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Autore: Sianna Salvatore    30/08/2022    2 recensioni
Piccoli scorsi di una storia d'amore che è destinata a rimanere un segreto ascoltato solamente dai muri di pietra del castello.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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RIMANI

Era appena arrivato l’inverno in Scozia e quella notte una leggera e candida neve stava scendendo lentamente dal cielo comprendo di bianco i prati, le foreste e il castello che si stagliava in mezzo al lago ormai congelato.
Hogwarts dormiva tranquilla e silenziosa. Nessuna finestra era illuminata o almeno così sarebbe parso ad uno sguardo fuggente ma, se qualcuno avesse effettivamente osservato con dovizia ogni finestra e finestrella avrebbe notato quel lieve bagliore provenire da un piccolo pertugio nascosto. Era una delle pochissime finestre dei sotterranei della scuola, dove erano situate l’aula di Pozioni e gli alloggi privati di Severus Tobias Snape, direttore della Casa fondata dalla potente mago Salazar Serpeverde.
Ed era proprio il pozionista una di quelle uniche due persone sveglie in quella fredda notte dicembrina.
Era disteso nel suo divano di velluto nero, portava una semplice camicia bianca, pantaloni neri abbinati ai calzini. Le scarpe accuratamente sistemate sotto ad una sedia vicino alla porta d’entrata. Il mantello nero appeso all’appendiabiti.
Tra le sue braccia stava accoccolata una figura minuta. Aveva capelli rosso-ramato, due occhi verde smeraldo e pelle candida, sporcata sul viso da qualche lentiggine.
Nessuno dei due parlava. Snape si limitava a passare la mano tra i capelli di lei in una leggera carezza mentre la guardava.
Lei era rivolta con lo sguardo verso il camino dove scoppiettava un cado fuoco che illuminava e scaldava la stanza.
L’atmosfera che si respirava era serena, tranquilla, quasi sonnecchiante.
La ragazza si mosse appena per sistemarsi meglio tra le braccia dell’uomo e bearsi di quell’abbraccio e di quel calore che solo in momenti come quello poteva permettersi.
Severus le diede un leggero bacio tra i capelli, anche lui cullandosi di quelle sensazioni che quegli attimi fuggenti gli concedevano. Erano sensazioni che l’avrebbero accompagnato per i giorni che sarebbero venuti, quei lunghi giorni di attesa che anticipavano il loro prossimo incontro. Erano momenti che voleva imprimesi a fuoco nella memoria per poi rimembrarli quando pensieri cupi e tristi si sarebbero affacciati nella sua testa in lunghe notti solitarie e fredde.
- Severus. - sussurrò la ragazza.
Lui non rispose. Strinse l’abbraccio. Non aveva voglia di parlare, di rompere quell’atmosfera che si era creata.
Lei capì. Lentamente di girò. Volto contro volto.
Severus le si avvicinò e le sfiorò le labbra con le sue. Lei socchiuse gli occhi per godersi quel lieve contatto. Non andarono altre. A loro bastava.
Quando si staccarono rimasero immobili, fronte contro fronte e si guardarono negli occhi.
Lui continuava la sua carezza leggera sui capelli di lei.
Lei circondò la vita di lui con un braccio e si strinse. Voleva essergli più vicino.
Fuori intanto al neve continuava a scendere. Nella stanza il fuoco continuava a bruciare.
Era il loro attimo.
Il giorno dopo non esisteva.
Entrambi però sapevano che era questine di ultimi momenti e poi quella pace si sarebbe spezzata.
Ancora un lieve bacio.
La ragazza sciolse l’abbraccio e si alzò. Si aggiustò la vestaglia bianca.
Era più grande di lei come il pigiama rosa con le nuvolette bianche che portava sotto che la faceva sembrare più piccola dei suoi diciassette anni.
Guardò la clessidra che si trovava sul camino. La polvere verde scendeva lenta scandendo il tempo.
- Il coprifuoco è passato. - disse con tono lieve.
- Lo so. - Severus si era seduto e la stava guardando. - Rimani - concluse.
Lei si voltò ed incatenò gli occhi verdi in due pozze nere.
- Domani ho lezione. - affermò.
- Lo so. - ripeté.
Il pozionista si alzò, prese la mano della ragazza e la guidò verso la camera da letto.
Senza aggiungere nulla si coricarono e l’uno tra le braccia dell’altra e si addormentarono.

Rimani. Lei rimase.

   
 
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