Fumetti/Cartoni americani > Batman
Segui la storia  |       
Autore: My Pride    04/09/2022    1 recensioni
~ Raccolta Curtain Fic di one-shot incentrate sulla coppia Damian/Jon + Bat&Super family ♥
» 79. With all my life
Le note di Jingle Bells risuonavano a ripetizione negli altoparlanti del centro commerciale e diffondevano quell’aria natalizia che si respirava in ogni punto della città di Gotham, dai piccoli magazzini, negozi di alimentari e ristoranti ai vicoli che circondavano ogni quartiere.
[ Tu appartieni a quelle cose che meravigliano la vita – un sorriso in un campo di grano, un passaggio segreto, un fiore che ha il respiro di mille tramonti ~ Fabrizio Caramagna ]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bat Family, Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Jon Titolo: Jon
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: Flash Fiction
[ 518 parole fiumidiparole ]
Personaggi: 
Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Rating: Giallo
Genere: Generale, Fluff, Introspettivo
Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort, Slash
Spighe & Sfighe Challenge: Ecco com'è l'amore: ti macera le labbra finché l'unica parola che la bocca ricorda è il nome di lui.
 

SUPER SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved
.

    Jon.
    Un bacio sulle labbra, quel nome che danza sulla lingua e carezza il palato una, dieci, cento volte, un sussurro che si perde fra il continuo frinire dei grilli e delle cicale nascoste fra i campi di grano e sembra vibrare nelle orecchie, provocando piacevoli brividi lungo la schiena.
    «Dovresti fare più attenzione, non sei più fatto d’acciaio».
    «È piuttosto ironico detto da te, mister “io rido in faccia al pericolo”».
    «Scherza, scherza. Ti mollo qui a dissanguarti».
    «Poi come faresti senza di me?»
    «Sopravvivrei. Ora sta’ fermo e fammi finire di suturare la ferita».
    Un movimento lento, costante, il cigolio del cassone del pick up fermo in mezzo al nulla, sotto il manto della notte e le stelle del firmamento; è un punto fisso nella penombra che li circonda, la promessa di una vita migliore, l’attimo in cui dalle labbra non fuggono altro che ansiti e quel nome, sussurrato ancora e ancora, come a volerlo marchiare a fuoco sulla pelle e nel cervello.
    «È normale che faccia così male?»
    «Ti sei quasi mozzato un braccio mentre costruivi una casa sull’albero, certo che è normale».
    «Sei sempre così melodrammatico, D».
    «Ripetimelo quando continuerai a lamentarti tutto il giorno che ti fa male, idiota».
    «A te piacciono gli idioti».
    È amore puro, infinito, è quel sentimento che ti martella la testa e ti macera le labbra ad ogni bacio, morso e imprecazione; è così profondo da lasciare senza fiato e da far male il petto, un vortice di emozioni senza fine che sembra far ruotare il cosmo intero. È la carezza sulla pelle e le dita che scorrono veloci centimetro dopo centimetro, il solletico dei capelli contro la gola e il borbottio quando il braccio fasciato sbatte contro lo sportello d’acciaio del cassone, la risata che scoppia tra loro e il cigolio degli ammortizzatori che diventa più ritmico, deciso, confondendosi col frinire degli insetti che non hanno smesso di cantare.
    «Se dovesse venirmi di nuovo l’idea di arrampicarmi su un albero e tagliare le assi là sopra… prendimi a pugni, ti prego».
    «Con immenso piacere, J».
    «Ah?! D! Avresti dovuto dire che non lo faresti mai!»
    «Sarebbe stato mentire, e tu lo sai».
    «Ti odio».
    «Felice di sentirlo».
    Uno sguardo rivolto verso al cielo, un braccio intorno ai fianchi e un altro dietro alla testa, una mano che traccia con un dito ogni costellazione mentre la schiena si distende contro l’ammasso di coperte accatastato nel cassone; sono mormorii concitati e sussurri al vento mentre la brezza serale fa frusciare quel mare di spighe e il sudore imperla fronte e petto, occhi che si cercano con un sorriso e dita che si intrecciano, tra sbadigli e pigre carezze.
    «D?»
    «Mhn?»
    «Ti amo».
    «…ti amo anch’io».
    E per tutta la notte non fa altro che sussurrare, arrotonda ogni lettera e la gusta nel palato, sulla punta della lingua, stampandola davanti ai suoi occhi e contro le palpebre, finché non si addormenta sotto le stelle e contro di lui mentre l’unica parola che ancora aleggia fra loro è solo il suo nome.
    Jon.






_Note inconcludenti dell'autrice
Ennesima storia scritta sia per la #spigheesfighechallenge indetta dal gruppo facebook Hurt/comfort Italia
Ambientata in un punto indefinito della saga, stavolta la narrazione è differente perché volevo cercare di comunicare al meglio quello che cercavo di dire e... spero di esserci riuscita
Questo è più che altro un flusso di pensieri, dei momenti in cui Damian pensa a cosa significa Jon nella sua vita e quanto il suo nome voglia significare per lui, mescolando momenti e sensazioni e attimi passati insieme (le frasi dei discorsi diretti sono tratte da un'altra shot che verrà postata a breve)
Jon gli è stato accanto e lo ha aiutato in momenti brutti, quindi Damian non può fare a meno di riflettere su di lui
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



Messaggio No Profit
Dona l'8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: My Pride