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Autore: Bombay    05/09/2022    4 recensioni
Il dipanarsi della vita di Tooru e Hajime dall'infanzia all'età adulta, in piccole istantanee.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Fandom: Haikyu

Genere: romantico, erotico

Tipo: one shot

Coppia: yaoi

Personaggi Oikawa, Iwaizumi

Rating: PG-17, arancione

Avvertimenti: ansgt

PoV: terza persona

Spoiler: sì.

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Istantanee

 

Sono solo due bambini che, tornati dal parco giochi, si accoccolano sul divano a guardare i cartoni. Tooru gli si spalma addosso con un sospiro soddisfatto. Punta i suoi occhi castani sulla TV, commenta quello che stanno guardando, mentre Iwaizumi gli molla una pacca sulla testa intimandogli il silenzio, ma la mano rimane tra quei capelli castani, morbidi e spettinati, a volersi scusare dello scappellotto.

 

***

 

A Oikawa brillano gli occhi mentre guarda la partita dell’Argentina, dove Blanco riprende in mano le redini della partita, portando la sua nazionale alla vittoria.

“Come lui” sussurra adorante “Diventerò un palleggiatore come lui”

Iwaizumi non sa perché ma prova un enorme senso di inquietudine.

 

***

 

È un grigio pomeriggio d’autunno; sono in camera di Oikawa, stanno facendo i compiti. Accade quando Iwaizumi si sporge per fargli vedere un esercizio e Tooru solleva il viso trovandosi a pochi centimetri dal suo volto.

Sorride e, come fosse la cosa più naturale del mondo, posa le labbra sulle sue, solo una pressione leggera nulla di più accompagnata da un sorriso sincero.

 

***

 

Da quando è arrivato quel nuovo bimbetto in squadra, Tooru è cambiato, i suoi occhi limpidi si sono oscurati, il suo sorriso si è fatto diverso e a Iwaizumi fa paura. Kageyama è bravo e impara solo guardando e Oikawa questo non riesce ad accettarlo. Iwaizumi non può fare altro che rimproverarlo e urlargli contro, chiedendogli di lasciar perdere, ma Tooru si sente inferiore, inadeguato davanti a quel prodigio. Una convinzione così radicata nel suo cuore che se lo porta avanti per tutta la vita, anche se ancora non lo sa.

 

***

 

Oikawa fissa la targa che ha in mano sorride felice e ad Iwaizumi si gonfia il cuore rivedendo quel sorriso puro e genuino che ha visto all’inizio di quel percorso sportivo travagliato, ma come tutte le cose belle non dura mai troppo a lungo.

Su Oikawa come incombe sempre lo spettro di Kageyama come palleggiatore e Ushijima, come avversario, che in quei tre anni di medie non è mai riuscito a sconfiggere.

 

***

 

Corrono sotto la pioggia, ridono ormai fradici, per raggiungere casa il prima possibile, ma all’improvviso Iwaizumi si ferma, lo afferra per la manica, se lo tira addosso e lo bacia mentre Tooru schiude le labbra e dà, a quello sfiorarsi, un significato diverso, più maturo più profondo. Incuranti della pioggia si fissano per lungo momento e Hajime sa di essersi innamorato perdutamente di quel ragazzo sfacciato ed egoista, non sa però tutto il dolore che proverà negli anni a venire.

 

***

 

È più forte di lui, quando vede tutte quelle ragazzine adoranti intorno al suo capitano, la gelosia lo infiamma e vorrebbe urlate che Tooru è solo suo, ma si limita a tirargli un pallone in testa.

Oikawa si volta lamentandosi all’inverosimile, si scusa con le ragazze e lo raggiunge chiosando indignato, ma gli sfiora la mano, un contatto breve ma che dice più di mille parole.

 

***

 

Iwa-chan” quel nomignolo a cui la voce di Tooru dà mille sfumature diverse e da cui lui comprende il suo stato d’animo.

Come quel momento languido e caldo sotto di lui, mentre gli entra dentro per la prima volta. L’hanno desiderato tanto di fondersi l’un l’altro eppure hanno continuato a rimandare se solo Iwaizumi avesse sospettato come sarebbe andata avanti, avrebbe accelerato i tempi, ma non lo sa e si gode il momento, il corpo di Oikawa stretto al suo: i baci, le carezze, l’amore.

 

***

 

È stanco, Hajime, di ripetere sempre le stesse cose. Lo osserva schiantare l’ennesimo servizio, potente, preciso, sulla linea di fondo campo.

Il respiro corto, il viso madido di sudore.

La determinazione negli occhi.

Nel corso degli anni Oikawa è cambiato, la pallavolo è diventata una nemica, la ricerca di migliorarsi un’ossessione.

Gli unici momenti in cui si dà tregua sono quelli che passa da solo con lui, ma stanno diventando sempre meno e lo Hajime lo sente sempre più lontano. Glielo dice ma Oikawa fa spallucce e guarda avanti verso il suo futuro.

 

***

 

Troppe volte ha asciugato le lacrime dalle guance di Oikawa troppe. Se lo stringe addosso, l’unica cosa che può fare, è aspettare che elabori quella sconfitta. Che analizzi tutte le azioni della partita e che si renda conto di avere giocato al meglio delle sue capacità.

“Non è colpa tua” gli sussurra sui capelli, perché è questo il problema, Tooru si addossa tutti gli errori di tutti loro.

 

***

 

Sono gli occhi di Iwaizumi ad essere colmi di lacrime questa volta, mentre quelli di Tooru sono asciutti, duri, lontani.

“Perché?” riesce solo a sussurrare, si sente morire, vorrebbe urlare tutto il suo dolore per quella inaspettata notizia.

“Devo farlo o non emergerò mai. Devo dare una svolta alla mia carriera e questa è una occasione che capita una sola volta nella vita”

Hajime ricaccia indietro le lacrime. Tooru ha deciso, ha scelto la carriera nella pallavolo e ha sacrificato tutto il resto: lui per primo.

 

***

 

All’aeroporto, quando Oikawa ha ormai superato le barriere dei metal detector, Iwaizumi trova il coraggio e la voce di urlare: “Tooru! Non andare. Resta con me!”

Oikawa si gira, non ha più lacrime da versare, abbassa lo sguardo, incapace di guardarlo negli occhi. Quindi, senza voltarsi indietro, si avvia verso un futuro senza Hajime. Sentendo il cuore frantumarsi in tanti piccoli pezzi.

 

***

 

La vita scorre, gli anni passano, le telefonate diventano sempre più sporadiche, pochi messaggi nelle feste comandate.

Quello che Iwaizumi sa di Oikawa lo apprende dalle testate sportive, dai social, o dai pettegolezzi da spogliatoio.

A breve si rivedranno su fronti diversi, gli fa male pensare che sia in un’altra nazionale, meritava di stare con loro, con lui.

Oikawa non ha voluto rischiare, in cuor suo Hajime ha sempre creduto che sarebbe tornato a casa, dopo essersi migliorato, invece ha acquisito la doppia cittadinanza. Si è allontanato ancora di più. Ora sono rivali.

 

***

 

Tooru è sopra di lui, lo tiene bloccato con il proprio peso lo guarda con intensità, Iwaizumi trema nel profondo.

Nonostante il tempo e la distanza nulla è cambiato tra loro. Lo sanno entrambi e fa male, molto male.

Fanno sesso in fretta, con rabbia, aggressività e tanta, troppa, disperazione.

Ma è lì piantato nel corpo bollente di Hajime, nei bagni del palazzetto un’ora prima dei quarti di finale alle sue prime Olimpiadi che Tooru si rende conto di non aver mai smesso di amarlo, ma non glielo dice perché è egoista e sciocco.

 

***

 

La medaglia d’oro stretta tra le dita.

“Sei arrivato sul tetto del mondo” mormora Hajime non c’è felicità nella sua voce e non perché la sua squadra è stata sconfitta, no.

La mano di Tooru si stringe a pugno su quel trofeo. Dovrebbe essere contento, felice, entusiasta. Ma scesa l’adrenalina e l’eccitazione del momento si sente solo sfinito e triste.

Iwaizumi non riesce a decifrare il suo sguardo, resta immobile e rigido anche se il suo impulso sarebbe quello di abbracciarlo e tenerlo stretto ritrovando per qualche istante i momenti felici che erano solo loro.

 

***

 

Abbracciati nudi in quel letto d’albergo Tooru accarezza i capelli di Iwaizumi, distrattamente perso in chissà quali pensieri. Alla fine, sono finiti ancora a letto insieme, sembra che quella sia l’unica cosa rimasta tra loro: il sesso. Se lo fanno bastare.

“Non posso andare avanti così, Tooru”

Oikawa si siede di scatto gli occhi colmi di dolore ed inquietudine.

“Vuoi lasciarmi?”

Iwaizumi ride ma non c’è allegria solo una sconfinata sofferenza.

“Noi non stiamo insieme, questa non è una relazione, Tooru. È finita quando hai deciso di andartene. Quando hai scelto la pallavolo”

Ha ragione, ha dannatamente, ragione. Oikawa lo sa, senza una parola, si alza si veste ed esce dalla stanza sbattendo la porta.

 

***

 

Lo guarda giocare nel team A sono passati altri anni, ma per loro non è cambiato niente.

I sentimenti che provavo l’un l’altro sono immutati e lo sanno bene entrambi e l’attrazione fisica è sempre la miccia che li ha fatti riabbracciare.

“Scopiamo e basta” propone Tooru quella sera quando tutti se ne sono andati, sulla sua bocca divorando le sue labbra in un bacio travolgente e tormentato.

“Va bene” acconsente ma è una menzogna e lo sanno, ma vogliono illudersi una volta di più.

 

***

 

Un’altra Olimpiade.

Un’altra medaglia.

Un altro incontro. 

“Fermati Tooru, prima che sia troppo tardi”

Tooru non ha mai visto Hajime così preoccupato gli tiene il viso tra le mani, lo fissa così intensamente con quegli occhi verdi con il quale è capace di leggergli dentro. Non ha potuto giocare tutti i set, perché il ginocchio gli fa troppo male. Non lo ha detto nessuno, ma Iwaizumi lo sa.

“Non posso” le sue labbra tremano così come i suoi occhi e la sua anima.

 

***

 

Oikawa è annientato, distrutto, finito. Stringe tra le dita il referto medico che mette la parola fine alla sua carriera sportiva. La mano di Iwaizumi sulla sua spalla, lo ha raggiunto inaspettatamente a Buenos Aires, non lo aveva mai fatto, ma dopo quella terribilmente telefonata è volato da lui. Era stata la prima persona a cui lo aveva detto, perché sapeva che poteva capirlo, ma le parole che gli aveva rivolto Hajime non erano state di conforto, ma di rimprovero e piene di risentimento. Eppure, era lì.

“Mi dispiace” mormora Iwaizumi la voce stanza e senza emozioni “Sei stato fortunato c’è chi è stato costretto a ritirarsi prima” 

“Volevo di più” singhiozza, accartocciando il documento, lanciandolo lontano.

Iwaizumi scuote la testa “Hai avuto tutto, Tooru. Possibile che non te ne renda conto?”

“Che cosa faccio adesso?”

“Non lo so. Addio Tooru”

 

***

 

Le parti sono invertite: questa volta è Oikawa ad essere lasciato indietro a correre verso l’aeroporto prima che sia davvero troppo tardi. Finalmente comprende cosa deve aver provato Iwaizumi nel vedere la sua schiena allontanarsi senza voltarsi.

Hajime, non ha ancora attraversato le barriere, Tooru lo raggiunge gli cinge la vita con le braccia, posa la testa sulla sua e lo sente irrigidirsi, trattenere il fiato, ma non lo allontana. Questo basta.

“Portami a casa” mormora sul suo collo.

 

***

 

Sono di nuovo in un letto, ma non è un hotel, è in una casa tutta loro, piccola e confortevole, dove vivono da meno di sei mesi.

“Non sei mai stato solo una scopata” bisbiglia Hajime, sente il bisogno di confessarlo in quella oscurità che sa di loro.

“Lo so, nemmeno tu…” e anche se non lo vede Hajime lo sente il sorriso sincero di Tooru, lo stesso che gli ha rivolto la prima volta che le loro labbra si erano toccate, creando tra loro un legame indissolubile.

 

---

Note dell’autrice.

Eccomi qui con un altro esercizio di scrittura ^^’ Boh non sono convintissima però ^^.

Va beh grazie a chi è arrivato fino a qui ed ha voglia di dirmi la sua!

Al prossimo delirio.

Un Kiss

Bombay

 

   
 
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