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Autore: Francyzago77    22/08/2022    6 recensioni
Amicizia, amore, famiglia, sfide, passione. E un pallone.
Quanto basta per raccontare una storia semplice ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Domani sera si va all’inaugurazione del nuovo locale – esordì Ed nello spogliatoio, dopo l’ultimo allenamento prima della pausa per la Nazionale – che ne dite?

-Per me va bene – rispose subito Danny – e tu Mark, sei dei nostri?

Lenders, chiudendo la borsa, disse sovrappensiero:

-No, credo di no, domani sera non ce la faccio proprio.

-Dai, perché non vieni? – insistette Mellow – Sarà divertente!

Invece Mark non rispose, si alzò, s’infilò la felpa e iniziò ad incamminarsi verso l’uscita.

-Ho capito! – esclamò Ed in tono scherzoso – Hai altro di meglio da fare! 

E lo prese per un braccio mentre lui era sulla porta.

-Lasciami perdere – lo scansò Lenders – ho detto che non vengo e basta!

Uscì mentre Danny affermò:

-Lo sai che Mark non parla quasi mai della sua vita privata, Ed non continuare a fare domande.

Ma Warner era già nel corridoio e, raggiunto il compagno, continuò:

-Sono contento per te se hai trovato una tipa con cui passare il fine settimana.

Mark lo fulminò con lo sguardo:

-Modera i termini, non è una qualunque!

-Oh oh – ridacchiò Ed – allora è una storia importante.

-Forse – asserì laconicamente l’altro.

Camminando erano arrivati al parcheggio, Mark salì in sella alla sua moto, Warner gli chiese in confidenza:

-Dove la porti domani sera?

Lenders, appoggiando le braccia sul manubrio, scosse la testa e disse:

-Non lo so. Questo è il problema, non lo so! Ho il week end libero ma pochi soldi, vorrei stare con lei e invece dovrò rinunciare.

Warner intuì immediatamente dal tono della voce che Mark era rassegnato, cosa insolita dato che lui non mollava mai, e invece ci avrebbe tenuto proprio tanto ad uscire con quella ragazza.

Non fece troppe domande, aveva ragione Danny, con Mark bastavano poche parole. 

E tra loro due c’era un’intesa che amava di più il silenzio. 

Gli mise una mano sulla spalla, rimase a fissare per un attimo l’asfalto della strada poi, di scatto, annunciò:

-A cosa servono gli amici? Il buon vecchio Ed può aiutarti!

Si staccò da lui, prese lo zaino, lo aprì e tirò fuori una specie di piccolo peluche che raffigurava una barca a vela. Era azzurro e bianco e da esso pendevano tre chiavi.

-Ascolta bene – spiegò Ed tenendo tra pollice e indice la prima chiave, quella piccolina – questa è del cancelletto esterno, l’altra è del portone e l’ultima, la più lunga, è della porta di casa.

Mark lo guardava incredulo, non capendo a cosa si riferisse l’amico.

-Cancelletto, portone, porta – ripeté Ed come una filastrocca, facendo scorrere tra le dita le tre chiavi.

Allo sguardo ancora perso di Lenders, Warner replicò:

-I miei hanno una casa al mare, accanto alla spiaggia bianca, quella non lontana dal porto. Loro sono in città, l’appartamento è libero, queste sono le chiavi.

Finalmente Mark capì, Ed continuò:

-Ti chiedo solo di riportarmele lunedì, al ritiro della Nazionale.

Le mise in mano all’amico e s’incamminò verso l’uscita salutandolo con un cenno.

-Buon divertimento – gli disse.

-Grazie – rispose Mark ancora un po’ stupito mentre nella mente si ripeteva, sfregando le chiavi il ritornello – cancelletto, portone, porta.
 


Quella sera il locale era pieno zeppo, buona musica ma troppa gente, essendo un’inaugurazione dovevano prevederlo che avrebbero trovato lì mezzo mondo.

Benji, Bruce e Tom entrarono e si diressero subito verso il tavolo che avevano prenotato.

-Meno male che abbiamo telefonato prima – esclamò Bruce – altrimenti non trovavamo neppure questo posticino.

-Peccato che Holly non sia con noi – dichiarò Tom, arrivato soltanto la mattina con l’aereo dalla Francia – ma è con Patty quindi buon per lui!

-Al compleanno della mamma di lei – sorrise ironicamente Benji – non so quanto possa essere divertente come serata.

I tre risero poi Bruce sospirò:

-Certo che stare qui senza neppure una ragazza è un peccato mortale! Evelyne e Susie avevano una festa non ho capito bene di chi e Chris … dov’è tua sorella Benji?

-Tu l’hai vista? – rispose lui appoggiandosi meglio allo schienale del divanetto – Io e lei ci incontriamo poco in casa!

-Fosse stata stasera con noi l’avrei subito invitata a ballare – ammise Bruce tra le risate di Tom e Benji che replicava:

-Giù le zampe amico!  Prima di uscire con lei dovete chiedermi il permesso.


La moto era ferma sulla strada che passava sopra alla spiaggia che chiamavano bianca per via del colore chiaro della rena.

Erano rimasti seduti sulla sabbia per un tempo indefinito, ormai si stava facendo quasi buio e si era alzato un vento fresco. Il mare era mosso.

-Hai freddo? – le sussurrò Mark avendola vista stringersi nella giacca e rabbrividire.

-Un pochino – rispose Chris osservando l’acqua andare avanti e indietro, in un movimento perpetuo senza fine.

Allora lui l’avvolse con le sue braccia, stringendola a sé mentre il suono del vento e del mare rompeva quel silenzio perfetto che si era creato.

Poi, nuovamente, le loro labbra si avvicinarono per unirsi ancora una volta in un contatto pieno di passione e desiderio.

Un bacio lungo, dolce e interrotto soltanto dalla pioggia giunta improvvisamente sul luogo.

Il vento si era inspiegabilmente calmato lasciando spazio a nuvole grigie portatrici d’acqua.

-Possibile che ci imbattiamo sempre in qualche temporale? – esclamò Chris tentando di ripararsi stringendosi ancora di più al suo compagno.

-Andiamo via – suggerì Mark guardando il cielo che si stava facendo sempre più scuro.

Si alzarono e corsero alla moto, sperando di non bagnarsi troppo.

-Senti – le chiese lui – allora andiamo a casa di Ed, vuoi?

Chris annuì prima di mettersi il casco.

-Sei sicura? – domandò Mark con premura.

-Certo – rispose – sì che ci vengo a casa di Ed.


Ed e Danny finalmente riuscirono ad entrare nel locale, la fila pareva interminabile e una volta dentro dovevano trovare un posto seduti oppure iniziare a ballare.

Sembrava che quella sera tutti i giovani della città e dei paesi limitrofi si fossero dati appuntamento lì.

Impossibile rimediare un tavolo libero ma tra i volti di ragazzi e ragazze, scorsero, ad un certo punto, delle facce conosciute.

-Warner e Mellow! – era la voce di Tom – Anche voi qui!

I due sorpresi si avvicinarono.

-Becker – esclamò Ed – quando sei arrivato?

-Stamattina – rispose quello salutandoli – ero certo di rivedervi lunedì al ritiro ma sono contento di questo incontro inaspettato.

-Avete un tavolo? – chiese Bruce – In alternativa, potete unirvi a noi.

Si sedettero, Benji esordì:

-Non credevamo ci fosse tutta questa gente altrimenti avremmo cambiato programma.

-Decisamente caotico – costatò Mellow guardandosi intorno.

-E il vostro capitano? – domandò Tom – Dove l’avete lasciato?

Warner e Mellow si diedero un’occhiata d’intesa poi Ed rispose:

-Mark? È in altre faccende affaccendato!

-Uh! – fecero in coro gli altri tre mentre Bruce aggiunse:

-Anche il nostro di capitano è con Patty, a casa di lei per il compleanno della mamma.

-Invece Mark – spiegò Ed ammiccando – è con una a casa dei miei genitori che non ci sono.

Risatina generale, mormorio.

-Hai capito Lenders! – fu il commento con tono sarcastico di Benji – E chi è lei?

-Io non  ho fatto domande – affermò Ed – mi sono solo limitato a dare le chiavi.


-Allora, quella del cancelletto è la più piccola – cercava di ricordarsi Mark prendendo in mano la chiave e tentando di inserirla nella serratura, mentre ancora pioveva e lui e Chris erano ormai ben bagnati.

-Sbrigati! – lo esortava lei – Sento che mi sto raffreddando! 

La chiave piccola finalmente aprì il cancelletto, entrarono, percorsero il vialetto e giunsero al portone principale. Ora toccava alla seconda chiave che, per fortuna, girò subito nella serratura. Erano al riparo dalla pioggia. Altri due passi e si trovarono davanti alla porta di casa. La chiave era l’ultima, quella lunga. Ed non gli aveva detto quanti giri fare ma bastava tentare. A destra non andò quindi a sinistra. Quattro giri a sinistra e ora quel piccolo paradiso era soltanto per loro due.


-Che amico vero sei Ed! – esclamò con un pizzico d’invidia Bruce – Ricordati di me quando i tuoi genitori lasceranno nuovamente la casa al mare libera.

-Sì certo – rise Warner – io mi ricorderò di te ma tu devi avercela una ragazza da portare nella casa libera!

E giù battute di nuovo.

Iniziarono a bere ciò che avevano ordinato, Ed, osservando il bicchiere che aveva in mano, esordì:

-Credo però che il frigo sia vuoto, mi sono dimenticato di dirlo a Mark.

-Cosa vuoi che gli importi del frigo vuoto! -  ridacchiò Benji facendo riesplodere l’ilarità generale tra i suoi amici.


-Non c’è niente in frigo – costatò Mark richiudendo lo sportello – questo Ed non me lo aveva detto.

-Perché, hai fame? – domandò Chris appena uscita dal bagno dove si era asciugata i capelli e tolta gli abiti quasi zuppi.

Indossava una maglietta che aveva trovato lì in casa, da qualche parte. Era molto larga, forse era di Ed o di suo padre.

-Cosa ti sei messa? – nel dire quelle parole Mark sorrise perché Chris, ai suoi occhi, era bella anche con quella veste improvvisata.

-Era pulita, l’ho presa in prestito – ammise andandogli accanto chiedendo – volevi veramente mangiare qualcosa?

-No – rispose lui stringendola a sé e accarezzandole una guancia – era per domattina, per la colazione.

-Ci penseremo – asserì con naturalezza Chris sentendosi il cuore accelerare i battiti ad ogni contatto ravvicinato.

Allora Mark pose le labbra sulle sue e ripresero a baciarsi come quando erano sulla spiaggia ma questa volta senza l’intralcio della pioggia.

Senza staccarsi si diressero verso la camera matrimoniale, che era quella accanto al bagno.

La porta era socchiusa, entrarono gettandosi sul letto.

Mark si tolse la maglia, Chris sotto di lui, lo guardava desiderandolo.

Le baciò la bocca, poi il collo e scese sul seno, scansando e tentando di toglierle quella buffa maglietta troppo larga.

-Christine, non m’importa di non essere il primo – le disse – io voglio soltanto essere l’ultimo.





 
   
 
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