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Autore: Fiore di Giada    26/08/2022    0 recensioni
[Sandokan]
– Non ho dimenticato nulla, Yanez. Ma, oggi, ho visto un amico capace di capire i suoi errori e di accettarne le conseguenze. E persone come te sono rare. E io non sono così stupido da lasciarle andare per un errore di valutazione. – replicò.
La commozione, impetuosa, dilagò nel cuore del giovane, come un'onda rompe la diga. Quelle parole, così affettuose e inaspettate, distruggevano qualsiasi sua risoluzione.
D'istinto, allargò le braccia e, a sua volta, abbracciò il malese. Stava bene, stretto tra le sue braccia.
– Grazie di tutto, amico mio. –
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Di scatto, Yanez aprì gli occhi e li fissò sul soffitto.
Per alcuni istanti, rimase immobile, lo sguardo assente, poi si scosse e si alzò. Quella notte sarebbe stata insonne.
Una forte inquietudine divorava il suo cuore, come una bestia affamata.
Sorrise, amaro, mentre i suoi occhi si velarono di lacrime. In realtà, lui era ben cosciente della ragione di questo sentimento.
Repentino, si alzò dal giaciglio e, cauto, uscì dalla capanna. Non voleva svegliare Sandokan, che ancora dormiva.
Ma gli eventi imponevano una riflessione e una decisione ferma.

Percorse diversi metri e raggiunse la spiaggia.
Il cielo, d'un intenso blu cobalto, era libero da nubi e la luna piena, solitaria, illuminava d'una luce argentea il mare.
Un leggero vento increspava la superficie dell'acqua, su cui si avventavano, in cerca di preda, vari uccelli, emettendo grida policrome.
Il giovane, con un sospiro, si lasciò cadere sulla sabbia e lasciò vagare lo sguardo sul paesaggio.
Sono un idiota., pensò. In quella pace, poteva riflettere sugli eventi accaduti.
E il senso di disgusto verso se aumentava.
Si passò una mano sulla fronte. Aveva quasi litigato con Sandokan, quando aveva saputo del suo amore per Marianna.
Si era accanito su di lei senza alcuna ragione, accecato dai suoi pregiudizi idioti.
Non le aveva concesso il beneficio del dubbio.
Eppure, lui si considerava intelligente!
Un debole ruggito morì sulle sue labbra e il giovane strinse il pugno. Quello screzio sembrava ricomposto, ma, ne era sicuro, Sandokan era rimasto deluso da lui.
E non poteva contestare un simile sentimento.
Lo aveva offeso nel suo valore di uomo, perché si era macchiato dell'inenarrabile colpa d'innamorarsi.
Scosse la testa, un sorriso amaro sulle labbra sottili. Si era mostrato incapace di capire il cuore del suo amico malese.
Non poteva più restare a Mompracem.

Si alzò e, a passo rapido, deciso, tornò verso la capanna.
Sulla soglia della porta, in piedi, le braccia conserte, Sandokan attendeva.
A stento, il portoghese frenò un'imprecazione. Avrebbe voluto allontanarsi nel silenzio della notte, senza alcuna spiegazione.
Si diede dell'idiota. No, non poteva macchiarsi di un atto tanto vile.
Lui, nonostante la sua indole, non fuggiva come un coniglio dalle sue responsabilità.
Perché sei uscito? Soffri d'insonnia? – chiese il principe malese, il tono ironico.
Yanez trasse un profondo respiro e i suoi occhi cerulei, seri, decisi cercarono le iridi castane dell'amico.
Sandokan corrugò la fronte, perplesso. Una tale serietà era inconsueta nel suo vivace fratellino europeo.
Che cosa si agitava nella sua mente?

Il corpo dell'europeo, per alcuni istanti, si irrigidì, come una sbarra di metallo, poi strinse le mani attorno a quelle dell'amico.
Io... Io non posso fingere che non sia accaduto nulla. Non è giusto. – cominciò.
Che... Che cosa intendi? – chiese Sandokan, stupito. Quel tono serio, lugubre lo turbava.
Hai dimenticato le mie parole rispettose verso Marianna? L'ho accusata di... di cosa? Mi sono comportato male verso di lei. E, non contento, ti ho accusato di una colpa inesistente. Per uno stupido pregiudizio. Che razza di amico sono? – esclamò il giovane lusitano. Il suo autocontrollo era svanito e aveva rivelato la ragione della sua inquietudine.
Provava un amaro rimorso per quel suo ingiustificato accesso d'ira.
Ma questo non avrebbe posto rimedio alla situazione, ormai compromessa.

Sandokan, d'istinto, aprì le braccia e lo abbracciò.
Non andartene. – mormorò, la voce percorsa da una nota d'angoscia.
A quel tocco, il portoghese rimase immobile, lo sguardo fisso in un punto indefinito.
Sei sordo? Hai dimenticato come mi sono comportato con te e Marianna? – domandò. Avrebbe voluto arrendersi a quell'abbraccio, ma non doveva perdere i resti della sua dignità.
Poi, non sarebbe riuscito a portare a termine la sua scelta.
Sandokan accennò ad un sorriso e la stretta delle sue braccia si accentuò.
Non ho dimenticato nulla, Yanez. Ma, oggi, ho visto un amico capace di capire i suoi errori e di accettarne le conseguenze. E persone come te sono rare. E io non sono così stupido da lasciarle andare per un errore di valutazione. – replicò.
La commozione, impetuosa, dilagò nel cuore del giovane, come un'onda rompe la diga. Quelle parole, così affettuose e inaspettate, distruggevano qualsiasi sua risoluzione.
D'istinto, allargò le braccia e, a sua volta, abbracciò il malese. Stava bene, stretto tra le sue braccia.
Grazie di tutto, amico mio. –


   
 
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