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Autore: Jasmine54    02/09/2022    1 recensioni
Un ritratto che, con lievi pennellate colorate, descrive la vita in una cittadina italiana non bene identificata. Le diverse classi sociali che la abitano e i personaggi pittoreschi che compaiono sullo sfondo costituiscono, con tinte talvolta tragiche e talvolta comiche, l’anima della cittadina.
Nota: rating alzato ad arancione per un solo capitolo.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ferragosto intanto era arrivato, festoso e all’insegna di un caldo ancora rovente.

I preparativi per la festa erano iniziati già da giorni, e la cittadina era in movimento. I cartelli pubblicitari, posti all’ingresso della cittadina stessa e lungo le strade del centro storico, invitavano i turisti - e non solo - a partecipare alla ‘tortellata’ che si sarebbe tenuta in piazza Vittoria per ben quattro giorni di seguito.

“Che mangiata di tortelli faremo!” diceva la gente, osservando quel vitale fermento.

I tortelli venivano preparati dai venditori di pasta fresca della cittadina, tutti nello stesso modo e con la stessa ricetta.

La particolarità di quel tortello era “l’essere dolce”: gli ingredienti della ricetta venivano tramandati di madre in figlia da più di un secolo e sempre con la stessa procedura.

Su un lato della piazza era stato allestito un lungo banco dal quale, dopo aver pagato anticipatamente, si servivano piatti fumanti di tortelli dolci, sempre con una buona spruzzata di amaretti al cioccolato. Diversi tavoloni erano stati posti, parallelamente tra loro, in piazza, per permettere a tante persone di gustare quella caratteristica prelibatezza. Sul lato opposto di piazza Vittoria era stato invece allestito un grande palco per l’orchestra, che avrebbe intrattenuto le allegre e ‘golose’ compagnie.

Il tempo era buono, la gente cercava di non pensare al caldo umido di quelle serate, e tutto faceva pensare a una perfetta riuscita della festa. Tra le vie laterali e antecedenti la piazza, alcune bancarelle vendevano ingredienti per la preparazione dei tortelli e delle torte tipiche locali.

Flavia, accompagnata dal marito, si diresse verso il centro cittadino, ben vestita ed elegante. Non voleva pensare alla partenza imminente del marito e alla solitudine che la avrebbe di nuovo avvolta per giorni: desiderava solamente divertirsi, quella sera.

L’uomo che aveva sposato la coccolava, le parlava dolcemente anche se, a volte, lei lo sentiva lontano.

La donna non sapeva che il marito avrebbe voluto trascorrere più tempo a casa con lei, senza pensare al lavoro che lo attendeva in Iran, tra orari massacranti e un cibo non proprio invitante. Questo però lui non lo voleva dire alla moglie, anche se, intanto, le sorrideva.

 

Marco, nel frattempo, aveva convinto Sofia a mangiare un bel piatto di tortelli dolci e una buona fetta di torta: “Sei troppo magra, devi mangiare di più!” le aveva detto, strizzandole l’occhio. Sofia era contenta, quasi felice, di aver conosciuto Marco.

“È così attento, premuroso, e sembra non aver paura di prendersi le proprie responsabilità…” pensava tra sé la ragazza.

Una musica assordante intanto rimbalzava tra le pareti della piazza. I ragazzini per le strade scherzavano tra loro spintonandosi, anche se qualcuno di loro era imbarazzato dalla presenza delle ragazze, loro coetanee, che a loro volta bisbigliavano, iniziando a civettare, alcuni commenti sui propri compagni.

I ragazzi più grandi, invece, non amavano mischiarsi alla folla, e si fermavano nei bar poco distanti dal centro o nei locali asiatici, dove la musica era diversa. Tra di loro andava per la maggiore il sushi: fingevano di gustare il tipico piatto orientale, ma al contempo bevevano intere caraffe di birra per saziare la fame.

 

L’amica e collega di Pinuccia, Carla, intanto, aveva portato un piccolo dono a Sara, come souvenir del suo soggiorno a Cipro. Quella sera si erano incontrate tutte e tre al bar e si erano raccontate delle rispettive vacanze e degli ultimi pettegolezzi sulla cittadina.

Pinuccia aveva preso una decisione che avrebbe cambiato completamente la sua vita lavorativa. Sperava soltanto di non perdere l’amicizia di Carla, insegnante di latino nello stesso liceo e nella stessa classe.

Carla conosceva bene i tormenti di Pinuccia, la sua sensibilità verso gli altri, verso i ragazzi, ma soprattutto verso i bambini. La sua preparazione la portava a capire le dinamiche psicologiche che portavano i giovanissimi ad atteggiamenti aggressivi e di rottura con l’ambiente circostante. Carla sapeva bene che Pinuccia non era di ruolo al liceo, e che avrebbe potuto scegliere il grado di scuola in cui insegnare. In quel momento, però, non voleva pensare a un eventuale distacco, ma soltanto a divertirsi con l’amica e con la figlia.

“Mamma, hai comprato i tortelli e gli amaretti per domani sera?” chiese impaziente Sara alla madre.

“Sai che mi cimenterò con il papà ai fornelli… Vogliamo preparare una ricetta speciale, visto che ci saranno anche Ilaria e sua madre a cena,” rispose Pinuccia, un poco spazientita.

Era già la terza volta che la figlia glielo chiedeva.

“Che santa pazienza ci vuole…” mormorò tra sé Pinuccia.

La festa, intanto, anche nei giorni successivi, si rivelò un vero e proprio successo.

I tortelli venivano consumati, a chili, in piazza, nei ristoranti, nelle trattorie locali o semplicemente acquistati per essere gustati in famiglia.

L’organizzazione comunale, i venditori di pasta fresca, i cittadini, erano tutti ben soddisfatti e contenti.

La loro cucina tipica era stata ancora una volta apprezzata, anche dai turisti più sprovveduti oppure restii ai nuovi sapori.

   
 
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