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Autore: susiguci    25/08/2022    3 recensioni
ll MERTHUR ll CIRCUS ll INIZIO SEC. XX ll CRACK PAIRING ll
Dal primo capitolo:
["Piacere, io sono Arthur!" si sporse allungando la mano verso il ragazzo.
"Merlin!" disse il più giovane, allungandosi a sua volta e stringendogli la mano con poca forza.
"Dai, non fare quella faccia. Non è poi così terribile qui! Almeno avrai qualcosa da mettere nello stomaco tutti i giorni!"]
Dal terzo capitolo:
[Il pubblico applaudiva e mentre il biondo aiutava Merlin a scendere, il ragazzo si fece prendere in braccio e gli schioccò un bacio sulla bocca. Il pubblico rideva e urlava. Arthur era rimasto a occhi e bocca spalancati...]
Dal quarto capitolo:
[Arthur si inginocchiò e si apprestò a slacciare la cintura dell'altro...
...Arthur chiuse gli occhi. Non sopportava di vedere quel che stava per fare...]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Gwen, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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A little sin














 

Fuori dall'entrata posteriore del circo, c'era Arthur, con indosso il costume di scena e pronto per lo spettacolo.

Merlin non aveva ancora comunicato la sua decisione né a lui, né agli altri membri del circo, per cui non si stupì più di tanto di trovarlo lì.

 

"Ciao, puoi dirmi che cos'hai deciso?" domandò Arthur con calma apparente.

 

Merlin lo squadrò e oltre a notare la bellezza dell'uomo, il petto nudo e il trucco da gladiatore, si accorse del piccolo frenetico movimento delle gambe e delle dita delle mani di Arthur, che ne tradiva l'ansia.

 

“D’accordo" disse Merlin "l’ultima volta!”

“Bene … ma Alined cosa ti ha detto? Si è arrabbiato molto?”

“No, affatto. È stato estremamente cordiale e molto umano, se è per questo!”

“Lo sai che sei stato solo con lui per tutto il giorno?”

“Non me ne sono praticamente accorto. È stata una giornata davvero piacevole e il tempo è volato!”

 

La mandibola di Arthur si contrasse visibilmente, ma il suo tono di voce rimase tranquillo.

“Mi fa piacere, ma spero tu non abbia dimenticato i miei avvertimenti!”

“A parte il fatto che per il momento Alined è innocuo” disse Merlin con aria volutamente maliziosa “mi ha detto chiaramente che non sono il tipo adatto a lui.”

“Ti ha detto che non gli piaci? Non credergli! È una tecnica perché tu arrivi a fidarti di lui!”

“No! Non ha affatto detto che non gli piaccio!” fece Merlin quasi offeso. “Ha detto, al contrario, che mi trova bellissimo, ma che sono troppo … innocente per lui … testuali parole!”

 

Arthur si sentì confuso. ‘Se gli ha detto la veritá … se Merlin è troppo innocente per lui, allora Alined come mi considera?

Immorale … impuro … sporco! 

Esattamente come quello che vuole da me …

Esattamente il modo in cui mi fa sentire …’


Arthur alzò la voce, quasi senza accorgersene: 

“Va bene, non ascoltarmi mai! Arthur è fissato! Arthur è un cretino!”

“Se lo dici tu…” sorrise Merlin divertito.

“Ho capito, ma non importa. Importa solo che tu ci sia stasera!”

“Ti ho già detto di sì, … ma sia chiaro che non lo faccio per te!”

“Mi va bene lo stesso!” disse Arthur nascondendo l’amarezza dell’offesa che quelle parole gli provocavano.




 

‘Peccato che Alined non sia venuto a vederci stasera!’ 

Era il pensiero comune di quasi tutti i ragazzi del circo, non vedendolo dietro le quinte con loro.

 

Fino a quel momento tutto si era svolto nel migliore dei modi: leoni, cavalli e uomini sembravano essersi messi d’accordo per far funzionare quello spettacolo, almeno quanto la sera precedente sembravano essersi messi d’accordo per sabotarlo.

 

Lancelot non aveva avuto ‘buchi’ temporali da tappare e si era attenuto al testo di Alined, con grande sollievo di molti, primi fra tutti Gwaine e Merlin.

 

Nel nuovo ruolo di assistente-giocoliere, Merlin si era esibito con le palline in modo magistrale, sorprendendo anche se stesso: era molto più facile che giocolare con le uova! Le palline erano leggere, facili da prendere e da lanciare. 

 

Al termine dell’ammirevole esibizione con le clavette, ad opera di un Gwaine in gran spolvero, questi le lanciò a Merlin che colpendole alla base con una mano, le fece carambolare all’interno del cesto, una dopo l’altra e il tutto a una velocità impressionante.

‘Davvero un bell’effetto’ pensò Gwaine e gli vennero in mente un paio di esercizi a quattro a mani che avrebbe voluto proporre a Merlin. A Gwaine non sarebbe dispiaciuta l’idea di un duo di giocolieri, fatto assieme a un ragazzo dotato come Merlin. Anche l’allenamento sarebbe stato meno tedioso e più divertente da fare insieme a lui. A parte quella volta del bacio a Gwen, il ragazzo gli stava simpatico. E siccome Gwen stava con Arthur, non aveva più motivo di avercela con Merlin.

 

Certo che dalla sera prima il ragazzo era diventato sfuggente e cupo, a causa della lite con Arthur, che nessuno, volente o nolente, aveva potuto ignorare.

Si era sparsa la voce, non si sapeva bene ad opera di chi, che Merlin volesse andarsene: nel suo piccolo, Gwaine avrebbe fatto il possibile perché questo non accadesse, offrendogli appunto quel nuovo ruolo. Alined avrebbe apprezzato: era stato lui stesso a suggerirgli la cosa, qualche giorno prima.


Si avvicinava sempre più il momento del numero finale, il più atteso: quello dove Miss Merlin corteggiava il gladiatore. Numero che, per motivi vari, non era mai stato uguale a se stesso.

La scena cominciò nel migliore dei modi. Arthur non sapeva cosa aspettarsi: quel giorno lui e Merlin non si erano confrontati sul da farsi.

Dopo aver salutato il ragazzo bello del pubblico con un po' di malinconia, Merlin si era avvicinato ad Arthur e gli aveva preso il volto tra le mani.

 

'Quindi, bacio in piedi!' fece mente locale Arthur.

Merlin spostò il viso di Arthur in alto e in avanti, mentre indietreggiava leggermente con la testa.

 

'Il bacio di Alined! Il cuore perfetto!' pensò Arthur stupefatto. Era l'ultima esibizione di quel tipo, per Merlin e giustamente voleva dimostrare a se stesso di potercela fare. Arthur poteva comprenderlo e si concentrò per aiutarlo, rilassando i muscoli di spalle e collo e assecondando i movimenti che l'altro imprimeva alla sua testa. Gli veniva da chiudere gli occhi, ma non doveva. Quel bacio doveva rappresentare lo stupore dell'eroe. Merlin appoggiò morbidamente le labbra sulle sue. Con professionalità Arthur spalancò gli occhi. Le punte dei loro nasi si sfioravano. L'intimitá di quel bacio 'frontale' (lui aveva gli occhi aperti e poteva vederlo, l'altro no) fece provare ad Arthur dei brividi fino al retro delle ginocchia. 

Merlin ruotò lentamente il capo.

'Per imprimere i contorni del cuore' si costrinse a pensare Arthur per non perdere la concentrazione. Il ragazzo si chiese il perché di quel … gusto particolare, provato nel baciare Merlin. Non era successo le altre volte. Almeno non così!

 

'È perché so che è l'ultima volta' si disse, non troppo convinto.

'È perché mi mancherà se andrà via … È perché litigare con lui mi ha fatto stare male."

 

Credeva che Merlin si sarebbe staccato. Erano già abbondantemente passati i tre secondi dopo i quali Alined asseriva che la gente avrebbe cominciato a storcere il naso. Improvvisamente Merlin spinse le labbra sull'altro con maggior forza, alzando la testa e premendo le mani sulla nuca di Arthur. I nasi erano ora spiaccicati l'uno contro l'altro, tanto che il naso posticcio di Merlin si staccò, con rumore di tappo, facendo un piccolo volo. La gente rise.

Terminato il bacio, Arthur, ancora con gli occhi sbarrati, ruotò adagio il viso, dando a tutto il pubblico, la possibilità di osservarlo bene.

Un fremito di sorpresa passò per il pubblico e grossi applausi scrosciarono, insieme a vari versi di approvazione.

 

Arthur, come da copione, si dileguò dietro le quinte e quando Merlin si girò dopo aver raccolto e risistemato il naso, diventò triste, camminando su e giù e sospirando rumorosamente, guardando il pubblico e coinvolgendolo nel suo 'dolore'. Non pianse disperato come le altre volte. E il pubblico applaudì, intenerito e stavolta senza ridere.

 

Gli acrobati uscirono di corsa sulla pista circolare. In pochissimo tempo e con grande energia realizzarono un’ottima colonna da tre e mezzo. 

Merlin si sentiva particolarmente in forma e mise i piedi sulle spalle di Gwaine, poi con estrema cautela si alzò del tutto, allargando infine le braccia.

Una perfetta colonna a quattro non si era mai vista a Bath e il pubblicò impazzì letteralmente.

Poi felici come non mai, i ragazzi uscirono tutti tranne Merlin. Ed ecco Arthur che con una certa furia rientrò e prese l’altro per mano, portandolo più vicino al pubblico.

 

Arthur era totalmente su di giri: Merlin con la sua audacia era riuscito a far realizzare loro quell’impresa, per la prima volta. Si sentiva così felice e grato. Una sensazione fantastica. Tutte le liti avute con l'altro non contavano più niente.

Merlin era lì con loro… anche se non era d'accordo, ma era lì per loro!

Era un ragazzo dall'animo nobile, quasi eroico ai suoi occhi, in quel momento.

 

In più l'energia e il calore del pubblico avevano caricato Arthur come una molla.

Lo abbracciò, facendogli un gran sorriso e si chinò su di lui con un bel casquet.

Vide che anche Merlin era felice e gli sorrideva di rimando.

Arthur lo baciò, a labbra schiuse e con un impeto sconosciuto a Merlin.

 

E poi successe.

 

Arthur affondò la lingua tra le labbra del moro.

Neanche il tempo di rendersene conto, che Merlin agì d'istinto:

spinse con il massimo della forza, le mani contro il collo dell'altro, riuscendo a scollarselo di dosso, ma cadde per terra.

Si rialzò subito per poi mollare sul viso di Arthur un ceffone di tutto rispetto.

Infine scappò dietro le quinte.


Arthur rimase solo di fronte al pubblico. Se lo era meritato, quello schiaffo! Non aveva idea di come una cosa simile fosse potuta succedere. 

 

Il pubblico che non ne sapeva nulla, non capiva il motivo dello schiaffo.

 

Merlin era dietro le quinte, con il respiro accelerato e una tremarella tale che lo scuoteva in tutto il corpo.

 

"Cos'è successo?" chiese Gwen preoccupatissima.

 

Dio, con quale cuore poteva dirgli 'il tuo ragazzo mi ha infilato la lingua in bocca'?

 

"Mi ha fatto male! Alla schiena! Apposta!" disse invece con voce resa incerta dal tremito.

"Maledizione! E adesso?" Aggiunse Gwen, frustrata.

 

Intervenne Lancelot, posando le mani sulle spalle del ragazzo e guardandolo con espressione più che seria: "Qualsiasi cosa sia successa, devi aggiustarla, ora!"

Merlin capì e annuì. 'Lo spettacolo prima di tutto!'

 

Rientrò furtivamente, facendo prima sbucare una gamba sola sollevata a lungo in posizione comica per poi ritrarla. Qualche risata solitaria. Arthur si girò senza capire.

Poi Merlin mostrò solo la testa, chiedendo alla gente di tacere, con l'indice premuto sul naso. Il pubblico sembrava stare al gioco.

Corse dunque in mezzo agli spettatori, tra la prima e la seconda fila e avanzò accucciato creando non poco scompiglio e facendo il solletico a parecchie gambe.

Il pubblico ora cominciò a vociare sempre più forte e a fare la spia al ragazzo solo sulla pista con la mano ancora sulla guancia offesa. Miss Merlin rifiutata, faceva tenerezza … proprio come il gladiatore sconsolato.

 

Arthur speranzoso cercò con lo sguardo la sua dama, dove il pubblico gli indicava e quando lo vide gli fece un sorriso enorme: 'È venuto a salvarmi!'

 

Merlin si avvicinò e vederlo così sorridente gli diede un tuffo al cuore. ‘Maledizione a lui! E alla sua bellezza!’ Era ancora furioso eppure non poté fare a meno di pensarlo. 

 

Fece un paio di giri attorno a lui, lentamente, osservandolo con le mani dietro la schiena, come se non si fidasse, poi all'improvviso gli saltò in braccio, come un bimbo.

Arthur lo afferrò e lo guardò negli occhi, da vicino.

"Perdonami" sussurrò.

Merlin deglutì e avvicinò le labbra a quelle dell'altro. "Addio, Arthur!" sussurrò di rimando e gli diede un bacio tenero e intenso. Un bacio casto, naturalmente.

 

Un bacio d'addio, pensarono entrambi.

 

Il pubblico applaudí con forza.

Merlin rimase in braccio ad Arthur.

"Usciamo di qui, adesso!"



 

Alined di nascosto aveva presenziato allo spettacolo seduto in mezzo al pubblico.

Era entusiasta. Si era goduto tutto fin dal primo numero e ciò che aveva visto lo aveva riempito di orgoglio. Quello era lo spettacolo perfetto, quello che sognava da più di vent'anni. E proprio come un vecchio che vedeva il suo sogno realizzarsi, si era commosso più volte.

 

Solo il finale non era stato all'altezza delle altre volte, anche se Merlin era poi riuscito a sistemarlo in maniera non eccelsa, ma comunque soddisfacente.

 

Non era colpa di Merlin, era stato Arthur a mettere a rischio la loro scena.

Alined capiva Merlin.

Sapeva ciò che era successo.

Era probabilmente l'unica persona presente che avesse compreso, oltre ai due ragazzi.

Conosceva Arthur come le sue tasche e Merlin era fin troppo trasparente.

 

Il primo bacio era stato perfetto, come il cuore sul viso di Arthur. Alined aveva sentito l'onda di meraviglia che aveva scosso il pubblico. Era pura poesia!

E la colonna a quattro: la ciliegina sulla torta.

Peccato! Arthur con il suo bacio, a due minuti dalla fine, aveva sconvolto Merlin che non era riuscito a fare finta di nulla.

Era comunque lo spettacolo migliore che avesse mai visto fare ai ragazzi del suo circo.

 

Non avrebbe detto nulla a Merlin.

Non avrebbe detto nulla neppure ad Arthur.

Per il momento.



 

Merlin rimase alla cena, anche se non per molto. Non voleva rovinare l'atmosfera festosa degli altri con la sua assenza.

Brindò molte volte e accettò i complimenti che gli arrivavano in continuazione dai ragazzi.

Parlò allegramente con tutti ma non alzò gli occhi su Arthur nemmeno una volta.

 

“Ragazzi, non ho mai ricevuto tanti fiori come stasera…” rise felice Gwen “come se fosse merito mio!” e rise ancora più forte.

“Certo! È anche merito tuo!” le disse Lancelot con fervore. “Non é vero, Arthur?” chiese rivolto a lui.

Arthur era distratto: pensava a quanto era successo poco prima e rispose “Sì, d’accordo” in modo vago. Al che Gwen divenne seria e Lancelot, pentito della sua iniziativa, tornò al suo posto.

 

Anche George era stato contagiato dall’atmosfera elettrica e dal vino che scorreva a fiumi. Era scatenato. “Sai Gwen?” disse ad alta voce perché tutti lo sentissero. “Stasera hanno ricevuto tutti un paio di mazzi di fiori, anche io! Non mi era mai capitato. I fiori per gli uomini sono piuttosto rari, nel nostro circo … tranne per Arthur! Non é vero?”

Arthur si limitò a concedere un sorriso di circostanza. La storia dei fiori lo imbarazzava sempre un po’! 

“In realtà, preferirei una bella bistecca!” si decise a dire.

“Gwen” insisté George “mi sa che come quantità di fiori stasera Miss Merlin ti abbia superata…”

Gwen sorrise: “Credo se li sia meritati!”

“E … Merlin? Ricordati di ringraziare Arthur!”

‘Oh, no!’ Alzò gli occhi al cielo, il biondo.

“Per cosa?” chiese Merlin curioso.

“Prima c’erano un paio di aitanti giovanotti, che volevano invitarti a cena, come Miss Merlin, intendo. Io stavo per farli entrare, ma Arthur li ha fermati, li ha ringraziati per i fiori e ha rifiutato l’invito da parte tua … facendosi passare per il tuo fidanzato…”

Al tavolo tutti si zittirono per sentire cosa Arthur avesse da dire.

Il ragazzo guardò prima Gwen poi Merlin.

“Io … ho dovuto farlo. Ti eri già … cambiato!” balbettò disperato.

“Grazie, mi hai risparmiato una bella seccatura!” gli disse Merlin, guardandolo forse per un istante.

Arthur fu attraversato da una violenta ondata di sollievo. ‘Se non altro, ne ho fatta una giusta!’ 

 

George non si fece intimidire e chiese ancora "Merlin, si può sapere perché diavolo lo hai schiaffeggiato?"

Intervenne Arthur: "L'ho fatto chinare troppo. E gli ho fatto male alla schiena. Male veramente, intendo! E siccome avevamo litigato, ha pensato l'avessi fatto apposta. Colpa mia, non sono stato attento."

Nel dire questo, Arthur guardò Merlin, che invece tenne gli occhi bassi per tutto il tempo.

Arthur aveva chiesto a Gwen, quale fosse stata la reazione di Merlin dopo lo schiaffo e provò un grande senso di conforto, quando venne a sapere cosa l'altro aveva detto.

'Mi ha protetto! Ha scelto di fare la figura dell'esagerato, se non addirittura dell'isterico. Si è preso la colpa al posto mio... Ma adesso cosa succederà?'

Se fosse potuto tornare indietro! Gli sembrava di essere prigioniero di un brutto sogno. Se fosse stato ubriaco, avrebbe avuto una scusante, ma così…

 

Si guardò intorno e non vide più Merlin. Sentiva l'esigenza impellente di parlargli.

"Torno subito" disse rivolto a Gwen e andò a cercarlo. 

Non lo trovò sul carro, né al fiume. Si appoggiò esausto a un grosso tronco. Aveva anche un fastidioso mal di testa.

 

Merlin arrivò poco dopo. "Cercavi me?"

Arthur trasalì.

"Sì!" ma rimase a lungo in silenzio.

"Ebbene?" chiese l'altro dopo un po'.

"Mi dispiace! Ho commesso un errore e volevo scusarmi."

"Quante volte mi hai detto la stessa cosa negli ultimi due giorni? Tre? Quattro?"

"É vero, ma volevo spiegarti…"

"Io non voglio che mi spieghi niente. Non mi va di sapere e vorrei non pensarci più…"

"Lo so, ma…"

"Ti ho già perdonato, nel momento in cui ti sei scusato sulla pista. Ho capito che eri sincero. Per il resto vorrei dimenticare e vorrei che anche tu lo facessi."

"Oh, Dio! Quanto vorrei fosse possibile…"

"Se siamo in due a volerlo, forse è possibile. Non è successo nulla di irreparabile … non è mica morto nessuno…"

 

"Senti … quando prima mi hai detto addio, intendevi un addio reale o professionale?"

"Entrambi, ma era più un modo di dire simbolico…"

"Per un attimo ho pensato che mi avresti morso, invece di baciarmi…"

Merlin sorrise: "L'idea originaria era quella, ma qualcuno doveva pur mettere fine allo spettacolo."

 

Ad Arthur uscì uno sbuffo divertito dal naso. 

"Andrai via quindi?

"Ti piacerebbe, vero?" disse Merlin senza sarcasmo. "Con me se ne andrebbe il tuo disagio e sarebbe come cancellare il tuo errore!"

"Forse sarebbe la soluzione migliore per me, lo ammetto, ma io non voglio che tu vada via."

"Vedrò cosa mi offrirà Alined. Se mi propone qualche ruolo interessante, ma soprattutto che io sia in grado di fare…"

"Tu sei in grado di fare tutto quello che vuoi!" disse Arthur con sinceritá.

"Non riesco a credere che tu mi parli così. Hai forse paura che dica a qualcuno del tuo bacio inopportuno? Se è questo che pensi, significa che ancora non mi conosci. Non sono mentalmente in grado di ricattare qualcuno, men che meno qualcuno che come te, è stato molto vicino a diventare mio amico."

"Mi stai offendendo, Merlin, non te ne accorgi?"

"Non era mia intenzione, anzi ti sto dicendo che ho pensato a te, più che agli altri, come possibile amico…"

"Ma di che parli? Qui sono tutti amici tuoi."

"Non parlo dei colleghi di lavoro, né degli amici di convenienza, tanto meno degli amici di bevuta o di gioco. Io parlo di amicizia vera, quella in cui uno è sempre se stesso e viene accettato e amato per come è e viceversa."

"Sembra tu stia parlando di amore più che di amicizia."

"Secondo me infatti sono molto simili. L'amicizia è una forma di amore. E l'amore non può non contemplare anche un'amicizia profonda."

"E tu avresti voluto un'amicizia così da me?" chiese Arthur.

"L'ho sperato, ma non ci contavo troppo. La vera amicizia è anche più rara dell'amore."

"Hai mai avuto un'amicizia così?" chiese Arthur.

"Una volta l'ho creduto, anzi ne ero sicuro, ma sono stato tradito, e il tradimento è una di quelle cose che non riesco ancora ad accettare."

"Mi dispiace, ma non vedo perché dovresti  accettare un tradimento. Io stesso non lo accetterei mai."

"Per soffrire di meno, forse … a proposito …" disse Merlin alzando finalmente gli occhi per guardare in quelli dell'altro "vorrei dirti una cosa sola … sai che non dirò niente a Gwen, ma …"

"Gwen?" lo interruppe Arthur sulla difensiva.

"Cosa c'entra?"

"C'entra eccome! Chiunque io fossi stato, un bacio come quello che mi hai dato, dovrebbe farti pensare!"

"Pensare a cosa?"

"Dio, Arthur! Se fossi in Gwen io lo considererei un tradimento …"

"No! Ma quale tradimento! Ti sbagli! Tu sei un … uomo! Forse lo sarebbe stato se tu fossi stata una donna!"

"Io non vedo alcuna differenza."

"Ma poi, un bacio? Non è un tradimento."

"Dipende dal bacio … da cosa significa…"

"Scusa ma …anche se ho usato la lingua, non significa che io abbia provato desiderio!"

"Già …ti è scappata fuori da sola, a causa della gravità!" disse Merlin con sarcasmo e incredulitá al contempo.

 

Arthur continuò come non avesse sentito.

"Se non c'è desiderio, non può esserci tradimento!" ribadì il concetto come se parlasse a se stesso.

"Non ti seguo. Quindi se tu facessi l'amore con una donna che non desideri, non sarebbe un tradimento!"

"Certo che lo sarebbe!" 

 

Arthur iniziava a spazientirsi. "Senti… magari è questo il punto … ricordi quando ti dicevo che mi attraevi vestito da ragazza e tu rispondevi che ero malato?"

"Io scherzavo … e anche tu…" ribatté Merlin.

"Credo invece che potrebbe essere vero…”

"Se fosse vero e tu mi vedessi come donna, allora cadresti in contraddizione da solo … e si tratterebbe di tradimento!"

 

Arthur si sentì cadere le braccia, ma Merlin era ormai arrivato al punto e non si fermò.

"Preferisci passare per malato, piuttosto che ammettere con me quello che sei?"

"Oh, Merlin, illuminami! Che cosa sono?" chiese Arthur amaro.

"Sei una di quelle persone a cui piacciono le donne … e gli uomini."

 

Arthur si mise una mano sugli occhi. Non sapeva cosa dire e quindi non disse niente. 

Merlin aggiunse subito: "A me non importa. Io non ti giudico. Non potrei neanche volendo. Te l'ho detto solo perché Gwen non merita di essere tradita. Ti ama così tanto."

 

Arthur sbuffò e parlò con un certo astio. Tutta l'ammirazione e la devozione per Merlin stavano scemando rapidamente.

"Io non mi sento di averla tradita, ma tu puoi pensarla come vuoi."

"Meglio così allora…"

"Ma per una volta che avevi ragione, io non ho voluto ascoltarti. Sarebbe meglio che entrambi dimenticassimo ciò che é successo sulla pista… e anche quello che ci siamo detti ora. Meglio ancora sarebbe che ciascuno di noi, d'ora in poi, si facesse gli affari propri, Emrys!"

E girate le spalle Arthur si allontanò velocemente.

 

Guardandolo andare via, Merlin pensò che ciò che aveva detto ad Arthur, avesse contribuito ad allontanarlo ulteriormente da lui, ma non era pentito.

'Tanto … più lontano di così…' sospirò il ragazzo provando dentro di sé, un sentimento confuso, un misto di dolorosa rassegnazione e di sollievo.













 

Ops. Ad Arthurè scappato il bacio alla francese😆. Ma era solo per gratitudine! 🙄E così Merlin l'ha scoperto e glielo dice pure. Arthur non reagisce molto bene. Ma in effetti, con un bacio così, cosa avrebbe dovuto pensare? Merlin è ingenuo ma non è scemo 😁 Ringrazio coloro che sono arrivati fin qui. Un abbraccio grande!

 



   
 
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