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Autore: Mariusgon    18/08/2022    1 recensioni
La Storia narra le vicende svoltesi nell'arco di una notte in cui i Guerrieri Z hanno dovuto affrontare l'Uomo Nero.
DAL TESTO:
La vista gli si annebbiò ma ben presto cominciò a vedere cose assurde: entità, esseri dalle forme inconcepibili e tutte loro erano radunate intorno ad un enorme essere oscuro, con un solo enorme e spaventoso occhio.
«Io… ti… vedo.» disse una voce nella testa di Melanzo, dopodiché non sentì e vide più nulla.
Genere: Dark, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Majin Bu, Nuovo personaggio, Ub
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball: Dark Trilogy'
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DRAGON BALL – BOOGEYMAN

 
Capitolo 7: Il Portale
 
Ub riaprì gli occhi e si ritrovò sdraiato a terra con la faccia all’insù nella Stanza dello Spirito e del Tempo.
Si alzò e vide intorno a sé tutti i Guerrieri caduti in precedenza sparare numerosi raggi e Ki-Blast verso qualcosa.
Ub si voltò e vide Melanzo a terra svenuto e, a qualche metro da lui, c’era un oscuro dalla forma indefinita che tentava di colpire di Guerrieri ma senza riuscirci. Ub capì che l’enorme flusso di raggi e di Ki-Blast che i Guerrieri gli stavano lanciando addosso lo stesse ferendo e tenendo fermo.
Ma qualcosa non andava.
«Perché non muore?!» sentì Yamcha esclamare. «Lo stiamo colpendo al massimo delle nostra forze, ma la sua aura non cala... com’è possibile?!»
«È un’entità estranea a questa dimensione… forse i nostri poteri non bastano per ucciderle?» ipotizzò Dende, avvicinandosi ad Ub per aiutarlo a rialzarsi.
Una volta rimessosi in piedi, il ragazzo percepì un enorme senso di stanchezza. Lo scontro con Melanzo e con l’essere gli aveva sottratto molte energie.
«Ub, tu non potresti usare qualche magia delle tue per far fuori questo mostro una volta per tutte?» domandò Crilin.
«Probabilmente sì, ma Ub non credo di riuscire a lanciare nuovi incantesimi… non ho più molte forze…» ammise il ragazzo.
«Forse non c’è bisogno per forza di uccidere l’entità.» disse all’improvviso Bu. «Ci basterà rispedirla da dove è venuta.»
«E come diavolo la rimandiamo indietro?» chiese Gotenks.
Bu si voltò verso di Ub.
«Quando Gotenks e Piccolo rimasero intrappolati in questa Stanza con il vecchio me, sia quel Bu che Gotenks riuscirono ad aprire un portale con la dimensione in cui si trova la Terra per fuggire da qui.»
«E se ci è riuscito quel Majin Bu…» cominciò a dire Piccolo.
«…allora probabilmente anche Ub ce la può fare!» concluse Gohan.
«Ub, ti chiediamo un ultimo sforzo: devi aprire il portale verso la dimensione dell’Occhio. Dopodiché ci penseremo noi a ributtare quel mostro dall’altra parte!» disse Majin Bu.
 
«Devo… aprire il portale?» chiese Ub, guardando prima Bu e poi l’entità. «E come dovrei fare?»
«Nello stesso modo in cui Gotenks e il vecchio Bu lo fecero: focalizza il luogo verso il quale vuoi aprire il portale perfettamente nella tua mente.» spiegò Bu.
«Ma io non ci sono mai stato in quel luogo.» fece notare il ragazzo.
«Tu no, ma l’originale Bu sì.» ribatté il Majin.
Ub annuì e chiuse gli occhi, cercando di far riaffiorare il primissimo ricordo del Bu originale, quello che aveva visto non molti minuti prima.
Dopo molti secondi di meditazione, il ragazzo riuscì a focalizzare e mettere a fuoco il luogo in questione.
«Dopo aver focalizzato il luogo nella mia mente, cosa devo fare?» chiese Ub, con ancora gli occhi chiusi.
«Urla.» disse Bu.
E Ub urlò. Urlò quanto più forte poteva. Urlò buttando fuori tutto il fiato che aveva.
All’improvviso, una specie di spaccatura a forma di cerchio apparve a mezz’aria. Essa, col passare dei secondi prendeva sempre più forma e sostanza.
«Ce la sta facendo!» esclamò Piccolo, per poi aggiungere: «Forza Bu, Dende, date un po’ di energia a Ub, curatelo in modo da aiutarlo a creare il portale!»
Il namecciano ed il Majin fecero come Piccolo aveva detto ed Ub utilizzò quell’energia per ampliare ancor di più il portale, finché esso non divenne una vera e propria bocca al cui interno si poteva scorgere la dimensione dalla quale il Bu originale era arrivato.
Si potevano intravedere anche numerose delle figure oscure, figlie della stessa entità da un occhio solo che aveva creato Majin Bu.
«E ora… ributtiamocelo dentro!» urlò Goku, portandosi davanti l’essere e lanciandogli addosso una poderosa Kamehameha.
Anche tutti gli altri Guerrieri si unirono al Saiyan e ben presto l’essere venne sollevato di forza dai loro colpi congiunti.
Pian piano, l’essere cominciò a scivolare sempre più verso il portale, nonostante tentasse di aggrapparsi ad ogni appiglio possibile.
Proprio quando l’essere era sul punto di finire dall’altra parte del portale, Melanzo si rialzò da terra e cominciò ad urlare in direzione dei Guerrieri.
«Smettetela! Lasciatelo stare!» disse, ma nessuno gli diede ascolto.
Ad un certo punto, Piccolo si staccò dal gruppo e si avvicinò all’essere atterrandogli davanti.
Il namecciano si portò due dita alla fronte e per alcuni secondi concentrò tutto il suo Ki sulle punte di quelle due dita. Alla fine, distese il braccio verso l’entità ed urlò: «Makankosappo!»
Il raggio letale di Piccolo si diresse verso l’essere a gran velocità e, poco prima di colpirlo, Melanzo si parò davanti tentando di deviarlo.
Il raggio perforò la spalla ma, effettivamente, il raggio deviò la sua corsa. Questo, tuttavia, piuttosto che favorire l’essere, risultò per esso fatale.
Infatti, fino a quel momento l’essere era riuscito a fermare ed a resistere ad ogni colpo infertogli dai Guerrieri siccome era stato capace di pararli tutti.
Tuttavia, quando il raggio mortale di Piccolo venne deviato, l’essere non riuscì a capire in tempo dove il raggio l’avrebbe colpito e venne trapassato da parte a parte.
Alla fine, l’essere non riuscì più a resistere e venne scaraventato dall’altra parte del portale, trascinandosi con sé lo stesso Melanzo.
Una volta che i due furono dall’altra parte, il portale a forma di bocca si chiuse e sparì del tutto.
 
Una volta essersi assicurati che il portale fosse chiuso, i Guerrieri lasciarono la Stanza dello Spirito e del Tempo. Una volta fuori, Dende mandò Crilin, Goku, Pan e Popo a recuperare le Sfere.
Dopo poco meno di un’ora i quattro fecero ritorno con tutte e sette le Sfere e subito Dende evocò Shenron.
«Chi mi evoca?» domandò il drago, dopo aver fatto la sua maestosa comparsa nel cielo.
«Drago Shenron! Sono il tuo creatore e ti evoco per chiederti di resuscitare tutte le vittime di Melanzo!» disse Dende.
Gli occhi del drago brillarono per un secondo, dopodiché egli parlò e disse: «Non posso esprimere questo desiderio.»
«Cosa?!» esclamarono tutti in coro.
«Le anime delle persone che sono state uccise da Melanzo sono finite in una dimensione a cui io non posso accedere perché l’entità che la domina non me lo consente.» spiegò il drago. «Quello che potrei fare è riparare e riattivare i loro corpi, ma un corpo senza anima è come un burattino senza fili e burattinaio.»
«Allora riporta qui Melanzo! Ce lo faremo dire da lui come fare per riportare le anime di quei morti in questa dimensione.» disse Vegeta, ma ancora una volta Shenron non poté esaudire il desiderio.
«Anche questo mi è impossibile farlo, perché Melanzo si trova nella stessa dimensione in cui si trovano le anime dei caduti.» rispose il drago.
«E quindi l’entità non ti fa accedere né ad esse né a Melanzo…» disse Piccolo.
«Esatto.» asserì il drago.
«Ma chi o cos’è quest’entità? E come facciamo a sbarazzarcene?» domandò Gotenks.
«L’Occhio…» sussurrò Ub.
«Esatto, Ub.» disse una voce. Voltandosi verso l’alto, tutti videro che a parlare era stato nientemeno che Kaioshin il Sommo, il quale era accompagnato da Kibithoshin.
«Drago Shenron, per il momento puoi andare. Ti richiameremo quando avremo bisogno di te.» disse il Kaioshin il Sommo al drago.
«Molto bene! Addio!» disse Shenron, per poi sparire. Prima che le Sfere si disperdessero nel mondo, Dende le richiamò a sé onde evitare di doverle recuperare ancora.
«Ragazzi, è un piacere rivedervi.» disse Kibithoshin, quando lui e Kaioshin furono atterrati.
«Salve a voi.» rispose Goku.
«Conoscete l’entità in questione?» chiese loro Gohan.
«Oh, sì, ragazzo. La conosciamo.» rispose Kaioshin il Sommo. «E fidatevi di noi quando vi diciamo che la battaglia che sta arrivando non sarà affatto semplice come quella che si è appena conclusa.»
 
Nel frattempo, altrove…
Melanzo riaprì gli occhi e si ritrovò fluttuante in un luogo che non aveva mai visto prima. Tutto era buio, ma riusciva a distinguere delle figure oscure indefinite intorno a sé, ma quello che catturò la sua attenzione, fu l’entità da un solo occhio che lo sovrastava. L’attenzione dell’Occhio, tuttavia, non era rivolta all’uomo, ma all’entità che fluttuava al suo fianco.
«P-Padre…» disse l’entità al fianco di Melanzo. «Padre io ho fallito… mi dispiace…»
«Hai fatto del tuo meglio, Boogei…» disse l’Occhio, porgendo una delle sue gigantesche mani verso l’altra entità. Quest’ultima, prima che la mano la raggiungesse, si disintegrò completamente.
Ci furono alcuni secondi di silenzio prima che l’enorme entità dicesse: «Riposa in pace, figlio mio.»
Quando Melanzo capì chi fosse l’entità appena sparita, non riuscì a trattenersi e chiese: «È… è morto?»
Immediatamente tutte le entità presenti spostarono la loro attenzione all’uomo che arretrò spaventato reggendosi la spalla ferita.
«Io… volevo salvarlo…» cercò di dire, ma venne subito interrotto.
«Voi mortali siete sempre stati una spina nel fianco!» esclamò l’enorme entità. «Sempre pronti a lottare ed a ficcare il naso in faccende che non vi competono!»
A Melanzo cominciarono a sanguinare copiosamente le orecchie e iniziò ad urlare di dolore.
«Pensavo che tu ti saresti potuto rivelare utile, Melanzo… ma pare che sia io che Emilisyr ci siamo sbagliati…» continuò l’entità.
Dopodiché, alcune delle entità cominciarono a rumoreggiare, emettendo strani bisbiglii che non fecero altro che intimorire ancor di più l’uomo.
«Avete ragione, figli miei…» disse l’Occhio. «Dopotutto, quest’uomo può ancora avere un’utilità…»
A quel punto, i bisbiglii terminarono e le entità si avvicinarono all’uomo.
«Saziatevi.» disse infine l’enorme entità.
«Grazie, padre Ghitamir!» dissero in coro le entità, per poi avventarsi sull’uomo.
Melanzo tentò una disperata fuga, ma venne subito arpionato da un grosso pungiglione e dopodiché gli venne strappata via una gamba.
Urlò, ma sapeva che nessuno sarebbe arrivato a salvarlo, così come sapeva che non avrebbe ricevuto clemenza dell’enorme entità.
Infine, morì mentre le entità si cibavano delle sue carni sotto lo sguardo compiaciuto di Ghitamir.
 
Continua…
 

ANGOLO AUTORE

 
Ciao!
Ehhh, abbiamo finito… per ora. Ammetto che inizialmente questa storia sarebbe dovuta essere più lunga e non avrebbe dovuto avere un seguito, ma diciamo che i miei piani iniziali non mi avevano convinto in fase di progettazione così ho sconvolto un po’ tutto.
Spero che vi sia piaciuta e, nel caso aveste qualche commento da fare, lasciate una recensione (che sia positiva, neutra o negativa) qui su EFP! Mi fareste molto contento.
Alla prossima storia, allora!
 
Mariusgon
   
 
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