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Autore: RoriStark    20/08/2022    3 recensioni
giuro che migliora dopo i primi capitoli!! hahaha BTW Bleach con l'introduzione di un OC che viene chiamato a lavorare per la soul society come shinigami! Ecco le avventure di una piccola shinigami che capitombola nell'intreccio di vite del seiretei. Bleach e' stata la mia prima ossessione e spero davvero di dare onore a quest'opera!
Genere: Azione, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nnoitra Jilga, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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"Pensiamo che un fiore cresciuto sul ciglio di un
precipizio sia bello,
perché i nostri piedi si fermano sul quel ciglio.
Non riusciamo ad avanzare su quel cielo
come quel fiore impavido."

L'alloggio si rivelò essere un discreto e ben arredato monolocale, non erano abituati alle case degli umani, almeno Aizen, non sembrava al settimo cielo quando vide l'arredamento che si inclinava più allo stile occidentale, ma scosse le spalle ed entrò all'interno. Il salone aveva per fortuna un bel kotatsu al centro della stanza, il pavimento era finto parquet, le pareti erano verniciate di un azzurro cielo. C'era una cucina incastrata perfettamente in una rientranza del muro, un bagno ed una camera da letto, Aizen si tolse la giacca sistemandola sull'appendiabiti,osservò Himawari  curiosare in giro con l'entusiasmo di una bambina a Natale. La vide gioire per le piantine  grasse sulle mensole, mentre già pianificava di prenderne altre per decorare casa, era così semplice, ingenua, eppure, sentiva che dentro nascondeva molto di più. Aizen si voltò per vedere la camera da letto, si avvicino' alla porta e si appoggiò al muro piegandosi in avanti per osservare l'arredamento: un letto rialzato con cassettoni,grande abbastanza per due, un paio di comodini con lampade appese al muro, una goletta all'angolo stile vintage ed un'armadio di medie dimensioni attaccato alla parete

 

"Camera matrimoniale… "

 

Himawari si era persa nella sala, facendo giravolte sul tappeto emettendo Gridolini colmi si gioia, poi si era affacciata alla finestra ridendo contenta, mentre salutava imbarazzati umani che passavano sotto di loro, la Shinigami agitava il braccio richiamandoli per presentarsi come nuova vicina di casa. Poi, la voce di Aizen la fece sobbalzare, voltandosi di scatto con gli occhi sbarrati, le gote avvamparono mentre guardava il luogotenente della quinta compagnia osservarla con uno strano sorrisetto che gli graffiava il viso, divertito dalla lentezza di lei a decifrare il messaggio. Quando finalmente la ragazza elaborò cosa aveva appena detto della camera da letto

 

"Ehhh?? "

 

Himawari si apprestò a raggiungerlo di corsa, la faccia sconvolta e rossa quando vide la stanza che Urahara aveva predisposto per loro, Aizen non sembrava scosso dalla cosa, ma Himawari riusciva a percepire ogni singolo e minuscolo cambiamento sul suo viso, aveva battuto gli occhi più volte del solito, era chiaramente in disappunto.  Lasciò cadere il suo zaino accanto al letto con un sospirò desolato

 

"Potremmo tagliare il letto"

 

Aizen alzò un sopracciglio, guardandola divertito

 

"Perché vuoi tagliare il letto? "

 

Himawari sosobbalzò, voltandosi verso di lui allibita, una mano al petto, il volto paonazzo, mille domande in testa che vorticavano come api in un'alveare. A lui stava bene? Avrebbero dormito insieme? Avevano sempre vissuto nello stesso dormitorio ma mai dormito tanto vicini l'uno all'altra. Himawari si trattò la nuca guardando la stanza confusa, le parole che le salivano sulla lingua e si scioglievano come  zucchero filato 

 

"Io… no, scherzavo! "

 

"Hai paura di dormire insieme a me? "

 

La provocò lo Shinigami, dandole una lieve spallata che quasi la fece sbandare. La Shinigami si raddrizzò sistemandosi una spallina che apparentemente lui le aveva sgualcito colpendola,guardandolo offesa

 

"Non ho paura! Scemo! É che… "

 

"Non te la senti ancora? "

 

Himawari divenne seria, tornò a guardare il letto matrimoniale, poi Aizen. Da come glie lo aveva detto, aveva tutta l'aria di una sfida e lei non si tirava mai indietro dalle sfide. Anche se più che all'idea della sfida, in quel momento, la sua mente stava pensando ad'altro,le farfalle nello stomaco vorticavano e l'idea di sentire Aizen vicino a lei, dormirle letteralmente accanto e non su un'altro letto era, una cosa che sembrava non vedere l'ora di provare. Perché? Non era mai successo, non ci aveva mai pensato prima, forse perché non si era mai presentata l'occasione. Himawari sobbalzò stringendosi nervosa nelle spalle, la pelle candida delle gote che si tingeva di nuovo di rosso come una goccia di sangue su un foglio di carta bianca

 

"Certo che me la sento! Non volevo ti sentissi a disagio.."

 

Sosuke ridacchiò, si mise alle sue spalle con un movimento fluido ed elegante, le scivolò dietro prendendola in braccio di scatto, con un gesto  deciso, come era suo solito fare quando voleva farle prendere uno spavento. Himawari diventò rigida come un tronco per la sorpresa, mentre istintivamente si aggrappava al suo collo , emettendo un pigolio acuto di sorpresa,perché l'aveva presa in braccio? Cosa stava facendo? Sembrava divertito quando gli occhi di Himawari incrociarono i suoi, sembrava felice, nello stare in quel Gigai, in quel corpo umano, senza poteri e lei, sentì il cuore tuffarsi su un cuscino di sollievo,non lo aveva mai visto tanto felice, come se essere una persona comune lo facesse quasi star meglio. Senza battere ciglio,lo shinigami si gettò sul letto come se fosse stata una piscina, rise di gusto mentre Himawari si trovò ancora nella stessa posizione rigida di prima, come un opossum che si fingeva morto sul ciglio della strada, le gambe piegate all'aria e le braccia strette al petto, mentre ancora cercava di capire cosa fosse successo con gli occhi strabuzzati. La risata di Aizen le scaldo' il petto e le viscere, era calda, melodica, una voce con cui avrebbe volentieri fatto cose, avrebbe voluto sentirselo sussurrare quel nome e poi, due parole. Himawari si scosse dandosi schiaffetti immaginari, maledicendo quei pensieri

 

"Sosuke!! Ma sei scemo?? "

 

Si voltò di scatto verso di lui con l'intento di rimproverarlo, poi però si bloccò di colpo, quando occhi color nocciola la fissarono con una dolcezza disarmante. Himawari si voltò di fianco mentre una pioggia di capelli le scivolò sulle spalle e sul viso, che lui prontamente spostò con la punta delle dita

 

"Sosuke.. "

 

"Sei diventata grande… girasole"

 

Himawari rimase a fissarlo come se stesse sognando, le palpebre le si fecero quasi pesanti, nel petto, di nuovo  un calore denso, profondo e piacevole. Qualcosa in lei stava cambiando, qualcosa in loro stava cambiando e quella sensazione, la voce di Sosuke, i suoi occhi,il suo tocco, le facevano provare cose. Allungò una mano verso di lui, sfiorandogli il volto, Aizen si tolse gli occhiali per accomodarsi meglio sul cuscino, sorridendo alla ragazza che sentì il cuore inciampare, le farfalle erano ormai diventate un'uragano nello stomaco, la ragazza si circondò la vita con le braccia ,stringendo forte come per zittirle, ma poi sospirò guardando altrove come per cercare le parole giuste sulle pareti della Camera, in mezzo ai fiori della carta da parati azzurra e bianca

 

"Siamo,diventati grandi…Sosuke.."

 

Lo corresse lei sorridendogli con fare quasi malinconico, nostalgico. Erano cresciuti insieme, lui era stato la sua prima ed unica famiglia. La sua infanzia se la ricordava a malapena: il freddo, la fame e la solitudine che un tempo le mordevano, erano solo un lontano ricordo, rimpiazzato da una casa nuova, nuovi amici, una nuova vita, un futuro tangibile e poi, poi c'era lui, il suo primo amico, il suo primo… 

 

"Sosuke… cosa siamo noi?.."

 

Entrambi gli Shinigami rimasero in silenzio, stesi su un fianco, la testa sul cuscino, si fissarono per un tempo che parve infinito, le parole che morivano in gola, mentre sulle labbra di entrambi cominciava a nascere un sorriso, la ragazza si spinse verso di lui quando un ciuffo gli piovve sul viso, come era solita fare, gli tirò indietro i capelli, ma un ciuffo ribelle gli piovve di nuovo sulla fronte. Mentre lo ammirava sognante, la mano di lei scivolo' sui suoi tratti taglienti, sulla mandibola, carezzandola piano ,pensò che fosse indescrivibile, quanto in quel momento, Sosuke Aizen,fosse maledettamente bello. La Shinigami continuava a sfiorarlo, come se lo stesse dipingendo,mentre nella sua mente scocciava la stessa consapevolezza che già brillava negli occhi di Aizen e si scioglieva nel suo sorriso

 

"Sosuke..io.."

 

La mano tremò appena, lui vi posò sopra la sua, si avvicinò a lei, le labbra si dischiusero, poteva sentire il respiro di Aizen sulla pelle, il suo profumo fresco invaderle I polmoni, il suo viso sempre più vicino, la sua voce calda ,fece sciogliere le farfalle in una pozza densa

 

"Himawari.."

 

♬♩NEVER GONNA GIVE YOU UP!♩♬

♩♬NEVER GONNA LET YOU DOWN!♫♩

 

Quasi caddero dal letto, quando nella borsa posata a terra da Himawari,qualcosa prese a vibrare come impazzito, una musica a tutto volume percosse  i loro timpani come tamburi e i due shinigami rotolarono sul materasso per afferrare lo strano oggetto che emetteva quel terribile suono, ma per Himawari era troppo lontano. Aizen si protese con un braccio ed afferrò lo zaino poetandoselo vicino. Aprì la zip e frugò tra peluche, caramelle e libri, fino a trovare il cellulare. Con un ringhio sommesso, aprì lo sportellino, un'espressione stranita che si dipingeva sul suo volto quando  se lo portò all'orecchio. Himawari si trascinò al suo fianco, si appoggio alla sua spalla , accostando l'orecchio al telefono per ascoltare la conversazione, perché mai Urahara aveva dato loro un cellulare? Non sarebbe stato più semplice aprire un senkaimon e raggiungerli per parlare? 

 

"Cosa c'è? "

 

"Ciao ragazzi! come ve la passate??Spero vi piaccia la nuova abitazione! "

 

Aizen si portò due dita alla tempia, massaggiandola, Himawari si morse il labbro facendo cigolare il letto mentre si accostava di più a lui per sentire meglio, rotolo fino ad appoggiarsi alla sua spalla

 

"Come vi trovate nei Gigai? Avete notato stranezze? Vi trovate bene? Sosuke, come ti senti, ragazzo mio?"

 

"Avrei preferito… un contenitore più comodo, in effetti, ma immagino questo tu lo sappia già, Capitano… "

 

Urahara rimase in silenzio per un'istante, poi dalla cornetta, si sentì lo sbuffo di una risata sommessa, la risata di chi aveva per sbaglio rivelato una carta dalla sua mano, ma aveva già messo in conto quella possibilità, in fondo, si parlava di Aizen Sosuke, non di uno shinigami qualunque

 

"Faremo delle modifiche strada facendo, se dovessero esserci problemi…Himawari! Come va, mia cara? "

 

"Tutto bene, capitano, stavamo sistemando le nostre cose nell'alloggio, più tardi faremo un giro in città, avete qualche hollow da segnalare? Potremmo occuparcene noi dato che siamo qui,ma al massimo entro le sei, abbiamo dei programmi per la serata"

 

"Beh, se non oso troppo chiedere, potreste dare una mano al nuovo sostituto Shinigami, é un ragazzone coi capelli neri, robusto, alto un metro e ottanta circa, lo abbiamo mandato a seguire delle tracce di un paio di hollow…forse lo avete già visto, un certo, Kugō Ginjō"

 

Aizen sospirò inclinando il capo, poggiando la tempia alla testa di Himawari con un sospiro annoiato, schioccò la lingua sul palato  é si Morse il labbro pensoso,guardando poi il quadro appeso alla parete di fronte a lui con fare distratto, Himawari intanto stava ascoltando con attenzione la sua spiegazione, annuendo, la mano sul mento mentre rifletteva é al contempo, si accoccolava ad Aizen in wuel gesto spontaneo, quasi quotidiano per loro, ogni volta che si trovavano vicini a fare qualcosa, non potevano fare a meno di cercare l'uno il tocco dell'altra. La Shinigami pensò a tutti i volti visti di recente alla soul Society e alla fine riuscì a ricordare di chi stesse parlando il capitano

 

"Oh, si! Quel ragazzo alle prime armi, era un umano di Karakura, vero? va bene, hai modo di metterci in contatto con noi? "

 

"Vi sta già aspettando fuori.. Mi raccomando, raggiungete la zona interessata, allontanatevi dagli umani di almeno cento metri, la reiatsu di Aizen é.."

 

Himawari si soffermò a guardare Aizen abbassare lo sguardo seccato, triste. Sospirò nervosa, prendendo il telefono dalle mani dello Shinigami, il suo tono diventò teso, esasperato, come una figlia adolescente che voleva tagliare il prima possibile la telefonata con la madre. 

 

"Sappiamo cosa fare, grazie capitano, ora dobbiamo andare"

 

Aizen la osservò mentre lanciava nello zaino il telefono, prese il cuscino con uno sbuffo e se lo portò tra le braccia per stringerlo forte , lo shinigami si prego verso di lei, il suo volto era affondato nel cuscino, Aizen la guardò ,pensoso

 

"Che ti é preso? "

Himawari sbuffo' mentre il suo volto di incupi' aggrottando le sopracciglia , scosse il capo mettendo il telefono nello zaino

 

"Ogni volta che i capitani ti ricordano quanto tu sia… potente, un prodigio, tu fai una faccia triste, batti gli occhi due volte e guardi in basso, lo fai sempre… io non sono un prodigio, ho passato decenni ad allenarmi, per stare al tuo passo e mi sono resa conto, che standoti dietro, ho creato un varco immenso tra me e gli altri Shinigami del nostro corso, al di fuori dei capitani… ho guardato quel vuoto ed ho sentito, quello che tu avevi sempre provato, solitudine, tristezza, nell'essere in alto, nell'essere diversi… so che quando andremo ad ammazzare quell'hollow tu lo farai con semplicità, di certo ti annoierai, ma non sei nulla di quello che gli altri credono, voglio che Shinji, Urahara e gli altri dei tredici,la smettano di sottolinearlo…non voglio vederti ancora fare quella faccia. Quindi..aspettami, almeno finché non ti avrò raggiunto, voglio salire su quello scalino insieme a te e stringerti la mano, per dirti… Eccomi qui…ora non sei da solo, Sosuke Aizen, sei uno Shinigami normale, non sei un mostro, non sei un'anomalia…non ho paura di te...queste vacanze, sembrano piu' un'esperimento che una gentile concessione...ma tu non sei una fottuta cavia da laboratorio.."

 

Aizen la guardò con gli occhi colmi di stupore, la sua mano le sfiorò i capelli, invitandola a voltarsi verso di lui, una mano la spinse a voltarsi su un fianco

 

"Vieni qui.."

 

Lo Shinigami le scivolò sopra come un felino in caccia, le cinse piano la schiena, mentre in silenzio, la strinse a sé sovrastandola, affondando il viso nell'incavo del collo della shinigami. Himawari lo strinse a sua volta d'istinto, lasciando scivolare le mani tra i suoi capelli, massaggiandogli la nuca con i polpastrelli, come faceva di solito per aiutarlo a rilassarsi, appoggiando la tempia sulla sua. Respirò il suo profumo, le labbra rosse gli sfiorarono il collo e lei poco sentire i muscoli di lui irrigidirsi al suo tocco, sentì una smania nel ventre, un fuoco nel petto, cos'era quella cosa? 

 

"Scusami…non volevo rattristati"

 

Lui si voltò appena per guardarla, stava sorridendo

 

"Non mi hai rattristato… sono sollevato…é stata una fortuna, quel giorno, aver lasciato che mi rompessero gli occhiali… fingendo di essere uno Shinigami normale..ho trovato il mio girasole…"

 

"Io… sono certa che un giorno troverai qualcuno alla tua altezza in battaglia, che ti farà battere il cuore"

 

Aizen rise appena, una risata calda, profonda come abissi, che le scosse le viscere

 

"A quello ci hai già pensato tu.. "

 

Perse un battito

 

"Sosuke…"

 

TOC

TOC

 

"...al diavolo"

 

Aizen si spinse via dalla ragazza, si sedette sul letto con uno sbuffo, si scosse appena emettendo un verso infastidito, come se per un'attimo gli si fosse accavallato un muscolo o aveva battuto il mignolo contro uno spigolo. Si mise gli occhiali ed i capelli piovvero  sulla sua fronte, si sgranchì di nuovo le spalle in quel suo abito troppo stretto, ma non voleva ammetterlo, voleva essere come gli altri, in realtà, odiava tutto quel potere, pochi gli si approcciavano e ancora meno decidevano di restare, l'unica che era rimasta, conoscendolo davvero, era Himawari.  Aizen si alzò dal letto, avviandosi alla portaporta a passo lento, quando la aprì, vide un giovane Shinigami, dall'aria seccata e dai capelli corvini tutti arruffati, appoggiato allo stipite della porta col gomito, una mano in tasca, la zanpakutō legata al suo fianco, aveva le gambe incrociate alle caviglie  e batteva la punta del sandalo di paglia sul marciapiede con fare annoiato. Quando però vide Aizen, il ragazzo tornò sull'attenti, il suo volto si fece serio e sull'attenti, mentre si piegò in un poderoso inchino in segno di rispetto

 

"Luogotenente Aizen! Buonasera! È un onore lavorare con voi! Mi hanno detto che sareste venuti qui a dare una mano durante le mie ronde… beh, in realtà ho sentito che siete in vacanza, ma di certo qualche hollow vi ruberà solo meno di un'ora… so che siete i migliori shinigami del seiretei! insieme ai capitani"

 

"Il sostituto Shinigami"

 

Commentó lui incrociando le braccia al petto, mentre Himawari lo raggiungeva, salutando Kugo con un gesto della mano che lui ricambiò invece con un rispettoso inchino

 

"Signorina Tsukiko, buonasera! "

 

"Ciao Ginjō, come sta la famiglia? "

 

"Tutti bene, grazie del pensiero, ehm… la sua famiglia? "

 

"Direi sano come un pesce, é di fronte a te…"

 

Ridacchiò la shinigami affiancandosi ad Aizen, Kugō annuì pacato mentre si faceva da parte per lasciare uscire i due Shinigami dalla porta della loro abitazione. Himawari aveva preso gli zaini e la giacca di Aizen, lo aiutò ad infilarsela dalle maniche, poi gli porse i suoi effetti. Una volta pronti, entrambi si volarono verso Kugō, in attesa di ulteriori informazioni. Il sostituto Shinigami sobbalzò tornando sull'attenti

 

"Oh giusto, ho.. La posizione degli hollow, ci sono state aggressioni fuori dal centro, ho fatto in modo che Gli hollow andassero verso il parco abbandonato, in modo da non far danni, li ho attirati qui nelle vicinanze, fuori città,sono una decina.."

 

Himawari fece spallucce, sistemando lo zaino sulle spalle con un saltello, sorrise entusiasta, sembrava quasi uno scout pronta all'avventura, cosi' gentile, innocente, Ginjo si scopri' arrossire quando il suo sguardo si soffermo' su di lei

 

"Bene!ti seguiamo allora, giovane sostituto shinigami'

 

" S-si! Signorina! "

 

Lo Shinigami fece loro strada, non potendo dare nell'occhio si misero a camminare per le strade insieme agli altri umani, solo Kugō era l'unico ad essere invisibile iagli esseri umani, la sua reiatsu non sembrava un problema in mezzo a loro. Himawari camminava aggrappata al braccio di Aizen, troppo impegnata a guardarsi attorno e non sembrava badare a dove metteva i piedi, tanto che Aizen si trovava a sollevarla spesso per non farla inciampare, quando la strada si rialzava e diventava marciapiede. Rispetto alla soul society, il mondo dei vivi era così colorato, vivace, pieno di cose da vedere, cose da fare e roba da mangiare. La Shinigami aveva addocchiato diversi locali dove poter assaggiare il sushi, aveva perfino trovato un bar che affermava di servire il miglior tè di Karakura

 

"Ehi guarda! Guarda, Sosuke! Potremmo prendere un tè se riusciamo a finire per le 17! "

 

"Come ti compiace"

 

Lo Shinigami sorrise senza voltarsi, camminava con ampie falcate, tanto che Himawari si trovò quasi a correre per stargli al passo. Molte ragazze si soffermavano a guardarlo e voltavano lo sguardo imbarazzate, non appena I suoi occhi piombavano su di loro con indifferenza. La sua presenza non sembrava passare inosservata nemmeno sotto forma di Gigai, era uno Shinigami affascinante ed un'umano altrettanto attraente. Ginjō li osservava con la coda dell'occhio ed un sorrisetto da volpe che gli increspava le labbra

 

"Questa sera ci sarà il Matsuri, potreste andare lì a divertirvi, io ci vado con alcuni amici dopo aver finito di sistemare questa faccenda, potete unirmi a me, se vi va"

 

"Certo!! Hai ragione! Sei il più esperto del gruppo! "

 

"Potrai farci da guida"

 

Propose Aizen con calma, mentre uscivano dalla periferia ed entravano in un parco abbandonato. C'erano edifici ancora in fase di costruzione, l'erba era secca ed assente in alcuni spazi. C'erano giostre arrugginite, sparse in giro a dare al tutto un'aria grottesca, sinistra. Himawari sentiva già  la pressione nell'aria, sentiva sussurri nelle orecchie, respiri, battiti di cuori ormai svaniti, l'energia stava rendendo elettrica l'aria, il terreno si affossava, calpestata da zampe e artigli invisibili agli occhi degli umani. Himawari prese la sua confezione di caramelle e ne mise una tra le labbra, piegandosi sulle gambe per evitare il colpo di una zampata, sorrise mentre deglutiva ed un'onda invisibile spinse via l'hollow che si era avvicinato. Davanti a lui, Himawari si ergeva ora come Shinigami, alle sue spalle la anima artificiale la osservava in attesa di ordini, lei rimase a fissare l'hollow, seria in volto

 

"Come ti chiami, anima? "

 

"Mi… chiamo Sunny"

 

"Bene, Sunny, vai in citta' al sicuro, insieme al Gigai e l'anima di Sosuke, ok? "

 

Sunny annual stando sull'attenti, si voltò verso Sosuke, che intanto stava per deglutire la sua pillola. Quando laando giù, un boato fece scuotere gli alberi, un'immensa energia si sprigionò dal suo corpo come se dentro quel Gigai fosse stato troppo stretto, lo Shinigami  lasciò il suo Gigai indietro, lo guardò in tralice poi con il pollice estrasse la sua spada per un paio di centimetri

 

"Proteggi i nostri Gigai, vai"

 

"Si.. Signore! "

 

Entrambi i Gigai si allontanarono lasciando gli shinigami da soli, contro gli hollow che ora si erano palesati davanti ai loro occhi. Erano creature deformi, con pelliccia, denti ed ossa messe insieme da un Dio cieco, si vedevano maschere contorte e ghignanti, poi un grande buco dove un tempo vi era una catena, un cuore, un'anima. Himawari si chiese, se quelle creature fossero davvero perdute. 

 

"Mieti.. Kohime.. "

 

Sussurrò la ragazza mentre estraeva la sua zanpakutō, la lama si allungò in un'asta e divenne una falce grande quanto lei, la lama era lunga almeno cinque piedi, fatta di una materia simile a cristallo,circondata da un aura di energia dello stesso colore. La shinigami si  scagliò contro il primo hollow, al suo fianco Ginjō ne caricò un'altro a testa bassa. Aizen per il momento, rimase fermo ad osservarli. I suoi occhi, puntati sulla ragazza, che sembrava danzare in mezzo a quella guerra, la sua falce guizzava e fendeva l'aria, tagliava arti e teste orripilante, dalle fattezze di animale, nulla che poteva far pensare che un tempo quelle creature, erano umani. Mieteva quelle vite senza pietà, o forse senza pensarci, lasciando dietro di sé solo un cumulo di cenere. Ginjō aveva un suo modo di combattere, la sua zanpakutō era diventata uno spadone e lo usava con lentezza ma con grande efficacia, non era affatto male, quel ragazzo, per essere un'umano. Aizen fece un passo avanti, mentre l'hollow che aveva tentato di attaccarlo cadeva in pezzi dietro di lui, la confusione impressa in eterno sulla sua maschera d'osso. Himawari calciò a terra un'altro hollow ,lo tenne fermo per la gola puntellandolo con la sua zanpakutō, poi prese la mira, puntando una mano contro una schiera di hollow che si erano ammassati nella speranza di colpirla, l'altra mano girava attorno all'arma e teneva saldo il braccio, si raccomandò di mirare verso la zona alberata ma voleva fare un piccolo esperimento. 

 

"Hadō 88! Hiryu gekizoku Shingen raihō!! "

 

Strinse i denti ed un raggio di luce blu travolse gli hollow incenerendoli come se fossero state falene volate troppo vicino alla candela. Il raggio proseguì la sua corsa, ma Himawari ringhiò per lo sforzo e chiuse di colpo il palmo, mentre la luce svaniva come se qualcuno l'avesse spenta, lasciando solo qualche foglia bruciacchiata, la Shinigami rimase a fissare la scena col fiato sospeso, poi saltò si gioia, le mani piantate sulla sua zanpakutō mentre ad ogni salto spingeva sempre di più il mostro che stava puntellando nel terreno, incurante delle sue grida

 

"Sì, cazzo! Hai visto Sosuke?? "

 

Aizen si era lasciato dietro una scia di cadaveri di hollow, ma Ginjō poteva giurare di non averlo visto muoversi affatto, eppure, ad ogni battito di ciglia, un hollow si stava sgretolando dietro di lui. Si avvicinò con un sorriso ad Himawari, non aveva ancora estratto la sua zanpakutō, come diavolo aveva fatto a fare una strage solo camminando?



Himawari sembrava altrettanto temibile, aveva controllato un Hadō che solo i maestri sapevano evocare e lei lo aveva addirittura fermato col solo chiudere il palmo. Chi diavolo erano loro? Non erano normali shinigami, non aveva visto mai combattere nessuno con tanta ferocia, nemmeno i capitani. Aizen si diresse verso la ragazza, con un gesto della mano tagliò la testa all'hollow sotto di lei mente Himawari si stringeva la zanpakutō a forma di falce al petto entusiasta

 

"Hai visto?? L'ho spento!! Come mi hai detto tu!"

 

Aizen le diede una carezza sul capo, sorrise gentile inclinando il capo

 

"Bravissima.. "

 

"Abbiamo finito ragazzi!! "

 

Cercò di dire Ginjō sbracciando per farsi notare dai due colleghi/superiori. Himawari fu la prima a voltarsi, fece un balzo e scese dalla collinetta con la zanpakutō ancora in forma di Shikai, puntò la testa della falce a terra, ruotando attorno ad essa come una danzatrice, sinuosa come serpi, prima di posarsi a terra con grazia. Ginjō sentì il cuore perdere un battito nel vederla danzare su quella falce, una furia omicida nel corpo di una ragazzina dai capelli rosa, la cosa lo eccitava e terrorizzava allo stesso tempo, ma scrollò il capo cacciando quel pensiero quando Aizen ai presentò davanti a lui con un cipiglio di curiosità. 

 

"Te la sei cavata bene, ragazzo.. "

 

"Grazie… luogotenente Aizen, sono onorato"

 

Lo Shinigami gli diede una pacca sulla spalla e Ginjō dovette fare il possibile per non vacillare indietro, li osservò mentre lei rinfoderava la spada, Aizen le sistemò i capelli scompigliati e lei fece lo stesso con lui, vide in loro una strana, quasi invidiabile sincronia in ogni gesto, ogni sguardo, ogni sorriso. 

 

"Andiamo a prendere il tè"

 

Ginjō alzò le braccia al cielo, portando le mani dietro alla nuca, indietreggiando con una risata, non era di certo il tipo da sala da tè, avrebbe finito per fare il terzo incomodo, c'era elettricità nell'aria, era un'esperta nell'essere la terza ruota del carro fin dal liceo. Sospirò accartocciando I suoi pensieri sulla Shinigami davanti a lui

 

"Andate voi, io vado a farmi una doccia, vi passo a prendere dopo cena, ok? Chiamate Urahara e chiedetegli se per caso ha degli Yukata per voi! Vestirsi per bene alla festa del sette Luglio é d'obbligo! Tanabata! "

 

Himawari prese a seguire lo shinigami, gli occhi colmi di curiosità per quello che stava dicendo, non conosceva quasi nulla del mondo degli umani e di certo non ricordava la sua vecchia vita, ma non le importava molto in realtà, la sua attuale vita da shinigami era più che sufficiente, aveva tutto ciò che desiderava ed ora, poteva perfino farsi una vita nel mondo dei vivi, piena di curiosi gingilli, abiti colorati, piante, animaletti di ogni genere,

 

"Tanabata? "

"non vi anticipo nulla! Aspettate e vedrete ,ragazzi, non vorrete piu' tornare alla soul society, parola mia!"

  Aizen aveva raggiunto Himawari che si era appestata a prenderlo di nuovo sotto braccio come una ragazzina qualunque. Ginjō la osservò pensoso, era impressionante come quella ragazza, con lo stesso sorriso fosse in grado di sembrare la ragazza più innocente della città ed il boia degli hollow, lo stesso, identico sorriso, gli faceva battere il cuore e poi gli faceva tremare le ossa. Ma lei, non era sua, lei non lo sarebbe mai stata, così con una scollata di spalle, il ragazzo li fece attendere al limitare del parco, già la presenza di Aizen sembrava far venire capogiri ed instabilità alla gente a tre isolati di distanza. Li raggiunse di nuovo insieme ai loro Gigai, che sembravano essersi rilassati per tutto il tempo e non sembravano molto vogliosi di tornare caramelle. Sia Himawari che Aizen, ripresero il loro corpo, anche Ginjō rientrò nel suo, recuperando la caramella per rimettere la poi in tasca, in realtà, quello di Ginjō era un vero e proprio corpo di un essere umano. Himawari osservò pensosa Aizen, mentre si sgranchiva le spalle con movimenti fluidi, ma percepì un'espressione sofferente mentre rientrava in quell'involucro, come se facesse fatica ad entrare. Ginjō sembrò salutarli di fretta,entre correva dalla parte opposta, facendo il possibile per evitare lo sguardo di Aizen, scomparve dietro l'angolo mentre Himawari si accostò allo Shinigami che si stava ancora adattando al suo Gigai
 

"Sosuke.. Stai bene? "

 

"Certo, andiamo? "

 

Aizen le sorrise col suo solito fare cortese, anche se sapeva benissimo che a lei non poteva nascondere nulla, quando lei cercò di prenderlo sotto braccio, lui non la strinse è la lasciò scivolare, finché lei non fu costretta a prendergli la mano, la ragazza sussultò quando lui glie la strinse piano, i suoi occhi posati sui suoi, poi lo Shinigami, smise di camminare, stringendo forte la mano di lei senza però farle male, una presa salda, che fece scuotere Himawari nelle ossa

 

"Sosuke… "

 

Lui sorrise, le carezzò il viso con dolcezza, si erano fermati di fronte al locale, davanti alla porta, ignorando i passanti, mentre il tempo attorno a loro si fermava

 

"prima,in casa, mi hai chiesto cosa siamo, non sono riuscito a risponderti ma, ne ho bisogno…quindi tu, cosa vuoi che io sia?.. "

 

Himawari sentì le gambe farsi di gelatina, il cuore le cadde nelle scarpe mentre strinse la sua mano, gli occhi fissi su di lui, che se ne stava calmo, impassibile come sempre, il suo sempiterno sorriso, la sua aria gentile, solo un movimento delle sopracciglia tradì la sua ansia

 

"Che domande fai… voglio che tu sia Sosuke, il mio Sosuke, tu sei casa mia…"

 

Con la mano libera gli sistemò la giacca, le gote erano arrossata, gli occhi scesero fino a puntare i bottoni dell'abito di Aizen quasi per paura di sentire parole che le avrebbero spezzato il cuore. Ecco di cosa aveva paura, forse per Aizen, lei era come una sorella minore, una compagna di dormitorio, un'amica, niente di più

 

Niente

 

"Posso dirti un segreto?...non ti ho mai detto, di cosa ho paura.. "

 

"Certo che puoi dirmelo.. "

 

Sussurrò lei, vide gli occhi di Aizen brillare di una sfumatura di Angelo in disgrazia

 

"Forse ho paura di accettare, che ci sia  qualcuno, che  mi ami sinceramente, per quello che sono"

 

Himawari sentì come se lo Shinigami, con quelle parole, le avesse sfondato l'anima, piombandole sopra come un falco che ghermisce il Topolino, si rese conto, che il loro affetto, il loro amore, non era un'amore comune, no, erano falene che sciamavano nel petto, una danza macabra di cui nessuno riusciva a comprenderne la vera bellezza, erano soli, loro due e volevano amarsi come solo loro sapevano fare. Gli prese il volto tra le mani, Sosuke vide le gemme dei suoi occhi brillare, inumiditi da lacrime che non riuscivano a scendere, lei sorrise appena

 

"Perché, cosa sei, Sosuke? "

 

Sosuke sospiro’ mordendosi il labbro inferiore, guardo’ altrove per un’attimo e poi prese un respiro profondo,come prima di un tuffo, tornando a guardare la shinigami negli occhi

 

"Potrei essere un mostro, Himawari… la mia forza, le mie ambizioni… io voglio… potrei, fare cose molto brutte, perché ho visto una realtà, che non va bene, ci stanno sottomettendo ad un Dio che non accetto, che so, che non é quello che voglio, voglio cambiare le regole, non voglio accettare il mondo così come é… ma nel farlo, mi sporcherò le mani di sangue e devastazione e polvere… e tu… tu staresti comunque al mio fianco? "

 

Sosuke sobbalzò quando vide le labbra Himawari piegarsi in un sorriso, un sorriso…di sollievo? Le aveva appena detto di voler uccidere Dio e lei, stava sorridendo? Perché sorrideva? Perché lo stava accarezzando e non respingendo? Perché quella ragazzina, esile come una falena, continuava a svolazzare attorno a lui nonostante sapesse che lui era fiamma e distruzione. La sua voce era delicata, il suo tocco era come seta, eppure anche lei, l'aveva vista sporcarsi le mani pur di seguirlo, l'aveva vista combattere ed aveva visto in lei, un po'di di se stesso, non aveva mai visto una creatura che fosse stata in grado di capirlo, di stargli vicino senza aver paura o il desiderio di controllarlo, eppure lei, era lì e stava sorridendo. La sua voce scese come miele dell'alveare, fin sopra la sua anima

 

"Sosuke, ti conosco da quando ho memoria…io ti… ti amo così come sei.. o qualunque cosa tu voglia diventare.. Io non avrò mai paura di te, io voglio stare al tuo fianco, anche se stare al tuo fianco, significherà ergersi su rovine e distruzione… perché credo in te.. Se lo Shinigami più brillante della soul society, ma anche il più triste… ed é a quello che voglio porre rimedio, strapperei teste, prenderei vite, pur di vederti felice, tu… sei casa mia, e niente, mi farà cambiare idea… ti amo, Sosuke Aizen, punto è basta…ho solo paura che in tutto questo, tu non mi voglia al tuo fianco…tutto qui,ho paura di non essere abbastanza "

lo schinigami si sciolse in un sospiro e lo vide sorridere nel modo piu' dolce possibile, finalmente, stava sorridendo anche con gli occhi

 

“vieni qui…”

 

All'improvviso si sentì avvolgere dal braccio di Aizen, lo Shinigami la strinse per la schiena costringendola ad alzare lo sguardo, le lasciò la mano solo per prenderle il volto, le sfiorò le gote, osservando la avvampare, gli occhi sgranati dallo stupore mentre lo guardava piegarsi su di lei. Sentiva il cuore pulsare in gola, le gambe la reggevano a malapena o forse era Aizen che le impediva di cadere, si aggrappa con entrambe le mani a lui è come per istinto, lo tirò a s'è

 

"Ti amo Himawari , sei il mio girasole…sei sempre stata abbastanza e anche di più’... "

 

Sussurrò l'istante prima di posare le labbra sulle sue. Prima fu come sfiorarsi, poi la ragazza lo prese da dietro la nuca, tirandolo a se’ con disperazione, senti’ il contorno della bocca dello shinigami chiudersi sulla sua. Himawari si sentiva come cera tra le sue braccia e lo afferro’ con più’ forza, si senti’ uno schiocco umido di baci, respiri spezzati e sguardi che si perforavano a vicenda in un misto tra sollievo e desiderio, ogni singolo, minuscolo istante di quel bacio, se lo impressero nell’anima con un ferro rovente, una silenziosa promessa. La lingua dello shinigami era come un’incendio, non la stava baciando, sembrava come se all’improvviso volesse divorarla, lentamente e lei, lei decise di desiderare lo stesso, la shinigami gli morse piano il labbro inferiore, succhiando piano, il gesto gli strappo; come un mugolio profondo e roco, che sembrava venire da sotto terra,poi entrambi si resero conto, che andare avanti avrebbe comportato una stanza, un letto, cosi’ decisero di riprendere fiato, separandosi lentamente, mentre un filo di saliva temerario cercava di tenere le loro labbra ancora aggrappate. Himawari era tenuta in braccio da Aizen, che la sollevava da terra come se pesasse nulla. La shinigami sorrise, posando la fronte su quella di lui

 

“....che ne dici di una tazza di te’?”

 

Aizen la poso’ a terra, le sistemo’ i capelli di lato, le bacio’ la fronte osservando il rossore dei morsi che le aveva lasciato sulle labbra, sentendo sulle sue il sapore del ferro, anche Himawari aveva morso a fondo ed era stato, bellissimo e nuovo per lui, che non aveva conosciuto niente al di fuori del potere, della desolazione, ora invece, sapeva concretamente, di avere una compagna. Sorrise dolcemente, aprendole la porta con fare galante, mentre la gente attorno riprese a camminare come se nulla fosse accaduto

 

“volentieri…dopo di te..”


 

 
  
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