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Autore: New Moon Black    05/09/2022    0 recensioni
Takemichi!Centric, Moebius Arc: Durante lo scontro con Kiyomasa, il suo maledetto aguzzino che lo ha perseguitato per un lungo periodo di tempo,
per proteggere un Draken ferito e le ragazze al suo fianco, Emma e Hina,
Takemichi Hanagaki ripercorre, passo dopo passo, tutto quello che gli è successo in questi 12 anni,
prima che accadesse il "Fatto", alla ricerca di una risposta, che riguardasse la sua persona.
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Storia partecipante al "Writeptember H/C Edition" a cura del gruppo
Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fancfiction su Facebook.
Genere: Azione, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Tachibana, Ken Ryuguji (Draken), Takemichi Hanagaki
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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•Questa storia partecipa al "Writeptember H/C Edition" a cura del gruppo
Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fancfiction su Facebook.
•Fandom: Tokyo Revengers.
•Rating: giallo.
•Numero Parole: 1190.
•Personaggi: Takemichi Hanagaki, Ken Ryuguji alias Draken, un po' tutti.
•Prompts: 4. Riscatto + 5. Immagine Bonus: A è sotto il getto d'acqua.
•Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Azione.
•Note: Missing Moments, Otherverse.
•Avvertenze: Tematiche delicate e Spoilers dell'arco della Moebius!
#Writeptember
#FuoriChallenge #GiornoX
•Credits: panel manga, capitolo 24/25, opera dell'autore Ken Wakui.
 





 
I’m not a King, I’m not a God.
I am… Takemichi Hanagaki.
 
 


 
Strinse forte il corpo del suo avversario e, prima che se ne rendesse conto,
il biondino morse il suo fianco, con l'adrenalina salita alle stelle
e il sangue che gli pompava violentemente sia alla testa e alla mano ferita.
L'urlo strozzato di Kiyomasa si fece sentire e, come per magia,
le grasse risate dei suoi compagni, quelli che avevano tenuto un'imboscata per ferire a morte Draken,
smisero di fare rumore, sostituito da versi di stupore e, un pizzico, di tremore.
Dicevano qualcosa come:“Cazzo, lo ha morso per davvero!”, oppure “Basta giocare sporco!
Curioso, davvero curioso che si fossero lamentanti di lui di quel gesto, quando poi Masataka Kiyomizu,
il loro amato Leader, non solo era in combutta con quei maledetti criminali della Moebius,
ma aveva anche tirato fuori un pugnale, ferendolo gravemente su tutto il palmo della mano destra.
Lo stesso che aveva pugnalato allo stomaco di Ken Ryuguji, soprannominato Draken,
con l'obiettivo di distruggere la Toman.
 
Quelli, non portavano il buon esempio nell'essere dei delinquenti.
Ma, soltanto, dei grandissimi stronzi, pronti a ferire le persone,
incapaci di poter lottare e proteggere i più deboli.
 
Takemichi colse l'occasione al volo e, mentre il farabutto tentava di levarselo di torno
con calci e pugni, quest'ultimo affondò, con più violenza, i suoi canini e incisivi una buona parte dei suoi addominali, ottenendo altre urla di dolore e frustrazione.
Adesso, il suo avversario, era messo alle strette.
Mentre stava lottando duramente per ottenere una vittoria schiacciante dal suo temuto aguzzino,
ripercorse con la mente i suoi 12 anni passati, prima che avvenisse il “Fatto”.
Prima ancora che compisse il suo primo salto temporale,
per salvare la ragazza che amava.
 
All'epoca, egli andava alle medie e pensava di poter diventare il miglior delinquente di Tokyo,
se non addirittura il più forte del Giappone, assieme ai suoi amici della gang Mizo.
Ma quel sogno venne subito infranto, quando venne lui, il suo peggior incubo.
Masataka Kiyomizu, conosciuto da tutti come Kiyomasa.
Si ritrovò, sfortunatamente, nel suo mirino e, non avendo una notevole forza fisica,
per lui era quasi normale farsi riempire di botte e ridursi, poi, come un sacco da boxe.
Credeva che la sua vita sarebbe stata un vero Inferno, giorno dopo giorno,
continuando a farsi sottomettere da lui, da quel Kiyomasa, e mai avrebbe osato ribellarsi.
Ma si rese conto, solo più tardi, che si sbagliava.
 
Era successo tutto ciò perchè, in realtà, era solo colpa sua.
 
Lui, per prima, era così debole da essersi arreso subito, al primo tentativo,
senza provare ad osare di più, ad alzare la testa  e sbattercela contro, con enfasi.
Senza chiedersi:“Cosa sarebbe successo se, invece, avessi ribaltato la situazione?”
Come sarebbe stato essere liberi da quel bullismo, psicologico e fisico, se avesse agito di conseguenza,
invece di rimanere in silenzio con la testa bassa?
Questa era la domanda che si chiedeva spesso il Takemichi del futuro, di appena ventisei anni,
che non era riuscito a realizzarsi come avrebbe voluto e lavorava part-time in un piccolo negozio di video.
 
E ora, finalmente, avrebbe trovato la sua agognata risposta.
 
La chiave era proprio lui, Masataka Kiyomizu, quel maledetto bastardo
che gli aveva lasciato una grossa cicatrice, invisibile, nel profondo della sua anima.
La stessa figura spaventosa che, oltre avergli provocato un trauma psicologico,
aveva tentato per anni a sfuggirgli.
Tuttavia, questa volta non sarebbe scappato, a gambe levate.
Lui l'avrebbe colpito, ancora più forte, con i suoi pugni e voleva a tutti i costi batterlo,
fino a raggiungere la vittoria.
Non voleva più nascondersi, con la coda tra le gambe, ma farsi avanti,
infiammare il suo cuore con la forza e la speranza e affrontare ogni avversità.
 
Ah, inoltre, aveva una gran voglia di gridare, fino a consumarsi allo stremo le corde vocali.
 
Quindi, sì, non gli importava un bel niente se, per battere quel pallone gonfiato,
avrebbe dovuto giocato sporco.
Nemmeno se avesse fatto qualcosa di particolarmente spericolato,
rischiando anche di ferirsi, tanto da farsi etichettare come "sfigato".
 
«NON M'INTERESSA SE NON SONO INVICIBILE, COME MIKEY, O COME DRAKEN!»
 
È vero, lui non era un Re, come lo era Manjiro Sano, alias Mikey, che guidava la Tokyo Manji Gang
con orgoglio e forza di spirito; e se per questo, non era nemmeno un Dio.
Era, semplicemente, lui.
Takemichi Hanagaki.
Un ragazzino di, appena 14/15 anni, gentile e alla mano, spesso goffo e maldestro,
ma possedeva un cuore grande e una sensibilità unica, del suo genere.
Inoltre, sono stati questi suoi aspetti, del suo carattere, a far innamorare di Hina di lui e,
di conseguenza, stringere un forte legame.
 
E questo gli bastò, per poter andare avanti e lottare.
 
Gridò a pieni polmoni, tirando fuori tutta la sua grinta e determinazione,
e strinse più forte la presa ferrea intorno al collo di quel delinquente, che lo aveva terrorizzato per ben 12 anni.
Ora, non gli faceva più così paura.
Dietro al biondino, erano presenti altre persone che assistevano al suo scontro mortale.
Hinata, la sua cara e dolce fidanzata, era tesa e preoccupata per la sorte di quel sprovveduto del suo ragazzo;
tuttavia, non riusciva a nascondere un briciolo di orgoglio ed ammirazione nei suoi confronti.
Emma, che prestava sempre un occhio di riguardo al migliore amico di suo fratello,
nonché la sua cotta segreta, e non smetteva mai di piangere
con la paura che la situazione si degenerasse ancora di più; ma, nel profondo,
gli augurava che riuscisse a mettere, definitivamente, a tappeto quel pazzo sgravato.
E infine, c'era lui, Draken.
Coperto di sangue sia alla testa e allo stomaco, era rimasto seduto ad osservare il tutto,
nel più totale silenzio.
Eppure, il vice-comandante della Toman, sapeva già come sarebbe andata a finire lo scontro e, no,
non sarebbe stata la sconfitta del biondino.
Infatti, vedendo come il minore stava avendo la meglio contro il suo avversario,
aveva un sorriso soddisfatto, quasi folle, dipinto sul volto e gli occhi neri,
come due gioielli che brillavano al buio, stavano gridando una muta richiesta,
a resistere ancora qualche secondo.
 
«PERCHÈ IO SONO... HANAGAKI TAKEMICHI!»
 
Preso dall'euforia e dall'entusiasmo del momento, Ken Ryuguji urlò a gran voce,
tenendosi con la mano la ferita, anche se dopo ciò sentì dolore.
 
«TAKEMITCHY, NON MOLLARE LA PRESA!»
 
Egli annuì, impercettibilmente, e facendosi forza con le braccia e le mani,
strinse ancora di più la fitta morsa contro Kiyomasa, udendo vari versi strozzati e gemiti di dolore.
E, prima che se ne rendesse conto, sia lui che il villain caddero all'indietro,
andando incontro al cemento freddo e bagnato della strada.
Poi, avvenne la realizzazione.
Masataka Kiyomizu era a terra, privo di sensi, con la bava alla bocca mischiata,
successivamente, alle gocce di pioggia.
Con fatica, riuscì a scostarsi da dosso quel gigante e, finalmente, poté tirare un sospiro di sollievo.
Provava dolore, ovunque, ed era convinto che sarebbe svenuto sul posto.
Eppure, non potè fare a meno di ridere, sguaiatamente, alla consapevolezza di aver vinto
la sua più, grande, scommessa.
La sua impresa eroica.
Il riscatto che si meritava da, praticamente, tutta una vita.
Sorrise, stanco e soddisfatto.
 
Ora poteva dire che, sì, aveva vinto.
Takemichi Hanagaki aveva avuto la sua, agognata, rivincita.
 
 
 
 




Angolo dell'autor*:

 
Allora, in teoria l'avevo finita subito dopo mangiato la cena e la volevo pubblicare, ma dovevo aggiungere alcune cose nel testo e, ovviamente, revisionarlo a livello di grammatica e sintassi.
Questa volta, volevo provare a  ridurre di più il testo, renderlo scorrevole e verificare se cambiasse qualcosa.
Ad ogni modo, è stato bello ripercorrere con Mitchy questa scena, in particolare, proprio perché sia l'anime che il manga sono molto intensi.
Per non parlare dei suoi sguardi mentre cerca di intimorire Kiyomasa, cioè, che capolavoro-
 
*chef kiss mode: on*
 
Mi piaceva l'idea di sviluppare una centric su di lui, proprio perché essendo un protagonista dotato di sensibilità ed emozioni umane, viene spesso bullizzato anche dal fandom.
Bastardi, non vi meritate proprio un bel niente tsk-
 
Poooi, ringrazio come sempre le organizzatrici del gruppo "hurt/comfort Italia" da lasciare queste challenge interessanti come il "Writeptember" e nulla, sono curios* di sapere quante cose posso produrre nel quotidiano!
Btw, spero che vi sia piaciuta, non esitate a lasciarmi qualche recensione/messaggio/commento carino nel feedback, o magari qualche critica costruttiva, mi farebbe un sacco piacere fare con voi qualche chiacchierata.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento!
 
Distinti saluti,
Artemìs.
 
   
 
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