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Autore: LadyYuna94    23/08/2022    0 recensioni
"Ogni notte, da ventun anni oramai, faccio sempre il solito sogno, è così strano.
/.../ La scena è sempre la stessa: un prato, alba appena inoltrata, io che rincorro un bambino con una casacca arancio acceso e i capelli neri. /.../ Corre ad una velocità assurda, non riesco mai a stargli dietro, i suoi capelli sono così strani, come se stessero sparati in aria per qualche forza misteriosa. Non so come si chiama, non so, in generale chi è. Di solito si sogna ciò che nella maggior parte delle cose si conosce, soprattutto quando si ha tre anni, ma evidentemente non è il mio caso..."
Maya è la figlia adottiva dei Brief e lei e Bulma sono inseparabili. Tra chiacchiere tipicamente femminili, caffè e decisamente troppe sigarette, l'ultima estate prima della laurea un incontro inaspettato con i nuovi investitori della Capsule Corporation, che nascondono un segreto inconfessabile, cambierà per sempre le loro vite e anche il loro modo di percepire la realtà...
(E' LA PRIMA LONG SU DRAGON BALL DELLA MIA VITA, SCRITTA UNA DECINA D'ANNI FA E RIVISITATA, CHIEDO GIA' SCUSA PRIMA DI PUBBLICARE XDXD)
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 16:

Venerdì.

Bulma e i gemelli si sono svegliati di buon ora, con una voglia matta di andare al mare. Loro almeno, io mi sono svegliata con una sgradevole sensazione allo stomaco, che con il passare delle ore è solo peggiorata, soprattutto quando l’invito per questa mattina è stato esteso anche a Radish e Vegeta, i quali hanno elegantemente glissato dicendo che avevano delle ricerche da fare in laboratorio.
"Meno male..."
Goku invece è al campus a sostenere il suo famoso esame e sicuramente Chichi sarà lì con lui, immagino abbiano fatto pace dopo la piazzata in piscina di qualche giorno fa. Ha visualizzato il messaggio che gli ho scritto ieri sera, ma non ha mai risposto. Non sembra il tipo che si fa prendere dall’ansia per un esame universitario, tanto da ignorare Whatsapp, eppure mi sarei aspettata anche solo un semplice “grazie”. Mi perdo per un attimo a pensare a come sarebbe questa giornata se ci fossi stata io lì con lui, però poi scaccio subito l’immagine dalla mia mente, per non sentirmi peggio.
"Ormai è diventato un’ossessione, più di ciò che era o sempre stato..."
Facciamo di tutto per evitarci, lui soprattutto, però quando gli sono intorno e, ancor di più in presenza di suo fratello, si comporta come se volesse proteggermi.
Non risponde ai miei messaggi, eppure quando ci troviamo insieme, ovunque siamo cerca sempre il mio sguardo. Non so proprio più come pormi nei suoi riguardi, è diventato così difficile averci a che fare. E tutto ciò, fa solo un male al cuore terribile e aumenta il mio stress.
Apro gli occhi per aiutarmi ad abbandonare quel pensiero e guardo C e Bulma in riva al mare che giocano a racchettoni, mentre James è disteso accanto a me, con i suoi immancabili occhiali da sole e il suo inseparabile I-Phone.
Do un’occhiata di tanto in tanto al mio cellulare, come fossi in ansia di sapere qualcosa, nel mentre ignoro (come sempre) volontariamente i messaggi che Radish mi scrive in privato, alludendo ad un appuntamento galante, noi due soli, che avrebbe avuto luogo quella sera.
Mi sto prendendo del tempo per rispondergli, perché non so proprio cosa fare.
- Hai saputo la novità?- chiede James interrompendo il solito flusso di coscienza che va in onda nel mio cervello più spesso di quanto voglia ammettere.
- Cosa?- rispondo automaticamente.
Gira il cellulare verso di me e io mi avvicino per guardare meglio, visto che il sole oscura lo schermo.
- E’ Tenshinhan?- domando in tono sorpreso e James si limita ad annuire.
L’immagine di Instagram ritrae lui con una ragazza, la quale gli da un fortissimo bacio sulla guancia.
- Fresca fresca, postata da lui questa mattina, ma quando l’ha conosciuta, stanotte?- mi dice retorico, alzando un sopracciglio.
- Magari sono solo amici, in ogni caso sono felice per lui- concludo, alzando le spalle.
- Ed è anche molto carina… forse troppo- continua il moro serio, andando a spiare il profilo della tizia in questione.
"James è così pettegolo, certe volte..."
- E dai, non sembrerebbe, ma Tenshinhan è pieno di qualità- gli faccio notare, scrollandomi la sabbia dalle gambe.
- E’ divertente, molto dolce, sapeva sempre cosa dire. Parlava tantissimo, a volte troppo- ricordo sorridendo, ripensando a uno dei bei momenti passati insieme, che forse a James non ho mai avuto occasione di raccontare. Del resto i gemelli, passando solo con noi il periodo estivo, hanno avuto poco tempo a disposizione per conoscere il mio ex, o quello di Bulma.
- Ricordo quando rinunciai a fare il test a medicina, mi ero persino presentata in aula, poi prima che chiamassero il mio nome, sono scappata via, credendo fosse il più grande errore della mia vita- comincio, ad occhi bassi.
James si mette in ascolto, girandosi completamente verso di me.
- Sapevo bene di voler studiare altro eppure avevo quest’altra passione, mi feci prendere dal panico- dico scuotendo la testa, completamente persa nel viale dei ricordi.
- Stavo così male quel giorno e lui, per farmi sentire meglio, mi portò nella mia pizzeria preferita, sapeva esattamente cosa mi ci voleva in quel momento- continuo, nostalgica.
- Parlammo tanto, passeggiammo per ore sul lungomare, cercò di distrarmi e farmi ridere in qualunque modo e ci riuscì. Poi, d’improvviso, la sera in macchina mi spensi. Ma non ero stanca, ero solo troppo triste per ammetterlo anche a me stessa. E me ne stetti zitta. Tenshinhan non parlò. Conoscendo il mio stato d’animo, rimase in silenzio anche lui, per tutto il viaggio di ritorno. Muti, senza dire una sola parola, soltanto la radio in sottofondo…-
James rimane zitto per lasciarmi continuare.
- Credevo non mi sarei mai liberata da quella tristezza, eppure, col senno di poi riflettendoci avevo un pizzico di felicità e non lo sapevo- concludo sospirando, mentre mio cugino mi osserva serio.
- Avevo un ragazzo che mi amava e che io ricambiavo, tanti amici e quelli fortunatamente ancora non mi mancano, un piano B universitario già pronto all’uso, non c’era niente che non andasse...-
Lascio che il silenzio cali tra noi per qualche istante, prima di riprendere il racconto.
- Però non mi è bastato- concludo secca, guardando James.
- Solo che adesso, ripensando a quei momenti, sto uno schifo per non averli apprezzati allora, considerando i casini che sto combinando oggi- riprendo, dopo un lungo sospiro.
- Perché dici così, Maya?- chiede lui, drizzandosi a sedere sul telone per ascoltarmi meglio, rabbuiandosi di colpo.
- Non so, sento che sto incasinando tutto, tutto quanto- 
- Parli sempre della situazione con Radish? Ascolta se non sei più sicura di niente, se non ti piace come credi ora che lo stai conoscendo meglio, tronca, lascia perdere, ma che ti frega!- sbotta, leggero, in effetti deve essersi davvero rotto le scatole di ascoltarmi.
- Vorrei tanto farlo…- comincio per poi sospirare, ancora.
- Ma è una cosa che mi spaventa un po’- ammetto, mentre James assume un’espressione corrucciata.
- Hai paura che possa prenderla male?- domanda in un soffio.
- Beh, sì, ma male male… mi spiego…?-  confesso a James un po’ preoccupata. Lui, di rimando alza un sopracciglio in cerca di delucidazioni.
- Qualche due di picche lo avrà preso il tipo nella sua vita, ti pare? Non sarai di certo la prima- mi fa notare con ovvietà.
- Sicuramente, ma mettiamo caso che così non fosse...- chiedo, stavolta ancora più preoccupata.
- Non so, non mi piace come mi guarda quando lo rifiuto- sottolineo, sentendo inspiegabilmente i brividi salirmi lungo la schiena.
- Hai paura che possa farti qualcosa?- chiede piano lui ad occhi sgranati, capendo realmente dove voglio andare a parare.
- Una serie di sensazioni che non mi piacciono mi dicono questo- confesso.
- Ascolta, secondo me, dovresti affrontare l’argomento con lui in maniera un po’ più articolata- propone lui.
- E’ la stessa cosa che dice Bulma- rispondo arresa.
- Forse ti fa paura perché sembra che stia correndo un po’ troppo, no? Tutta quella scena davanti ai suoi, questo forzarti a determinate cose...- comincia a fare una lunga lista di situazioni che sembrano tutte azzeccate.
- Sto accarezzando l’idea che tutto questo faccia parte di un suo perverso piano per far ingelosire Goku- gli dico.
- Sì, ma inizia a diventare una rottura questa rivalità tra fratelli, da quanto va avanti, settimane forse? E di certo non puoi pagarne tu le spese, se hanno un conto in sospeso devono risolverla tra loro, senza coinvolgere te o chiunque altro- risponde sicuro mio cugino.
- Sono d’accordo- convengo con lui.
In quel momento un messaggio su Whatsapp ci interrompe.
"Spero tanto sia Goku che mi dica dell’esame..."
Afferro il cellulare velocemente, ma è Radish e quando vedo la sua notifica, cambio completamente faccia, mentre James mi osserva con i suoi penetranti occhi ghiaccio.
- E’ lui, no? Come pensavo, hai totalmente cambiato espressione- esordisce, continuando a scrutarmi serio.
- Maya, questa persona pare sia tossica per te. Non ti fa stare bene, proprio no e un po' mi sento in colpa per averti spinta tra le sue braccia...- dice scuotendo la testa.
- E’ così evidente?- gli chiedo quasi supplichevole, mordendomi un labbro.
- Lo vuoi un consiglio? Serio, stavolta, niente battutine, niente puttanate-
Lo ascolto
- Parlagli-
- Questo lo abbiamo già detto...- commento ovvia, ma lui muove velocemente il dito davanti al viso, in segno di diniego.
- Solo così riuscirai a capire davvero cosa prova e, se è talmente troglodita da non voler affrontare l’argomento e vuole soltanto scopare, ma dando la dimostrazione di essere un ragazzo modello davanti alla sua famiglia, deve smetterla di giocare con te e devi essere tu a farglielo capire- conclude risoluto.
Io annuisco
- Se le cose stanno davvero così, non vale la pena Maya, nemmeno per divertirsi un po’ con una persona del genere- suggerisce preoccupato.
- Hai ragione...-
- Ora, però, se mademoiselle vuole farmi l’onore…- dice alzandosi dal lettino e porgendomi il braccio.
- Io andrei a farmi un bagno, perché sto per sciogliermi, dai andiamo- mi invita sorridente.
- Va’ avanti, arrivo subito- gli dico.
- Non farci attendere molto, vado a vedere quelle due stronze che combinano senza di noi- mi fa l’occhiolino, per poi cominciare a correre verso la riva.
Da lontano vedo Bulma che mi fa cenno di andare verso di loro, quando il telefono comincia a squillare insistentemente. Arresa al fatto di non poter evitare Radish per sempre, rispondo senza fare molto caso al numero sul display.
- Pronto?- rispondo alquanto scocciata.
- Maya?- la voce che chiama il mio nome non la riconosco a primo acchitto, così sposto un attimo il telefono dall’orecchio per guardare il numero da cui arriva la chiamata, non riconoscendo poi neanche quello.
- Maya Gonzaléz?- chiede ancora la voce, con un forte accento portoghese, già stranita dal fatto che il mio nome venga ancora accostato al mio cognome di nascita.
- Sono io, chi parla?- chiedo curiosa, ma allerta.
- Mi chiamo Luana, sono la collaboratrice di sua zia-
La lunga pausa che la donna prende dall’altro capo del telefono, mi costringe a chiedere spiegazioni riguardo quella strana, quanto inaspettata chiamata.
"E poi perché non è Elizabeth a chiamare?"
- Va tutto bene? Elizabeth?- chiedo leggermente in ansia e, la sconosciuta, di tutta risposta sospira.
- La signora è tornata alla casa del Padre un’ora fa- conclude rassegnata, mentre stavolta sono io a restare in silenzio.
Senza che neanche me ne renda conto e in modo totalmente inaspettato, vengo colta da un pianto incontrollabile. Le lacrime fuoriescono da sole e sfuggono al mio controllo, facendomi tirare su col naso più di una volta.
- Le mie più sentite condoglianze- si sente di dire la donna, percependo il mio stato d’animo piuttosto scosso.
- Grazie- mi limito a rispondere
- Elizabeth mi diceva che lei vive in Giappone adesso e che è l’unica erede della boutique- riprende lei, dopo avermi dato qualche secondo per sfogarmi.
- Sì, è così- rispondo asciugandomi il viso e schiarendomi la voce.
- Capisco che per lei sia complicato raggiungere Rio al momento, dunque le faremo capitare i documenti per la successione e quant’altro tramite e-mail, lei ha già un avvocato?- chiede assumendo d’un tratto un tono formale.
- Mio padre… cioè il mio padre adottivo, gestisce una grossa azienda, potrà mettersi in contatto con il suo avvocato- chiarisco, in modo da evitare equivoci.
- D’accordo, allora mi faccia sapere quando avrà firmato tutti i documenti-
- Sì, la ringrazio- e mettiamo giù.
Resto a fissare lo schermo del telefono per secondi indefiniti, notando ancora la miriade di messaggi di Radish.
"Dio santissimo, ma quand’è che mi lascerà in pace?"
Radish: Stasera ci vediamo? Non so più in che lingua chiedertelo, non è che mi stai evitando, per caso?!
Esito per qualche minuto a rispondere, poi comincio a scrivere.
Maya: Ci vediamo alle 21 sotto casa mia
Radish: Ci sarò

Sta continuando a scrivere, ma io chiudo la connessione mobile e mi avvio dagli altri.
"Ho bisogno di quanta più distrazione possibile, soprattutto dopo la notizia di Elizabeth…"
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Una volta a casa...
- Stasera esco con Vegeta!- esordisce felice Bulma, per poi mordersi un labbro vedendo me che fisso il vuoto.
- Scusami Maya- si stringe nelle spalle in segno di scuse, notando il mio sguardo vacuo, ma mi riprendo subito, visto che l'eccitazione per un appuntamento galante col suo uomo fa dimenticare di una brutta notizia persino me.
- Non preoccuparti per me, sto bene- la rassicuro con un breve sorriso, sperando forse di unirmi a loro per la serata, il che per me sarebbe una salvezza.
- Dov’è che andate?- domando curiosa.
- Non lo so, non ho fatto ulteriori domande, è il nostro primo appuntamento vero e proprio, non voglio metterlo sotto pressione- mi informa.
Dal modo in cui Bulma parla di questa serata, spegne subito ogni mio tentativo di andare oltre, sarebbe inopportuno chiederle un’ulteriore uscita a quattro, solo perché io inizio ad avere timore di restare sola con Radish.
"Devo assumermi le mie responsabilità e poi, noi dobbiamo parlare seriamente di questa situazione..."
- Voi che fate?- chiede poi mia sorella a sua volta ai gemelli, ma la domanda è rivolta sicuramente anche a me.
- Sushi con degli amici io e C, speravamo vi uniste a noi, ma pazienza. Sarà per la prossima, ormai vi state accasando…- mormora in tono canzonatorio James.
- Sapete? Viene anche Crilin stasera- aggiunge Charlotte fingendo un tono neutro.
- Ma va?! Io ti ho sempre detto che Crilin era simpatico, ma tu non volevi ascoltarmi- la rimbecca mia sorella.
- Ci sentiamo da qualche giorno, ho pensato fosse carino invitarlo, tutto qui- chiarisce Charlotte secca.
- E tanti cari saluti al divertimento, ti starà appiccicato come una cozza al suo scoglio, vedrai- dice ovvio James alla sorella.
- Maya, tu hai programmi, alla fine?- chiede la bionda, più per zittire suo fratello e sua cugina che per reale interesse.
Sospiro, tornando alla realtà.
- In realtà ho appuntamento con Radish, anche se non è che abbia tutta questa voglia di uscire...- confesso stringendomi nelle spalle.
- Prendere un po’ d’aria ti farà bene, vedrai- dice mia sorella, poggiando una mano sulla mia come a consolarmi.

Quella sera…

- Allora, come sto?- chiede ansiosa Bulma.
- Una favola- la rassicuro, mentre lei come al solito monopolizza lo specchio di camera mia, sostenendo che la snellisce, al contrario del suo.
Io, invece, sto ultimando il trucco, non che abbia molta voglia di farmi bella, per una serie di motivi.
- Pensi ancora a lei?- mi chiede fissando la mia immagine allo specchio.
- Di chi parli?- mormoro per poi tornare a concentrarmi sul lucidalabbra.
- A Elizabeth, se non ti andava di uscire credo Radish avrebbe capito, insomma… stiamo parlando della perdita di un familiare- dice alzando le spalle con enfasi.
- Non meno di due ore fa mi hai detto che prendere un po’ d’aria mi avrebbe fatto bene- ribatto, puntandole scherzosamente il pennello contro, facendo calare un breve silenzio tra noi.
- Mi sono sentita improvvisamente come quando ero bambina- confesso riponendo la palette, mentre Bulma alza un sopracciglio, poggiandosi con la schiena alla scrivania.
- Ho ricordi molto vaghi di quando i miei sono morti, ma oggi è come se avessi rivissuto quel momento- continuo.
- E’ stato strano perché non è che avessi tutto questo rapporto con Elizabeth...- Bulma annuisce, lasciando che mi sfoghi.
- Ma la consapevolezza di aver perso l’ultimo membro della mia famiglia biologica, mi ha fatta per un attimo sentire… sola...- concludo, alzando lo sguardo e incrociando gli occhi azzurri di mia sorella, così tremendamente diversi dai miei neri come la pece.
-Tesoro, ma tu non sei sola- mi dice lei dolce.
- Certo, lo so benissimo e non voglio che le mie parole vengano fraintese, è stata solo un attimo di smarrimento, tutto qui- mi affretto a rassicurarla con un sorriso.
- Come disse anche lei, una famiglia ce l’ho, una famiglia che mi ama incondizionatamente e sono grata per questo- concludo, allargando il sorriso e poi mia sorella mi abbraccia. Io, a mia volta, la stringo forte a me.
- Maya, io ci sarò sempre per te- mi dice sottovoce.
- Anche io per te- le dico, senza neanche lasciarle finire la frase.
- E per qualsiasi cosa, stasera chiamami ok?- la sua raccomandazione per un attimo mi fa salire i brividi lungo la schiena. Divento seria di colpo, poi guardo il nostro riflesso allo specchio e alzo un sopracciglio.
- Perché dovrei volerti chiamare e rovinare l’appuntamento tra te e Vegeta? È solo una cena con Radish, niente di cui preoccuparsi- cerco di convincerla liquidando la faccenda.
"Più che altro, cerco di convincere me stessa."
- D’ accordo, però, prometti che per qualsiasi cosa, anche piccola, mi chiamerai?- incalza lei, d’un tratto preoccupata.
- Cercherò di non farlo- la rassicuro con ironia, lei sospira trionfante e poi mi guarda per un’ultima volta.
- Augurami buona fortuna!- 
- Buona fortuna, anche se non ne hai bisogno!- le dico felice, mentre lei lascia la stanza, quasi a passo di danza.
- A più tardi, signori!- urla uscendo di casa e la sua voce rimbomba per tutta la villa.
Scuoto la testa sorridente, per poi tornare ad ultimare il trucco.
Concludo con una goccia di profumo, afferro la borsetta e il cellulare ed esco anche io di casa, avviandomi verso il cancelletto del giardino, dando un’occhiata all’orologio sul polso che segna le ventuno spaccate. Sul vialetto c’è già l’auto nera sportiva di Radish ad aspettarmi, motore acceso. Sospirando entro in macchina, come al solito l’abitacolo è invaso dall'odore pungente del suo dopobarba. Lui mi saluta con un bacio che ha tutta l’intenzione di approfondire, ma io mi scanso subito, concedendogliene solo uno a stampo.
- I capelli raccolti ti stanno bene- mi dice strizzandomi l'occhio.
- Grazie, ma non adularmi, dove si va?- chiedo secca, spostando subito la conversazione su un altro piano.
- Ovunque tu voglia- risponde suadente.
- Ti va indiano?- propongo fingendo entusiasmo.
- Come dirti di no? Fai tu strada?- chiede, inserendo la prima marcia e togliendo il freno a mano.
- Certo- 
E parte veloce, con il rumore del motore che romba. Io alzo la voce dello stereo, per evitare qualsiasi conversazione, almeno per ora.
   
 
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