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Autore: Ellygattina    28/08/2022    0 recensioni
Rebecca ha da poco iniziato il suo viaggio come allenatrice di Pokemon quando un urlo agghiacciante distrugge all'improvviso la quiete della foresta. Cosa le riserverà il futuro?
*Questa fanfiction partecipa alla “AU & Crossover challenge” indetta dal gruppo fb Fairy Tail & Edens Zero Italian fan group*
(Storia presente anche su AO3 con lo stesso nickname.)
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Homura, Rebecca, Shiki Granbell
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Stanca della lunga camminata verso la città successiva, Rebecca si sedette a riposare sulla riva di un torrente insieme al suo fedele Sneasel. La giornata era calda per la stagione e la ragazza stava giusto meditando se togliersi le scarpe per immergere almeno i piedi nell'acqua calma della pozza davanti a lei quando un urlo agghiacciante la fece alzare di scatto.

«Che succede?» domandò allarmata guardando il suo Pokemon, a sua volta in allerta.

Si scambiarono una rapida occhiata ed entrambi partirono di corsa verso la fonte del rumore. A poca distanza doveva essere accaduto qualcosa di terribile ma quando arrivarono, si trovarono davanti una scena a dir poco surreale: un ragazzo con i capelli neri e gli occhi blu stava fissando, chiaramente terrorizzato, un innocuo Caterpie dall'altra parte del sentiero.

«Si può sapere cosa ti prende?» chiese Rebecca piuttosto seccata. Aveva ancora il cuore in gola per lo spavento ma quel tizio assurdo non sembrava affatto nei guai. A meno che non si intendessero dei seri problemi mentali, dal momento che una simile reazione per così poco non era certo normale.

«U-un insetto» balbettò a fatica il ragazzo indicandole il Caterpie come se fosse un mostro degno dei peggiori incubi.

«È un Pokemon innocuo e dovresti saperlo bene» disse Rebecca sollevando scettica un sopracciglio nel notare le sfere Pokè attaccate alla cintura.

Il tizio aprì la bocca per ribattere ma ne uscì solo uno strano verso del tutto incomprensibile, visto che la creatura scelse proprio quel momento per muoversi decisa verso di lui.

«Credo che tu gli piaccia» non poté trattenersi dal fargli notare, decisamente divertita dalla sua reazione, ma l'unica risposta che ottenne fu un tonfo quando il ragazzo svenne.

«Ma sei serio?!» esclamò Rebecca, sconvolta dal terribile sospetto che non fosse affatto una finta.

Evidentemente sì, visto che l'altro rimase immobile, e la giovane si allontanò di poco sbuffando. C'era solo un modo per risolvere il problema ed era ovvio che toccava a lei occuparsene. Il Caterpie aveva quasi raggiunto il suo obiettivo e non osava immaginare cosa sarebbe successo se il tizio si fosse svegliato trovandoselo accanto. Non che le piacesse particolarmente il Pokemon bruco ma qualunque buon allenatore sapeva che era buona norma averne di diversi tipi e la sua ultima evoluzione, Butterfree, non doveva essere poi così male come compagno di avventure.

Stava per dare al suo Sneasel l'ordine di attaccare per provare a catturarlo quando un forte ronzio la costrinse a voltarsi.

«Oh, no!» strillò spaventata, riconoscendo uno sciame di Beedril sicuramente richiamati dalla confusione.

Del tutto dimentica del Caterpie, che cercò subito riparo in un cespuglio, si lanciò quasi sul ragazzo ancora steso sull'erba cominciando a scuoterlo e urlare nel tentativo di svegliarlo mentre il suo Sneasel si lanciava all'attacco per difenderla. Per fortuna era un Pokemon veloce ma i suoi avversari erano tanti e non conosceva mosse che avrebbero potuto colpirli tutti insieme. La soluzione migliore per la loro incolumità era quindi la fuga ma non se la sentiva di abbandonare il ragazzo al suo destino. La puntura di un Beedril era già grave di suo e uno sciame intero avrebbe potuto essere letale.

«Vuoi svegliarti, insomma?! Dobbiamo scappare!» urlò per l'ennesima volta e finalmente il tizio aprì gli occhi, puntandoli confuso prima su di lei e poi verso i Pokemon mentre si puntellava sui gomiti per sollevarsi.

«Insetti giganti...» esalò inorridito, ricadendo giù a metà del movimento appena capì il motivo di tanta agitazione.

«Avanti, cerca di controllarti! Dobbiamo andarcene» gemette Rebecca sconsolata, voltandosi anche lei giusto in tempo per vedere il suo Sneasel cadere a terra con uno stridio poco rassicurante. Era sicuramente ferito e loro erano perduti.

Lo chiamò disperata, notando con orrore i pericolosi insetti puntare verso di loro dopo aver eliminato l'ostacolo.

Capendo di non avere altra scelta, stava per trascinarsi sulle spalle il tizio e correre ad afferrare il suo Pokemon per portarli in salvo entrambi con chissà quali forze quando una voce femminile alle sue spalle la bloccò a metà del movimento.

«Vai, Vulpix! Usa le tue fiamme, presto!» esclamò sicura e un attimo dopo un potente attacco di fuoco si abbatté sullo sciame, costringendo alla fuga i Beedril scampati agli artigli del suo Sneasel.

«State bene?» domandò poi quella che si rivelò essere una bella ragazza con lunghi capelli blu scuro.

«Sì, grazie. Ci hai salvato» disse Rebecca sollevata mentre estraeva dalla borsa un Antidoto per il suo Sneasel. Aveva risentito parecchio dello scontro ma le bastò spruzzargli addosso il rimedio per vederlo rialzarsi e il Pokemon, ancora debole ma già più in salute, le saltò subito tra le braccia strusciandosi in segno di ringraziamento.

«È stato punto?» chiese quindi la ragazza, guardando preoccupata verso il giovane ancora a terra.

«No, non preoccuparti. Ha solo visto un Caterpie» rispose la bionda, lanciandogli a malapena un'occhiata e trattenendo a fatica uno sbuffo.

«È svenuto per un Caterpie? Che tipo strano ma non posso offendere il suo fidanzato» commentò l'altra e Rebecca, incredula, si girò di scatto a guardarla.

«Che stai dicendo? Non è il mio fidanzato! Non so neanche il suo nome!» protestò sconvolta, arrossendo violentemente.

«L'ho detto ad alta voce?!» esclamò inorridita la ragazza dai capelli blu coprendosi la bocca con una mano mentre il suo viso diventava ancora più rosso.

«Cosa sta succedendo?» domandò in quel momento una voce maschile e le due si voltarono di scatto. Il giovane si era svegliato e si guardava intorno con aria confusa.

«Come mai siete così rosse?» aggiunse stupito.

«Lascia perdere!» urlò quasi Rebecca, coprendosi a sua volta il viso con le mani mentre il tizio le rivolgeva uno sguardo ancora più stranito.

«Ah, già... Cosa stavi dicendo prima?» chiese poi dopo qualche secondo, ricordatosi di averla sentita urlare qualcosa a un nulla dal suo viso chissà quanto tempo prima. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo ma non gli sembrava il caso di disobbedire a quell'ordine così perentorio.

«Niente di importante» sospirò la bionda, facendo un grosso sforzo per calmarsi.

«Sembrava di sì però» ribatté lui pensieroso.

«Cercavo di farti riprendere per scappare dai Beedril ma sei svenuto di nuovo appena li hai visti. Si può sapere che problemi hai? Era un innocuo Caterpie che voleva fare amicizia» scattò la ragazza.

«Non sopporto gli insetti» le spiegò il giovane con un sorriso leggermente imbarazzato.

«Immagino di no» borbottò Rebecca.

«Comunque grazie. Ti sei messa in pericolo per aiutarmi» proseguì con gratitudine.

«Di niente» rispose lei, ammorbidendosi un po'.

«Tu chi sei? Non mi sembra di averti vista prima» disse poi il giovane rivolgendosi all'altra ragazza, che si stava congratulando in disparte con il suo Pokemon.

«Ho sentito delle urla e sono venuta a dare una mano. Mi chiamo Homura. Piacere di conoscervi» rispose timidamente.

«Grazie anche a te allora. Io sono Shiki, piacere mio» disse il ragazzo con un gran sorriso.

«Grazie davvero, Homura. Tu e il tuo Vulpix siete stati grandiosi. Non so come avremmo fatto senza di voi» intervenne la bionda accarezzando il pelo morbido del Pokemon di fuoco, che nel frattempo si era avvicinato a lei. «Il mio nome è Rebecca, felice di conoscervi» si presentò a sua volta.

«Anche il tuo Sneasel è stato in gamba. Ha battuto da solo quasi tutti quei Beedril» osservò la ragazza dai capelli blu. Era arrivata in tempo per assistere da lontano alla fine dello scontro ed era rimasta impressionata dalla sua bravura e agilità.

«È stato bravissimo» confermò Rebecca mentre il Pokemon, sentendo il suo nome, si avvicinava a Homura squittendo per fare conoscenza.

«Avete dei Pokemon davvero forti. Dovete essere delle ottime allenatrici» osservò Shiki con ammirazione.

«Io? Ma no, figurati. Ho appena iniziato il mio viaggio» si schermì la bionda imbarazzata. «È tutto merito di Sneasel.»

«Cosa stai dicendo? Ho ancora molto da imparare» rispose anche Homura. «Vulpix era già forte quando l'ho incontrato e con la mossa giusta ha potuto affrontare quei Beedril senza farsi male» aggiuse modestamente. «Sei un allenatore anche tu?» chiese poi interessata, sperando di cambiare discorso. Le aveva fatto piacere il complimento ma non era abituata a riceverne e si sentiva a disagio.

«Sì ma sono partito solo oggi da Granbell e immagino si veda» confessò Shiki imbarazzato. «Un vero allenatore avrebbe reagito diversamente» aggiunse in tono amaro, rivolgendosi più a sé stesso che alle sue interlocutrici.

«Abbiamo tempo per imparare. Nessuno sa tutto fin dall'inizio» disse saggiamente Homura.

«Ha ragione» intervenne Rebecca, molto colpita dalle parole di entrambi. «Comunque è una bella coincidenza. Anch'io sono partita oggi» aggiunse, sperando di distrarlo. Era evidente che Shiki si vergognasse parecchio per l'accaduto e iniziava a dispiacerle per lui.

«Davvero? Da dove vieni?» chiese il ragazzo stupito. Non avrebbe mai pensato che la bionda fosse una novellina.

«Da Norma» rispose lei. «E tu?» domandò curiosa rivolgendosi a Homura.

«Sono partita qualche giorno fa da Oedo» disse lei sorridendo mentre il suo Vulpix le saltava in braccio in cerca di coccole. «Smettila, mi fai il solletico!» rise poi, quando il Pokemon le leccò la guancia.

«Ti è davvero affezionato» commentò Rebecca stupita. Era bello vedere un simile legame tra un Pokemon e il suo allenatore.

«Lo conosco da tempo ed è sempre stato molto affettuoso» spiegò Homura. Raccontò quindi del giorno in cui l'aveva incontrato qualche mese prima e a quel punto i ragazzi iniziarono a chiacchierare, con accanto i rispettivi compagni di avventura. Approfittando della pausa, infatti, anche Shiki fece uscire dalla sfera il suo Eevee, che subito si avvicinò curioso a tutti i presenti.

Passò del tempo prima che si accorgessero che la luce iniziava a calare, ricordando loro che avrebbero dovuto sbrigarsi se volevano arrivare in città prima di sera.

«Accidenti, Weisz non sarà contento di avermi aspettata per ore!» esclamò Rebecca.

«Chi è?» domandò Homura incuriosita.

«Mio fratello, diciamo» rispose lei. «Avrei dovuto raggiungerlo in città nel pomeriggio» continuò, guardando accigliata l'orologio.

«Digli pure che è stata colpa mia. In fondo è vero, no?» propose Shiki sorridendo.

«Non so se ti conviene. Conoscendolo, farà un sacco di battute al riguardo» disse Rebecca con leggero disappunto.

«E allora? Che genere di battute potrebbe fare?» chiese ingenuamente lui.

«Dici sul serio?» domandò la bionda incredula dopo qualche secondo di silenzio, ricevendo in cambio uno sguardo interrogativo.

«Non sa proprio nulla al riguardo. A modo suo è carino ma è meglio non dirlo» si lasciò sfuggire la ragazza dai capelli blu.

«Homura!» la avvisò Rebecca disperata, strappandole uno strillo inorridito appena si rese conto dell'accaduto mentre Shiki cercava invano di capire.

«Di cosa non so nulla?» chiese infatti a entrambe, senza essere minimamente ascoltato.

«Mi dispiace! È una brutta abitudine che non riesco a togliermi» si scusò la giovane imbarazzata.

«Puoi dirlo forte» si lamentò la bionda, pentendosene un istante dopo quando capì di aver infierito senza volerlo. In realtà aveva pensato la stessa cosa su Shiki e sentirlo dire ad alta voce in quell'attimo di silenzio le aveva fatto uno strano effetto.

«Cercherò di lavorarci» promise mortificata Homura, scoprendosi lentamente il viso di un bel rosso acceso.

«Ehi, qualcuno mi risponde?» protestò Shiki ripetendo la domanda per l'ennesima volta. Non riusciva proprio a capirle in certi momenti e si sentiva tagliato fuori. Per quale motivo una frase normalissima aveva scatenato una tale agitazione?

«Attento, c'è un Pokemon Coleottero!» esclamò Rebecca, esasperata da tanta insistenza.

«Dove?» urlò il ragazzo allontanandosi di scatto dagli alberi. «Dov'è? Non lo vedo! È vicino a me?» strepitò agitato guardandosi freneticamente intorno già sudato e scosso dai brividi.

«Stavo scherzando!» disse la ragazza scoppiando a ridere. L'aveva detto senza pensarci e la scena si stava rivelando più esilarante di quanto immaginasse.

«Sei davvero terribile, Rebecca» commentò Homura ridacchiando.

«Lo so» rispose lei, ridendo ancora più forte. Iniziava a sentirsi piuttosto meschina nel vedere la reazione dell'amico ma non riusciva a fermarsi.

«Si può sapere cos'hai nella testa? Mi hai spaventato» intervenne serio Shiki guardandola storto.

«Scusa ma era un'occasione troppo bella per non sfruttarla» disse la bionda a fatica cercando invano di riprendere fiato mentre il giovane borbottava qualcosa di poco carino che la fece sentire ancora più in colpa.

«Scusa, non avrei dovuto» riprovò Rebecca poco dopo appena si fu calmata.

«D'accordo» annuì Shiki, capendo dal suo sguardo che era davvero pentita. «Adesso mi spieghi cosa stavate dicendo?» aggiunse subito dopo strappandole un gemito. La bionda non se l'aspettava proprio e il suo cervello lavorò febbrilmente in cerca di una scappatoia. Non aveva la minima intenzione di spiegargli una cosa simile, anche se forse glielo doveva dopo quello scherzetto.

«È un discorso lungo e delicato... vero, Homura?» iniziò piano dopo qualche secondo, colta da un'improvvisa illuminazione, cercando il sostegno dell'amica.

«Esatto. Un discorso tra uomini, soprattutto» confermò subito lei, annuendo convinta. «E adesso dobbiamo proprio sbrigarci» aggiunse decisa.

«Ah, ho capito! È meglio che chieda a tuo fratello allora. Giusto, Rebecca?» esclamò Shiki trionfante.

«No, non a lui!» strillò inorridita la bionda mentre questi si avviava allegro in direzione della città senza ascoltarla.

«Scusa» disse dispiaciuta Homura in risposta all'occhiataccia dell'amica. Le era sembrata una buona idea per darle una mano ma era evidente che la situazione avesse preso invece una brutta piega.

«Ora mio fratello non la smetterà più davvero, povera me» gemette sconsolata Rebecca immaginando la scena di Shiki che domandava proprio a Weisz una cosa simile.

«Andiamo, non sarà così terribile» cercò di incoraggiarla Homura, augurandosi di avere ragione. La bionda sembrava davvero terrorizzata all'idea e si sentiva parecchio in colpa ad averla messa ancor più nei guai dopo che lei aveva chiesto il suo aiuto.

«Vedrò di sopravvivere come sempre. In fondo non sarà la prima volta che Weisz si fissa su qualcosa di assurdo» sospirò rassegnata Rebecca qualche istante dopo, sforzandosi di intravedere uno spiraglio di luce in un disastro simile. Era da un po' che non si vedevano ma in fondo era sempre stata in grado di tenergli testa fin da bambina. E nel peggiore dei casi, avrebbe sempre potuto contare sull'aiuto del nonno, telefonandogli da un qualsiasi Centro Pokemon. Non che l'uomo potesse fare molto, così a distanza, ma una bella strigliata al nipote l'avrebbe data di sicuro.

Fu il turno di Homura di scoppiare a ridere, divertita dalla sua espressione improvvisamente decisa. Per fortuna Rebecca non sembrava essersela presa più di tanto per l'ennesimo guaio provocato dalla sua linguaccia e le due affrettarono il passo per raggiungere Shiki, tutto entusiasta all'idea di avere presto la compagnia di un altro ragazzo. Non che gli dispiacesse quella delle sue nuove amiche ma aveva diritto anche lui a un po' di sostegno e suo nonno gli aveva detto tante volte che viaggiare in gruppo sarebbe stato molto più piacevole.

Dal canto suo Rebecca, archiviato momentaneamente il problema in un angolo del suo cervello, non riusciva a smettere di sorridere, felice e fiduciosa per l'avventura appena cominciata. Nonostante qualche piccolo imprevisto, aveva già incontrato dei ragazzi simpatici che si augurava avrebbero accettato l'invito di unirsi a lei e Weisz. Non ne avevano parlato apertamente ma era abbastanza sicura, a giudicare dai loro sguardi, che avessero il medesimo desiderio di proseguire tutti insieme ed era certa che suo fratello non avrebbe fatto obiezioni. Il suo viaggio era iniziato solo da poche ore ma non avrebbe potuto essere più soddisfatta di così.



Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi sia piaciuta e di avervi strappato almeno un sorriso con questo piccolo esperimento. Era da un po' che avevo in mente un crossover tra Edens Zero e il mondo dei Pokemon, e finalmente ho avuto l'occasione di lavorarci. Probabilmente diventerà una serie che coinvolgerà in futuro anche i personaggi di Fairy Tail (motivo per cui tante cose sono rimaste volutamente in sospeso), ma per ora iniziamo con questa fic. Fatemi sapere che ne pensate della mia ennesima follia, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo. <3
Come ho accennato nell'introduzione, questa storia partecipa all'iniziativa “AU & Crossover challenge” del gruppo facebook “Fairy Tail & Edens Zero Italian fan group”, aperta a scrittori e disegnatori nei fandom di Fairy Tail, Edens Zero, Rave e il nuovo Gate of Nightmares (manga promozionale basato su un videogioco che Mashima ha contribuito a creare disegnando ambientazioni e personaggi). Avete tempo fino al 30 settembre compreso per partecipare secondo le regole che troverete sul gruppo. Che decidiate di partecipare o meno, vi aspettiamo numerosi per condividere il nostro amore nei confronti di queste bellissime opere (attenzione però ai possibili spoiler se non seguite le scan online)! :3
Se a qualcuno interessa, potete trovarmi anche nella mia pagina facebook (oltre che su Instagram e Twitter), dove posto le mie color e i link delle fanfiction.
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto, augurandovi una buona serata.
Bacioni e alla prossima!
Ellygattina

  
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