sfida. Ci stai?- Cacciò Dranzer:- Non fanno che parlarmi di università e di prendere in mano l'azienda di famiglia, ho bisogno di rilassarmi un po'.-
- Evviva!!- Urlò Takao saltando dalla sua postazione pronto a combattere:- Con molto piacere! Sono nelle tue stesse condizioni!-
In silenzio e finalmente felici guardarono i loro beyblade darsele di santa ragione, come solo Dragoon e Dranzer insieme sapevano fare.
Nonno Jey sentendo i rumori venire dal giardino si affacciò, li guardò non troppo sorpreso anche se questi scontri avvenivano sempre più di rado:- Quei ragazzi non cresceranno mai- disse, poi sorrise e rientrò in casa.
I beyblade girarono veramente a lungo ma alla fine uno dei due si fermò prima, Dragoon.
- Mi hai battuto Kai- si lasciò cadere affranto ma con un sorriso, poco dopo si fermò anche Dranzer.
- Sì. Ma mai a un titolo ufficiale- ricambiò il sorriso.
- Devi esserne orgoglioso lo stesso. Sono comunque il campione del mondo, no?-
- Non lo sarai per sempre, sbruffone- sempre in amicizia, risero entrambi.
Il vento soffiò, faceva un po' freddo, l'inverno era già cominciato da un bel po' e il sole sarebbe stato in cielo ancora per poco.
I due ragazzi si fermarono a bere qualcosa di caldo all'interno, approfittando per chiacchierare.
- Allora Kai, sicuramente tu ti iscriverai all'università. Sai già quando?-
- Il prima possibile. Devo. Tu?-
- Non ne voglio parlare! L'università non fa per me, questo è poco ma sicuro!-
- Di certo però non ti manca l'energia, troverai un buon lavoro- sempre sorridente, un minimo insomma.
Sorseggiarono un po' la bibita in silenzio, poi Takao continuò:- Come va con Hiromi?-
Kai lo guardò.
Takao ridacchiò:- Mi hai battuto anche in quello alla fine!-
Kai lo lasciò continuare.
Il capitano si giustificò:- No non che fossi interessato a lei in quel senso, non pensare male! Ma mio nonno voleva diventasse mia moglie un giorno! Ahahah!- Sorseggiò ancora:- Io nemmeno morto. Con tutto rispetto- Kai non riuscì a trattenere una risata spontanea sputando un po' del caffè che stava bevendo.
Takao:- La tratti bene vero?- Tornò quasi serio.
Kai:- Perché non dovrei?-
Takao:- Le dai tutto quello che si merita? Le attenzioni che si merita, intendo. Credo che una come Hiromi tenga un sacco a queste cose.-
Kai:- Stiamo insieme da quasi un anno, non pensi sarebbe andata via se non le dessi attenzioni?- Non rideva più.
Takao:- Ma dai Kai, quella ragazza stravede per te! Penso che rimarrebbe con te a prescindere da tutto, ahaha, ma sarei felice se fosse veramente felice.-
Kai non continuò il discorso, non riusciva a capire perché lo trattassero così male. Sapeva che non se ne rendevano conto ma ogni frase sulla relazione che aveva con Hiromi era una pugnalata. Sorrise di nuovo solo quando ripensò al fatto di averlo battuto, in tutti i campi.
Quando il nonno Jey lo salutò il ragazzo si limitò a dire:- Buonasera, scusi se le ho distrutto il sogno di suo nipote e la mia ragazza insieme- con un sarcasmo lievemente maligno, poi li salutò veramente, con la sua solita impercettibile ma immensa dolcezza e tornò alla sua vita.
Takao invece riguardò il suo Dragoon " di nuovo soli io e te" sorrise " dovrei trovarmi veramente una compagna anche io. Inizia ad essere noioso io, te e Daichi" non a caso il rosso gli si lanciò al collo appena tornato da una scampagnata - Ci sfidiamo??- Propose, il proprietario sbuffando accettò:- Ma ti avverto, sono stanco, ho appena lottato con Kai!-
- Ah sì? E chi ha vinto?-
- Che domande!- Ma non rispose, l'egocentrico.

Kai tornando a casa tirò nervosamente un calcio a una lattina trovata in terra, per sbaglio spaventò un gattino, pentito gli si avvicinò nel tentativo di farsi perdonare.
- Non volevo spaventarti- disse piano e il gattino si avvicinò incuriosito alla sua mano.
- Sai micetto? Io sto facendo di tutto per rendere Hiromi felice e credo che lei lo sia, dovrei fregarmene di quello che pensano gli altri, come ho sempre fatto- si sentiva molto più a suo agio con gli animali.
- Stavo pensando di prendere una casa tutta per me appena inizierò gli studi- il gatto si strofinò ai suoi pantaloni allora il ragazzo lo prese tra le braccia rendendosi conto che era una femminuccia:- Sei una gattina eh? Scusa- sorrise:- Sei sola? Vuoi venire con me?- La gattina gli leccò un dito e lui lo prese per un sì:- Allora cercherò casa il prima possibile. Ecco...- pensò:- L'ho detto a un gatto ancora prima che a Hiromi, forse non hanno tutti i torti- tornò a casa con la gattina tra le braccia.
Hiromi invece chiacchierava spensierata insieme a Rei, Max e le loro fidanzate, avevano prenotato un tavolo in un ristorante non troppo caro del centro, doveva essere un uscita di coppia ma alla fine lei si presentò da sola. Quando i ragazzi le chiesero come mai rispose semplicemente:- Non l'ho detto a Kai, ho sentito che voleva sfidare Takao, era da tanto che non lo faceva, non volevo rovinargli la giornata- - Che sciocchezza- rispose la fredda Mariam che ormai, da quel 7 luglio faceva parte a tutti gli effetti della comitiva. - Sei la sua ragazza, dovrebbe preferire te a Takao.-
Max ridacchiò senza dire nulla. - Non sei d'accordo?- Si voltò lei acida:- Anche tu preferiresti batterti con Takao?- Il ragazzo quasi spaventato rispose - no no!- ma tutti risero di lui, altro che uomo, Mariam alla fine lo comandava a bacchetta il più delle volte. Ma, scherzi a parte, nemmeno lei frenava mai le sue passioni, anzi, lottavano insieme spesso e volentieri. Lasciò cadere il viso e quei capelli blu scompigliati sulle spalle di lui accennando un sorriso:- A volte sembri così patetico, ma ti amo lo stesso- scherzò. - Ma grazie- rispose lui, e i loro occhi si incrociarono.
- Ehi calmate i bollenti spiriti, ogni volta che vi guardate così prendete e fuggite via- Mao li riportò alla realtà imbarazzandoli non poco, Rei rise di gusto orgoglioso dell'amico. Ma alla fine la solitaria Mariam si era adeguata completamente allo stile di vita del mezzo americano e sembrava completamente a suo agio e soprattutto felice.
Rei e Mao erano i soliti, lei un maschiaccio tutto pepe che accettava pazientemente il carattere difficile del fidanzato, e lui un cuore libero che aveva imparato ad accettare l'idea che la sua famiglia un giorno sarebbe stata con lei, la sua amica d'infanzia. Rei non era una persona facile da gestire, era spesso scorbutico, raramente i suoi occhi comunicavano amore e se si metteva in testa una cosa la faceva senza porsi troppi problemi su cosa ne pensassero gli altri, ma almeno era un fidanzato presente, ecco, magari non del tutto fedele, ma presente.
In ogni caso Hiromi non lo avrebbe saputo gestire, Rei le piaceva, in tanti sensi, ma non sarebbe riuscita a reggere una relazione con lui. Kai era tutto un altro mondo, e lei era pazza di lui. Lui che di sforzi e cambiamenti ne stava facendo tanti, ma sempre a piccoli passi; aveva detto che non faceva piccoli passi ma un po' si sbagliava, pensò lei sorridendo mentre da sola mangiava e rideva con le due coppiette.
Quando ricevette un messaggio che le diceva "ho preso una casa, vivo qui da solo con una gattina, puoi passare quando vuoi" era a casa di Takao con il Professore e Daichi.
Sorrise leggendo il messaggio ma i suoi occhi erano lucidi - Sempre che in realtà non sarai a dormire in qualche campagna sperduta- pensò ironica a voce alta.
- Cosa?- Risposero gli amici pensando si rivolgesse a loro. - Nulla, Kai ha preso una casa e un gatto.-
- Oh tanti auguri!- Disse il Prof.
- Dillo a lui, io l'ho scoperto solo adesso. Mi sarebbe piaciuto accompagnarlo alla ricerca di una casa.-
Takao la guardò senza aggiungere altro.
- Ora scusate ma lo raggiungo!-
E lo raggiunse, la casa era bella, non troppo grande, ma il letto era per due persone. Sorrise nel vederlo, non avevano cercato casa insieme però lui aveva pensato a lei mentre lo faceva, era già tanto. E la gattina era adorabile, non le aveva ancora dato un nome, era grigia e bianca e lei decise di chiamarla Yuki perché la neve le aveva ricordato sempre un po' Kai.
Lui sembrava veramente felice di avere una casa propria e di condividerla con Yuki e ogni tanto, quando gli impegni lo permettevano, anche con Hiromi. Era cresciuto, tanto che aveva anche smesso di truccarsi il viso come un adolescente ribelle.
Lui era felice, veramente felice con lei. Forse non riusciva a farlo capire agli altri quanto avrebbe voluto, ma pensò in quel momento, vedendola felice girare curiosa tra le stanze di quella casa, a quanto avrebbe voluto trascorrere così ogni momento della sua vita.
Era un adulto ormai, un Hiwatari adulto, avrebbe ereditato l'azienda del nonno e avrebbe dovuto mettere su famiglia. Lo avrebbe fatto più che volentieri con lei, la dispettosa meravigliosa creatura che infastidiva sempre i bladebreakers. Non riuscì a trattenere una risata mentre con aria seria e mani in tasca la osservava entrare in quella che era la camera da letto.
- Si può sapere di cosa ridi? Ridi di me?- Accigliata, lui annuì indispettendola ancora di più, poi le si avvicinò baciandola dolcemente. Quel giorno fecero di nuovo l'amore, non capitava spesso, ma quando succedeva la dolcezza di lui la pervadeva in maniera così profonda da farle dimenticare ogni sua assenza.
E i mesi passavano, tornò la primavera e loro più volte fecero l'amore in quel letto solo loro.
" Passerei la vita con te e Yuki" le accarezzava la frangia mentre ancora mezza svestita gli dormiva accanto rannicchiandosi tra le sue braccia e le coperte " Con te, Yuki e Dranzer" specificò ridendo dentro di sé. " Non ho bisogno di altro" pensava giorno dopo giorno mentre insieme seduti a quel tavolo rotondo sceglievano l'università da intraprendere e parlavano di corsi a cui era possibile iscriversi. Le aveva lasciato una copia delle chiavi e lei andava a trovarlo ogni giorno, ma lui spesso non era in casa, in quei giorni c'era solo Yuki che dormiva sorniona sul ripiano della cucina. Non le diceva mai dove andava e per quanto non si sarebbe fatto sentire per poi scriverle d'improvviso parlando di progetti di vita. " Io sono felice con te. Non cambierei nulla" E i giorni passavano e passò anche un'altra estate.
Max e Mariam erano più uniti che mai, si tenevano la mano il giorno che videro Kai sulla riva del fiume, guardava quell'acqua muoversi piano, lo sguardo era vuoto ma non gli diedero troppo peso, pensarono 'il solito Kai, chissà dove è Hiromi?' 
Il solito Kai invece pensava a quel giorno, un giorno di fine settembre quando tornò a casa sapendo di trovarla lì ad aspettarlo, bellissima mentre giocava con Yuki. Indossava una vestaglia lunga con dei cuoricini, sembrava una bambina, una bambina dallo sguardo annoiato a ripensarci adesso.
" Ma io ero felice. Sai Hiromi? Giravano voci su quanto tu fossi pazza di me, completamente presa dal nostro rapporto, tanto da non renderti conto di non essere ricambiata. Perché sempre così distaccato, silenzioso, assente, sembrava chiaro a tutti che io non fossi in grado di amare. Ne erano convinti tutti, nonostante tutti i miei immensi sforzi, erano tutti convinti che io non ti avrei mai resa felice ma che a te non importava tanto era grande il tuo amore per me. Tanto che quasi me ne convinsi, non del fatto che non ero capace di amare, sapevo benissimo che avevo un cuore particolarmente caldo che batteva dentro di me e batteva per te, ma mi convinsi che tu saresti stata disposta a tutto pur di restare al mio fianco, per sempre."
Le aveva preso un anello quel giorno, un anello del quale gli aveva parlato, le piaceva molto e lui decise di farle una sorpresa. Non era capace di gesti plateali, le posò quell'anello sul tavolo e lei capì.
" Mi convinsi che tu saresti stata disposta a tutto perché eri pazza di me, da sempre, così dicevano.
E invece evidentemente, inaspettatamente..." lei si limitò a guardarlo con occhi colmi di lacrime, scostò la testa, si infilò la giacca " ...ero io quello che amava di più" e andò via chiudendosi la porta alle spalle.
Quella notte Kai si coricò solo in quel letto grande, mentre Yuki si aggirava attorno ai suoi piedi. Non riuscì a prendere sonno, si limitò a guardare il soffitto finché non si fece giorno.
Altre notti invece raggiungeva la riva di quel fiume e lo osservava così a lungo da non dover pensare ad altro.
  
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