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Autore: Miss Moony    09/09/2009    1 recensioni
- “Con questo volume imparerete come conquistare una ragazza in qualche piccola, pratica mossa: vedrete avverarsi tutti i vostri sogni e nello stesso tempo sarete diventati dei perfetti gentiluomini” - lesse James.
Sirius scoppiò a ridere.
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Nota iniziale: I soprannomi dei Malandrini ho preferito tenerli in inglese che mi piacciono di più...
Per chi non li conoscesse:

Padfoot = Felpato
Prongs = Ramoso
Moony = Lunastorta
Wormtail = Codaliscia

Nella narrazione userò i nomi normali per chiamare i personaggi "versione umana", e i soprannomi per la "versione animale". Questo vale per tutta la storia.



_________________________


Tutto era tranquillo, quella notte di settembre: il silenzio che avvolgeva il castello era rotto solo dai versi degli animali. Tutto dormiva. No, un attimo, quasi tutto dormiva.
La prima ad essere sveglia era una diciassettenne studentessa di Grifondoro dai lunghi capelli rossi, occhi sorprendentemente verdi e viso sottile: Lily Evans. La finestra del suo dormitorio dava proprio sul lago, offrendo a chi si affacciava (in quel caso a Lily) la splendida vista di una distesa d’acqua contornata dalle montagne e, in un angolo, alti alberi che svettavano imponenti verso il cielo.
Non era raro che Lily Evans, di notte, si affacciasse a quella finestra: lo spettacolo della luna che si rifletteva sul lago le dava un senso di calma e tranquillità che le era indispensabile per poter affrontare le dure giornate di scuola, specialmente in quel periodo: l’inizio del settimo anno, l’utimo, l’anno degli esami finali.
Se Lily Evans avesse spostato il suo sguardo un po’ più a destra, verso gli alberi della foresta proibita, avrebbe notato tre, anzi quattro sagome scure che correvano sui prati di Hogwarts, illuminate dalla chiara luce della luna piena e dalla scintillio di milioni di stelle. Se Lily Evans, poi, avesse deciso guardare da quella parte tutti i mesi ad ogni luna piena avrebbe notato che quello strano corteo, puntualmente, in quelle notti attraversava i prati.
Per primo, quasi invisibile tra i ciuffi d’erba, c’era un topolino; dietro di lui veniva un enorme cane nero, simile ad un orso; poi un lupo ringhiante, grigio argentato; infine, a chiudere la fila, un maestoso cervo color cioccolata, con un imponente palco di corna in testa: corna che usava di tanto in tanto per sospingere il lupo in avanti se questo dava segni di voler tornare indietro.
La cosa più sorprendente, però, accadeva al tramontare della luna: i quattro animali correvano verso un albero che agitava furioso i suoi rami; poi il topolino sgusciava fino al tronco per premere il nodo alla base e l’albero smetteva di muoversi; a quel punto gli altri tre lo raggiungevano e, uno alla volta, sparivano tra le radici.
Se, ancora, qualcuno li avesse seguiti lungo il passaggio segreto che portava ad una casa vecchia e diroccata, avrebbe visto uno spettacolo ancora più insolito: nell’esatto momento in cui la luna si ritirava dietro alle montagne, il lupo cominciava a ululare e a contorcersi fino ad assumere la forma di un ragazzo parecchio malandato dai capelli castano chiarissimo, quasi biondi. Il ragazzo si chiamava Remus Lupin.
A quel punto anche gli altri tre animali si trasformavano: il topo diventava un ragazzino grassottello dagli occhietti acquosi, il cane nero diventava un ragazzo alto dai lunghi capelli neri che cadevano distratti sulle sue spalle e gli occhi grigi, e il cervo diventava un ragazzo muscoloso con i capelli neri perennemente scompigliati e gli occhi nocciola contornati da occhiali. I tre si chiamavano Peter Minus, Sirius Black e James Potter.

La mattina dopo, gli stessi quattro ragazzi sedevano al tavolo Grifondoro per la colazione.
Remus, con le occhiaie che dimostravano quanto avesse dormito quella notte, cercava invano di concentrarsi sul suo libro di trasfigurazione. Peter si era addormentato con la testa sul tavolo.
- Eddai Remus, togli la testa da quel libro e vieni qui a parlare con noi! - disse Sirius, che come James sembrava avesse dormito benissimo tutta la notte, ed era fresco e riposato.
- Non posso, Padfoot, la McGrannitt mi interrogherà domani mattina! - rispose Remus, leggermente seccato.
- Sai benissimo che non è così - replicò Sirius. - A meno che non è prorio necessario, sai che ti lascia in pace dopo…
- Dopo che mi sono ammalato - concluse Remus in fretta, sentendo su di sé sguardi curiosi di altri studenti. La lingua di Sirius, non frenata, poteva portare a grossi guai: Remus lo sapeva bene, dopo un “innocente scherzetto” fatto a Severus Piton l’anno precedente. E in fondo, Remus era già noto da sei anni per la sua salute delicata.
- Ma la Evans non è ancora arrivata? - mugugnò James, guardandosi in giro.
- Prongs… è domenica! E siamo tornati a scuola ieri. Sarà già scesa, oppure sarà rimasta un po’ di più in dormitorio. Di cosa ti preoccupi? Hai un anno per vederla! - disse Sirius, ammiccando verso alcune ragazze del quinto che lo guardavano come se fosse un dio, e che a quel gesto quasi svennero dall’emozione.
- Ogni minuto senza i suoi occhi è un minuto perso - sentenziò James.
- Molto poetico - replicò Remus sbadigliando.
- Senza i suoi occhi… o senza qualcos’altro? - ridacchiò Sirius.
- Ma come sei simpatico, Sirius.
- Sei tu che sei noioso, James. Sempre a pensare le stesse cose… Lily Evans, Liy Evans, Lily Evans! Non sai dire altro! - sbottò Sirius, veemente.
- Non vero! Diglielo tu, Moony! - replicò James con una perfetta faccia da cervo offeso.
- Ehm… be’… - balbettò Remus, imbarazzato.
- Dov’è finito il Remus Lupin che conoscevo io, quello che aiutava gli amici in difficoltà? - urlò James, indignato, attirando l’attenzione di tutto il tavolo.
- A me non sembra che tu sia tanto in difficoltà - obiettò Remus.
- No? Mi state accusando di pensare sempre solo alla Evans!
- E, onestamente James, guardami negli occhi: non è vero? - disse Sirius.
- Be’… sì, è vero - ammise infine James.
- Bene. E ora, da bravo, prova a raccontarci qualcosa che non coinvolga quanto è bella la sua chioma o quanto sono splendenti i suoi occhi - concluse Sirius con un largo sorriso.
James rimase in silenzio per qualche minuto, poi si illuminò.
- Ci sono! - esclamò. - Guardate un po’ cosa ho trovato in camera di mio padre (di mio padre, eh)!
E, così dicendo, si chinò sulla sua borsa a cercare qualcosa.
- Che cosa hai trovato, Jimmy? - chiese Sirius, curioso.
- Oddio Sisì, non mi chiamare con quell’orrendo soprannome! Prongs mi basta, grazie - disse James, con una faccia scandalizzata, alzandosi di scatto da sotto il tavolo e battendo la testa.
- E tu vacci piano con quel Sisì… Padfoot mi va più che bene! - replicò Sirius.
- Insomma ragazzi, basta! - intervenne Remus per mettere fine a quella che sarebbe stata una lotta a chi affibbiava all’altro il soprannome più orrendo. - James, vuoi dirci cos’hai trovato e farla finita?
- Non l’ho messo in borsa! L’ho dimenticato in dormitorio. Ve lo faccio vedere stasera! - disse James, riuscendo finalmente a liberarsi di Sirius che lo teneva con la testa sotto il tavolo. - Un piccolo anticipo? - azzardò quello.
- A te, poi… no, no, la sorpresa deve essere genuina!
- Cos’avrai trovato, un libro che spiega come uccidere Mocciosus lentamente e dolorosamente?
- No, no, meglio…
- Mi fai paura Prongs. Meglio che torturare Mocciosus? Allora… un libro che ti dice come passare i M.A.G.O. con tutti Eccezionale!
- Buca.
- Un indizio?
- Scordatelo.
- Cattivo! Mmmh… un libro che…
- Lo vedrai stasera, Padfoot, non ci stressare - lo interruppe James, mettendo fine alla conversazione.

La sera, in dormitorio. Sirius, Remus e Peter erano seduti sul letto di James, che rovistava nel suo baule.
- James ti muovi? - sbuffò Sirius, impaziente.
- Non trovo… eccolo! - esclamò James, tirando fuori dalle profondità del baule un libriccino e sedendosi sul letto in modo che anche gli altri potessero vedere. Per qualche secondo rimasero tutti in silenzio, poi Sirius e Remus scoppiarono a ridere.
- Embè? - chiese James.
- No, dico, Prongs… ma hai visto cosa tieni in mano? - disse Sirius tra una risata e l’altra.
James riguardò il libriccino per essere certo che fosse quello giusto. Sì, non c’erano dubbi, era proprio quello che cercava: il titolo, rosa contornato da cuoricini rossi, diceva “SOS innamorarsi” e sotto c’era la foto di un ragazzo e una ragazza che prima si urlavano contro e poi si baciavano appassionatamente.
- Sì che l’ho visto… perché? - chiese James, che evidentemente non capiva perché Sirius e Remus ridevano.
- Ahahahaha… oddio non ci credo… tu vorresti conquistare la Evans con quello?
- E cosa c’è di male?
- Te lo dico io cosa c’è di male… non funzionerà!
- E’ questa la stima che hai per il tuo migliore amico, cagnaccio pulcioso?
- Sì!
- Scommettiamo? Io entro la fine dell’anno riesco a uscire con lei, e tu… tu… tu…
- Occupato?
- Cretino, sto pensando a cosa potresti fare tu in cambio… aha! Ci sono!
- Cioè?
- Mi farai da testimone al matrimonio con la Evans!
- Eeeeh?
- Hai sentito benissimo.
- Tutto ciò è scientificamente impossibile… ma se proprio ci tieni… tanto vincerò io!
- Non ci contare: io ho Moony dalla mia parte! E anche Wormtail!
- Ehi! E a me chi lasci?
- Nessuno, tu non devi fare assolutamente niente.
- Uffi.
- Ehi voi due, avete finito? - li interruppe Remus.
- Sì, siamo giunti ad una conclusione: se…
- Abbiamo sentito tutti, grazie. Ah, chi te l’ha detto che io sarò dalla tua parte?
- Il fatto che so che tu sei mio amico e amico della Evans e faresti di tutto per vederci assieme felici. E il fatto che tu credi che posso riuscire a conquistara con questo saggio manuale.
- Hai fatto tutto da solo…
- Perciò mi aiuterai?
- Sì, va bene.
- Traditore! - urlò Sirius, mulinando le braccia per cercare di colpire Remus e cadendo dal letto. James allora si trasformò, tirò su l’amico urlante con le corna e senza tanti complimenti lo sbattè fuori dal dormitorio, chiudendo la porta.
- Ehi! Fammi rientrare, brutto cervo cornuto! - ululò Sirius battendo i pugni.
- Non ci penso nemmeno, ammasso di pulci! - urlò James di rimando. - Dobbiamo cominciare ad elaborare una strategia e la tua presenza non serve!
- Dai, fallo rientrare, Prongs. Questo qui è capace di buttar giù la porta e attirerebbe la Evans! Ti devo ricordare che lei può salire nei nostri dormitori? - intervenne Peter.
- Hai sentito cos’ha detto il tuo fedele alleato? Fammi rientrare subito!
- No!
- Sì!
- No!
- Guarda che chiamo la Evans!
- E cosa le dici? Che ti ho buttato fuori dal dormitorio?
- No: le dico che tu hai intenzione di buttarle una Caccabomba nella borsa!
- Non lo faresti mai…
- Vogliamo provare?
- E va beeene, entra!
James abbassò la maniglia. In quell’istante una montagna nera pelosa si abbattè su di lui schiacciandolo a terra.
- Ehi! Non vale. Tu hai quattro zampe! - protestò James con quel poco di fiato che riuscì a mettere insieme da sotto Padfoot.
- Anche tu hai quattro zampe, James. E una notevole quantità di corna - suggerì Remus, visto che l’amico non sembrava in grado di arrivarci da solo.
- Eggià! Hai ragione. Aspetta… - e con questo James diventò Prongs, che così riuscì a togliersi di dosso Padfoot.
I due animali cominciarono a lottare, fino a che non furono abbastanza ammaccati e doloranti da separarsi. Allora ritornarono Sirius e James.
- Bene - disse James, riprendendo fiato. - Chiarito questo, possiamo cominciare a leggere. Solo una cosa, Paddy: giura che almeno non farai niente per ostacolarci!
- Ma così non c’è divertimento!
- Peggio per te. Già sarà difficile senza che ti ci metti in mezzo!
- Ok, ok, ma tanto non ci riuscirai comunque!
- E’ tutto da vedere. Bene, si comincia!



___________


Ok, forse sarete stufi di sentire la solita trita-ritrita su James e Lily ma l'idea era troppo buona per sprlecarla! E poi avevo una gran voglia di scrivere una ff sui Malandrini...
Se vi ho incuriosito almeno un pochettino fatemelo sapere!!!
  
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