Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Alexander33    05/09/2022    1 recensioni
Rieccomi con una nuova ricetta che somiglia alla scorsa, ma dove gli ingredienti sono stati modificati e rimescolati.
La Mayu che troveremo qui ha la stessa età della precedente, ma è più matura, posata, con un po’ più di esperienza e, soprattutto, non fa cose folli per conquistare il suo capitano perché non ne è innamorata.
L’atmosfera che si respira è più drammatica ma orbita, come l’altra, intorno ai sentimenti tormentati e alle vicende sentimentali dei protagonisti.
Dal testo:
«bastardo figlio di puttana! Cosa le hai fatto!!!»
Tadashi si scaglió contro di lui, fuori di sé per la rabbia.
Harlock non si scompose, era preparato.
«non è il luogo ne il momento per scenate isteriche. Ce la vedremo a tempo debito!»
«sei un vigliacco! Come hai potuto?! Animale!!!!!! È tua figlia!!!!»
«Adesso basta! Esci immediatamente di qui, o passerai i prossimi 5 giorni in cella d’isolamento» Harlock ringhió quell’avvertimento a denti stretti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Mayu, Tadashi Daiwa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In qualche maniera riuscirono a tornare in hotel.

Intontiti, imbarazzati, reduci da una pomiciata coi fuochi d’artificio su una panchina, che nemmeno due quindicenni in calore. 

 

Kei aveva tutto il rossetto spalmato tra naso, mento e collo e i laccetti del top allentati e riallacciati alla meno peggio.

C’era mancato poco venissero arrestati per atti osceni… se Mayu avesse saputo…

 

Petali di rosa erano sparsi sul pavimento, a formare un tenero sentiero che conduceva al letto matrimoniale debitamente decorato con rose rosse.

Sul tavolo accanto alla porta finestra c’era una magnum di champagne e un bigliettino che augurava loro una meravigliosa luna di miele.

Tadashi lo fece in mille pezzi borbottando una sequela di insulti all’indirizzo del capitano.

Cominciava ad odiarlo. Era riuscito ad infilarlo in una situazione che lo stava portando a tutta velocità tra le braccia di Kei, senza avere nemmeno il tempo di pensarci. 

 

Mentre Kei si concedeva una doccia ristoratrice, il ragazzo scostó il pesante tendaggio che copriva le finestre, e potè così uscire sul terrazzino ad ammirare lo strano e incantevole cielo notturno di Toi.

Per la centesima volta si trovó a pensare alla confessione di Kei: doveva ammetterlo, non l’aveva lasciato indifferente; lei era un’autentico schianto, per di più era più grande di lui e si era presa una cotta piuttosto seria. La faccenda gli aveva notevolmente aumentato l’autostima… l’aveva persino preferito ad Harlock, al punto da lasciarlo. Unendo i puntini di tutta quella faccenda, era molto probabile che il malefico guercio sapesse dei sentimenti di Kei per lui…

 

«Sei proprio un fottuto diabolico bastardo…» profferì a voce bassa, rivolto al cielo.

 

Le due lune del pianeta splendevano offrendo uno spettacolo grandioso; una color ciclamino e l’altra azzurro pallido. La luna azzurra occupava ⅓ del cielo e la sensazione che stesse per collidere col pianeta era impressionante.

La volta era punteggiata di miliardi di brillantissime stelle che scintillavano placide contro il viola cupo del cielo notturno.

Anche Tadashi, abituato alle meraviglie del cosmo, rimase senza fiato.

«Kei, vieni a vedere! È incredibile! Con le luci della città non si notava…»

 

Venne raggiunto dalla ragazza, e i due rimasero incantati per lunghi minuti a nutrirsi della bellezza di quel panorama, ognuno pensando a ciò che era successo solo poche ore fa.


Ora si presentava un problema di ordine pratico: come sistemarsi per la notte.

Il letto king size era invitante, ma uno dei due si sarebbe dovuto sacrificare. Fortuna che la stanza offriva un discreto divano.

Tadashi era parecchio più alto di Kei, quindi la ragazza si prestó ad adattarsi a quella poco pratica soluzione.

 

L’effetto afrodisiaco del drink era svanito… ma girandosi e rigirandosi nel letto si sentiva in colpa. Non era da gentiluomini lasciare una ragazza a dormire sul divano…

«Kei, stai già dormendo?»

«sono sveglia…»

«senti… se prometto di comportarmi bene, vorresti venire a dormire qui?»

 

Kei non rispose, ma il fruscìo del leggero lenzuolo con il quale aveva creato il giaciglio di fortuna, suggerì che si stava alzando.

Sentì coperta e lenzuolo scostarsi leggermente e il lieve movimento del materasso indicó che lei si era sdraiata. Si mosse fino a che sentì il calore del corpo di Tadashi.

 

Sapere che lei giaceva a pochi centimetri, coperta solo da una leggera camiciola da notte faceva il suo effetto. E poi c’erano stati i baci che si erano scambiati poche ore prima, travolti da una passione artificiale, complici i cocktail corretti con qualche intruglio afrodisiaco. Se non si fossero trovati in mezzo alla strada sarebbe successo l’irreparabile.

 

Ad un tratto sentì la mano di Kei che cercava la sua, e quando l’ebbe trovata l’accompagnó a posarla sul suo fianco.

 «Abbracciami Tadashi…» il sussurro di Kei era appena percettibile.

 

La mano si mosse ad accarezzare la morbida sinuosità del fianco; il tessuto liscio come seta scivoló sotto le dita, sentì chiaramente l'elastico dello slip sotto i polpastrelli; la mano di lei ancora sopra la sua.

Il viso accanto all’orecchio di Kei, un sussurro caldo 

«sei così bella…»

 

La mano di Kei strinse più forte la sua, guidandola su, fino a posarla su un seno, e Tadashi ci si soffermò solo un istante: il tempo di sfiorare un capezzolo e sentire il desiderio di averla tutta e subito… poi la ritrasse.

 

«scusami… lo vorrei tanto… ma non posso… non ancora. Scusami.»

 

«non importa… ti capisco. Non ho fretta…» non sembrava ferita, ne offesa fortunatamente.

 

“Questo gioco comincia a diventare pericoloso” pensó Tadashi.

Almeno altre 4 notti da passare così… non sarebbe riuscito a resistere all’attrazione fisica che si era creata tra loro: prima di andarsene di lì quasi sicuramente la sua forza di volontà avrebbe finito per soccombere miseramente. Tutto di lei lo induceva in tentazione, c’era della chimica tra loro due, era innegabile.

 

Questi i suoi pensieri, prima di scivolare in un pesante sonno privo di sogni.

   
 
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