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Autore: Dreamer47    31/08/2022    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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HUNTERS' LEGACIES
Capitolo 3.
 
 
Greenwood, Mississippi. 

Il silenzio della notte illuminata dalla luna piena e dai pochi lampioni che collegassero il motel al pub più vicino, era interrotto solamente dal suono delle loro risate e dal racconto dei loro aneddoti su quei pochi sprazzi di vita normale che entrambi possedessero; nelle ultime due settimane Abby si era trovata a lavorare nuovamente a stretto contatto con i due fratelli Winchester, ed iniziò a pensare che per qualche strana beffa del destino loro sapessero sempre dove trovarla. 
Ma Abby non sapeva che Ellen chiamasse Sam e Dean tutte le volte che lei lasciasse la Road House per andare a caccia, chiedendo loro il favore di andare a controllare che stesse bene e che non si cacciasse troppo nei guai.
La ragazza però aveva sfruttato l'occasione per stare più a contatto con entrambi, cercando come potesse di aiutarli a superare ciò che fosse successo a John, perché ci era già passata e sapeva quanto facesse male.
Abby cercava di alleviare il loro dolore, distraendoli e sollevando spesso delle polemiche inutili solamente per vederli bisticciare bonariamente fra di loro, iniziando ad abituarsi a tutto ciò e a nutrire dei sentimenti affettuosi per entrambi, nonostante questo fosse ciò che Abby avesse sempre cercato di evitare. 
"Tu non parli mai di te.." sussurrò Dean con le mani all'interno delle tasche dei suoi pantaloni, mentre transitavano nel parcheggio del motel. 
Parlò dopo un breve momento di silenzio, in cui entrambi si erano persi dietro a qualche pensiero che attanagliava le loro menti. 
Abby si voltò verso di lui aggrottando le sopracciglia e sorridendo ironicamente. "Ma se ti ho appena raccontato delle cose imbarazzanti che combinavo quando ero piccola: questo è molto personale". 
"Una bambina che va in giro per la scuola con tante armi nella borsa non mi sembra una cosa così profonda come cosa, però.." rispose Dean sollevando un sopracciglio e fissandola con aria di sfida con le braccia incrociate al petto, fermandosi al centro della piazzola del motel proprio vicino alle loro auto. 
Abby si strinse di più nella grande giacca di pelle che Dean le aveva messo sulle spalle quando erano usciti dal locale e lei aveva iniziato a tremare per il freddo, avendo giudicato la serata fin troppo calda per portarsi dietro la giacca, e si fermò davanti a lui con un sorriso curioso sul volto, intenta più che mai a cambiare argomento. "Sai, la sera non devi rinunciare alle tue conquiste per fare compagnia a me. Posso cavarmela da sola: l'ho sempre fatto". 
Dean scoppiò in una fragorosa risata, ricordando le sere in cui  Abby lo avesse beccato a scambiare degli sguardi con delle ragazze nei pub e lo avesse incoraggiato a lasciarsi andare e a dimenticare per un po i problemi e le cacce che li circondassero, ma lui le aveva sempre rinfacciato che non permetteva a sé stessa di lasciarsi andare e che quindi non avrebbe accettato consigli da chi non era in grado di metterli in pratica. "Non sono dell'umore, lo sai. Con tutta questa storia di papà e di Sam, passare la notte con una ragazza qualunque non è una priorità". 
Il sorriso di Abby scemò e accennò una smorfia dispiaciuta, annuendo e guardandolo con tutta l'aria di chi lo capisse; aveva anche lei dei fratelli e sapeva come un problema di uno di loro potesse tormentare tutti. "La situazione non si è ancora calmata con Sam?". 
"Beh, quando tuo padre ti dice prima di morire di riuscire a salvare tuo fratello oppure di ucciderlo, la situazione non si può calmare" disse Dean facendo spallucce, mettendo le mani nelle tasche anteriore dei jeans e sospirando, mentre la sua espressione si sforzava di essere sempre divertita e spensierata.
Abby abbassò il capo per un attimo mordendosi il labbro e non riuscendo a fare a meno di dispiacersi, pensando a quanto dovesse essere dura e pesante per lui prendersi cura di Sam in una situazione come quella. 
Una brezza leggera le solleticò la schiena, passando attraverso la giacca di pelle e la sua sottile canottiera di cotone, e si rese conto che fosse ormai giunta l'ora di andare a dormire e per Dean fosse arrivato il momento di raggiungere Sam in camera, che li aveva lasciati al pub dopo meno di una mezz'ora che avessero cominciato a bere. 
"Giusto.." sussurrò la ragazza tornando a guardarlo ed accennando un sorriso mentre si toglieva la grande giacca di pelle porgendogliela. "Grazie ancora, adesso è meglio rientrare". 
Dean indugiò un momento sul suo sguardo con espressione seria, perché non si era accorto che si fosse fatto tardi e che il tempo fosse volato, dopo che avesse aspettato di passare la serata con lei come ormai accadeva di consueto. Allungò la mano verso la giacca ed inavvertitamente le sfiorò il dorso della mano con i polpastrelli, sorprendendo se stesso ad accarezzarla con un sorriso. "Abby, ti va di..". 
Qualsiasi cosa stesse per dire gli morì in bocca: un po' perché la situazione stava diventando abbastanza strana per entrambi, un po' perché uno scricchiolio sospetto attirò la loro attenzione proprio alle loro spalle, in direzione del piccolo bosco che si diramava alle spalle del motel. 
Lasciarono cadere la giacca a terra ed entrambi estrassero la loro pistola e la puntarono verso la direzione del suono, aguzzando la vista e l'udito per prepararsi a qualsiasi cosa potesse sbucare da lì. 
Sentirono il rumore una seconda volta e si avvicinarono di uno o due passi dopo essersi scambiati un'occhiata complice, fin quando si accorsero di un'ombra che iniziò lentamente a venirne fuori, e ciò che videro li lascio del tutto spiazzati. Un uomo sui ventisette o ventotto anni avanzava verso di loro con aria disorientata e confusa, strizzando gli occhi neri e cercando di coprirseli con le mani per ripararsi dalla luce fioca che emanavano i lampioni, mentre dei canini lunghi e affilati sporgevano dalle sua labbra senza che potesse averne il controllo. 
Abby rimase qualche secondo paralizzata, poi osservò Dean rimettere la pistola a posto con un gesto veloce ed estrarre dalla guaina dei pantaloni una lunga lama tagliente, per fare qualche passo verso il ragazzo avendo tutta l'intenzione di tagliargli il collo in maniera rapida, mentre ringraziava mentalmente che per una volta fosse stato il lavoro a trovare lui. 
Istintivamente Abby si avvicinò a Dean, spintonandolo e facendogli cadere a terra la lama, non riuscendo a staccare gli occhi di dosso a quel neo vampiro, che iniziò a guardarla con aria sbalordita. 
"Abby, ma che fai?!" chiese Dean imprecando ed afferrando nuovamente la lama, ma questa volta la ragazza fu più veloce. 
Avanzò mettendosi davanti a lui e dandogli le spalle, osservando più da vicino l'uomo con le zanne affilate che piano piano iniziarono a rientrare, assumendo l'aspetto umano che riconobbe subito. 
"Nathan?!". 
 
 
I tre cacciatori continuavano ad osservare il ragazzo seduto sulla sedia del tavolo dentro la stanza di Abby, dopo che lei lo avesse avvolto con una coperta perché tremava dal freddo; i due fratelli lo studiarono bene e gli fecero qualche domanda innocua, scoprendo che avesse la stessa età del maggiore e notando che portasse al collo un ciondolo a forma di mezza luna molto raffinato ed elegante. 
Abby si schiarí la voce ed attirò l'attenzione del ragazzo seduto davanti a sé, mentre osservava di tanto in tanto con la coda dell'occhio i due Winchester in piedi alle sue spalle che si tenevano pronti a qualsiasi evenienza, non capendo ancora perché la ragazza non avesse voluto ucciderlo subito. "Allora Nathan, vuoi dirmi che ti è successo?". 
Il ragazzo si focalizzò su di lei, nonostante fosse ancora molto confuso e instabile, riuscendo ad udire battere i cuori dei tre presenti. "Stavamo lottando contro un gruppo di vampiri, ma hanno avuto la meglio e hanno ucciso April. Poi non ricordo più nulla". 
Abby sospirò mentre teneva i gomiti appoggiati al tavolo e la schiena dritta, così lo guardò con tristezza ed annuì con dispiacere: conosceva la sua famiglia da ormai molti anni e sapere che la notte avesse per sempre strappato loro due membri, rendendola molto addolorata. "Mi dispiace tanto per tua sorella, Nath". 
Nathan annuì e nonostante fosse molto legato ad April, in quel momento non riuscì a provare dolore per la morte della sua sorellina: l'aveva vista morire quando quel vampiro si avventò su di lei per succhiare via fino all'ultima goccia di sangue, prima che un altro iniziasse a divertirsi con lui, trasformandolo. 
"Mi sono svegliato nel bosco a Wichita, Kansas, e sono riuscito ad uccidere l'interno nido, vampiro dopo vampiro a mani nude.." sussurrò l'uomo sospirando, abbassando appena lo sguardo per vedere la camicia interamente inzuppata di sangue, e si sforzò di ricordare cosa fosse successo dopo. "E poi mi sono ritrovato a pensare a te e credo di.. di aver seguito il tuo odore fino a qui".
Abby sollevò un sopracciglio e lo guardò negli occhi con espressione seria, deglutendo a fatica perché stentava a credere che Nathan avesse cercato aiuto in lei piuttosto che nella sua stessa famiglia. "Ok, dov'è la tua auto? Dobbiamo ripulirla, l'avrai sporcata tutta di sangue".
"Ho corso". 
La ragazza sentí gli sguardi dei due fratelli su di lei e si morse il labbro internamente, continuando a guardare Nathan negli occhi che si atteggiasse come se correre da uno stato all'altro fosse umanamente possibile. "Ma sono più di 10 ore in macchina, come hai..". 
"Non lo so, mi sono ritrovato qui e basta: giusto in tempo per vedere te e quel tizio parlare fuori dalla stanza" disse seccamente Nathan con espressione seria, spostando lo sguardo verso il maggiore dei fratelli con aria infastidita ma presto un colpo di tosse lo fece tremare di più, stringendosi nella coperta mentre iniziava a sudare freddo. 
Dean si schiarí la gola per attirare l'attenzione della ragazza che si voltò nella sua direzione con aria confusa, perché neanche lei sapeva ciò che stesse facendo né come procedere. "Abby, una parola..". 
Abby si alzò immediatamente e sorrise teneramente al ragazzo davanti a sé, sfiorandogli il braccio e dicendogli che sarebbe tornata subito; si voltò verso i due fratelli, che nel frattempo si fossero spostati dalla parte opposta della stanza per poter parlare e non farsi sentire da Nathan. 
"Che c'è?". 
"Hai capito che il tuo amico è un transizione, giusto?" chiese Dean con espressione ironica, per poi divenire serio e guardarla con perplessità perché non riusciva a capire cosa stesse facendo. 
"Certo che si, Dean! Non sono un idiota!" esclamò la ragazza fulminandolo con lo sguardo, serrando le braccia al petto. 
"Allora perché sprechiamo tempo a parlare?" chiese il maggiore ridendo nervosamente, spostando parte della sua giacca per indicare la grossa lama che tenesse nella guaina della cintura. 
Abby guardò prima Sam e poi seguí lo sguardo di Dean sulla lama, e sgranò immediatamente gli occhi con rabbia mista a paura. "No!".
Dean stava per iniziare con una delle sue solite prediche, che questa volta sarebbero state particolarmente aspre, quando Sam gli mise una mano sul petto e gli fece fare un passo indietro, dato che si era già messo a tu per tu con Abby, che aveva tutta l'aria di chi lo avrebbe potuto sbranare da un momento all'altro. "Abby, detesto dirlo ma Dean ha ragione: è questione di tempo prima che la fame abbia il sopravvento sul tuo amico". 
Abby li guardo in cagnesco entrambi, ma si concentrò su Dean che aveva manifestato apertamente la sua voglia di uccidere Nathan; si avvicinò ulteriormente e strinse i pugni per la rabbia. "Dovrete passare su di me prima di ucciderlo". 
"Ma lui potrebbe ucciderci tutti, specialmente adesso che è affamato!" continuò Dean allargando le braccia ed alzando appena il tono della voce, guardandola in cagnesco e scuotendo la testa. 
"Ha attraversato uno stato intero e ha incontrato moltissime persone senza uccidere per venire a cercarmi!" esclamò Abby diventando paonazza per la rabbia, guardandolo con aria truce e adorata. "Nath si controlla, voi non lo conoscete!". 
"E cosa pensi di fare, Abby?", chiese Sam sospirando, utilizzando un tono più accondiscende e annuendo mentre prendeva in considerazione l'idea di assecondarla. "Tenerlo qui per sempre?". 
Abby si rilassò brevemente quando guardò il minore, che quantomeno stesse cercando di aiutarla e di provare altre strade prima della morte. Scosse la testa e sospirò, alternando lo sguardo fra i due. "Qualche tempo fa ho sentito parlare di una possibile cura e..". 
"Oh, andiamo! Non esiste cura per il vampirismo!" esclamò Dean ridendo nervosamente ed alzando gli occhi al cielo, credendo che non gli sarebbe mai successo di prendere le parti di un vampiro. 
Abby roteò gli occhi e sospirò rumorosamente, poi si avvicinò pericolosamente e puntò un dito nella loro direzione. "Se non volete aiutarmi allora andatevene, quella è la porta. Ma se restate, si fa a modo mio! Nathan è mio amico e non lo lascerò morire!". 
I due fratelli si scambiarono una lunga occhiata e il maggiore si trovò suo malgrado ad annuire, convinto dal solito sguardo da cucciolo del fratello, e sospirò scuotendo la testa.
"Vado a dare un'occhiata alle leggende, d'accordo?" disse Sam accennando un sorriso amaro ed allontanandosi per raggiungere il suo portatile, dove avrebbe scansionato ogni file, ogni credenza popolare, qualsiasi cosa che avrebbe potuto aiutare la loro causa. 
Dean fece qualche passo per tornare dall'altra parte della stanza, ma Abby istintivamente lo afferrò dalla camicia, impedendogli di allontanarsi: guardò prima la mano della ragazza sul suo petto e poi sollevò lo sguardo sui suoi occhi azzurri, e subito notò il modo differente in con lui stesse guardando. 
Sorrise appena, perché Abby stava giocando sporco nonostante sapesse di avere un certo ascendente su di lui. 
"Promettimi che non lo ucciderai". 
Dean la guardò a lungo tornando serio e sospirò, e si ritrovò a sfiorarle la mano che ancora stringeva la sua camicia nel tentativo inconscio di rassicurarla, ed annuì suo malgrado. "Te lo prometto, Abby. Ma se dovessi scegliere fra te e lui, sai che sceglierei te". 
La ragazza sorrise vittoriosa ed annuì, stringendo la presa sulla sua mano un'ultima volta per poi lasciarla andare subito dopo, voltandosi e raggiungendo Sam per iniziare le ricerche. 
 
 
 
Quando finí anche l'ultima goccia di caffè, consumato abbondantemente dopo quella lunga notte di ricerche fra libri e siti web, Abby decise che avesse bisogno di idratarsi e di sgranchirsi un po le gambe, così decise di andare al bar a pochi passi dal motel e Sam decise di farle compagnia, perché anche lui aveva bisogno di staccare gli occhi dai numerosi testi che non avevano smesso un secondo di consultare. 
Dean rimase con Nathan, che stava cercando di aiutare come poteva nonostante di tanto in tanto sentisse una grande sete urlare nello stomaco e seccargli la gola, cercando di reprimere la percezione del sangue che scorresse nelle vene del ragazzo seduto davanti a sé: Nathan lo osservò molto durante quella lunga notte, notando gli sguardi che ogni tanto il cacciatore scambiasse con Abby e vide il sorriso appena accennato che nacque su entrambi i volti, e non poté che esserne geloso. 
Sedò questo sentimento sul nascere perché sapeva che avrebbe incrementato la violenza e gli istinti animaleschi che stavano nascendo dentro di lui, crescendo in diretta proporzione alla voglia che provava di squarciare le gole ai tre cacciatori per placare quella sete incessante. 
Nathan si schiarí la voce e si stiracchiò appena su quella sedia, aggiustando la coperta che tenesse ancora sulla spalle e cercò di mettere su un'espressione pacifica. "Tu e tuo fratello lavorate da tanto con Abby?". 
Dean alzò lo sguardo dal libro di scatto e lo guardò con espressione seria e assorta, seduto dalla parte opposta del piccolo tavolo della stanza del motel; contrasse appena i muscoli delle braccia, che stavano distese ai lati del libro che leggeva ormai da qualche ora con scarso interesse. Non gli piaceva aiutare un vampiro, ma ero disposto a dare ad Abby tutto il tempo necessario per elaborare la situazione del suo amico.
"Da qualche mese ci dividiamo i casi" rispose passandosi l'indice ed il pollice della mano destra sulle palpebre e sospirando leggermente, iniziando a sentire la stanchezza farsi largo dentro di lui. Osservò il modo in cui Nathan sorrise amaramente e abbassò lo sguardo sulle sue mani coperte dal plaid, annuendo. "Tu da quanto la conosci?". 
"Dai tempi del college.." sussurrò l'uomo sollevando poco il capo e guardandolo con un sorriso. 
Dean si prese qualche momento per leggere nei suoi occhi che razza di persona fosse, escludendo per un istante la condizione di transizione in cui si trovasse, e non riuscì a fare a meno di leggere la gentilezza e la bontà del suo animo, doti del tutto sconosciute per la maggior parte dei cacciatori. 
"Con tutto il rispetto Nathan, ma questa pista è inutile e quando Abby se ne renderà conto dovremo farti fuori" disse Dean appoggiandosi con la schiena alla sedia e adagiando la mano destra sulla sua lama posta accanto al libro sul tavolo, e lo guardò con aria sicura. "O forse dovrei porre fine a tutto questo adesso..". 
A Nathan scappò una leggera risata divertita, per poi guardarlo con aria perplessa. "Sappiamo entrambi che non lo faresti". 
"E perché non dovrei?" chiese Dean sollevando un sopracciglio con aria infastidita. 
L'uomo si sporse sul tavolo appoggiando ad esso gli avambracci, e sorrise quando vide Dean non indietreggiare ma restare immobile continuando a fissarlo con quell'aria da duro. "Perché so che l'hai promesso a Abby e lei si fida di te, altrimenti non ti avrebbe lasciato qui dentro da solo con me e quella lama che ti tieni stretto. So anche quanto sia difficile conquistare la sua fiducia e scommetto la mia stessa vita che ti sei impegnato tanto per guadagnartela, quindi non commetteresti l'errore di perderla così".  
Dean sollevò un sopracciglio e rimase in silenzio per qualche secondo mentre studiava la sua espressione divertita bonariamente, pensando che avesse parlato più in quel momento che in tutta la sera e la notte precedente. "La conosci davvero bene". 
"Conoscevo la ragazza che era fino a otto mesi fa; questa macchina da guerra che è diventata non ho idea di chi sia" rispose Nathan con un filo di tristezza nello sguardo e nella voce, tornando a rilassarsi sulla sedia e sospirando rumorosamente. 
"Cos'è successo otto mesi fa?". 
Nathan sollevò nuovamente lo sguardo verso di lui e accennò un sorriso amaro, facendo spallucce e sospirando. "Suo padre è morto e lei è scappata dalla sua famiglia, da me, da tutti..".
L'uomo avrebbe continuando il suo racconto, se solamente non avesse notato un piccolo cambiamento nell'espressione del volto del cacciatore che lo tradì e gli fece aggrottare le sopracciglia, guardandolo con aria sbalordita. "Lei non ti ha raccontato nulla?". 
Dean contrasse la mascella nervosamente, perché se c'era un'unica cosa che lo infastidisse e gli facesse perdere la pazienza era proprio non essere a conoscenza di cose del genere; voleva conoscere Abby più a fondo, dato che ormai da mesi cacciassero insieme e vivessero a stretto contatto, ma proprio quando credeva che lei fosse sul punto di aprirsi, si chiudeva a riccio e non c'era più verso di farla parlare. "Abby non é un tipo che parla volentieri del suo passato. Infatti credevo che tutta la sua famiglia fosse stata uccisa".
"È rimasto ancora qualcuno, ma lei è scappata via subito dopo il funerale e nessuno l'ha più vista, a parte me, che ho dovuto trasformarmi un succhiasangue per trovarla" disse Nathan accennando una risata di cuore, nonostante l'argomento non lo divertisse affatto; prese la bottiglia d'acqua posta proprio al centro del tavolo e né bevve qualche sorso nel tentativo di placare la sete che continuava a bruciargli la gola e respirò lentamente per qualche momento nel tentativo di calmarsi. 
Dean non ci prestò particolare attenzione e cercò di riflettere sulle parole dell'uomo seduto davanti a sé, iniziando a porsi milioni si domande che avrebbe voluto chiedere alla diretta interessata. "Perché è scappata?". 
Nathan fece spallucce e sospirò, guardando i suoi occhi assetati di curiosità. "Non lo so, credo per cercare vendetta per suo padre".
Dean fece una smorfia e sospirò, muovendosi nervosamente ed accorgendosi solamente in quel momento che avesse inconsciamente lasciato la presa sulla sua lama, iniziando a giocare con i margini del vecchio libro di Sam, che lo avrebbe sicuramente sgridato per questo. Sollevò lo sguardo verso di lui e sospirò. "Perché mi dici tutte queste cose?". 
"Perché ho visto il modo in cui la guardi" rispose semplicemente Nathan accennando un sorriso amaro, osservando come l'espressione di Dean si modificasse per la sorpresa, come quando si sorprende un bambino a fare qualcosa che non avrebbe dovuto fare. "Tu cerchi lei con lo sguardo, la controlli, la studi, cerchi di capire quando sia il momento adatto per parlarle e cerchi anche il modo giusto di farlo, e ho visto come Abby faccia altrettanto con te". 
Dean aprì la bocca per controbattere, probabilmente negando tutto ciò che avesse detto l'uomo perché un po' si vergognava e un po' perché sapeva quando fosse difficile instaurare un rapporto con lei. Ma la porta della stanza si aprì dietro di loro, facendoli sobbalzare appena e videro i due cacciatori entrare con dei caffè e delle ciambelline colorate dentro ad una scatola di cartone. 
Sam sorseggiò il suo caffè mentre si chiudeva la porta alla spalle e si avvicinò al fratello e a Nathan offrendo loro ciò che avessero comprato, ma Abby avanzò verso di loro con un sorriso gongolante, udendo un'altra volta Sam prenderla in giro ridendo. "Ho avuto un'illuminazione!". 
Dean la guardò con un piccolo sorriso sulle labbra, mentre la osservò sedersi sulla sedia accanto alla sua ed alternare lo sguardo fra i due. "Sarebbe?". 
"Ho appena ricordato della volta in cui papà mi raccontò di un rituale capace di sciogliere questo tipo di maledizione, e..".
"Credi che il vampirismo sia una maledizione?" chiese Dean aggrontando le sopracciglia e fissandolo con aria di scherno. 
"Beh, è qualcosa di soprannaturale che modifica gli istinti del corpo biologico che infetta, quindi si, credo che sia una maledizione e che questo possa funzionare!" esclamò Abby sorridendo ed annuendo convinta, prendendo poi un lungo sorso di caffè. "Devo solamente cercare tra le scartoffie del suo magazzino, che guarda caso sta a meno di due ore da qui!". 
"Non lo so Abby, pensi che sia così facile?" chiese Nathan sospirando e stringendosi nella coperta, guardando il suo viso speranzoso. 
"Si Nath, deve esserlo. Tu non puoi..". Abby fu incapace di continuare la frase e la voce le si spezzò, mentre un forte nodo allo stomaco iniziò a pesarle come un macigno. Istintivamente allungò una mano nella sua direzione ed afferrò la sua stringendola forte e poi si sollevò per baciargli in fretta la fronte, prima di afferrare la sua borsa e le chiavi della sua auto, voltandosi verso i tre uomini con un sorriso palesemente finto. "Tornerò presto ragazzi, cercate di non ucciderlo finché non sarò di ritorno con il rituale, d'accordo?". 
"Dove credi di andare da sola, ragazzina?" chiese Dean sollevando un sopracciglio ed alzandosi dalla sedia con un'espressione divertita. "Io vengo con te". 
"Non ti voglio con me fra le cose di mio padre" rispose la ragazza aggrottando le sopracciglia e mettendosi le mani sui fianchi, guardandolo porsi davanti a sé con una grossa espressione di sfida. 
"Oh, che peccato!" esclamò Dean ridendo, allontanandosi verso il suo borsone per cercavi dentro un paio di manette. Le sollevò a mezz'aria e le mostrò a Nathan con un sorriso dispiaciuto, e gli si avvicinò cautamente. "Niente di personale amico, ma non lascio il mio  fratellino da solo con un vampiro affamato come te senza prendere precauzioni" .
Nathan sorrise e intercettò lo sguardo sereno di Abby, che annuì per tranquillizzarlo, così sollevò il polso ed annuì nella direzione dei cacciatori. "Fa' pure, amico". 
 
 
Da ormai un'ora e mezza erano in viaggio e finalmente Abby aveva detto a Dean di accostarsi, perché il capanno di suo padre era molto vicino; l'uomo si sorprese quando la vide scendere dall'auto e addentrarsi nella fitta vegetazione del bosco in maniera sicura, come se avesse fatto quella strada almeno un centinaio di volte. 
Il sole non era più alto nel cielo da un pezzo e la luce iniziava a diventare sempre più fioca, lasciando lo spazio al buio della sera; si scambiarono poche battute, poiché la ragazza si sentiva parecchio agitata all'idea di tornare in uno dei magazzini in cui suo padre nascondeva ciò che avesse raccolto nella sua lunga carriera di cacciatore. 
Abby ricordava ancora tutte le mattine in cui l'avesse addestrata in tutti quegli anni, per poi spedirla a scuola perché l'istruzione era troppo importante per suo padre; piegò le labbra all'ingiú e per un attimo si fermò a guardare il cielo: si chiese dove fosse il suo papà, cosa facesse nell'altra vita e infine si chiese se lui potesse vederla, mentre lei stava a fissare con il cuore spezzato ed un nodo in gola le stelle appena apparse nel cielo, pensando a lui.
Dean si schiarí la gola probabilmente per destarla dai suoi pensieri, e le si avvicinò con un sorriso mentre la scrutava, e la ragazza gli fece segno di proseguire perché non doveva mancare molto. 
"Allora, tu e Nathan vi conoscete da tanto, mmh?". 
Abby lo guardò brevemente ed annuì mentre continuava a camminare e a spostare i rami di quella fitta vegetazione, superando un vecchio tronco che giaceva a terra, probabilmente spezzato dalle forti raffiche di vento a cui era soggetto quel luogo. 
"Non ho potuto fare a meno di notare il modo in cui si approccia quando parla con te, come ti guarda e..". 
Abby si fermò d'improvviso e di conseguenza anche Dean fermò il suo passo, e lo guardò sorridendo divertita; serrò le braccia al petto ed inclinò la testa lateralmente. "Taglia corto, cosa vuoi sapere? Sarò sincera, promesso". 
Per qualche momento Dean rimase interdetto e spiazzato, perché non si aspettava assolutamente che Abby potesse reagire in maniera così positiva alla sua curiosità, aspettandosi che gli dicesse di chiudere il becco e di farsi gli affari suoi, arrabbiandosi per la sua invadenza. 
Così prese un respiro e guardò nei suoi occhi azzurri, cercando le parole giuste per evitare di capovolgere la situazione e farla chiudere nuovamente, dato che ogni qualvolta avesse voluto sapere qualcosa di più su di lei, Abby gli avesse sempre chiuso la porta in faccia. 
"Nathan non mi sembra solamente un amico". 
"Questa tecnicamente non è una domanda" rispose Abby ridendo e guardandolo con ilarità, facendo spallucce. 
"State insieme?" chiese Dean a bruciapelo, sollevando un sopracciglio e sospirando. 
Abby rimase sorpresa della velocità con cui quella domanda fosse uscita dalle sue labbra, iniziando a pensare che il ragazzo avrebbe voluto fargliela dal primo momento in cui avessero incontrato Nathan, e a giudicare dall espressione di Dean, anche lui rimase sorpreso da sé stesso. "Negli ultimi mesi, no. Ma siamo stati insieme per più di un anno". 
"Siete stati insieme così tanto?" chiese Dean sgranando gli occhi e guardandola con incredulità, alzando il tono della voce. 
"Si, perché pensi che non sia in grado di gestire una relazione per tanto tempo?" chiese Abby ironicamente, sollevando un sopracciglio e ridendo di gusto. 
Dean fece spallucce e la guardò un po' più serio. "No, é che.. Sei fredda come il ghiaccio per il 99% del tempo, per non parlare di quando cacci e allora si che fai paura". 
Il sorriso di Abby scemò e la ragazza si trovò a sospirare, abbassando lo sguardo con dispiacere mentre si voltava per continuare a camminare, iniziando a mettere in discussione il modo in cui gli altri la vedessero; Dean si morse la lingua, perché probabilmente aveva sbagliato la serie di termini che gli fossero usciti dalla bocca e mentalmente si diede dello stupido, mentre la osservava camminare davanti a lui con sguardo basso. 
"Non sono sempre stata così, ma da quando mio padre.." iniziò la ragazza, ma le parole le morirono in bocca e dovette deglutire più volte prima di riuscire a continuare il suo discorso, mentre un doloroso macigno le si stabilizzava sul petto. 
Non riuscì neanche a pronunciare quella parola -morte- senza che il suo cuore avesse una fitta dolorosa, spezzandosi sempre di più. "Quando stavo con Nathan ero un'altra persona: ricordo che mi interessavo ad altro oltre la caccia". 
"Ad esempio?" chiese il ragazzo sorridendo, guardandola mentre le camminava a fianco. 
Abby sollevò lo sguardo verso di lui e rise di gusto, ritrovando il buon umore e puntandogli il dito contro come avvertimento. "Ok, non ridere: mi piacevano le gare di rally! Io e mio padre ci siamo iscritti per gioco, ma poi mi è piaciuto così tanto che ho continuato". 
Dean sgranò appena gli occhi e rise di gusto, visibilmente divertito, e la guardò annuendo. "Ora capisco da dove proviene la tua passione per le belle auto". 
"Ho una passione per la mia auto, non per le altre" precisò la ragazza sorridendo e sollevando un sopracciglio, quando poi il suo sorriso iniziò a scemare. "Mi divertivo, avevo degli amici, ma non fa più per me quella vita.." 
Dean provò un'infinità tristezza nell'udire quelle parole mentre camminava al suo fianco, perché gli sembrò che Abby portasse sulle spalle anni e anni di lotte e sacrifici, che poco si addicevano alle sua giovane età; ma soprattutto pensò che avesse vissuto troppo poco per pronunciare delle frasi del genere.
La osservò e vide uno specchio di sé stesso, perché anche lui si sentiva così a pezzi, anche se non lo avrebbe mai ammesso; Dean aveva notato il modo in cui cercasse di essere d'aiuto dopo la morte di John, mettendosi sempre al centro dell'attenzione pur di farli ridere o distrarli, in più era riuscita ad a far parlare e sfogare il suo fratellino e Dean non poteva che essergliene grato. 
Si schiarí la gola e la osservò sorridendo. "E perché vi siete lasciati?". 
Abby lo guardò sorpresa per la seconda volta, perché Dean aveva iniziato a fare domande su di lei ed il suo tono non ammetteva un no come risposta. "Non ero in grado di tenere insieme tutti i pezzi di me dopo che mio padre è... e Nathan mi guardava come se fossi un giocattolo rotto, da sistemare. E io.." sussurrò la ragazza sentendosi in difficoltà, con il solito nodo alla gola mentre le parole le sfuggivano dalla bocca. Fece spallucce e sospirò, guardandolo con una leggera ilarità nello sguardo. "Sono diventata apatica: non ho sentito più niente, per nessuno. Mai. Quindi non era giusto essere egoista e tenerlo accanto a me".
Dean guardò dentro i suoi occhi e, ancora, non riuscì a fare a meno di vedere il suo viso triste e segnato dal dolore, riuscendo a capire perfettamente ciò che sentisse: adesso capiva cosa ci fosse sotto quella maschera da sbruffona e da cacciatrice fredda e distante, adesso sapeva perché. 
"Però non ti nego che quando lo guardo vedo tutto quello che abbiamo passato, quando eravamo solo amici e quando poi stavamo insieme. Non è qualcosa che si può dimenticare facilmente, nonostante io non abbia più sentimenti per lui" sussurrò Abby continuando il suo monologo, mentre il ragazzo la osservava sperando di sentirle aggiungere qualcosa, qualsiasi particolare pur di saperne di più sulla sua storia. 
"Dev'essere bello sentire queste cose per qualcuno.." sussurrò Dean abbassando il capo e guardando dove mettesse i piedi nel buio e in quella fitta vegetazione.
"Andiamo, non vorrai farmi credere di non esserti mai innamorato.."
"Tesoro, sono sempre passato da una città all'altra senza fermarmi mai più di una settimana.." rispose il ragazzo ridendo e guardandola negli occhi con ilarità. 
"E non hai mai incontrato qualcuno che ti abbia fatto provare qualcosa di più?" chiese Abby fermandosi di botto per osservarlo in viso, sorridendo con aria indagatrice. 
Dean ricambiò lo sguardo e guardò nei suoi occhi azzurri mentre percepiva il cuore battere  velocemente nel suo petto. 
I suoi occhi azzurri stavano lì a guardarlo mentre aspettavano una risposta e Dean dimenticò persino come formulare una frase di senso compiuto. 
Deglutí a fatica e si schiarí la gola, accennando un sorriso divertito e dandosi mentalmente dell'idiota. "Beh, una ragazza c'è riuscita non molto tempo fa: si chiamava Cassie e stavo bene con lei, davvero bene, e non era solo sesso. Le ho anche rivelato il mio vero lavoro". 
"Allora eri cotto!" esclamò Abby ridendo di gusto e dandogli una pacca giocosa sulla spalla. "E com'è finita?". 
"È finita che mi ha creduto pazzo e mi ha mollato.." sussurrò Dean ripensando per un attimo a Cassie e all'ultima notte che avessero passato insieme, quando iniziò a chiedersi se ne valesse davvero la pena di inseguire suo padre per tutto il paese mentre davano la caccia ai demoni. "Poi mi ha creduto solamente quando suo padre è stato ucciso da uno spirito vendicativo. Ma non era più lo stesso, quindi..". 
Abby rimase ad ascoltarlo ed annuì, abbozzando un sorriso dispiaciuto, continuando a camminare in quel bosco mentre il buio diventava sempre più fitto. Lui la guardò e come se avesse avuto appena una rivelazione, la fermò per un braccio e la incastrò con lo sguardo. "Sai, in questo ultimo periodo ho pensato molto a mio padre, a come è morto e quello che ha fatto per me. Avrei voluto fermarlo, ma in questo momento non sarei qui con te, quindi ho capito una cosa davvero importante".
La ragazza lo guardò con sopracciglia aggrottate e curiosità, aspettando che continuasse il suo discorso con un sorriso divertito per quella strana situazione di confidenza. 
"La vita non finisce quando perdiamo qualcuno che amiamo, ragazzina: i nostri padri non vorrebbero vederci vivere in questo modo, con questo peso dentro e questa tristezza nell'anima". 
Abby si sentí toccata sul personale e le si gelò il sangue, deglutendo a fatica mentre il dolore dentro di lei le strozzava la gola ed il petto: in un attimo Dean la vide cambiare, tornare ad essere la cacciatrice seria e fredda che era sempre stata, sollevare un sopracciglio e fulminandolo con lo sguardo, colpevole di essersi spinto troppo oltre. "Siamo arrivati, andiamo".
Sfuggì alla sua presa e si voltò di scatto, intravedendo dietro agli alberi quel nascondiglio che mai nessun demone sarebbe stato capace di trovare. 
 
 
Le fiamme si diramavano attorno alla pila di legno che i due ragazzi avevano creato per ospitare il corpo di Nathan, mentre Abby stava in silenzio a guardarlo bruciare in uno spazio abbandonato che Sam aveva trovato apposta per il funerale, concedendo un po di privacy mentre lui e suo fratello stavano un po più indietro, appoggiati al cofano della loro auto; il minore sapeva benissimo cosa Abby stese provando, come si sentisse, cosa le passasse per la testa, e delle lacrime silenziose sbucarono anche dai suoi occhi. 
Abby e Dean erano tornati troppo tardi al motel, nonostante non avessero trovato nulla nel caponnano di suo padre nel bosco: lo avevano passato a rassegna, ma non c'era niente che si riferisse ad una possibile cura, e probabilmente suo padre si era portato quel segreto nella tomba. 
Dean aveva spinto l'acceleratore il più possibile quando suo fratello aveva chiamato dicendo che Nathan stava morendo per denutrizione, e quando fecero ritorno al motel Abby non ebbe neanche il tempo di dirgli addio. Lo aveva trovato già morto, ma con un'espressione serena sul viso, e le gambe le tremarono tanto che sarebbe caduta se Dean non fosse stato dietro di lei per sorreggerla. 
Non aveva più detto una parola, si era limitata ad annuire a ciò che i due ragazzi le dicessero, mentre guardava il cadavere steso su quel letto del motel: Sam e Dean si erano occupati di tutto, trasportando Nathan in macchina, organizzando le pile di legno, cospargendole di liquido infiammabile ed accendendo il fuoco. 
Mentre guardava le fiamme alte danzare, Sam lasciò il fianco del fratello e si avvicinò lentamente alla ragazza con passi pesanti, proprio per farsi sentire, e senza dire nulla l'abbracciò stretta; Abby non oppose resistenza, ma non ricambiò neanche la stretta, mentre inerme si trovò schiacciata contro il suo petto sentendo le sue mani carezzarle lentamente i capelli. 
Dean li guardò immobile, ancora appoggiato alla sua Impala, mentre con occhi lucidi pensava a quanto quella vita costasse ai cacciatori, persone che cercavano solamente di fare la cosa giusta e rendere il mondo un posto migliore: ripensò a suo padre e a sua madre, a quanto avessero perso in tutti quegli anni ed al dolore che lui, suo fratello e tutti i cacciatori come loro dovessero sopportare per continuare a lottare. 
Dopo un tempo che sembrò loro interminabile, quando quell'odore tipico di legna bruciata invase le loro narici, Sam passò una mano sulla schiena della ragazza con delicatezza, tirando su col naso e scostandola appena per guardarla in viso con un sorriso di incoraggiamento. "Io e Dean vorremmo che tu restassi con noi". 
Abby lo guardò con aria confusa e passò la manica destra della giacca sulle sue guance per spazzare via le lacrime, e poi lasciò vagare lo sguardo fino a Dean, che si tratteneva lontano perché voleva lasciarle un po' di privacy in un momento come quello.
"Una fidanzata morta per colpa della caccia? Ce l'ho. Un padre che è stato ucciso da un demone? Ce l'ho" disse Sam abbozzando un sorriso sofferente ed annuendo, tenendole le mani sulle spalle. "Prima che tu possa dire qualcosa, voglio solo che tu sappia che so come ti senti e non voglio che tu possa restare sola, quindi vieni con noi per un po'. Quando starai bene potrai andare via, se vorrai". 
Abby avrebbe voluto dire tante parole, avrebbe voluto che sapesse che apprezzava il gesto, ma lei non voleva stare con loro, non voleva stare con nessuno. Voleva solamente restare da sola per un po', per poi tornare a cacciare più spietata di prima. 
Ma si ritrovò ad appoggiare nuovamente la testa sul suo petto ed intercettò lo sguardo triste di Dean che si sforzò di sorriderle, ma Abby chiuse gli occhi ed annuí, sentendo nuovamente le braccia di Sam attorno al suo corpo. 
  
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