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Autore: audry_ enne    26/08/2022    0 recensioni
Vi è mai capitato di vivere situazioni o momenti che vi sembrano stranamente familiari, ripetuti, già vissuti? Di quelli che quasi sai già come va a finire? Prima o poi capita a tutti…
Ma il più delle volte ci sbagliamo, basta un nulla e le cose possono cambiare. E molto.
È una storia senza pretese, nata in un nulla ma si rifiutava di starsene buona a maturare nel suo file.
Dalla storia:
“Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, domenica di metà maggio, sala comune dei Grifondoro, dopo l’ultima partita di Quidditch dell’anno. Grifondoro vs Serpeverde.”
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Je ne l’ai pas déjà vu?
 
Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, domenica di metà maggio, sala comune dei Grifondoro (opportunamente “allargata”), dopo l’ultima partita di Quidditch dell’anno.
Grifondoro vs Serpeverde.
Grifondoro vince. E festeggia. Molto rumorosamente.
L’euforia per la vittoria si era trasformata in una festa esageratamente allegra. Fiumi di whiskey incendiario e burrobirra erano corsi tra i tavoli e le poltrone dove studenti di ogni casa ridevano e scherzavano, festeggiavano i vincitori, prendevano in giro gli sconfitti ma soprattutto ripercorrevano, esagerando e ridicolizzando, le gesta più o meno eroiche dei giocatori durante la partita.
Ad un certo punto della serata, quando molto probabilmente l’alcool aveva preso il posto del sangue nelle vene di molti ragazzi, si era alzato il coro di trionfo dalla squadra rosso e oro
Perché Weasley è il nostro re | ogni due ne para tre! | Così noi cantiam perché | perché Weasley è il nostro re... | Weasley è il nostro salvatore, | col suo gioco pien d'ardore, | Grifondor canta con me: | perché Weasley è il nostro re.
E, in effetti, Ronald si era superato durante la partita, effettuando parate impossibili e opponendosi in ogni modo ai tiri dei battitori Serpeverde, sempre più furiosi.
Ed ora se ne stava beatamente in mezzo alla sala, circondato dai suoi fan ululanti, con l’ennesima burrobirra in una mano, l’altra stretta intorno alle spalle di Padma Patil, sulla cui bocca erano anche saldamente incollate le sue labbra.
Dall’altra parte della sala, Harry era poggiato al muro con la schiena di Ginny sul suo addome e la spalla di Hermione adagiata sullo stesso muro, a sfiorare quella dell’eroe per caso e/o profezia e/o destino. Tutti alzarono il loro calice di birra in onore del Re e risero.
- Dimmi, Harry: non ti pare una scena già vista?
- Già già, qualche tempo fa… ma stavolta mi sa che finisce in maniera diversa: Padma non è Lavanda!
- Lo voglia Godric! Per fortuna nostra, sua e della nostra famiglia!
Ginny fu la prima a sollevare di nuovo il calice verso i due che continuavano a baciarsi e a proporre il brindisi:
- A Padma! Che Godric e Priscilla le conservino la pazienza di sopportare mio fratello!
I tre bevvero alla sua salute della ragazza e un sorriso malizioso e beffardo si formò sulle loro labbra.
Hermione mandò giù la sua burrobirra e si allontanò dal muro per andarne a prendere dell’altra. Giunta al tavolo delle bevande si girò e vide i suoi amici persi negli occhi l’una dell’altro, così felici!
Solo Merlino poteva sapere quanto ne avesse bisogno Harry, quanto Ginny fosse stata la sua ancora di salvezza e la sua speranza nel futuro, la certezza di non restare intrappolato per sempre nella sua profezia. Hermione era così contenta per i suoi amici che un sospiro soddisfatto uscì dalla sua bocca nello stesso momento in cui decideva di uscire nel cortile a prendere una boccata d’aria fresca e controllare la resistenza degli incantesimi insonorizzanti. Per fortuna, di Gazza e Mrs Purr se ne erano occupati i ragazzi di Corvonero e lei non voleva assolutamente sapere come se ne erano occupati!
Uscita fuori, si era accoccolata sullo stesso scalino che l’aveva raccolta al quarto anno e un risolino aveva lasciato la sua gola risuonando nel silenzio del cortile: anche questa era una scena già vista!
Ma stavolta Harry non sarebbe sceso da lei perché non c’era alcuna lacrima da asciugare e nessun’amica da consolare o cuore in frantumi. E, con buona probabilità, non ci sarebbero stati uccellini scagliati addosso a qualcuno con la piena intenzione di fare male, molto male.
Tutti questi déjà vu le lasciavano una nostalgica allegria che lei cullava con diversi sorsi di burrobirra e sommessi risolini, mentre si lasciava andare contro la parete delle scale con gli occhi chiusi, le gote arrossate e alcune ciocche di capelli sudate che le ricadevano sul viso.
- Non capisco proprio che cosa tu abbia da ridere, Granger! Sei forse ubriaca?
La ragazza saltò sul posto e brandì la bacchetta puntandola verso l’angolo buio del cortile da cui aveva sentito provenire la voce. Poi alcuni passi strascicati e una risatina sarcastica attraversarono lo stesso spazio.
- Non ti allarmare, Granger! Vengo in pace, che tu ci creda o no!
E ti pareva! Solo lui poteva essere in grado di nascondersi anche in mezzo al nulla e procurarle un mezzo infarto.
- Vieni fuori, Malfoy! E smettila di farmi prendere un accidenti ogni volta!
- Non ci posso far nulla, non so resistere alla tentazione! Eri talmente con la testa altrove che un’occasione così non potevo farmela scappare! E poi dovevo vendicarmi: ridere così della nostra sconfitta,dai? Sul serio? Non me lo sarei mai aspettato da te!
- Brucia, eh?
Draco si accasciò sul muro accanto alle scale e si lasciò scivolare a terra, incrociando le braccia sulle ginocchia e affossandovi il capo.
- Che San Potter arrivi sempre a fregarmi il boccino dalle mani all’ultimo secondo, passi! Ci sono abituato, la sua fortuna è proverbiale quanto la sua cicatrice. Ma pure Weasel, no! Oggi le ha prese tutte! E ti assicuro che Adrian tira forte, fa male… Dimmi Granger: non ci sarà mica il tuo zampino dietro questa umiliazione sul campo di Serpeverde, eh?
- Mi offendi, Malfoy!
- Mille volte scusa! Certo, tu non hai mai fatto niente per aiutarlo, vero? La tua fortuna è che McLaggen è più tonto di un troll!
Hermione rise, arrossendo un po’: Ron era davvero il miglio portiere che Grifondoro avesse mai avuto ma aveva avuto bisogno di un “aiutino” per iniziare! Sollevò il suo bicchiere di burrobirra verso Malfoy
- 5 punti a Serpeverde per aver risolto l’arcano misterioso, Malfoy!
Il ragazzo alzò il suo in risposta alla concessione e sbuffò
- Avresti potuto farti i fatti tuoi! Guarda poi che ci hai guadagnato: prima la Brown e poi la Patil! Ingrato oltre che sciocco! Ma, del resto, è Weasel…
- Che non si fa per un amico, eh! Penso, invece, di averci guadagnato tanto: secondo te, perché ridevo poco fa?
Quando Hermione terminò il racconto dei suoi déjà vu, Draco rideva con le lacrime agli occhi e una mano poggiata sull’addome: ora sapeva quanto fosse andato vicino dal ricevere anche lui una carica di uccellini impazziti quando l’aveva spaventata!
E poi, Ronald non era stato un ingrato. Avevano avuto la loro occasione e non era andata come si aspettavano. E nemmeno sciocco: alla fine la sciocca, forse, era stata lei ad aspettarlo e a costruire castelli in aria che poi si erano dissolti come nebbia al sole. Non aveva fatto male ma lei si sentiva di aver buttato via tempo e sprecato occasioni per un’illusione.
A ben pensarci, infine, ci aveva guadagnato anche questo tempo con lui: se fosse stata la ragazza di Ron sarebbe dovuta rimanere alla chiassosa festa nella torre invece di ridere con Draco Malfoy nella pace di una notte di metà maggio, nel silenzio del cortile di Hogwarts. Ma questo certo non lo poteva ammettere a quel biondino il cui ego era già abbastanza smisurato.
Anche Draco, in cuor suo, pensava di dover ringraziare Weasley ma per il motivo contrario, per la sua stupidità! Se mai si fosse accorto di aver avuto a disposizione un tale tesoro di donna accanto per tutto quel tempo ora lui non avrebbe avuto nessuno a cui pensare, per cui congegnare incontri casuali, sedute di studio in biblioteca, improvvisi vuoti di memorie nelle formule di aritmanzia … e anche le sue parate nel pomeriggio, alla fine, gli avevano permesso di farsi consolare ora da Hermione!
- Sai di cosa avrei bisogno?
- Sentiamo, Granger!
- In una serata di vecchi ricordi mi ci vorrebbe proprio qualcosa di nuovo e strano, che non fosse da “Hermione Granger”… capisci?
Draco dovette fare appello a tutte le sue forze per restare tranquillo, o almeno sembrarlo. Era un’occasione, Merlino! La sua occasione per far sì che la Granger si accorgesse di lui. Non doveva sprecarla: doveva pensare, ingegnarsi e doveva farlo festina lente!
Chiuse gli occhi e una smorfia di febbrile impegno storse le sue labbra mentre Hermione lo osservava e poteva quasi sentire gli ingranaggi del suo cervello lavorare. Lui non l’avrebbe delusa, lo sapeva. Bisognava vedere se ciò che la sua mente avrebbe partorito sarebbe stato solo per lei o avrebbe previsto un tu ed io…un noi!
- Hermione, ti fidi di me?
Merlino! L’aveva chiamata per nome! E non le era mai sembrato di avere un nome così melodioso. Dovette mordersi la guancia per non esultare
- Abbastanza!
- E se ti chiedessi di venire con me senza dirti dove, ci verresti?
- Me lo stai chiedendo, Draco?
Draco… Morgana, aveva detto Draco! Oh, glielo avrebbe fatto dire di nuovo, glielo avrebbe fatto urlare…
Lui si alzò, le tese la mano e la guardò negli occhi.
- Si. Verresti con me senza sapere dove ti sto portando soltanto perché te lo sto chiedendo io?
Quegli occhi! Erano magnetici e brillavano di qualcosa che Hermione si rifiutava di catalogare: se si fosse sbagliata, allora avrebbe avuto di nuovo bisogno che Harry ricomponesse la sua anima in frantumi. Prese la sua mano e si alzò per seguirlo, senza una parola.
Draco la guidò nel buio dei giardini, tenendole saldamente la mano nella propria e mai troppo lontana da non poter sentire le loro braccia sfiorarsi. Arrivati alla radura, Draco le chiese nuovamente se si fidava di lui. Hermione, a quel punto, sarebbe andata sulla Luna con lui. Annuì.
E Draco richiamò la sua scopa, la fece salire davanti a lui e la strinse a se quando sentì che tremava. Incastrò il viso di lei tra il suo collo e la spalla, solo per sentire il suo profumo, e sussurrandole che non l’avrebbe mai lasciata cadere, si alzò in volo. Planarono sulle acque del lago e sulle cime degli alberi, risalirono la torre di Corvonero e sfiorarono i tetti dell’ala dei professori (“Vuoi farci espellere?” –“Volevi fare una cosa che tu non avresti mai fatto,no? Ci vuole una cosa stupida!” – “Idiota”); Draco si sentiva inebriato dal suo profumo e dal sentirla stretta a lui; Hermione faticava a mantenere un minimo di lucidità, sopraffatta dal rumore assordante del suo cuore al galoppo e del sangue che scorreva nelle vene con una velocità che non aveva mai raggiunto, dal profumo di Draco  e dalla costante visione della linea della sua mascella: se avesse avuto il coraggio di alzare un po’ il volto l’avrebbe potuto baciare, tanto era vicina. In quel momento Draco avrebbe potuto sorvolare il deserto o i giardini di Babilonia e nessuno dei due si sarebbe accorto della differenza, non si sarebbero accorti di nulla: esistevano solo loro, la corsa dei loro cuori, il mescolarsi dei loro profumi, la presa forte di Draco e il tremore di Hermione.
Quando Draco atterrò di nuovo nella radura della scuola fu solo perché non riuscivano più a respirare. La scopa cadde a terra mentre le mani di Draco correvano alla vita di Hermione per girarla verso di lui e le mani di lei si fiondavano sul suo volto per tenerlo ancora più vicino, artigliandone i capelli. Le loro bocche si unirono in un bacio affamato, bramoso; labbra e denti si scontravano mentre le lingue si cercavano affannosamente. Non era un bacio gentile, era necessario, desiderato da troppo tempo e carico desiderio ed eccitazione.
E finì solo quando non poterono più fare a meno di respirare.
Con le fronti unite, i nasi che si sfioravano e le braccia strette intorno alle loro vite, Draco osò chiederle se la richiesta fosse stata soddisfatta.
- Oltre ogni aspettativa, Draco.
 
 
Alla finestra della torre Grifondoro, intanto…
-Blaise, spostati,non vedo niente!
- Stai dietro Potter, che sei più alto!
- Io e Daphne siamo le loro migliori amiche, abbiamo diritto di vedere anche noi!!
- Oooh, ma insomma? Si sono decisi? Ce l’hanno fatta?
- Pare di si…
- Sia Lode a Merlino e a Morgana!
- Per Godric, finalmente!
- Alla buon’ora, divino Salazar!
- Miseriaccia! Ma si può sapere che cosa state facendo voi quattro? E dove sono Hermione e Malfoy?
- Vieni Ron, c’è ancora della torta di là... È meglio!
- Ragazzi, se fossi in voi mi sposterei da lì: gli uccellini di Hermione fanno più male delle pluffe di Adrian!
 
   
 
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