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Autore: Jeyrocca    20/08/2022    1 recensioni
"...Lui la guardava con la coda dell'occhio e percepiva il suo sguardo di sfida ma non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bella. Anche mentre gli aveva rivolto quelle parole di odio nel suo ufficio [...] Ogni fibra del suo corpo reagiva a qualunque cosa facesse quella giovane donna, ogni cellula del suo corpo era pazza di lei anche dopo 10 anni." e se Ichigo si fosse resa conto di aver sbagliato tutto? I capitoli saranno aggiornati maggiormente durante i fine settimana, ma non è detto, è la mia prima esperienza di scrittura quindi ditemi cosa ne pensate:)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 25. L’unico modo

 

Ichigo la mattina dopo si sentì agitata, sapeva che sarebbero arrivate le sue vecchie amiche, e Ryou era praticamente sparito, non le aveva scritto più dalla sera. Faceva avanti e indietro sorseggiando ovviamente del vino, tra la cucina e il balcone sperando in un segno divino della sua presenza.

Sentì la notizia della star della TV Zakuro in città, quindi dedusse che fossero arrivate tutte.

Ma perché non si fanno vivi?”

Voleva mandare un messaggio ma non voleva risultare invadente o fuori luogo.

Dopo pranzo accese sul canale delle notizie e rimase sconvolta.

-Ecco le ultime notizie sul caso dell’anno, dopo giorni di silenzio il Dottor Shirogane ha indetto una conferenza stampa. Ci vedremo oggi in diretta alle 16.00 dalla sala convegni del Gran Flores Hotel.-

 

«Cosa?!»

Non resistette più, chiamò Ryou ma non rispose, allora chiamò Rey.

«Rey? Mi spieghi cosa sta succedendo?>

«Tesoro devi fidarti è l’unico modo.» e staccò la chiamata.

 

Immediatamente dopo la chiamò il Presidente.

«Dottoressa, ha sentito la notizia?»

«Certo Presidente, mi creda non ho idea di cosa stia succedendo.»

«Non penso voglia recedere il contratto, avrebbe dovuto parlarne prima con noi. Lei ci sarà vero?»

«Come? No, io non credevo fosse il caso.»

«Io andrò, mi ha chiamato il Dottore per avvertirmi.»

«Capisco… lei pensa sia il caso?»

«Verrò a prenderla io, se arriverà con la sua Azienda non ci sarà nulla di male, non ci interessano i gossip, ma solo della credibilità della GlobalHeart»

« Va bene Presidente, allora vado a prepararmi.»

 

Ichigo era molto nervosa, cosa stavano combinando? Era giusto andare alla conferenza?

 

Puntuale come un orologio svizzero, lei e il Presidente erano all’hotel alle 15.50. Si sedettero in prima fila e attesero.

 

 

«Speriamo funzioni, sennò peggioriamo le cose.» disse Keiichiro da dietro il palco della sala.

«Deve funzionare, oppure rovinerò la sua vita. »

«Non c’è altro modo. Ve lo assicuro. Voi potete uscirne perché è vero. Alcuni VIP si inventano relazioni per celare alcuni scandali. » commentó Zakuro.

 

Alle 16.00 puntuale Ryou andò al centro del palco dove era stato montato un leggio con il microfono.

Era pieno di fotografi, giornalisti e anche cameraman.

«Buonasera, premetto che non concederò domande, neanche alla fine. Tutto quello che dirò dovrete farvelo bastare nel rispetto della vita altrui.»

Si schiarì la gola e cominciò.

«Anche se dovrebbe essere la mia salute quella messa in primo piano, e come potete vedere per fortuna sono guarito completamente, come succede al giorno d’oggi è altro che interessa alle persone e non parlo della scienza, ma di scandalo o sotterfugi come se le persone coinvolte non avessero una vita privata o dei sentimenti. Fatta questa premessa; sono arrivato qui in città poco più di un mese fa per congratularmi con il mio Team e a sbrigare delle pratiche burocratiche con i miei legali e commercialista, al quale chiesi se seguiva anche un’azienda di applicazione cardiaca e mi rispose di no ma che conosceva la Global Heart. Ho sempre puntato alla cardiochirurgia, ora voi la ritenete una scoperta fantastica e sono d’accordo con voi, ma il cuore ancora lo sappiamo riparare, i neuroni no. Non sono un megalomane e punto alla grandezza a piccoli passi. Se funzionerà questo campo la neurochirurgia e neurologia saranno sicuramente le prossime, ma un fallimento in quel campo non potevo rischiarlo. Ed è così che ho conosciuto l’azienda.

Perché l’ho scelta? Perché stavano progettando dei macchinari di microchirurgia di ultima generazione.

Una volta ritrovato dentro l’azienda ho rivisto dopo 10 anni la Dottoressa Momomiya. »

Alla parola rivisto ci fu un boato in sala. Il Presidente guardò Ichigo che era paralizzata a guardare Ryou.

 

«Come tutti potranno testimoniare non ho chiesto io di lavorare con lei, e lei di certo non ne era entusiasta perché l’ultima cosa che voleva era lavorare con la persona che odiava di più al mondo. Ma da donna professionale quale è, e non vi permetto di insinuare il contrario, ha ingoiato il rospo e posso annunciarvi in anteprima che sono state riprodotte e installate in un tessuto sano delle cellule cardiache vive, e dovrebbe essere questo ad interessarvi veramente. Dovevano essere le 3 settimane più pesanti della sua vita e di certo della mia.

Ora sto per darvi quello che volete…»

Ichigo voleva alzarsi e fermarlo, ma era paralizzata sulla sedia. Spostó lo sguardo verso il Presidente che sembrava impassibile e serio.

«Si, lo ammetto, io sono follemente innamorato di quella donna. Della sua genialità, della sua dolcezza e dei suoi sbalzi d’umore. E sono certo che l’odio che ci separava sia diventato altro. Ora se volete insinuare o continuare con questa storia siete liberissimi di farlo ma non farete altro che rovinare un lavoro importante e fondamentale per la vita stessa o rovinare un’azienda che non ha nessuna colpa se non aver scelto di lavorare con una degli Ingegneri più capaci del mondo, solo per dar vita a dei pettegolezzi che non porteranno a nulla di buono, anzi lo distruggeranno e per cosa? Ho invitato qui il Presidente perché se vorrà recidere il contratto non avrò nulla da ridire ma spero che non lo faccia ed era giusto che sapesse la verità direttamente dalla mia voce.

Spero di aver sciolto i vostri dubbi. Grazie. »

 

E uscí dal palco.

«Presidente io, non ne avevo idea glielo giuro.»

«Lo so, si capisce dalla sua espressione Dottoressa, è tutto vero?»

« Si. »

«E’ innamorata di lui?»

«Presidente io.. ma cosa dice. » disse con un sorriso nervoso.

«Non annullerò il contratto, penso veramente quello che ho detto alla festa, siete i migliori per questo progetto a prescindere dalla vita privata, ora vada da lui Dottoressa, se mi promette che questo non graverà sui risultati scientifici non sono affari miei. »

 

I giornalisti erano in subbuglio, non avevano più domande, si sentivano persi e spenti. Non era mai successo che qualcuno gli desse ragione, parlavano tutti al telefono con le proprie testate, i giornalisti in diretta chiusero i collegamenti con frasi come: “sembra proprio che il caso dell’anno sia stato risolto” oppure “quando l’amore e la scienza si uniscono non c’è nulla che possa fermarli.”.

Da uno scandalo si era trasformata in cronaca rosa.

Ichigo cercava di farsi strada tra la folla, quando riuscì a sorpassare il tendone del palco si trovò tutti lì: i suoi amici, l’amore della sua vita e le sue vecchie amiche.

«Ichigo, sei tu? Sei qui!» urlò Lettuce.

Si girarono tutti a guardarla.

«Ma cosa ti è saltato in mente? Senza avvertirmi!» sbottó.

«Se non avessi avuto quella faccia sconvolta la tua azienda avrebbe pensato che era tutto costruito. Non dovresti essere qui.» rispose Ryou.

«Mi ha voluta il Presidente. Perché l’hai fatto?»

«Perché era l’unico modo per uscirne, non vi avrebbero mai realmente lasciati stare. » si intromise Zakuro.

Ichigo scoppiò a piangere, non era triste, stava solo sfogando tutta quella agitazione, l’ansia e il nervosismo. Rey la raggiunse subito per abbracciarla.

«Vieni, saliamo in camera.»

Arrivati nella suite Ichigo si rese conto di avere intorno le sue vecchie amiche, ritornó ad essere nervosa perché non sapeva cosa dire e come comportarsi.

Ryou capì il suo disagio, la prese per mano e le diede un bacio in fronte.

«Tocca a te ora.» le sussurrò.

Quando fece quel gesto Purin sussurrò alle altre «Ma che sono carini, ci ho sempre sperato.»

 

Ichigo cominciò con le scuse per il suo comportamento e spiegò esattamente quello che era successo tempo addietro. Ci volle un po' a spiegare tutto, aveva la voce tremante e le ragazze la riempivano di domande su Masaya, sul perché avesse rotto.

«Ryou! Ma come hai potuto dire quelle cose!» Minto era alterata, anche se con Ichigo battibeccava sempre, in realtà era la Mew Mew con il quale aveva legato di più, soffrì più di tutte le altre quando inviò quel messaggio.

«Quindi noi ora dovremmo far finta che non sia successo niente?» disse seria Zakuro.

«No, vi sto solo dicendo la verità. Non pretendo di essere perdonata perché vi ho trattato veramente male, ma all’epoca mi è crollato il mondo addosso, in realtà non odiavo voi, solo me stessa. » rispose Ichigo.

«Bene. Perché se l’avessi preteso non ti avrei mai perdonata.» e alla fine sorrise.

Le ragazze, anche se ormai giovani donne, si diedero un lungo abbraccio, Ichigo pianse di gioia.

Passarono tutta la serata e anche il dopo cena ad aggiornarsi su tutto quello che gli era successo nella vita.

 

«Quindi voi due? State insieme ora?» chiese Zakuro.

Ryou e Ichigo che erano seduti accanto, guardarono dalla parte opposta l’uno dell’altra e arrossirono.

«Lo prendo come un si. Era ora!»

«Quindi Masaya è qui in città se ho capito bene.» chiese Lettuce.

«Si, è spostato e aspettano un figlio.»

«E il fratello di sua moglie è un tuo ex e ha preso a pugni Ryou.» scoppiò a ridere Minto.

«Già.»

«Che casino, mi gira la testa!» commentò Purin.

«Ragazze, si è fatto tardi, io e Keiichiro, soprattutto io, ho bisogno di riposare, credo che anche voi siate stanche dopo il viaggio, possiamo rimandare tutto a domani no?» disse Rey.

Le ragazze annuirono e si divisero nelle proprie camere, era ormai passata la mezzanotte ed era stata una giornata impegnativa.

«Chiamo un taxi, sono venuta con il Presidente in macchina.»

«Ti va di rimanere?» propose Ryou.

«Vorrei tanto ma ho bisogno di tornare a casa, vuoi…»

«Va bene, andiamo a piedi però, ho bisogno di fare una camminata.»

Uscirono dall’hotel e cominciarono a camminare, mano nella mano. Si scambiarono qualche bacio innocente e degli abbracci al chiaro di luna, si sentivano così liberi.

«Fra una settimana si torna a lavoro lo sai?»

«Ti manca sentire il rumore dei miei tacchi in laboratorio?»

«Decisamente no. Sono contento che il tuo capo abbia capito.»

«Beh se è il Dottor Shirogane a chiedere una cosa chi ha il coraggio di rifiutare?»

«Quindi se ti chiedessi di tornare a casa lo faresti una volta finito il progetto?»

Ichigo non rispose, di primo getto voleva rispondere di si ma le era già capitato di rinunciare a tutto per una persona, certo la persona sbagliata ma non era una decisione semplice.

«Ehi! Sto scherzando, ho già deciso di rimanere. Dovrò parlare di alcune cose con Keiichiro»

«Ryou io non voglio che rinunci alla tua vita! Ne dobbiamo discutere insieme!»

«Non c’è niente da discutere, dopo tutto quello che è successo non devi rinunciare a niente Ichigo, non te lo permetterei. Io e Keiichiro siamo andati in quella città perché c’eravate tutte voi, non è la nostra casa d’origine, inoltre ho qui la sede più importante, sarebbe da stupidi non rimanere, non mi sono mai trasferito qui solo per Keiichiro e perché non avevo nessun altro. Io non ti lascerò andare via te l’ho promesso e non me ne andrò neanche io.» le mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio e lei lo baciò.

Arrivarono nell’appartamento e lui si guardò intorno.

«Poi sono io il megalomane, hai un appartamento enorme!»

«Lo so. Piccola rivincita personale, non so, quando l’ho vista non mi sono posta questo problema, mi sono innamorata di questa…» e si avvicinò al balcone indicando la vista e guardando le luci della città. Ryou si avvicinò a lei e l’abbracciò da dietro.

«Sai Ryou, hanno fissato la data del processo. E’ dopo domani.»

«Uhm. Ti sei pentita di avergli detto quelle cose?»

«No. Ma sono preoccupata per Chiara. Io e Lucas abbiamo smesso di essere amici, non so se un giorno tornerò a salutarlo, ma non lo perdonerò mai.»

«Ne sono felice, egoisticamente. Ma portare questo rancore non ti farà bene, credimi, lascia perdere quello che ti sembra giusto o che pensi che lui meriti, tu vuoi andarci vero?.»

«Credo di si. La mia amica ha bisogno di me e Masaya ha altre preoccupazioni per la gravidanza, Chiara non sta benissimo, pensa che il suo passato possa farle male tramite il feto.»

«Capisco, non ha tutti i torti, non c’è nulla che abbia dimostrato il contrario»

«Tu potresti?» disse girandosi verso di lui.

«Io farò tutto quello che vuoi.»

E la baciò.

 

 

Il 4 Gennaio era il giorno del processo e arrivò come un pugno nello stomaco, veloce e doloroso. Ichigo accompagnò Chiara e Masaya senza farsi notare troppo, non voleva aprire di nuovo lo scandalo dell’aggressione. Per fortuna il piano di Ryou aveva funzionato, da un’accusa ingiusta si tramutò in “il vero amore vince su tutto”, ne era nauseata dalla società moderna ma sicuramente era meglio questo. Avevano passato insieme la notte a casa sua e ancora il giorno dopo, quella mattina lo accompagnò all’hotel per andare in tribunale.

 

Ora era lì, seduta ad aspettare l’arrivo di Lucas sul banco degli imputati, a stringere la mano della sua migliore amica.

Le guardie dell’hotel furono chiamate come testimoni, Ryou non accettò l’invito a testimoniare.

Dopo un’ora di processo stavano finalmente aspettando la pena.

« … Date le prove raccolte, l’assenza di denuncia e per gli articoli precedentemente citati condanno Lucas Grend ad una pena di 6 mesi di cui 3 con cauzione saranno domiciliari.» dichiarò il giudice.

 

«Il minimo, gli hanno dato il minimo!» Chiara era piena di gioia.

«E’ andata bene!»

Lucas era lì, stava guardando Ichigo e la sorella, era contento che lei fosse venuta, ma sapeva di doverle delle scuse: anche in prigione era girata la notizia della storia tra lei e Ryou.

Ichigo ricambiò il suo sguardo, era glaciale ma almeno non era più di odio.

Qualche ora dopo Ichigo andò a trovarlo durante l’orario visite.

«Non mi aspettavo venissi.»

«Neanche io, sai a chi devi dire grazie?»

«Non poteva umiliarmi di più ah, non mi denuncia, non testimonia e convince la ragazza di cui sono innamorato a parlarmi.»

«Non l’ha fatto per te se è il tuo problema.»

«Perché sei qui?»

«Perché fra 6 mesi uscirai, e…»

«Non voglio i tuoi o i suoi soldi per la cauzione.»

«Sai che Chiara non può farcela con il locale da sola e io ora devo ricominciare a lavorare, Masaya ha il suo lavoro,smettila di fare il bambino.»

«State insieme?»

«E ora questo che c’entra?»

«Non so se sono pronto.»

«Lucas, te lo ripeto, io non sono una tua proprietà non lo sono mai stata. Tu fra 3 mesi uscirai su cauzione perché servi alla tua famiglia, io non so se ti perdonerò mai per quello che hai fatto, ma lo capisco, ci sono tante cose che nessuno di noi poteva sapere e sento di aver fomentato la tua ira. Ma se giustifico le motivazioni non giustifico il gesto. Quindi se servirà a prepararti si, stiamo insieme.»

«Capisco.»

E con questo un’altra pagina di vita era stata chiusa.

 

Ichigo passò il resto della giornata con Chiara, Masaya e Ryou per fare dei test genetici.

Per fortuna non sembrava esserci nulla di anomalo, anche Masaya fece dei test e su di lui il gene alterato era completamente sparito, si trattava solo di una difficile ma normale gravidanza.

 

Nel weekend tutti i vecchi e nuovi amici si riunirono al locale per festeggiare le liete notizie e anche come scusa per vedersi.

«Ragazzi, sembra non essere passato un giorno!» disse Purin.

«Non esagerare, comincio a vedere le rughe.» rispose Minto.

«Visto che siamo tutti insieme devo dirvi una cosa …» disse timidamente Lettuce.

Ottenne la completa attenzione di tutti.

«In estate mi sposo!»

«Auguri!»

«Chi è il fortunato?» chiese Ichigo.

«E’ un mio collega, l’ho conosciuto durante l’università, poi abbiamo cominciato a lavorare nella stessa scuola e stiamo insieme da un anno, mi ha chiesto la mano a Natale.» arrossì.

«Congratulazioni! Sono felicissima, Lettuce»

«E voi due invece? pensate di aspettare ancora tanto, magari altri 10 anni?» disse Rey, indicando Ryou e Ichigo.

Ci fu un silenzio imbarazzante, nessuno dei due aveva pensato o comunque aveva avuto il tempo di pensare ad una cerimonia, erano solo sicuri di non volersi separare, c’erano tante cose da pensare e decidere prima di fare quel passo.

Il resto della serata passò tra brindisi e festeggiamenti. Salutarono definitivamente le ragazze che sarebbero tornate a casa e alle proprie vite la mattina dopo.

Il lunedì ricominciarono a lavorare, insieme, con il pieno supporto del personale e dell’azienda di Ichigo.

 

La sera Ichigo alle volte si fermava a pensare a quanto strana era la vita. Certo, era stata una supereroina, era partita con un uomo che non amava veramente e aveva ricominciato da capo in un’altra città per l’unica persona che amava rimanendo traumatizzata per quello che aveva trovato. Ma in quel preciso momento, con la stessa consapevolezza di 10 anni prima, sapeva che era stata la decisione giusta, Ichigo ne era di nuovo convinta. Ci era voluto tanto coraggio e questa volta tanta sofferenza ma quella sera lo aveva capito, tutto ne era valsa la pena.

«Ehi tutto ok?» si avvicinò Ryou mentre lei era nel balcone immersa nei suoi pensieri.

«Non potrebbe andare meglio»

«Addirittura, in mezzo al freddo in balcone, la primavera si sta facendo desiderare» e l’abbraccio con tutto il suo corpo e con una coperta che avvolgeva entrambi.

«Si come la primavera»

Ryou la guardò incuriosito «Uhm?»

«Si, non rimpiango nulla, neanche aver perso 10 anni per delle stupide incomprensioni, perché non sarebbe andata così, forse troppo facile non sarebbe stata così bella, quindi ne sono grata, come questa primavera, se non si facesse così tanto attendere non sarebbe così amato il suo ritorno. »

«Ti amo anche io»

   
 
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