Tutto ciò che Levi odiava era racchiuso in quel posto. Più a lungo restava lì seduto più avvertiva crescere un insopportabile prurito sottopelle. Si sentiva sporco fin dentro le ossa. Tutto lì dentro era sporco: gioco sporco, coscienze sporche, pensieri sporchi...
Anche lei era lì.
A differenza sua, lei sembrava essere nel suo elemento naturale. Lei ci sguazzava lì in mezzo, come un pesce nelle acque del suo fiume. Viveva e respirava nel chiasso, nella sporcizia, nell'ebbrezza, nel lezzo di alcol scadente e nel caos.
Per molti aspetti Hanji Zoë era il caos.
E rappresentava tutto ciò che Levi odiava.