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Autore: Apollonia Storie    29/08/2022    0 recensioni
Lily. Harry. Ania. Draco. Voldemort.
Gli scacchi principali di questo gioco mortale.
Ania aspettava da anni di conoscere finalmente il grande Harry Potter, eppure, da quel momento in poi una serie di eventi agitano acque pericolose.
Draco non sa cosa ci vede in quella lí, sa solo che lo scava dentro, che é fragile e pericolosa allo stesso tempo, e che a lui i giochi pericolosi sono sempre piaciuti.
E il Signore Oscuro pensa davvero di conoscere bene il suo servitore Severus? E se il piú grande segreto dell'uomo fosse una figlioccia maledetta, per cui darebbe la vita?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Quando l’allarme suonó forte tra le pareti del castello e gli studenti furono forzati fuori dai loro letti,
c’era un solo sussurro che rimbalzava da bocca a bocca.
 
Potter.
Harry, Harry Potter ad Hogwarts.
 
 
I piedi nudi non fecero in tempo a sfiorare le pietre della Sala Grande che tutti gli studenti si erano ormai fatti un’idea del perché di quell’emergenza notturna.
 
 
  • È giunta voce…. – scandí O’Tosue portandosi le mani dietro la schiena.
  • Che un intruso abbia penetrato le mura del castello, stanotte… -
 
 
I suoi passi echeggiarono sonoramente tra le alte mura in pietra.
Nessun osava emettere un fiato, nonostante i pensieri macinassero rumorosi.
 
Draco abbassó lo sguardo, appena in tempo per evitare di incrociare quello di O’Tosue.
 
Li rialzó il secondo dopo, spostandoli nervosamente sui Carrow, giá a bacchetta sguainata, e sangue agli occhi.
 
  • Chi di voi avesse informazioni al riguardo, e le tenesse nascoste, sará severamente punito… - continuó il Preside, gli occhi glaciali che si posavano sfacciatamente sul gruppetto malconcio dei Grifondoro.
 
  • Chi invece sará abbastanza valoroso da farsi avanti, sará ricompensato…. –
 
Questa volta gli occhi del Preside si spostarono sull’ala verde-argento.
Anzi.
Si spostarono su di lui.
 
Draco non abbassó lo sguardo, ma soffocó un sospiro di sollievo quando O’Tosue spostó gli occhi su qualcun altro.
 
 
O’Tosue era famoso per i suoi giochetti mentali.
Per la sua abilitá e passione nello scavarti il cervello e frugarci dentro come un vecchio baule.
Se nessuno avesse parlato….
Se nessuno si fosse avanti…
 
 
  • Io ho delle informazioni, Preside. –
 
Una voce solitaria ruppe quel silenzio.
Ma non una voce qualsiasi.
A tutti i presenti risuonó chiara nelle orecchie, di chi fosse quella voce.
 
Draco spalancó gli occhi e cosí il resto della folla, che esterrefatta si ritrasse dal ragazzo.
 
Era lí.
Potter era davvero, ad Hogwarts.
 
 
  • Ma ho quasi la sensazione che la mia ricompensa non sia contemplata. –
 
 
La sua ironia piena d’odio fece sbarrare gli occhi di O’Tosue.
L’uomo fece per slanciarsi in avanti ma si bloccó quando il rumore di due incantesimi di disarmo lo costrinse a voltarsi.
 
 
Ai lati dei Carrow, Hermione Granger e Ron Weasley tenevano bene alte le loro bacchette.
Entrambi erano bagnati fradici, per qualche ragione, e una grossa zanna biancastra sbucava dalla tasca dei pantaloni di Weasley.
 
 
  • Ah! – rise O’Tosue rivoltandosi verso Harry.
  • Credi davvero che un ragazzino orfano e i suoi due amichetti sangue sporco possano fare alcunché Potter? Siete tre contro un esercito. –
 
  • Sono ben piú di tre, temo. –
 
 
La folla tiró di nuovo rumorosamente il fiato e questa volta anche a Draco mancó un battito.
O’Tosue si voltó, solo per ritrovarsi la bacchetta di Ania puntata dritta contro il naso.
 
La ragazza aveva uno sguardo di fuoco.
Il mantello scuro che le copriva di oscuritá il corpo, e i capelli lunghi raccolti in una treccia scompigliata e ribelle.
 
Mai stata cosí inquientante, pensó la folla.
Mai stata cosí seducente, pensó Draco.
 
 
Dietro di lei, una dozzina, o forse una quindicina, di uomini e donne e gnomi a pararle le spalle.
Sui loro volti, una maschera bianca con una saetta dipinta.
 
 
Le Saette erano arrivate ad Hogwarts.
 
 
  • Il castello è nostro O’Tosue. Puoi anche avvisare il tuo capo. È esercito contro esercito. – scandí Potter stringendo i pugni.
 
O’Tosue strinse i denti, e prima che potesse anche solo fiatare la sua figura si raccolse in un fruscio di ombre e voló oltre le finestre di Hogwarts.
 
Ania abbassó la bacchetta e i suoi occhi si spostarono su Harry.
Poi, si spostarono sulla folla.
 
 
Nessuno guardava piú il Prescelto.
L’intera Hogwarts tremava di sospresa alla comparsa di Ania Wool.
 
Un tempo, Linguamozza.
Ora, ricercata da mesi, presunta Mangiamorte, figlia di Clelia Wool e figlioccia di Severus Piton.
A bacchetta sguainata, al fianco di Harry Potter.
 
  • POTTER! –
 
La McGranitt irruppe tra i due stringendo le spalle di Harry e Ania la ringrazió mentalmente per quell’intrusione.
 
  • Felice di vederti ragazzo. –
  • Professoressa McGranitt, dobbiamo sgomberare il castello. Arriveranno, presto e… -
  • Di questo me la vedo io. Tu fai qualsiasi cosa sia venuto a fare stanotte… - annuí la donna fieramente prima di spostare gli occhi sui suoi studenti.
  • I Prefetti e i Caposcuola accompagnino i rispettivi studenti verso i dormitori. Il castello deve essere evacuato e… –
 
  • …Cosa? Sono ricercati! Entrambi! Io dico, informiamo il Ministero !–
 
  • Io dico chiudi quella cazzo di fogna Pansy. – sbottó Draco, nevrotico staccandosi dal gruppo delle Serpi e mandando saette con gli occhi.
 
Pansy lo guardó esterrefatta, e la sua sorpresa si accentuò all’estremo quando vide la figura di Ania pararsi inconsciamente dietro le spalle di Draco.
 
  • Il suo contributo è sempre molto prezioso Miss Parkinson. Potrá certamente discuterne con i suoi compagni durante il tragitto verso il suo dormitorio. L’aria dei Sotterranei vi faciliterá il dialogo. – sbottó la McGranitt, mentre un urlo di esultazione ruppe l’aria greve che si era creata.
 
 
Nella confusione piú totale la McGranitt annuí un’ultima volta verso Harry prima di spalancare le porte della Sala Grande con un soffio di bacchetta.
 
  • Dovresti andartene anche tu… - bisbiglió Ania ancora intenta a nascondersi buffamente dietro le spalle di Draco.
I suoi occhi vagavano nervosamente sulla folla di ragazzi, chi su di giri, chi in pieno panico.
Il gruppetto verde-argento non se l’era fatto ripetere due volte, e la mente di Ania non poteva impedirsi di sperare che Draco li seguisse.
 
  • E lasciare a Potter tutta la gloria? – disse lui, riportandola con gli occhi sulla sua smorfia arrogante.
 
Ania lo guardó con il cipiglio piú severo che riuscisse ma poi gettó la spugna.
Il suo cuore era egoista.
 
 
 
 
Il castello si animó di voci e bagliori luminosi.
 
Non ci volle molto perché l’Ordine della Fenice al completo si affiancasse agli insegnati di Hogwarts.
I Weasley, Lupin, i Tonks.
Ma non solo.
 
 
  • Draco… - sussurró Ania fermandosi davanti il portone d’ingresso dell’Atrio.
  • Quella non è ...- biascicó stringendo gli occhi
 
La figura di Narcissa Malfoy spiccava come una macchina d’inchiostro su una pergamena, nella sua imponenza aristocratica.
I capelli appena raccolti, e le braccia incrociate, mentre con sguardo turbato faceva vagare gli occhi sulla barriera magica che a poco a poco avvolgeva il castello.
 
  • Cosa cazzo... Ma perché voi femmine siete delle pazze furiose? –
 
Il tono di Draco trasudava nervosismo e preoccupazione, e Ania nemmeno si arrabbió quando la scostó poco delicatamente per dirigersi a passo spedito verso la madre.
 
Narcissa si voltó appena in tempo per vedere il figlio marciare contro di lei, ed alzó gli occhi al cielo.
 
Draco sovrastava la madre di un buon trenta centimetri, ma nonostante questo, Narcissa era avvolta da un enorme aurea di superioritá che lo faceva sembrare un bambino di cinque anni.
 
Era quasi tenero vederlo sbraitare contro quella donna di ghiaccio, inveirle di tornare a casa come se lui fosse il genitore preoccupato e lei l’adolescente senza freni.
Ania non poteva sentirli, ma sorrise a quella buffa scena, poggiandosi all’imponente portone dell’Ingresso.
 
 
Ma il suo sorriso si geló i suoi occhi incrociarono quelli di Sirius Black, appena comparso alle spalle della McGranitt.
Si era dato una ripulita, l’ex fuorilegge.
I tatuaggi celtici gridavano rancore dal suo petto, ma i capelli stretti nella coda di cavallo e la barba curata regalavano l’immagine di un uomo onesto.
 
 
I loro sguardi si studiarono un attimo, Ania era quasi sul punto di fargli un cenno, quando gli occhi dell’uomo si spostarono da lei, con un tremito.
 
E Ania capí.
Non c’era bisogno nemmeno di voltarsi.
Lo sentiva nell’aria.
Gli occhi di Black parlavano da soli.
Gli occhi di un uomo innamorato che rivede l’amore della sua vita dopo mesi.
 
Si poteva percepire la presenza di Clelia Wool, anche solo dall’emozione che traboccava da quelle iridi.
 
 
  • Ania. –
 
 
Fu solo un sussurro, ma le diede i brividi.
 
-Ania ti prego, voltati. -
 
Era una preghiera, ma decisa.
Non una tipa da piagnucolii vari sua madre, dopotutto.
 
Quando si volse Clelia Wool era, infatti, difronte a lei.
Piuttosto in forma, a dirla tutta.
Non con quelle guance scavate e gli occhi folli a cui si era abituata a Casa Tonks.
 
Indossava anzi un bel mantello porpora e il suo volto era perfetto come poteva esserlo quello di angelo.
 
 
  • Ciao…- disse sua madre con un sorriso incerto ma rilassato.
 
  • Ciao, Clelia… -  disse lei, il tono neutro di chi non sa nemmeno che emozioni provare.
 
 
 
Clelia tentó un altro sorriso, e poi abbassó lo sguardo, facendolo vagare sul viso e sul corpo adolescente di sua figlia.
 
 
  • Ci sono cose che dovrei dirti… - inizió, ma Ania la interruppe.
 
  • Non sono sicura sia il momento piú adatto, a dire il vero. Sono anni che aspetto, ma ora… - le parole le uscirono velocemente, cosí come le aveva pensate.
 
 
I suoi occhi si spostarono velocemente verso l’enorme muraglia di luce che si alzava fino al cielo, fino a diventare protezione e gabbia insieme del loro amato castello.
 
 
Clelia seguí il suo sguardo e Ania la sentí rabbrividire.
 
 
  • Spero tu non abbia pensato nemmeno un attimo che io fossi una di loro Ania. – disse sua madre senza spostare gli occhi.
  • …ma se anche lo avessi pensato, ti faró cambiare idea quando staccheró la testa di ogni singolo Mangiamorte che mi trovo davanti stanotte. – disse, e il suo tono vibró di disprezzo e rabbia.
 
Ania spostó lo sguardo su di lei e non riuscí a trattenere un sorriso.
 
  • Sembra divertente. – disse e Clelia si aprí in un sorriso divertito che le avvolse labbra e occhi.
 
 
Quel momento, quel dimenticato amore che le avvolse sbiadí come ghiaccio nel fuoco quando un boato atroce fece tremare il terreno fradicio.
 
 
Ania alzó gli occhi verso la destra, dove una nube di fumo annunciava il primo attacco dei Mangiamorte contro gli incantesimi di Hogwarts.
 
 
  • Il ponte…. – sussurró Ania.
 
Non fece in tempo a spiccare il volo verso l’atrio del castello che una stretta al braccio la fece voltare con dolore.
 
  • Wool… - biascicó Draco guardando con ansia il fondo del corridoio verso il ponte.
  • Sei sicura che… -
 
Ania poteva leggere la paura dipinta tra gli occhi di ghiaccio del ragazzo.
Anche lei avrebbe dovuto avere paura, e invece non ne provava, nemmeno un briciolo.
 
Ora aveva sua madre.
Aveva Harry.
Aveva una bacchetta tutta sua.
Aveva la considerazione di tutta Hogwarts.
E soprattutto, aveva le mani del ragazzo piú attraente del  pianeta attaccate al braccio.
 
 
In un moto di euforia gettó le mani tra i capelli di lui e lo tiró a sé, premendo con le forza le labbra sulle sue.
 
Non credeva nemmeno di poter baciare con cosí tanta foga, eppure sentiva un incendio divamparle tra le costole.
 
 
  • Non preoccuparti Malfoy. Ti guardo io le spalle, ah? – sussurró divertita prima di prendere a correre verso la fine del corridoio.
  • NON ESSERE STUPIDA WOOL… SO GUARDARMELE DA SOLO…arrogante del cazzo…. – lo sentí blaterare prima di sfoderare la bacchetta e procedere a passo militare dietro di lei.
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Prima che arrivassero al ponte un altro boato, piú forte, li fece quasi cadere a terra.
 
Le difese del castello stavano cedendo.
Ania sentiva le urla dei Mangiamorte sempre piú forti, sempre piú vicine.
 
Quando sbucarono di nuovo nella fredda aria del giardino, gli occhi di Ania incontrarono quelli di Ginny Weasley, a bacchetta sguaiata, e volto pallido.
 
 
 
  • NON REGGERÁ A LUNGO. – le gridó, quando un terzo boato li costrinse a schiacciarsi le mani sulle orecchie.
 
Ania deglutí forte, e il suo cervello prese a ragionare velocemente, in cerca di una soluzione.
 
 
Dall’altro lato del ponte, una trentina di tuniche nere sferzava incantesimi rabbiosi contro la barriera e gridavano insulti.
Non vedevano l’ora.
Non vedevano l’ora di puntare le loro bacchette contro le loro testoline giovani.
Non vedevano l’ora di imbarattare il ponte di Hogwarts col loro sangue.
Di distruggere tutto ció che si trovavano davanti.
 
 
E Ania, cazzo, Ania provava lo stesso in quel momento.
Non vedeva l’ora  di staccare la testa ad ognuno di loro, cosí come aveva detto sua madre.
 
 
  • Oh no… - sussurró Draco, e quando Ania si voltó a fissarlo il suo sguardo le mise i brividi.
 
Dall’altra parte del Lago, su quella esatta collina su cui loro quattro si erano materializzati appena un’ora prima, una folta folla di Mangiamorte fissava amaramente il castello.
In capo al gruppo, una figura affilata, quasi fluttuante, avvolta nell’oscuritá li fissava con disprezzo.
 
 
Ania non lo aveva mai visto.
Nemmeno immaginato.
Ma le bastó uno sguardo per capirlo.
 
Lord Voldemort, li aveva appena onorati della sua presenza.
 
 
Il Mago alzó appena il braccio.
Lo puntó verso il castello.
 
Fu un sibilio.
Un attimo.
Poi l’urlo.
 
 
  • A TERRA! –
 
La voce di Fred Weasley li fece tremare da capo a piedi.
Draco la buttó a terra prima che lei potesse collegare il cervello al corpo.
 
Questa volta non vi fu un boato.
Questa volta, vi fu un esplosione.
 
 
BOOM.
 
 
L’intera barriera magica implose come un bolla di sapone e vetro.
 
Pezzi di luce gli piovvero addosso.
Minuscoli granelli di speranza che venivano spazzati via dall’urlo rabbioso del Signore Oscuro.
 
 
Ci fu un attimo, una frazione, di silenzio.
Quel tanto che gli bastó per alzare lentamente gli occhi sull’avversario.
Schieramento contro schieramento.
 
Nero contro bianco.
Mangiamorte, contro Hogwarts.
 
Un giovane Lupo Mannaro dal viso affilato e la barbetta inspida avanzó un passo.
La punta della sua scarpa si fermó appena un millimetro prima del ponte, cauto.
 
I respiri vennero trattenuti in gola, e gli occhi si spalancarono nervosamente, quando anche quella minuscola, infima distanza venne annullata.
 
Nulla accadde.
 
Il sorriso del giovane si allargó sul volto.
Poi l’urlo.
 
  • ALL’ATTACCO! –
 
Le voci dei Mangiamorte li fecero tremare da capo a piedi.
Persino il ponte inizió a vibrare sotto i passi violenti della truppa oscura.
 
I giovani studenti si alzarono di scatto, bacchetta in mano e cuore in gola.
 
La battaglia, aveva appena avuto inizio.
   
 
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