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Autore: PrimPrime    25/08/2022    0 recensioni
Garlis non riesce proprio a sopportare Ariha, e come biasimarlo?
È un suo nemico, generale dell'esercito contro cui combatte una guerra interminabile, ma c'è dell'altro.
Garlis si porta dentro un dolore che non lo abbandonerà mai, per tutta la durata della sua vita immortale.
L'incontro con Ariha, che gli ricorda inevitabilmente qualcuno del suo passato, cambia la situazione... ma non è detto che sarà un cambiamento in positivo.
"Sono le esperienze che viviamo a renderci ciò che siamo. Di conseguenza, sono i nostri ricordi legati a quelle esperienze a renderci ciò che siamo.
Se non ricordassimo anche solo una parte di ciò che abbiamo vissuto, saremmo senza dubbio persone diverse."
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Parte 2 ✴ Un Passato Indimenticabile




Seguendo gli ordini del capitano dell'esercito, sarebbero partiti l'indomani all'alba. Alle mura della città avrebbero trovato ad attenderli i soldati e gli avventurieri che dovevano accompagnarli.

Con il peso di ciò che li attendeva sulle spalle, tornarono alla casa che condividevano tutti e quattro.

Un tempo Garlis aveva avuto una casa sua, ma gli era stato suggerito di trasferirsi in una più grande, da dividere con la squadra, e quando era stato il momento di formarla l'aveva fatto.

Raggiunse la sua stanza, all'ultimo piano, dove non aveva mai fatto entrare nessuno dei compagni. Era lì che teneva tutti i suoi oggetti personali, dei quali non intendeva parlare a nessuno.
Tolse l'armatura e si sedette sul letto, stanco.

Con lo sguardo esplorò il tatuaggio che aveva sul dorso della mano destra, quasi lo vedesse per la prima volta. Di solito era coperto da un guanto, ma lui non dimenticava mai di averlo.
Raffigurava Sol, rappresentato con una semplice linea circolare con i raggi intorno. Ad essi si aggiungevano altre linee, le quali occupavano lo spazio restante della mano.

Non era più tradizione farlo ormai, perciò molti non lo sapevano interpretare, ma ai suoi tempi era normale averlo.

Fece viaggiare lo sguardo per la stanza, soffermandosi su ogni oggetto che gli evocava dei ricordi. Infine guardò il dipinto appeso alla parete. Era un ritratto sotto al quale aveva preparato dell'incenso.
Si alzò e lo accese per omaggiare la persona che vi era raffigurata.

Accanto ad esso aveva posato dei fiori blu, i suoi preferiti, che ormai erano appassiti. Decise che gliene avrebbe portati altri al ritorno dalla missione.

Chiuse gli occhi e, lasciandosi cullare dall'odore dell'incenso, si perse nei ricordi dolceamari di moltissimi anni prima...

Loro due si erano conosciuti all'accademia.
Malgrado l'aspetto femminile di Garlis, si era presto trovato circondato da amici maschi che lo trattavano come se nulla fosse. Così ciò che per lui era sempre stato causa di un complesso ormai era diventato solo un'ombra del suo passato. 

Un giorno, mentre parlava con i compagni dopo un addestramento, ebbe l'impressione di essere osservato. Esaminò i dintorni e notò un ragazzo, poco distante, che li guardava da dietro una colonna dell'edificio.
Guardava lui.

Ora che lo sguardo era ricambiato scappò via in preda all'imbarazzo, ma non fu l'ultima volta che indugiò a osservare Garlis.

Un giorno i suoi amici, che lo avevano notato, lo accerchiarono per metterlo in guardia: Garlis non era una ragazza anche se lo sembrava e continuare a spiarlo a distanza non era un comportamento normale.

Quando scoprì cos'avevano fatto, lui apprezzò la loro preoccupazione ma disse che non era necessario.
Il compagno sconosciuto non aveva fatto niente di male.

Nel giro di pochi giorni questi prese coraggio e andò a parlargli.
Garlis ne fu sorpreso, ma lo accettò subito nel gruppo di amici. Le attenzioni del giovane però erano diverse da quelle degli altri. 

La timidezza iniziale lasciò spazio all'intraprendenza e il timore di parlargli si dissipò in favore del bisogno di esprimergli i suoi sentimenti. Gli chiese più volte di uscire loro due da soli, finché non riuscì a dirgli cosa provava nei suoi confronti.

Garlis era rimasto spiazzato, ma anche lusingato. Ricordava di essere arrossito, di essersi trovato senza parole.
Il timido ragazzo che lo osservava da lontano si era fatto audace, divertente e persino determinato. Era la compagnia migliore che Garlis avrebbe potuto desiderare, e presto anche lui si accorse che l'amico era diventato qualcosa di più. 

Cedette presto al suo corteggiamento, accettando di uscire con lui per quella che sarebbe stata una delle serate più belle della sua vita.

Erano giovani, ma a Garlis bastò poco per convincersi di voler rimanere con lui per tutta la vita. Ne era certo, un giorno si sarebbe sposato con Ari Glitz. 

Accadde davvero, diversi anni dopo.
Si sposarono davanti ad amici e familiari, con la benedizione di Ellis. Il celebrante impose loro il tatuaggio sulla mano, che fece un po' male ma non importava: erano felici.
Garlis decise di prendere il suo cognome e andarono a vivere insieme. 

Ai tempi gli era già stato comunicato che sarebbe potuto diventare un Portatore.
Era stato Ari a convincerlo che doveva accettare l'incarico, che sarebbe andato tutto bene, e lui lo aveva ascoltato. Fino alla fine, però, aveva creduto che sarebbe stato scelto qualcun altro, e invece era toccato davvero a lui.

Rimasero sposati per pochi giorni, ma Garlis li ricordava come i migliori della sua vita.
Al mattino si svegliava con Ari sdraiato al suo fianco, ancora addormentato, con un'espressione pacifica sul viso. Lui ne studiava ogni centimetro, emozionandosi ogni volta come se fosse la prima.

Accarezzava la sua pelle ambrata, le sue lentiggini, passava le dita tra i suoi soffici capelli biondi, sfiorava le labbra carnose... Poi Ari si svegliava e lo guardava a sua volta con i suoi occhioni blu.
"Sei bellissimo, Garliz", gli diceva, col suo forte accento del nord che non aveva mai perso, e quello era il miglior buongiorno possibile.

Il resto, lui non lo voleva ricordare.

A detta del Saggio, avevano riportato in vita il suo corpo e mantenuto ancorata ad esso la sua anima, ma i suoi ricordi non c'erano più. Non erano stati bloccati, ma rimossi del tutto. Lo avevano rigenerato perché potesse rinascere e rifare tutto da capo, come volevano loro.

Era ancora lui, ma allo stesso tempo non lo era più.

Qualcuno bussò alla porta interrompendo i suoi pensieri.
"Stiamo bevendo al piano di sotto, se ti va puoi unirti a noi", disse Oris, senza permettersi di aprire.

Garlis, che ormai aveva riaperto gli occhi, spostò lo sguardo sull'incenso e si accorse che la bacchetta si era consumata.
"Arrivo", rispose seppur senza voglia, quindi si alzò.

 

Gli sembrava strano che gli amici si stessero ubriacando prima di una missione importante, infatti ciò che si era immaginato venne smentito non appena li ebbe raggiunti in soggiorno.
Vellga aveva preparato un tè aromatico acquistato in viaggio e Anite ci aveva mischiato un alcolico leggero che aveva conservato per le belle occasioni.
Sarebbe stato impossibile ubriacarsi con una bevanda del genere, ma a lei piaceva il suo sapore.

"A cosa dobbiamo l'onore?" le chiese, sorpreso di vederla fare quella miscela.
La ragazza ebbe un attimo di esitazione, ma poi si decise a parlare.
"Domani ci aspetta una missione che finora sarebbe stata impensabile, voglio bere questa bottiglia prima che sia troppo tardi", ammise, con un sorriso tirato.

Garlis rimase spiazzato.
I compagni non commentarono, perciò lui li guardò uno a uno.
"Ragazzi, non dovete vederla in questo modo. Non succederà niente, il documento firmato dal saggio di Viss lo garantisce", sottolineò.

Vellga sospirò.
"Davvero gli credi? Di quei Viss non ci si può fidare", disse, infastidito.
"Hai ragione, ma questa volta sembra diverso. In ogni caso, vi proteggerò io."

"Lo apprezziamo, ma avremo a che fare con un Portatore di Oscurità... Nessuno può dirci come andrà a finire", aggiunse Anite, abbattuta.
"Voi mi avete fatto segno di accettare la missione..." ricordò loro Garlis, confuso, sedendosi.
"Siamo la tua squadra, dobbiamo sostenerti nelle occasioni importanti come questa, anche se significa andare incontro al pericolo", disse la maga, passandogli un bicchiere ricolmo della sua miscela.

"Tu per noi lo faresti", rispose Oris.
"Certo, ma io sono asceso, è diverso", preciso, mentre la ragazza beveva.

Lei sgranò gli occhi.
"È venuto buonissimo! Dovete assaggiarlo, forza!" li spronò, tornata allegra.
Fecero come diceva, dopodiché si scambiarono sguardi stupiti. Aveva ragione.
Vedendoli con quell'espressione, la maga rise di gusto.

"Non è diverso", disse poi, ritornando sul discorso di prima. "Questa è la missione più importante che potesse capitarci! Evidentemente siamo destinati a salvare Ellis."
"Noi, e un branco di sporchi Viss", aggiunse Oris, divertito.

"Mmh, nemmeno tu sei tanto convinto che andrà bene, eh Garlis?" gli chiese Vellga, restituendo alla conversazione un tono serio.
"No, l'idea di collaborare con loro non mi piace per niente", ammise.

Aveva la mano ancora sul bicchiere, finalmente lo sollevò e se lo portò alla bocca.
"Non avevo mai notato quel simbolo", disse Anite, sorpresa.
Garlis si guardò la mano destra accorgendosi di essersi dimenticato il guanto in camera.
"È qualcosa che ha a che fare con i Portatori?"

"No, nella famiglia della mia ragazza ce l'hanno quasi tutti... Anche se non ne conosco il significato", intervenne Oris.
"Hai una ragazza? Devi andare a trovarla prima di domani!", si raccomandò Garlis, cercando di spostare l'attenzione su di lui.

"Lo farò", rispose, quindi studiò la sua reazione. "È qualcosa di cui non vuoi parlarci?"
"No, non è questo..."
Cercò una scusa, ma non gli venne in mente niente.

Spostò di nuovo lo sguardo sul simbolo, quindi lo accarezzò con il pollice della mano sinistra.
"È un tatuaggio matrimoniale... Era tradizione farlo, quando ero giovane."
"Quindi sei sposato?!" esclamò Vellga, sgranando gli occhi per la sorpresa.
"È per questo che non sei mai venuto a donne con noi?" chiese invece Oris.
Anite rivolse al compagno di squadra un'espressione di stupore mista a divertimento, ma si trattenne dal commentare e tornò anche lei concentrata su Garlis.

"Sono vedovo", ammise a malincuore. "Succede... quando sei immortale", aggiunse, ma non era del tutto vero.
Ari era morto improvvisamente pochi giorni dopo il loro matrimonio.

"Oh... mi dispiace", disse lo spadaccino dai capelli rossi, dando voce ai pensieri di tutti.
Il clima tra loro era cambiato nuovamente.
"Non serve, non vi conoscevate ed è passato tanto tempo. E... non volevo tradire il suo ricordo frequentando altre persone, ecco tutto."

"Beh, se cambi idea, sappi che molte ragazze sarebbero contente di ricevere attenzioni da te", rivelò Oris.
"Non credo proprio", ribatté lui, sollevando un sopracciglio.

"Sì invece! Sei un Portatore, stare con te significa stare con il più grande degli eroi!"
Garlis trattenne una risata, consapevole che il compagno stava esagerando.

"Anite, tu per esempio, in rappresentanza del genere femminile, non sei d'accordo?"
La maga strabuzzò gli occhi.
"Io?" chiese a Oris, in tono disgustato, poi si voltò verso Garlis. "Senza offesa, sei un po' lontano dal mio tipo ideale. Ma non perché sei un Portatore! Quella parte è decisamente interessante."

Garlis sorrise, divertito.
"Credo di aver bevuto abbastanza per oggi", annunciò, alzandosi in piedi.
Cercarono di convincerlo a restare, ma lui non cambiò idea e tornò nella sua stanza, intenzionato a dormire... Anche se sarebbe stato difficile.
 

Sognò di essere con Ari, erano giovani e frequentavano l'accademia militare.
Gli amici erano andati a lezione lasciandoli soli, quindi il compagno gli si era avvicinato improvvisamente.

"Usciamo stasera?"
Garlis era arrossito alla sua proposta, che non era certo la prima di quel tipo. 

Poco dopo si erano ritrovati insieme sotto le stelle, su una collina non distante dall'accademia, abbracciati, intenzionati a stare lì fino all'ultimo minuto che precedeva il coprifuoco.

Quando si svegliò, ebbe l'impressione di essere ancora con lui. Tese il braccio, ma sentì solo il letto disfatto, freddo e vuoto.

Aprì gli occhi, colto dalla consapevolezza di essere solo, come sempre.


 

Oris, realizzato con Midjourney

Oris, realizzato con Midjourney




Note di quella che scrive

Capitolo breve, ma ho preferito chiuderlo qui in previsione del prossimo.
In ogni caso, ciao a tutti e grazie per aver dato un'opportunità alla mia nuova storia. Che strano tornare a pubblicare su efp dopo 4 anni di assenza xD

Riguardo alla storia, specifico che ho indicato "tematiche delicate" semplicemente perché c'è il tema del lutto, come avete scoperto in questo capitolo.

Se vi andasse di dirmi cosa ne pensate della storia finora, mi farebbe molto piacere!
A presto xx

   
 
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