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Autore: drisinil    26/08/2022    2 recensioni
[kurotsuki] [nospoiler] [canonverse] [long: 2 capitoli/settimana]
«Signor è-solo-un-club sei senza parole?» lo provoca Kuroo. «Vuoi che brindi io per te? Però poi bevi tu!»
«Okay, ma solo se il brindisi mi piace» risponde Kei con arroganza, spingendosi gli occhiali sul naso.
Kuroo storce le labbra e si riprende la bottiglia, strappandola a Kei. «E' una sfida?»
«Se vuoi...»
Kuroo distende lentamente il braccio verso Kei, con la bottiglia in mano. Si schiarisce la voce e tenta di scostarsi dalla fronte il ciuffo di capelli, che però ricade subito al suo posto. «Al muro perfetto, che ferma la palla, la devia, la smorza o la costringe. Obbliga le traiettorie, crea pressione e controlla il gioco.»
Kei sorride, gli strappa la bottiglia e beve d'impeto.
E' il vino più buono che abbia mai bevuto, forse il più buono che berrà mai.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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10 - Segreti


21 agosto 2011

Tadashi corre verso il parco a perdifiato, tenendo in mano il telefono. Sono secoli che Tsukki non gli chiede di uscire, di vedersi da qualche parte e non è un'occasione che si possa sprecare.

Arriva sfiatato e si ferma a comprimersi la milza con la mano.

Tsukki sta volando sull'altalena. Era certo che lo avrebbe trovato lì.

Lo raggiunge ansimando, lui saluta con la mano senza smettere di dondolarsi. Tadashi coglie il messaggio: sarà una faccenda lunga. Ma non importa, ha tempo. Siede sull'altalena accanto e inizia a dondolarsi anche lui.

A un certo punto, senza preavviso, Kei frena con i piedi. «Ti devo parlare» dice.

Tadashi frena a sua volta e lo osserva. Sembra che niente sia mutato in lui, che stia solo crescendo a vista d'occhio, come sempre. Bisogna conoscerlo in profondità per notare il cambiamento, sottile ma permanente.

«Come stai, Tsukki?»

E' una domanda non tanto intelligente, ma tutto sommato lecita.

«Tu come credi che stia?»

«Male.» Come potrebbe stare bene? Non sono passati neanche due mesi.

«Quindi?»

«Quindi niente» Tadashi abbassa gli occhi. «Se posso fare qualcosa... »

Kei osserva una a una le reazioni del suo migliore amico: la timidezza che dopo tanti anni ancora lo fa arrossire di disagio ogni volta che Kei lo provoca; la gentilezza che gli illumina gli occhi; una bontà d'animo sincera e profonda che accetta ogni rimprovero; una lealtà assoluta. Ha già fatto tantissimo e neanche se ne rende conto.

«Non è di questo che volevo parlare.»

«Okay. Ti ascolto.»  E' così che bisogna prendere Tsukki: lasciandogli il controllo della situazione. Altrimenti si mette sulla difensiva e la corazza di sarcasmo diventa impenetrabile.

Kei si imbroncia, riflette, si dà una singola spinta e aspetta che l'inerzia la smorzi, dondolando piano. «Credo che non mi interessino le ragazze» dice, asciutto.

Tadashi allarga gli occhi. Si morde le labbra, strofina le dita, incerto su quale sia la risposta giusta. Come se ce ne dovesse per forza essere una.

Kei è certo che in questo momento stia esaminando freneticamente tutte le possibili interpretazioni della sua affermazione, per essere sicuro oltre ogni dubbio di non aver tratto conclusioni sbagliate. E' un processo che può metterlo in crisi per ore.

«Yama, mi piacciono i maschi» chiarisce Kei.

«Certo. Va bene. Okay» approva Tadashi, annuendo con la testa. E' arrossito fino alle orecchie e i suoi occhi vagano intorno a quelli di Kei, evitando di incrociarli.

«Volevo essere io a dirtelo, prima che ti arrivasse, che ne so, qualche pettegolezzo. Sei il mio migliore amico.»

Migliore amico. Parole rare e preziose, da parte di uno come Tsukki. Tadashi le accoglie con gratitudine, gustandone il calore fino in fondo. «Grazie» dice semplicemente.

Nella mente di Kei è già partito il conto alla rovescia. Dopo la prima reazione, la natura complessa di Tadashi si rivela pienamente: è curioso, profondo, ansioso di sviscerare i problemi, di scomporli in pezzi più piccoli. Da grande potrebbe fare il chirurgo, oppure l'ingegnere.

3...2...1

«Fra noi non cambia niente, vero?» E' una preoccupazione autentica, intensa e vibrante. Ma Kei l'aveva prevista.

«Perché dovrebbe?»

«Non lo so...»

«Non mi piaci per niente, Yama. Non in quel senso.»

«Ah.» Non si capisce bene se sia deluso o sollevato.

Kei è sicuro che a Yama piacciano le ragazze. E' un sentimentale, ma non un asceta, e la sua collezione segreta di manga, quella sotto chiave, parla abbastanza chiaro. Eppure, Kei ha il sospetto che, se fosse l'unica alternativa per non perdere la loro amicizia, Yamaguchi si piegherebbe ad avere una relazione con lui. L'idea di stare con Yama è francamente assurda. Inoltre, superare il confine fra fascinazione e dipendenza è qualcosa che Kei è determinato da sempre a evitare. Yama è già abbastanza appiccicoso così.

«E' tutto identico a prima» ribadisce Kei, tranquillo. «E la prova è che ti sto dicendo questa cosa. Pensi che la direi a chiunque?»

Tadashi abbozza un sorriso. Messe al sicuro le cose importanti, la curiosità è pronta a rompere gli argini.

«E quindi, se non ti piaccio io, ti piace qualcun altro? Sennò come facevi a esserne così sicuro?»

«Un buon indizio è già che i tuoi fumetti sconci mi facciano sbadigliare.»

Tadashi arrossisce, Kei sfoggia il suo consueto sorrisetto sardonico.

«E... da quanto lo sai? Come hai fatto a capirlo?»

«Tu come lo sai che ti piacciono le ragazze?»

Tadashi non si è mai posto la domanda. Prova a pensarci, si dondola piano. «Beh, credo sia perché...» si ferma. Ha sulle labbra la parola normale, ma sarebbe una pessima scelta. Ci riflette meglio. «Credo sia per come ti fanno sentire, quando le guardi, quando le hai vicino, quando ci pensi... in un certo modo.»

«Come ti fanno sentire in che senso?» domanda Kei. Con Yama l'approccio maieutico paga sempre.

«Non lo. Come ti fanno sentire dentro. In senso emotivo.»

«Solo emotivo?»

«Anche fisico» concede Tadashi a malincuore.

Kei annuisce. «Esatto. Ecco come lo so.»

«Quindi ti piace qualcuno?»

«Penso di sì» ammette Kei, riluttante.

«E chi?» Il vizio di Kei di centellinare le informazioni farebbe perdere la pazienza a un monaco.

«Te lo dico. Ma se te lo lasci sfuggire ti strangolo.»

Yamaguchi si adombra. «In sei anni quanti segreti mi sono sfuggiti?»

«Parli sempre troppo» borbotta Kei. E' vero che non violerebbe mai una confidenza, ma quando è nervoso, quando è sotto pressione, o al contrario quando è molto rilassato e abbassa le difese, Tadashi tende a non avere del tutto il controllo su quello che gli esce di bocca.

«Scusa, Tsukki.» 

«Lascia perdere. Comunque, è Shinoyama Shuto, il capitano della squadra di nuoto» confessa Kei.

«Ma è uno stronzo!» esclama Yamaguchi, incredulo.

«Lo so.»

«Uno un po' meno odioso no?»

«Non ho detto che sono innamorato. Ho detto che mi piace. Intendevo: fisicamente

Per Kei l'idea di innamorarsi è abbastanza aliena. A parte il fatto che non gli è mai successo, è contrario per principio al concetto di legarsi a un'altra persona, come se non si dovesse bastare a se stessi. Dopotutto, è sufficiente l'amicizia per evitare di restare troppo soli. E magari, visto che fra poche settimane avrà quindici anni,  un po' di sesso non guasterebbe.

«Non è che vorresti un manga yaoi?» si informa premuroso Tadashi. «Dovrei averne un paio.»

Kei lo guarda scettico. «E cosa dovrei farci?»

«Leggerli? Magari possono essere... istruttivi. Voglio dire, per quella parte della faccenda che... insomma, dai, hai capito.»

Kei sa perfettamente cosa ha in mente Yama, e sa anche dei suoi fumetti yaoi, anzi, in realtà li ha già letti mesi fa. Nel frattempo ha raccolto da fonti più attendibili - per lo più su internet - tutte le informazioni del caso. Ormai è abbastanza certo di essere ben preparato. Almeno per quanto riguarda la teoria.

«Va bene Yama, speravo di poter evitare la parte triviale di questo discorso, ma a quanto pare non è possibile. Dai, tira fuori tutte le domande, così la facciamo finita.»

Tadashi arrossisce fino alle orecchie ma sa benissimo che con Kei bisogna cogliere l'attimo. «Shinoyama lo sa?»

«No.»

«Pensi di dirglielo?»

«Forse. Non lo so.»

«Quindi tu faresti...? Cioè, vorresti...? Hai in mente di...»

«Sì, Yama. Farei sesso con lui volentieri, se capitasse l'occasione.»

«Anche se è stronzo?»

«Yama: "scopare". Non: "sposare".»

Tadashi deglutisce. E' il discorso più imbarazzante della sua vita. Ma non riesce comunque a fermarsi. «E pensi che lui sia...cioè, che anche lui sia come te?»

«Sì, credo di sì. Ma non sono proprio sicuro.»

«E... beh... tu...come... ti poni?»

«In che senso?»

Le orecchie di Tadashi sono ormai virate al viola. «Seme o Uke?»

Kei sospira rassegnato. «Ti sembro uno che ha voglia di sforzarsi tanto?»

Tadashi scuote il capo.  Ha senso, conoscendolo, perché nessuno più di Tsukki è contrario al dispendio di energie fine a se stesso. Eppure, l'idea di qualcuno che letteralmente lo metta sotto e si imponga fisicamente su di lui, gli riesce incredibile. Vorrebbe conoscerlo un fenomeno capace di tanto; lo stronzo di Shinoyama non ce la farà mai, Tsukki lo farà a pezzi. In qualche modo, è un pensiero confortante.

«Anzi, sai che ti dico?» continua Kei, pensieroso. «E' uno dei motivi per cui non mi è mai piaciuta l'idea di farlo con una ragazza. Doversi impegnare molto per gratificare se stessi e ancora di più per l'altra persona. Non fa proprio per me.»

Tadashi è perplesso anche di questo: la sua visione romantica della vita prevede un grande amore che unisca la passione fisica ai sentimenti più elevati. Non che abbia qualche esperienza di ragazze vere,  ma quando fantastica sul sesso, gli sembra tutto, meno che faticoso. Del resto, Tsukki è fatto a modo suo.

«Abbiamo finito? Sei soddisfatto?» domanda Kei.

«Posso chiederti ancora una cosa?» dice Tadashi, guardandosi i piedi.

Kei sbuffa, calciando un sassolino. «Dai, muoviti però.»

«Non hai paura?»

«Di cosa?»

«Che... faccia male. Io... penso che insomma... sì, beh, faccia male.  Shinoyama non mi pare uno tanto delicato. E tu... non tanto arrendevole.»

Kei arrossisce suo malgrado. Ha paura, ovviamente, ma nessuna intenzione di ammetterlo. E poi... e poi, arrendevole o meno, non è del tutto convinto che un po' di dolore fisico non faccia parte del gioco.  «Il mondo è pieno di gay e nessuno di loro è mai morto facendo sesso. Presumo che sopravviverò» dice, stringendosi nelle spalle e simulando una noncuranza che non prova. Crescere è una faccenda scomoda.

Lo sguardo di Tadashi però è ammirato. Anche nelle circostanze più sfavorevoli, come questa spinosa confessione, Tsukki riesce a essere il più figo del mondo.

Restano per un po' sulle altalene, a farsi cullare lanciati verso il sole del pomeriggio. L'infanzia è già alle loro spalle, ma un po' della sua luce li raggiunge ancora.

 


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Avviso di servizio ^__^
Come promesso i capitoli di oggi sono due, perché la prossima settimana non sarò online (causa pausa annuale di disintossicazione da internet). Auguro a tutti un ottimo weekend e una settimana serena, ci rivediamo mercoledì 7 settembre.

 

   
 
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