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Autore: The Princess of Stars    30/08/2022    0 recensioni
Si dice che le nostre scelte vengano influenzate da quello che ci succede e chi ci sta intorno, i rapporti che creiamo e come affrontiamo le sfide. Sappiamo già come Nihal della Terra del Vento sia giunta a scegliere la via della guerra invece di un'esistenza semplice come pretesa dalla sua società. Ma come sarebbero andate le cose se, nel momento più buio della sua vita, Nihal avesse incontrato qualcuno che credesse davvero in lei fin da subito? Come si sarebbe sviluppato il loro rapporto? Ci sarebbe stato poi posto per Sennar? In questa storia vi racconterò di come Nihal divenne Cavaliere di Drago quando la sua strada si incrociò con quella Samael, un cavaliere ribelle che come lei cercava sé stesso.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nihal, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Ecco il primo capitolo vero e proprio! Fatemi sapere cosa ne pensate!

Buona lettura e grazie a tutti!

 

“Corso base… davvero?” perché non era sorpreso? Lui l’aveva sfidato e anche Nihal. Era naturale che gli mettesse i bastoni tra le ruote. Raven aveva capito perfettamente che Samael aveva accettato l’ultima offerta di docenza solo per la mezzelfo. Quel silenzioso ricatto nella folla ne era la prova.
 
“È una recluta. Farà tutto il percorso delle reclute… se riesce a starle dietro” rispose il Generale Supremo
 
“Abbiamo il Tiranno che ci massacra, c’è una recluta già avanzata e tu le fai perdere tempo invece che investirlo nel farla migliorare perché ha ferito il tuo ego? Davvero saggio, Generale”
 
“Stai al tuo posto Samael. La mia decisione è definitiva” ringhiò l'uomo “Passerà al tuo corso solo quando gli altri istruttori saranno concordi all’unanimità. Ora sei congedato… maestro” disse con un sorrisetto trionfante. Samael fece un inchino di congedo e uscì dalla sala. Esatto. Maestro. Pensò con un piccolo sorriso compiaciuto E se c’è qualcosa in cui sono maestro è sfruttare le regole a mio vantaggio.
 
Nihal non lo aveva notato al tavolo dei maestri durante i pasti. Samael preferì così, gli avrebbe facilitato il lavoro. Lo scenario che seguì gli fece salire una rabbia che a stento trattenne. Nihal era sempre da sola e veniva allontanata dai compagni. Nessuno l’accolse. La trattarono con freddezza e distacco come se non meritasse di essere lì solo perché diversa. Per la prima volta Nihal si sentì esattamente così: diversa. Samael non intervenne. Non avrebbe fatto Papà Chioccia. Nihal doveva affrontare questa realtà e le sue sfide da sola.
 
Passarono i giorni e Nihal ogni mattina dovette ascoltare in silenzio delle nozioni di spada che già conosceva e disarmare il ragazzetto di turno che si allenava con lei, il quale puntualmente cercava la scusa del perché una femmina lo avesse disarmato o di come glielo avesse permesso, facendo ribollire di rabbia la ragazza che davanti agli istruttori era impotente.
 
Pensò a come aveva immaginato la sua vita all' Accademia.
 
Paragonò i suoi sogni a quella realtà.
 
L’assalí la tristezza ogni giorno sempre di più.
 
 

Passarono due lunghe e interminabili settimane di solitudine e vessazioni, colmate da notti piene di incubi della sua gente sterminata e Livon ucciso davanti a lei.
 
Finito l’ennesimo monotono allenamento Nihal si diresse verso lo stanzino buio affibbiatole come camera.
 
“Recluta!” La mezzelfo non si voltò, c’erano dei ragazzi nei dintorni, non pensava parlassero con lei.
 
“Recluta Nihal!” la voce tuonò più autoritaria e Nihal sentendo il suo nome si fermò per poi voltarsi a guardare la fonte di quella voce giovane e tonica che decise appartenere ad un altro ragazzo in addestramento.
 
“Che cosa-Ouff!” le arrivò in faccia un guanto che per la sorpresa le impedì di vedere il ragazzo avvicinarsi. Era un guanto di sfida!
 
Bene. Chi è lo sbruffone che devo mettere al suo posto? Pensò alzando lo sguardo, ma lo sfidante le era passato accanto e lei riuscì a vedere solo la grossa statura in armatura.
 
“Tra due ore qui. Scegli l’arma che preferisci” alzò la voce “È un duello privato. Il primo che si affaccia diventa cibo per draghi. Chiaro?” Nihal rimase sorpresa, non tanto per l’audacia, ma per come delle reclute che camminavano intorno, a quelle parole era rimasto solo il suono dei loro passi in corsa ormai lontani.
 
“E tu chi diamine saresti?” disse Nihal stizzita per quell’atteggiamento strafottente.
 
“Presentati tra due ore e se mi andrà te lo dirò” non si voltò e continuò a camminare
 
“Tra due ore c’è il sole a picco”
 
“Se pensi che i fammin aspettino i tuoi comodi hai sbagliato mestiere, principessina” e la figura sparì dietro un portone, lasciando Nihal livida e furente per quell’ennesimo affronto. La mezzelfo strinse i denti e il guanto tanto da fare diventare bianche le nocche.
 
Bene. Tra due ore ti faccio vedere io chi ha sbagliato mestiere. Pensò decisa tra sé e sé.
 
Due ore dopo la ragazza si presentò puntuale al duello. Benché fossero in pieno autunno, la struttura dei campi di addestramento impedivano il passaggio del vento e a quell’ora il sole investiva tutta la zona di combattimento rendendola un forno, quasi fossero in piena estate.
 
La rabbia le salì quando il suo avversario non si presentò con la sua stessa puntualità. Mezz’ora, un’ora, un’ora e mezza. Niente. Ma lei non poteva rientrare, nonostante sentisse la campana del rancio. I commilitoni l’avrebbero additata come una vigliacca se non fosse tornata palesemente dopo uno scontro. Gli avrebbe dato un pretesto per schernirla ulteriormente. Doveva rimanere lì a cuocere sotto al sole e aspettare che il suo sfidante si degnasse di farsi avanti.
 
Samael la stava osservando comodamente all’ombra di una colonna, sorseggiando dell’acqua fresca. Vedeva la mezzelfo iniziare ad essere irrequieta oltre che frustrata, ma imperterrita lo attendeva.
 
“Maledetto bastardo!” dopo due ore e mezza arrivò l’esclamazione che Samael aspettava.
 
Maledetto! Lo sta facendo apposta! Mi sta facendo stancare per il caldo e l’assenza di acqua! Realizzò la ragazza. Ecco il perché di quell’orario folle.
 
“Ce ne hai messo di tempo per capirlo” disse Samael uscendo dal nascondiglio. Alla cintura aveva la sua borraccia di acqua fresca e la vista fece ribollire il sangue di Nihal. La ragazza iniziò a studiare l’avversario che avanzava verso di lei.
 
Come aveva precedentemente notato era molto alto. Era certa superasse di poco i due metri e la sua figura era imponente ma ben proporzionata. L’armatura completa le ricordava quella di Fen ma era molto più grezza e pesante. Portava uno scudo tondo con due semilune rispettivamente in cima e in fondo allo scudo dandogli una forma a clessidra rovesciata. La spada era stupenda. Da lontano sembrava una di quelle di Livon. Prima che Nihal potesse iniziare a ragionare su quale potesse essere il suo stile di combattimento, incalzante o attendista, notò un dettaglio che la spiazzò: la corazza era nera, come la cotta di maglia e il gambeson sottostante e l’elmo che gli copriva il volto, e il sole era alto sulle loro teste.
 
Ma questo è pazzo… fu il pensiero che la distraé dal suo intento.
 
“Iniziamo?” e si mise in guardia
 
“Sei sleale! Te la sei presa comoda per assentarmi e farmi prendere un’insolazione!” accusò Nihal.
 
“Spero che la tua abilità con la spada sia pari a quella di puntare l’ovvio. I fammin se ne fregano della lealtà o non hai imparato niente da Salazar?” e tagliente come la lingua di quell’uomo, così la spada di Nihal si abbatté su di lui il quale, ottenuto il risultato sperato, accompagnò il colpo con la propria lama, spostandosi di lato e con un colpo secco di scudo buttò la ragazza a terra puntandole la spada alla gola.
 
Nihal a quel tonfo sembrò risvegliarsi dalla sua furia. Aveva perso. Così. In un attimo lo scontro era finito. Era rimasta a bocca aperta. Non era mai successo. Nemmeno con Fen. Fu la stessa spada a richiuderle la bocca, premendo di piatto sotto al suo mento.
 
“Tutto qui? Alzati e fa sul serio, guerriera” il tono di scherno con cui lo disse le fece ribollire il sangue nelle vene. Lui indietreggiò di un paio di passi. “Forza al meglio di tre. Uno a zero per me”
 
Una nuova luce illuminò gli occhi di Nihal. Svuotò la mente e partì nuovamente all'attacco, calando fendente dopo fendente, parando e scartando, sfruttando tutta la sua forza per assestare un buon colpo. Inaspettatamente il suo sfidante si trovò a danzare con lei e le loro spade. In alcuni momenti a Nihal parve di vedere un’apertura ma puntualmente lo scudo o la spada si frapponevano fra loro. La mezzelfo menò un altro fendente verso l’alto, ma il suo sfidante roteò lo scudo catturando la lama nella mezzaluna e spingendo il corpo verso il basso per poi portare a segno un pugno sul volto di Nihal, costringendola a staccarsi dalla spada, finendo lei a terra e la sua spada ai piedi dello sfidante.
 
La mezzelfo vide buio per un momento e poi sentì il dolore del pugno sul viso. Il labbro le pungeva e poi sentì il sapore metallico del sangue che le colava dalla ferita sulla bocca. Vide la propria spada scivolare di nuovo verso di sé.
 
“Due a zero” lo sfidante gettò via lo scudo e impugnò la spada bastarda con due mani “Vediamo se adesso va meglio”
 
Nihal riprese la spada e sudata, impolverata e dolorante si alzò rimettendosi in guardia. Era la sua occasione. Quella fortezza inespugnabile a forma di uomo aveva aperto le mura e messo in difesa solo dei fanti. Lei era svantaggiata per via dello scudo, adesso erano nel suo campo. Spada contro spada. Almeno quello scambio doveva vincerlo.
 
Nihal si fece più attenta, facendo leva sull'agilità, il suo vantaggio più grande. Con sua grande sorpresa, nonostante stazza e armatura anche il suo avversario era sorprendentemente veloce. Ripresero a danzare a colpi di spada, Nihal cercando un’apertura e il guerriero davanti a lei difendendo con abilità non indifferente. La giovane mezzelfo stava iniziando a risentire delle due ore e mezza sotto al sole e senza acqua. Le facevano male i muscoli e la bocca era umida solo dal sangue che ancora cadeva dalla ferita.  La frustrazione della ragazza crebbe perché nonostante i suoi attacchi e la corazza con cui si era presentato il suo avversario sembrava non risentire del caldo e della fatica. Non si muoveva nemmeno più di tanto. Era una roccia irremovibile. Nihal tentò una finta per poi attaccare verso il volto dell’avversario. Mai si sarebbe aspettata di vedere in un attimo la lama nemica infilarsi nell’occhiello creato dalle ali di drago dell’elsa della sua stessa arma, per poi torcersi e volare via dalle sue mani facendola sbilanciare in avanti. Scambiandosi quasi di posto con il combattente. La ragazza riuscì a non cadere e a voltarsi di scatto solo per rimanere accecata brevemente dai raggi del sole, che nel frattempo aveva continuato la sua marcia. Quei secondi bastarono e con una spallata Nihal finì di nuovo a terra disarmata e con la spada alla gola.
 
“Meglio. Ma comunque tre a zero. Hai perso” seguirono attimi di silenzio in cui Samael aspettava una reazione e Nihal giungeva alla realizzazione di essere stata non sconfitta, ma brutalmente stracciata. Fosse stata in battaglia sarebbe morta come un’idiota.
 
Sentì le lacrime agli occhi per la rabbia di essersi fatta battere di nuovo nel suo stesso campo, in quella cosa in cui sapeva di eccellere. Quel silenzio venne riempito solo dai loro respiri affannati, mentre recuperavano il fiato dopo lo scontro.
 
“Complimenti. Hai vinto. Hai umiliato la ragazza mezzelfa. Ti sei divertito?” gli ringhiò contro Nihal, rabbiosa. Non aveva solo perso lo scontro, aveva perso le staffe abboccando alla sua provocazione.
 
“A vederti combattere molto. Direi che hai tanto lavoro da fare, ma appena avremo finito con l’addestramento sono sicuro che potremo divertirci sul serio” disse con un tono allegro che non aveva nulla a che vedere con quello autoritario di prima. Tolse la spada da sotto la gola della ragazza “Scusa per averti trattato a pesci in faccia. Volevo vedere come reagivi alle provocazioni e sotto pressione. Molto male ho visto, ma anche su quello possiamo lavorarci” Nihal scattò a sedersi quando realizzò il senso di quelle parole.
 
“Mi stavi mettendo alla prova! Sei un maestro d’accademia!” esclamò.
 
“Buongiorno, principessa!” rispose canzonandola “E pensare che ti ha addestrata quel bietolone di Fen. Mi dispiace che tu non sia riuscita ad essere più precisa, ho anche usato alcuni suoi movimenti preferiti” Nihal si diede della stupida per non esserci arrivata prima.
 
“Sei un Cavaliere di Drago” concluse dimenticandosi di come un attimo fa lo volesse morto e del labbro spaccato che lui le aveva procurato.
 
Ma come ho fatto a non accorgermene! Ecco perché quei movimenti mi erano familiari! Ma con quell’armatura non sembra un cavaliere… direi più un mercenario. Pensò la ragazza ancora stupita
 
“Sei anche tu allievo di Fen?” gli chiese, non curandosi del fatto che si fosse inchinato davanti a lei.
 
“Diciamo che io e te abbiamo una formazione e due conoscenze in comune” disse e si slacciò l’elmo, togliendolo. Per un momento Nihal tornò indietro all’incontro con Fen. Rimase travolta dalla bellezza angelica del viso di quell’uomo. Il volto squadrato aveva dei lineamenti dolci, un naso delicato ma virile, una bocca sottile e ben disegnata che mostrava un sorriso fatto di perle. Il tutto incorniciato da una chioma castana mossa portata con una riga naturale nel mezzo. Sennar aveva dei bei occhi e quelli di Fen erano di un verde indimenticabile, ma il celeste degli occhi di questo cavaliere erano un qualcosa al di fuori di quel mondo. Erano di un azzurro topazio ma con una sfumatura tale da farli sembrare liquidi come l’acqua più pura di un lago. Samael si era fatto la barba e Nihal poté chiaramente rendersi conto della sua età. Era decisamente più grande di lei, ma più giovane di Fen. Forse non li separavano dieci anni, ma il passo era breve.
 
Ma è un requisito essere belli come una statua per diventare Cavaliere di Drago? Pensò Nihal e per un momento rimase incantata dal sorriso che da amichevole si fece spavaldo.
 
“Lo so. Sono molto bello, ma non lasciare che la cosa ti deconcentri” Così come si era incantata Nihal si ridestò e si sentì arrossire. Non seppero però se per l’imbarazzo di essere stata pizzicata a fissarlo imbambolata o la stizza per l’autocompiacimento del cavaliere.
 
“P-per tua informazione mi sono solo meravigliata della tua età e armatura. Non sembra molto da-”
 
“-Sssh! Zitta. Se muovi la bocca non riesco a chiudere la ferita” disse zittendola e solo allora Nihal si rese conto che il dolore pungente sul labbro era sparito e al posto del sapore di sangue c’era un calore piacevole che proveniva dalla mano del cavaliere a pochi centimetri dal suo viso. Lì la mezzelfo si imbarazzò per non essersi accorta di nulla. Anche lui conosceva la magia come lei.
 
“Scusa per il labbro ma non potevo andarci leggero. Volevo vedere in prima persona di che pasta sei fatta” disse una volta finito l’incantamento di guarigione.
 
“Ti mandano Fen e Soana, vero? Non pensano possa farcela…” chiese Nihal delusa. Era allievo di Fen e conosceva la magia. Doveva per forza conoscere anche Soana.
 
“Fen non lo vedo da quando è stato richiamato al fronte. Soana è venuta a cercarmi per chiedermi un favore e caso voleva che io avessi già intrapreso una mia iniziativa per diventare tuo insegnante. Quindi… no, non si può dire che mi mandi lei” concluse prendendo qualcosa dal terreno prima di voltarsi nuovamente verso di lei “Per inciso, io detesto questo posto. Sono qui per insegnare a te. Sentiti onorata.” disse con un sorrisetto compiaciuto strizzandole l’occhio, cosa che fece solo innervosire Nihal per la sfacciataggine, però accettò l’aiuto quando le prese la mano per aiutarla a rialzarsi.
 
“Tieni, bevi” le diede la propria borraccia che Nihal accettò subito. Stava morendo di sete e aveva la bocca impastata, inoltre voleva liberarsi del sapore di sangue. La mezzelfo fece un paio di sorsi sentendosi subito meglio quando l’acqua fresca le scese per la gola secca, sciacquando via quel sapore orrendo. Senza pensarci due volte si gettò dell’acqua in faccia per rinfrescarsi, ignorando brutalmente di essersi bagnata la camicia che adesso le aderiva perfettamente al corpo anche per via del sudore dovuto allo scontro. Tuttavia Nihal non ci diede peso, era sospettosa. Da quando era entrata in Accademia era stata trattata a pesci in faccia e ora questo bell’imbusto sfacciato voleva aiutarla?
 
“Tu che cosa ci guadagni? Cosa vuoi da me?” chiese sospettosa Nihal.
 
“Una degna compagna d’armi. Che mi ascolti, impari e migliori. Fen ti ha insegnato qualcosa, ma è palese che lo facesse come passatempo per giocare. Sei piena di difetti, ma di possono aggiustare con un po’ di di impegno”
 
“Perché vorresti insegnarmi? Ti faccio notare che sono una donna” disse fredda. Il cavaliere la squadrò.
 
“Eh, lo vedo che sei una donna” disse guardandola negli occhi. Nihal rimase in attesa, Samael sorrise alla sua innocenza e riprese la parola “Ho un’ottima vista, e come vedo che sei una donna vedo anche il dono che hai con la spada”
 
“Sono stata trattata come una criminale da quando sono arrivata. Mi devi ritenere una stupida se pensi che io creda che una persona qui dentro voglia aiutarmi di sua sponte. Perché lo fai se non per Fen e Soana?”
 
Il volto del guerriero si fece più serio. Incrociò le braccia sul petto “Mettiamo le cose in chiaro, guerriera: io non sono Raven, il Sommo Generale Supremo di Questa Ceppa” Nihal sgranò un momento gli occhi sorpresa dal poco riguardo nei confronti del Generale Supremo “A me non interessa se sei uomo, donna, gnomo, mezzelfo eccetera. Non mi interessa se sei la cugina del fratello del cognato del Cavaliere della Terra del Chissene che seguono la tradizione di questo Ciufolo. Se hai un talento per il combattimento, vuoi intraprendere questa strada e dimostri di meritartelo, io ti insegno” il tono di fece più gentile “Ti ho vista durante lo scontro con quei dieci. Tu hai il potenziale per diventare un’ottima combattente, ma chi comanda qui non vuole sentire ragioni. Vuoi diventare Cavaliere di Drago? Questo è il posto giusto per te. Ho deciso di aiutarti perché voglio che tu abbia le stesse opportunità degli altri, se continui a dimostrare di meritarle. Lavora sodo e dimostra di avere quello che ci vuole e cavalcherai un drago, ma se ti siedi sugli allori e ti buttano fuori io non muoverò un muscolo per farti rimanere. Sei tu l’artefice del tuo destino. Raggiungere il tuo obiettivo è solo in mano tua. Sono stato chiaro?” Nihal cercò una qualsiasi traccia di menzogna nelle sue parole. Non era il suo Fen e i suoi modi erano decisamente lontani da quest’ultimo, ma la determinazione con cui le disse infiammarono l’animo di Nihal con una nuova energia. Era un’occasione per farsi valere. Non l’avrebbe buttata.
 
“E il Generale Supremo? Mi odia. Lo so che vuole tenermi con i principianti per avermi fuori dai piedi” disse Nihal chiedendo il piano.
 
“Il pallone gonfiato non ha pensato che in quanto maestro del corso avanzato di strategia militare e combattimento è nel mio pieno diritto fornire lezioni aggiuntivi agli allievi che ritegno meritevoli” disse con un sorrisetto furbo. Nihal già adorava questo insegnante. “Segui le lezioni come devi. Domani fatti trovare qui un’ora dopo la fine dei corsi e inizieremo con qualcosa di adatto a te” a Nihal brillarono gli occhi.
 
“Non ti deluderò, maestro!”
 
“Niente formalità. Chiamami Samael.” Le porse la spada che aveva perso.
 
“Grazie, Samael” riprese la spada.
 
“Non ringraziarmi ancora. Oggi era il riscaldamento”
 
“COSA?!” ma lui già se ne stava andando, ripreso elmo e scudo.
 
“A domani, Guerriera!” e sparì dietro un portone, stavolta lo scherno inesistente all’appellativo. Nihal da un lato voleva protestare. Era un guerriero. Perché storpiare quella parola al femminile, eppure da un lato le piaceva. Quella sera seguì la solita routine e solitudine, ma vedendo Samael al tavolo dei maestri, e verso strizzarle l’occhio con fare amichevole le risollevò l’animo che in quelle settimane non faceva che sprofondare sempre di più. Andò a riposarsi con l’ombra di un sorriso sul volto.
 
E questo è il primo incontro dei nostri eroi! Fatemi sapere che ne pensate!
Un abbraccio!


The Princess of Stars!

 
  
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