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Autore: Quebello    24/05/2005    3 recensioni
L'idea mi è venuta perchè a tutti è piaciuto che parlassi della guerra tra Wu Tai e la ShinRa EPC... ho pensato di "reinterpretarla" in modo del tutto diverso, coinvolgendo FFVII, FFVIII, FFIX e FFX / X-2.. Come al solito cerco anzitutto di restare fedele ai personaggi. Grazie in anticipo a tutti!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due settimane prima della distruzione di Besaid e dell'accordo tra la ShinRa e il Garden, quattro persone a cavallo di altrettanti chocobo percorrevano le lande desolate e cosparse di crateri di Centra.

Yuna stava seduta sul grosso pennuto giallo con entrambe le gambe da un lato. Osservandola, Tidus pensava come al solito a quanto fosse attraente. La grazia e la compostezza di lei gli mettevano sempre voglia di farla cedere, di trascinarla su un letto per scoprire l'altra faccia della medaglia, quel preciso istante in cui Yuna era in tutto e per tutto simile a lui...

Si era preso l'abitudine di non fissarla a lungo: se lei non voleva più farlo, non assecondarla era già difficile, e standola ad osservare diventava impossibile.

Wakka teneva un braccio appoggiato al ginocchio, con la mano sotto il mento. Sembrava che da un momento all'altro si sarebbe addormentato sul chocobo in corsa.

Lulu... lei riusciva ad essere sexy qualunque cosa facesse. Il modo in cui stava avvinghiata al collo dell'animale, mentre il suo corpo sobbalzava per la corsa, faceva pensare a...

Tidus si era sentito così quando aveva lasciato la Città dei Sogni la prima volta, ed era arrivato nel villaggio del Wu Tai noto come Besaid: cioè fottutamente inadeguato. Perchè non riusciva ad essere serio, a pensare a cose serie, qualunque cosa stesse accadendo?

Dopo fare l'amore con Yuna, i suoi pensieri più seri erano quanto fosse sexy Lulu o, proprio a sforzarsi, quanto facesse schifo la mappa datagli da Tromell Guado.

E se provava a diventare serio, subito gli veniva la malinconia catastrofista di un vecchio settantenne rimbambito. Perchè non riusciva ad assomigliare di più a Yuna?

Non poteva certo immaginare che Yuna si chiedesse spesso perche non riusciva a somigliare di più a lui.

Eppure... cinque anni prima la pensava diversamente... pensava che erano gli altri ad essere troppo seri, troppo passivi, e troppo riflessivi...

"Cos'è quello?" esordì Wakka interrompendo i suoi pensieri.

"Pare che siamo giunti a destinazione." rispose calma Yuna mentre il vento le accarezzava i capelli.

La delusione di Tidus era a stento contenibile.

Le sagome gialle e brune che prendevano forma all'orizzonte erano quelle di un banalissimo paesino in rovina costruito in riva al mare... certo, la peculiarità che le case fossero scolpite nella pietra lo avrebbero reso più interessante, ma era sciupata dalla banalità dell'architettura.

"Sì" fece Lulu di rimando, e a Tidus parve di cogliere una rinata fermezza in lei "questa è la terra da cui gli Sciamani sono partiti, questa è la terra dove è nata l'arte dell'invocazione..."

"...Madain Sari" concluse Tidus con noia evidente nel tono di voce.

Con un movimento tutt'altro che dolce, Lulu frenò la cavalcata e discese dal chocobo.

"Che c'è, amore?" chiese, quasi preoccupato, Wakka.

Lulu si voltò verso di loro, e Tidus notò che gli occhi avevano preso il color oro che avevano sempre quando richiamava la magia: i suoi occhi da Strega.

"Lo sento"

"Cosa, senti?" fece Tidus scettico mentre tutti smontavano dai chocobo.

"Dobbiamo proseguire cauti. Due profanatori si aggirano per il villaggio"

"Ah, sì? Sicura, eh?"

"Una Strega non sbaglia mai." concluse lei.

"Sssshhhh!" li interruppe Wakka "In questo continente le Streghe non sono ben accette, tenetelo a mente!"

In effetti era una considerazione inutile. L'area intorno era palesemente deserta.

**********************************************************************************

"Non ti pare di sentire... un flauto?"

Era vero. Come era vero che Squall era un tipo riflessivo nella vita tanto quanto non si perdeva in fronzoli al momento dell'azione.

Sbottonò la sua giubba di pelle nera col collo di pelliccia bianca e si sistemò i capelli ormai lunghi; estrasse il gunblade argentato e mandò una rapida occhiata a Seifer.

Seifer aveva troppa fiducia in sè stesso per fare attenzione a certi piccoli dettagli sul campo di battaglia, quali ad esempio fare silenzio: qualunque casino combinasse, contava di sistemarlo con la forza bruta. Ecco perchè chiese a voce alta...

"Credi sia lei?"

"Lei chi?" rispose una voce femminile serena e un pò scanzonata.

I due migliori guerrieri del continente centrale sobbalzarono come due bambini terrorizzati prima di voltarsi e vederla.

Portava una salopette rosso sbiadito e una camicia stropicciata color girasole. I capelli neri, disordinati, mandavano riflessi blu che incorniciavano il volto di una eterna ragazzina. Al centro della fronte, inequivocabile, un lungo corno dritto.

Come se nulla fosse riprese a suonare il suo lungo flauto, aspettando risposta.

"Sei... sei Eiko Carol, vero?" si decise infine Squall.

"Già" fece lei allegra "Che posso fare per voi?"

"Siamo venuti a prenderci la tua vita" fece Squall con tutta la convinzione che poteva mettetrci nel dire quella frase ad una ragazzina.

"Ah" la faccia di lei sembrava per metà delusa, per l'altra annoiata. Si portò di nuovo il flauto alla bocca, prima di aggiungere "tentate pure tutto quello che vi pare." Non sembrava interessata al perchè dei loro intenti, e non disse altro.

Dopo qualche secondo di comprensibile stupore, i due si misero in posizione. E allora accadde una cosa incredibile.

Intorno a lei c'erano tre animali. Nè Squall nè Seifer li avevano visti apparire, pareva che ci fossero sempre stati, eppure erano apparsi solo allora.

Arrampicato sulla sua spalla c'era una specie di ibrido tra un camaleonte e un coniglio, color verdazzurro, con un diadema rosso in fronte...

Il secondo era una specie di uccello il cui corpo sembrava conposto di fiamme d'oro che, sebbene fosse grande tre volte un uomo, stava beatamente poggiato su una estremità del lungo flauto.

La bestia più strana era un enorme lupo bianco che riposava ai suoi piedi: il suo corpo era ornato da numerosi corni, traslucidi come vetro, che brillavano di una luce purpurea diffusa come fossero immateriali.

"Eoni" notò Squall.

"Come... come ha fatto a evocarli con tanta spontaneità?"

"Non sarebbe una Sciamana, altrimenti."

Visto che non faceva nulla, si decisero a caricare...

Gli occhi dell'animaletto verdazzurro brillarono per un secondo, ed entrambi sbatterono come addosso ad una parete invisibile; Squall cadde addirittura a terra, con la fronte sanguinante...

Ma Seifer rimase in piedi, forzando la punta del suo gunblade nero contro l'aria, premendo il grilletto a ripetizione come per spezzare la muraglia magica...

E ci riuscì.

Ma quando ebbe trafitto il corpo di Eiko Carol con la lama, negli occhi di lei che lo fissavano lesse solo una specie di compassione divertita, come un adulto che guarda gli sforzi di un neonato per camminare...

Nonostante questo, la repulsione per ciò che aveva fatto lo colse immediatamente... si staccò rapido dal corpo di lei con l'aria mortificata di chi ha inavveritamente urtato un passante.

"Scusa" stava quasi per dire, quando vide l'uccello di fuoco dorato curvarsi sullo squarcio che le aveva aperto nello stomaco. La fiamma brillò solo per un secondo più rossa e più intensa e, sparita la luce, era sparita anche la ferita.

"Sei... immortale?"

La barriera in compenso si rialzò altrettanto rapidamente e Seifer cadde a terra più violentemente di Squall, prendendo l'impatto in pieno volto e rompendosi il naso.

Senza fare una piega, continuò a suonare tranquilla, dando a loro tutto il tempo per rialzarsi.

"Usiamo i nostri eoni"

"Sei scemo, Seifer? Non siamo invocatori... usare quella roba ci ha già spappolato il cervello a sufficienza e-"

"O questo o perdiamo... io preferisco l'amnesia o la pazzia alla sconfitta... e tu?"

Per tutta risposta, Squall iniziò l'evocazione per primo.

"ACCORRI, DIABLOS, ANNUNCIA LA NOTTE ETERNA!"

"SCAGLIATI, ODIN, SPADA INVINCIBILE!" fece eco Seifer.

Dal cielo piobò un demone nero, il cui corpo brillava però dall'interno di color rosso sangue, seguito da un fitto manto di pipistrelli, e subito dopo di lui un cavaliere d'argento su un destriero bianco, la cui una spada fiammeggiava di diversi colori. Si avvicinavano al terreno a velocità incredibile.

"Pre... prepa... rati... sarà un... bel botto..." disse Squall tenendosi la fronte per il mal di testa; notò che Seifer non lo stava ascoltando granchè, e per lo sforzo gli sanguinava un orecchio.

Gli eoni si avvicinavano senza che Eiko Carol desse alcun segno...

***********************************************************************************

Wakka dovette abbassare la testa di Tidus con la mano, perchè si era proprio alzato in piedi oltre il muretto.

"Tidus, attento, ci stai?"

"Sono... sono..."

"Ne avevo sentito parlare" spiegò Lulu mentre non staccava gli occhi dalla battaglia "c'è una accademia militare nel continente centrale dove un tempo insegnavano a domare gli eoni con la forza e ad assimilarli nel proprio corpo"

"Nel proprio corpo?!?"

"Una profanazione" intervenne Yuna trattenendo lo sdegno "con gravissime conseguenze sulla salute, per di più."

"Ma allora-"

Tidus non finì la frase perchè di due eoni erano arrivati a pochi metri da terra; di nuovo, Wakka lo strattonò perchè non si alzasse.

Il lupo ai piedi di Eiko Carol si era alzato, e il suo corpo si era come suddiviso in decine di lupi di nebbia, che formavano una tempesta; questa travolse i due guerrieri e i loro eoni spazzandoli via, per sbatterli dio solo sapeva dove.

Anche se non la sentì, a Tidus parve di leggergli le labbra:

"Pivelli!"

***********************************************************************************

Il mare gli era arrivato in faccia come un blocco di cemento, cosa comprensibile a quella velocità.

Con un ultimo sforzo, Seifer si aggrappò al corpo di Squall, che sembrava meno malconcio di lui. Con un respiro improvviso e violento, questi rinvenne.

"Squall... se... se non mi reggi annego... eh eh eh"

"Che c'è da ridere?"

"Non... non ti biasimerei se... se tu mi lasciassi ad annegare..."

"Piantala" fece lui glaciale, prima di attivare la trasmittente che segnalava la sua posizione al Garden.

***********************************************************************************

"Eiko Carol, del grande e generosp popolo degli Sciamani, è un onore per me conoscervi" esordì Yuna andando verso di lei e inchinandosi, subito seguita da Wakka e Lulu e, in ritardo, da Tidus.

"Mbè? tu chi sei? Vuoi farmi la pelle anche tu?"

"NO!" sbottò Yuna imbarazzatissima "cioè, ehm, no, io... non mi permetterei mai..."

"Allora che vuoi?" Tidus ebbe l'impressione che i modi cerimoniosi di Yuna non fossero indicati per l'occasione.

"Io... io... sono l'invocatrice Yuna Bin Bevelle e vengo da Besaid, nel Wu Tai..."

"AH! Tu sei quella che ha ammazzato Yu."

"Co-come, scusi?"

"Massì, ho capito, vieni con me... hai fatto bene a farlo fuori, era un impiastro" alzandosi dalla roccia, si diresse verso una casupola in lontananza che sembrava leggermente più integra.

Arrivarono tutti e quattro alla medesima conclusione, "l'impiastro" era Yu Yevon.

Yu Yevon era stato il più grande invocatore di Zanarkand, si diceva che avesse ricevuto l'arte direttamente dagli Sciamani come Eiko Carol.

Durante la guerra combattuta tra Zanarkand e Bevelle, aveva capito che Zanarkand sarebbe stata presto distrutta... allora...

Aveva invocato un eone e si era "addormentato" dentro di esso, creando intorno a lui uno scudo con le anime dei morti: il mostro chiamato Sin era nato...

Sua figlia, la spietata Yunalesca, aveva sacrificato la sua vita e quella di suo marito, il soldato patriota Zaon, poi trasformato in eone, per abbattere Sin: creato da suo padre per salvare la sua città, era diventato il flagello di tutto il Wu Tai...

IL padre di Yuna, Braska, e suo padre, Jecht, erano morti così, sotto gli occhi del loro amico Auron...

Ma ogni qualvolta un eone distruggeva Sin, Yu Yevon ne prendeva il possesso e si riaddormentava. Il Wu Tai, per mille anni, fu avvolto in questa spirale di morti continue, sacrifici in nome del bene comune, e resurrezioni di Sin, tutto benedetto come "volontà divina" dalla Chiesa di Yevon. Anche Yuna era inizialmente destinata a morire in quel modo...

In più, Yu Yevon aveva chiesto a degli invocatori di creare con il loro potere la Città dei Sogni, una copia di Zanarkand che esisteva solo nel piano onirico e che non sarebbe mai andata distrutta come l'originale... che invece era sparita con lo sparire di Yu Yevon, che gli donava la sua magia.... era proprio la città da cui veniva Tidus, che era scampato alla non-esistenza solo per un regalo d'addio degli eoni...

La storia di Yu Yevon arrivava dritta al cervello di Tidus tutta insieme, come un cocktail indigesto, tutte le volte che lo sentiva nominare. Lo odiava con tutte le sue forze. Quel maledetto idiota aveva causato più sofferenza di quanto fosse possibile concepire.

Eppure, da quando lo spettro della guerra aleggiava su di loro aveva rivisitato il suo giudizio. Non volontariamente, era accaduto e basta. Doveva quasi trattenersi dall'urlare in faccia a quella ragazzina di non insultare Yu Yevon.

Perchè, sì, capiva cosa vuol dire prendere coscienza del fatto che la propria casa sarà presto invasa, la propria patria sarà rovinata, la persona amata sarà-

Cosa?

Cosa poteva accadere a Yuna? Se solo ci pensava, comprendeva finalmente la scelta di Yu Yevon... avrebbe preferito distruggere il mondo, che vedere distrutte tutte le cose che amava in esso, e quella in modo particolare.

E così capiva anche che la guerra è un virus che ti avvelena il cuore lentamente, e stava avvelenando anche lui. Tutti possiamo diventare Sin, un giorno o l'altro.

Questo pensava mentre Eiko Carol, che aveva già preso in antipatia, li guidava in un sottoscala di una casa di roccia divelta, che conduceva ad un corridoio ben più ampio.

Yuna osservava le pareti, che dove la roccia si faceva più liscia recavano graffiti fosforescenti raffiguranti, senza ombra di dubbio, degli eoni... proprio quei graffiti erano l'unica cosa a diradare il buio.

"Ecco!" esclamò Eiko Carol soddisfatta, arrivati che furono ad uno spiazzo più ampio. Legati con dei laccetti alle stalattitti pendevano, come piccoli orecchini, piccoli globi di vetro rosso luminosi, che sembravano fatti d'acqua all'interno.

"Sono... Sfere di Lunioli?" chiese Yuna.

"Voi chiamate Lunioli gli spiriti, se non sbaglio... quindi, sì. Noi Sciamani le chiamiamo Lacrime degli Spiriti... nel continente est li chiamano Materia Rossi... e così via. Prendili pure tutti."

"Per... per cosa?"

"Sarai venuta qui per ricominciare a invocare, giusto?"

"Ebbene... ehm... sì. Come mai ne era a conoscenza?"

"La gente non cambia granchè nel corso dei secoli... bene bene, prendi pure tutte quelle che vuoi."

Mentre Wakka e Lulu evidentemente insistevano a usare un rispettoso silenzio, Tidus era decisamente scosso dall'assurdità della situazione. In tutto il resto di Spira l'arte dell'invocazione era trattata con venerazione e rispetto, mentre questa specie di eremita teenager ne parlava come se fosse andare a fare la spesa. Era almeno il caso di chiedere spiegazioni!

"Queste belle biglie le lasciano gli eoni quando crepano?"

Yuna fece una faccia a dir poco sconcertata nel sentire il tono di Tidus, mentre Eiko Carol non sembrò neanche notarlo.

"Gli eoni non crepano, pivello! Vanno e vengono da questo mondo quando si stancano, tutto qui. Quelle biglie sono come una versione tascabile di quelle camere dove voi pregate gli eoni, si chiamano... si chiamano..."

"Na- Naos?" azzardò Yuna. Doveva essere penoso per lei sentir parlare così dell' arte per la quale stava per sacrificare la vita, come suo padre prima di lei.

"Eccolo là, Naos si chiama! Come un Naos tascabile. Pensa all'eone, prega e quello ti mette in contatto. Ma non esagerare altrimenti muori... se non sei una Sciamana."

"Tutto qui? Finito?" fece Tidus che ormai era convinto di essere l'unico che sapesse trattare con Eiko Carol.

"Già. Finito. Restate per cena?"

"Non c'è tipo... un pistolotto sul fare il buon uso delle invocazioni, eccetra?"

"Niente pistolotto. Tanto ne fate sempre un uso pessimo."

"Che c'è per cena?"

  
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