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Autore: summerlover    02/09/2022    1 recensioni
Cosa succederebbe se Plagg si mettesse alla ricerca di tutti gli altri kwami in giro per i meandri del tempo? Cosa mai potrebbe combinare il pestifero gattino della distruzione se lasciato a piede libero con il suo amore infinito per il formaggio e la sua potenza cataclismatica?
Se volete scoprirlo, seguiteci in questa nostra piccola storia nata dal finale di "Ascolta il tuo cuore" di ladyheather83, e scritta a quattro mani in collaborazione tra l'autrice e summerlover, e dedicata ai festeggiamenti per il primo anno di attività del gruppo telegram ispirato a questa bellissima serie.
(questa storia è presente anche sulla pagina wattpad dedicata al gruppo https://www.wattpad.com/user/ContestFanfiction)
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alix Kubdel, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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PLAGG, alla ricerca dei Kwami perduti

*

Capitolo 1

*

 


Il ticchettio degli orologi, perfettamente sincronizzati tra loro, stava scandendo lo scorrere del tempo nella bottega piena di cianfrusaglie e chincaglierie antiche di Alix, ma della ragazza non vi era nemmeno l’ombra. La rossa si era limitata a mandare un messaggio sul cellulare di Marinette dicendo di avere importanti novità riguardo alla linea del tempo, e chiedendo di essere raggiunta presso il suo negozio quanto prima, indicando il luogo in cui teneva la chiave di scorta per permettere così l’ingresso agli amici.

Marinette stava cercando di trattenere un ennesimo senso di nausea a causa dei troppi incensi accesi nell’angusto ambiente sovraccarico di ogni oggetto possibile.

“Anche a me questo odore dà il voltastomaco.” Disse Adrien mentre stava consultando la sua mail dall’app del telefono, rispondendo a quanto gli era possibile ai vari impiegati del reparto contabile della Casa di Moda, cercando di essere presente anche se non fisicamente nell’ufficio.

Discorso diverso riguardava Plagg, invece.

Il piccolo dio della distruzione stava svolazzando avanti e indietro senza una vera e propria meta precisa, toccando tutto quello che gli capitava a tiro e non trattenendo i sonori sbadigli che stava emettendo a causa del messaggio arrivato alle 3:25 del mattino da parte di Alix.

Il kwami nero stava praticamente a fauci spalancate accanto ad un orologio a pendolo, che in quel preciso attimo fece aprire gli sportelletti e uscire l’uccellino meccanico, finendo incastrato nella bocca aperta di Plagg, che si ritrovò così a fare dentro e fuori appiccicato al pennuto finto per le dieci volte che indicavano l’ora del giorno con in sottofondo il resto dei rintocchi degli orologi di tutto il negozio.

“In orario perfetto!” Esclamò Bunnix soddisfatta uscendo dal portale che si era aperto proprio in quell’istante nel bel mezzo del negozio, recuperando con un colpetto preciso dell’ombrello su un lato del pendolo Plagg che si stava massaggiando le mandibole prese dai crampi.

“Era ora!” Prese a cianciare il gattino nero in direzione della rossa, “Mi hai svegliato in piena notte per farmi aspettare qui, e spero che tu abbia notizie da darmi per farmi ritrovare zuccherino!”

La luce azzurra avvolse Bunnix, facendo ricomparire sia Alix che Fluff, dove la rossa si diresse subito nel retrobottega a ribaltare e scaraventare da diverse parti scatoloni ingombranti, mentre il coniglio si precipitava verso un enorme contenitore a fianco della macchinetta del caffè contenente carotine baby.

“Ma è normale il suo comportamento?” Chiese Adrien in direzione della fidanzata con un sopracciglio alzato.

Per risposta, Marinette scosse leggermente la testa, facendo capire al biondo che c’era poco da fare: Alix era sempre vissuta in una sua dimensione personale, e il fatto di essere la portatrice del Miraculous del coniglio del tempo spiegava tutto.

Plagg invece stava ribollendo di rabbia a tal punto che per poco non gli uscì il proverbiale fumo dalle orecchie, dirigendosi poi a gran velocità dove si trovava Fluff, prendendolo per le orecchie lunghe e cominciando a interrogarlo con le più svariate domande, non ottenendo nessuna risposta se non una sconclusionata serie di frasi senza senso e gli occhi a palla del coniglio che stavano quasi roteando da quanto fosse stato shecherato dal kwami nero.

“Plagg, datti una calmata!” Sbottò Adrien cercando di recuperare quella peste malefica felina, vedendosi invece sfuggire tra le dita il gattino che si scontrò con la figura di Alix che stava trasportando un paio di gigantesche buste porta abiti.

“Questi serviranno! Anche se sono delle copie, penso che saranno perfetti.” Disse la rossa, lanciando i pacchi agli amici, centrando in pieno la testa di Adrien.

Marinette aprì con decisione la zip di quanto ricevuto dall’amica, trovando all’interno dell’involucro un abito color senape in puro stile rinascimentale. La corvina scoccò all’amica uno sguardo sorpreso, chiedendo nel silenzio il perché di quei vestiti particolari e totalmente fuori moda.

“OH!” sobbalzò Alix, riconnettendosi con la realtà del momento. “Tu e il tuo ragazzo dovete confondervi con gli indigeni locali se volete recuperare i kwami che ho individuato sulla linea del tempo sfasata.”

Adrien si alzò dalla sedia dove si era accomodato, e stava scrutando in modo quasi schifato l’abbigliamento che gli era capitato tra le mani, mentre Plagg al suo fianco si stava sbellicando dalle risate davanti ai pizzi e merletti che ornavano il costume.

“E dove dovremmo andare con questi?” Chiese il biondo riluttante, sbattendo il palmo della mano in pieno muso al gatto della distruzione per farlo smettere di prenderlo per i fondelli.

Alix si arrampicò su di una vecchia scala mezza traballante, in cerca di un libro in particolare di storia, e ficcandolo davanti agli occhi smeraldini di Adrien.

“A Pisa, in pieno rinascimento italiano!”

 

****

 

Per Adrien e Marinette non ci fu nemmeno il tempo di capire che cosa dovessero fare una volta arrivati là, che si ritrovarono addosso quegli abiti così antichi e fuori moda nel loro tempo.

“Se mi vedesse mio padre...” Adrien alzò gli occhi al cielo.

Marinette vestiva quell’abito lungo dal colore ridicolo con una scollatura vertiginosa e Adrien non poté che apprezzare quel dettaglio.

“Sei il solito porco!” Berciò la corvina contro il fidanzato che di rimando le sussurrò all’orecchio che ultimamente era lei quella che non riusciva a togliergli le mani di dosso.

“Per forza, se giri semi nudo per casa.” Rispose con ovvietà.

“Ehm… i dettagli sulla vostra vita sessuale non mi interessano, abbiamo cose più urgenti da sbrigare.” S’intromise la rossa pronta a ritrasformarsi di nuovo per condurre i suoi amici nella dimensione desiderata.

C’era un problema, però, uno piccolo a dire la verità, ovvero Plagg sembrava essersi volatilizzato, per poi comparire dopo qualche minuto con addosso una giacca marroncina con una cintura nera in vita ed un cappellino dello stesso colore, con nonchalance si avvicinò ai compagni avventurieri, scoppiando a ridere appena vide com’era conciato Adrien.

“Amico mio, quella calzamaglia ti dona tantissimo, e quel cappello con la piuma è fantastica, sembri un moschettiere.” A Plagg doleva la pancia, ma era sempre meglio che vederlo nudo oppure mentre si intratteneva con Marinette.

“Per fortuna che la piuma è finta, altrimenti non riuscirei a respirare.”

“Sono riproduzioni fedeli queste.” Replicò Alix.

Marinette invece, era rimasta attonita per il travestimento di Plagg.

“E tu dove credi di andare conciato così?”

“Bisogna confondersi, lo ha detto lei!” Indicando la Guardiana del Tempo che nel frattempo si era trasformata.

“Non abbiamo tempo, siete pronti?” Chiese Bunnix non attendendo risposta da parte di nessuno e portandoli nella sua ‘tana’.

 

****

 

Plagg era estasiato da quanti mondi e da quanti avvenimenti fosse pieno quel luogo magico, come del resto Adrien e Marinette, a cui non era di certo permesso spiare negli oblò, in quanto offuscati.

Solo a Bunnix e a Plagg era concesso sbirciare il passato e il futuro.

“Pisa, rinascimento.” Mormorò Bunnix toccando uno degli schermi presenti che si aprì della loro dimensione, in modo da spingere all’interno i tre stranieri venuti dal futuro.

“Tornerò a prendervi” Disse poi prima che il cerchio azzurrognolo sparisse portandosela via e lasciandoli completamente soli al loro destino.

Italia… Pisa… e chi ci era mai stato? E anche se qualcuno di loro l’avesse visitata, sicuramente non sarebbe apparsa ai loro occhi come in quel preciso momento.

Forse avrebbero riconosciuto un paio di monumenti, tra i più famosi… forse

Adrien e Marinette incespicarono sul selciato dell’enorme piazza che dava l’accesso alla rinomata Università della città di Pisa, dove i ragazzi si ritrovarono a osservare gruppi di mercanti, uomini illustri, e donne nobili che provavano ad attirare l’attenzione di potenziali facoltosi pretendenti.

Plagg cominciò ad annusare alla ricerca di una qualche traccia di presenza di kwami nei dintorni, dovendo trattenersi dallo scoppiare a ridere nel momento in cui il suo portatore stava cercando di disincastrarsi la calzamaglia super aderente che gli si era infilata tra le chiappe con movimenti assurdi.

“Adrien, piantala! Stai attirando troppo l’attenzione, e non credo che sia proprio il caso.” Esclamò Marinette rossa in volto per l’imbarazzo di dover vedere il suo fidanzato che stava suscitando lo sconcerto di un gruppo di studiosi rimasti in silenzio assorti nell’osservare le strane movenze del biondo.

Adrien cercò di darsi un contegno, ma inutilmente: quella maledetta calzamaglia prudeva davvero troppo, e non riusciva a resistere all’urgenza di doversi grattare la pelle resa urticante dal materiale sintetico a dir poco diabolico.

“Scusate madama la mia intromissione,” proferì un uomo con la barba e vestito in modo simile ad Adrien che si era avvicinato a loro. “Non vorrei recarvi disturbo alcuno, ma non ho potuto esimermi dall’osservare il vostro messere nella sua strana danza, e vi chiedo di perdonare la mia screanza nel chiedervi se trattasi di raro malanno a turbare la quiete del signore.”

Marinette per poco non si mise a ridere, per fortuna fermata da una pacchetta ricevuta da Plagg sotto l’ingombrante gonellone che portava e che le aveva ricordato le raccomandazioni di Alix.

Se anche venivano dal futuro, la tana del coniglio aveva la facoltà di tradurre in automatico la lingua per i viaggiatori del tempo come loro, rendendo così le cose molto più facili.

“Vi ringrazio per il vostro cortese interesse, mio signore.” disse la corvina, facendo al contempo un inchino verso il nuovo venuto. “Ma non trattasi di raro malanno, ma soltanto di tessuto di scarsa qualità. Purtroppo, il mio signor marito è molto oculato nella gestione del denaro e dei suoi possedimenti, e questo lo porta a scegliere cose di dubbia fattura, con i risultati a voi visibili.”

Adrien stava cercando di arrivare a grattare una zona piuttosto insidiosa senza passare per un maniaco in mezzo alla strada pubblica, sbiancando davanti all’allusione sul fatto che fossero sposati davanti alle parole della fidanzata, e il biondo avrebbe ribattuto che non erano ancora marito e moglie se non avesse intercettato l’espressione omicida negli occhi di Plagg che con la zampetta alzata sembrava pronto a cataclismarlo all’istante se avesse detto qualcosa di diverso.

“Come ha detto la mia signora,” pronunciò Adrien, provando a darsi un contegno e a cercare di parlare con l’uomo appena arrivato, “…son molto oculato e parsimonioso nella gestione dei beni e delle ricchezze del mio casato, anche grazie ai miei approfonditi studi di finanza e di matematica applicata.”

“Un collega matematico!” Il nobiluomo si illuminò davanti a quella notizia. “E ditemi, messere, su quali studi si basano le vostre conoscenze!”

Per tutta risposta e senza rendersi conto, Adrien cominciò a parlare di resoconti e bilanci finanziari, contornando il tutto con l’aggiunta si schemi di investimenti a lungo termine, e per fortuna, quasi dimenticandosi della malefica calzamaglia sempre incastrata in un posto insidioso.

I due uomini continuarono a parlare senza freni di numeri e matematica applicata per quella che sembrava un’eternità, fino a quando il sonoro brontolio della voragine che Plagg aveva al posto dello stomaco li interruppe, portando l’attenzione su Marinette, come se fosse stato il suo stomaco a brontolare e non quello senza fondo del kwami che continuava a nascondersi sotto il gonnellone ingombrante.

“Mia signora, perdonate la mia poca cordialità,” si scusò l’uomo, osservando Marinette che era arrossita dall’imbarazzo. “Tenervi qui ad udire queste conversazioni deve essere un terribile fardello per voi, senza oltretutto che possiate ristorarvi. Per ottenere il vostro perdono, mia signora, vorrei che foste miei ospiti in una locanda piuttosto rinomata dove potrete gustare ottimi piatti e trovare ristoro.”

Il nobiluomo fece un cenno verso un ragazzino, che subito si precipitò a chiamare e far arrivare una carrozza con cavalli per il suo signore ed i suoi ospiti, che presero posto nella vettura, restando quasi a bocca aperta dopo aver fatto le dovute presentazioni al suono del nome del loro nuovo amico.

Galileo Galilei.

 

****

 

Marinette rimase a bocca aperta davanti all’enorme costruzione che le si stava parendo davanti, chiedendosi se davvero il signor Galilei avrebbe messo in atto il suo esperimento davanti a tutta quella gente.

Ancora non ci poteva credere: Galileo Galilei in carne e ossa.

I libri di scuola parleranno molto di questo illustre personaggio e Marinette amava molto studiare quanto fatto dallo scienziato.

Gli occhi di Adrien, invece, ebbero un luccichio di ammirazione per tutta la permanenza al suo fianco, facendolo desiderare di rimanere lì per sempre, facendogli dimenticare il reale motivo della loro visita in quel luogo e tempo.

Distrattamente, la corvina mollò uno schiaffetto sul dorso della mano del fidanzato, fermando Adrien che stava cercando di grattarsi un’altra volta in punti non proprio consoni per il pubblico.

Il loro nuovo e illustre amico stava risalendo le scale a spirale dell’altissima Torre di Pisa, pronto a lasciar cadere la palla di ferro e la piuma dalla cima della costruzione e far così valere le sue teorie ai suoi colleghi accademici.

Il capannello di folla numeroso che si era radunato si stava rivelando un’ottima risorsa mimetica per Plagg, che riuscendo a sfuggire dal controllo costante del suo portatore, aveva preso a vagare tra le varie sottane colorate delle signore e le calzamaglie fin troppo aderenti degli uomini presenti, annusando in ogni direzione che gli era possibile in cerca di una qualche traccia di odore di kwami, ma senza successo, vedendosi così costretto a ritornare dai suoi umani con il suo piccolo bottino di formaggio locale tra le zampette.

Fu quando il gattino della distruzione si infilò nella giacca tutta pizzi e merletti che qualcosa attirò la sua attenzione nel momento in cui osservò Galileo Galilei, attorno al cui capello si nascondeva una figurina violacea di sua conoscenza.

-E ti pareva che non ci fosse lo zampino di Roaar! - bofonchiò Plagg con la bocca piena di formaggio, attirando su di sé le occhiate dei due umani che era costretto a sopportare se voleva ritrovare zuccherino.

Marinette e Adrien chiesero all’unisono a chi il gattino nero si stesse riferendo, e il dio della distruzione si mise a fare un monologo sulla tigre che in quel momento stava sussurrando qualcosa alle orecchie di Galileo Galilei, infondendogli con ogni probabilità quel coraggio che allo studioso sembrava mancare per portare a termine il suo esperimento scientifico.

Trattenendo il fiato, tutto il pubblico presente assistette alla caduta della palla di ferro e della piuma dall’ultimo piano della torre simbolo di Pisa, e nello stupore generale, i due oggetti toccarono il suolo nel medesimo istante.

L’applauso fragoroso che ne seguì fece drizzare le orecchie a Plagg, che finito il suo formaggio locale, ed emesso un gas altamente tossico e sonoro al punto da aver fatto ricadere la colpa sul suo portatore, il gattino nero partì a razzo verso la palla di ferro e la piuma a terra, cominciando a gesticolare in preda all’ira in direzione di entrambi gli oggetti.

I due ragazzi non sapevano davvero da che parte guardare, soprattutto Adrien che a causa di quanto combinato prima dal suo kwami era sbiancato dall’imbarazzo, e sia il biondo che la corvina decisero di avvicinarsi al luogo dove il dio della distruzione stava cincischiando da solo, notando appena nell’ombra che in realtà il felino stava praticamente infastidendo quelli che sembravano un bue ed una capra in miniatura.

Muuua comuuue dobbiamuuu dirtelo? Non lo sappiamuuo dove si trova Tikki!” stava muggendo il bovino, sbuffando come un toro pronto ad esplodere.

Plagg soffiò in direzione del kwami, rivolgendo poi la sua attenzione dell’altro, che da bravo ovino stava cercando di masticare un pezzo di mattone.

“Stompp ha ragione... beeee!” disse Ziggy, tornando a leccare quello che aveva tutta l’aria di essere un blocco di sale. “Non vediamo gli altri kwami da quando si è apeee-beee-rto il buco nero e ci ha separati tutti. Ci siamo ritrovati con Roaar per puro caso qualche settimana fa.”

La capretta tornò a dedicare il suo tempo al blocco di sale, lasciando furente Plagg perché non aveva ottenuto le risposte che stava cercando, venendo raggiunti poco dopo da una piccola tigre viola che prese ad abbracciare l’altro felino continuando a chiamarlo fratellino.

“Quante volte ti ho detto di non chiamarmi in quel modo?” sbottò il kwami nero versò Roaar. “Non siamo parenti.”

“Scusami se dissento Plagg, ma in natura il gatto è più piccolo della tigre, per cui sei il mio fratellino minore.” concluse il kwami del coraggio ridacchiando assieme agli altri.

Persino Marinette e Adrien trattennero a stento le risate, cogliendo il piccolo gruppetto di kwami alla sprovvista, tranne il dio della distruzione che stava ribollendo di rabbia con le zampette incrociate davanti alla giacchettina che stava indossando.

 

****

 

Una volta terminato il suo esperimento sopra l’imponente Torre di Pisa, Galileo Galilei si apprestò a scendere e incontrare i suoi gentili ospiti, con l’intento di chiedergli che cosa ne pensassero.

“Voi siete un grande, maestro.” Si complimentò Adrien rivolgendosi a lui con garbo e riverenza “… sarà da esempio per tutti. Ogni libro di scuola parlerà della vostra persona.”

Lo scienziato quasi arrossì di fronte ai suoi complimenti “Vi ringrazio, messere. Siete troppo gentile.”

“Però…” Adrien si avvicinò di più a lui “… non ho potuto non notare che siete stato, come dire, aiutato.” Gli sussurrò all’orecchio gesticolando con una mano.

Galileo trasalì, eppure aveva detto a quegli esserini di non muoversi e di rimanere immobili al loro posto “Non so di che cosa state parlando.” Negò quasi stizzito alzando il mento.

“Oh! Sì che lo sapete…” Inveì Marinette cambiando umore, per poi fermarsi quando se ne rese conto “… chiedo perdono, non so che cosa mi sia preso.”

Nel frattempo che quel teatrino continuava, sulle pareti della Torre di Pisa, e ben nascosti da occhi indiscreti, i kwami stavano discutendo tra loro, e una volta superati i convenevoli, e dopo che Plagg ebbe appurato veramente che i tre simili non sapevano effettivamente dove fosse la loro amica Tikki, arrivò il consueto momento delle sfide, facendo dimenticare a Plagg il reale motivo per cui fosse approdato in quel tempo.

Stompp e Ziggy improvvisarono una gara di cornate, dove avrebbe prevalso il più forte, peccato che la forza dei kwami era più o meno simile e nemmeno il tentativo di Roarr di spronarli a fare del loro meglio era servito a niente.

D’altro canto, Plagg, se la stava ridendo di gusto e decise di prendere in giro Stompp per essere un inutile culo grasso, come lo chiamava sempre, e Ziggy per essere un’inutile testa vuota.

Ovviamente il bue non ne fu molto entusiasta di quel nomignolo, la sua rabbia montò a tal punto da partire in quarta verso il kwami della distruzione, lo stesso fece la capra, coalizzata con Stompp per fargliela pagare a quel gattino spelacchiato che si erano ritrovato come amico, con l’intenzione di spiaccicarlo sulle pareti di quella torre come un pezzo di formaggio.

Peccato che Plagg fu talmente agile e svelto da scansarsi all’ultimo e a farne le spese fu la povera torre che si ritrovò a pendere da un lato.

“Opss…” Mormorarono all’unisono Stompp e Ziggy, mentre Roarr stava chiedendo al piccolo dio della distruzione se stesse bene.

Attoniti e sbigottiti, i presenti, compresi i viaggiatori del tempo, corsero a controllare quanto accaduto e a vedere che non ci fossero feriti una volta che il muro di polvere, alzatosi per l’impatto, scomparve del tutto, lasciando la povera torre così come la conosciamo.

Adrien e Marinette circumnavigarono la Torre di Pisa alla ricerca di quei quattro combina guai, perché era chiaro come il sole che quella struttura non fosse caduta da sola come invece si era sempre pensato secoli addietro.

Una volta ritrovati, e mentre stavano per fare una ramanzina con i fiocchi a quelle quattro creature divine, comparve Bunnix da un portale a riportarli al presente.

Marinette stava ancora inveendo quando si accorse di non trovarsi più in pieno Rinascimento, ma nella bottega di Alix.

Tutti gli occhi erano puntati su di lei, soprattutto quelli del fidanzato, il quale non l’aveva mai vista così.

“Ehm… tesoro… forse è meglio che ti dai una calmata!” La invitò lui prima che la sua faccia, da rossa che era diventata, non scoppiasse e prendesse fuoco.

“SONO CALMA!” sbottò la corvina, facendo nascondere i kwami dietro la figura di Adrien.

“E tu sei sicuro di sposartela? Pensa a quando avrete dei figli… non vorrei essere nei panni di quei poveri bambini.” Susurrò Plagg alle orecchie del suo portatore.

“Al momento non ho intenzione di avere figli.” Rispose Marinette che si ritrovò ad ascoltare involontariamente la conversazione tra lui e Adrien mentre si toglieva di dosso finalmente quegli abiti pesanti e Alix notò un leggero rigonfiamento sul suo ventre.

La Guardiana del tempo sorrise dolcemente…

*

continua

 

 

 

angoletto autrici:

 

Ben tornati in questo piccolo viaggio nei meandri del tempo!

In questo capitolo ci siamo prese qualche licenza poetica facendo riferimento ad un periodo storico italiano, tra il 1589 ed il 1592 in cui Galileo Galilei è stato presente nella città di Pisa per ampliare i suoi studi accademici.

Senza volere, è stato inserito un piccolo easter egg, e vi sfido a trovarlo a dire da quale serie è stato tratto.

Chissà in che epoca approderanno i nostri amici nel prossimo capitolo?

Un abbraccio,

LadyHeather83 & summerlover

 

 

   
 
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