Fandom: Haikyu
Genere: romantico, erotico
Tipo: one shot
Coppia: yaoi
Personaggi Oikawa, Iwaizumi
Rating: PG-17, arancione
Avvertimenti: ansgt
PoV: terza persona
Spoiler: sì.
Disclaimers: i personaggi non sono
miei, ma di Haruichi Furudate.
I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Istantanee
Sono solo due bambini
che, tornati dal parco giochi, si accoccolano sul divano a guardare i cartoni.
Tooru gli si spalma addosso con un sospiro soddisfatto. Punta i suoi occhi
castani sulla TV, commenta quello che stanno guardando, mentre Iwaizumi gli molla una
pacca sulla testa intimandogli il silenzio, ma la mano rimane tra quei capelli castani,
morbidi e spettinati, a volersi scusare dello scappellotto.
***
A Oikawa brillano gli
occhi mentre guarda la partita dell’Argentina, dove Blanco riprende in mano le
redini della partita, portando la sua nazionale alla vittoria.
“Come lui” sussurra
adorante “Diventerò un palleggiatore come lui”
Iwaizumi non sa
perché ma prova un enorme senso di inquietudine.
***
È un grigio
pomeriggio d’autunno; sono in camera di Oikawa, stanno facendo i compiti. Accade
quando Iwaizumi si sporge per fargli vedere un esercizio e Tooru solleva il
viso trovandosi a pochi centimetri dal suo volto.
Sorride e, come fosse
la cosa più naturale del mondo, posa le labbra sulle sue, solo una pressione
leggera nulla di più accompagnata da un sorriso sincero.
***
Da quando è arrivato
quel nuovo bimbetto in squadra, Tooru è cambiato, i suoi occhi limpidi si sono
oscurati, il suo sorriso si è fatto diverso e a Iwaizumi fa paura. Kageyama è
bravo e impara solo guardando e Oikawa questo non riesce ad accettarlo.
Iwaizumi non può fare altro che rimproverarlo e urlargli contro, chiedendogli
di lasciar perdere, ma Tooru si sente inferiore, inadeguato davanti a quel
prodigio. Una convinzione così radicata nel suo cuore che se lo porta avanti
per tutta la vita, anche se ancora non lo sa.
***
Oikawa fissa la targa
che ha in mano sorride felice e ad Iwaizumi si gonfia il cuore rivedendo quel
sorriso puro e genuino che ha visto all’inizio di quel percorso sportivo travagliato,
ma come tutte le cose belle non dura mai troppo a lungo.
Su Oikawa come
incombe sempre lo spettro di Kageyama come palleggiatore e Ushijima, come
avversario, che in quei tre anni di medie non è mai riuscito a sconfiggere.
***
Corrono sotto la
pioggia, ridono ormai fradici, per raggiungere casa il prima possibile, ma all’improvviso
Iwaizumi si ferma, lo afferra per la manica, se lo tira addosso e lo bacia mentre
Tooru schiude le labbra e dà, a quello sfiorarsi, un significato diverso, più
maturo più profondo. Incuranti della pioggia si fissano per lungo momento e Hajime
sa di essersi innamorato perdutamente di quel ragazzo sfacciato ed egoista, non
sa però tutto il dolore che proverà negli anni a venire.
***
È più forte di lui,
quando vede tutte quelle ragazzine adoranti intorno al suo capitano, la gelosia
lo infiamma e vorrebbe urlate che Tooru è solo suo, ma si limita a tirargli un
pallone in testa.
Oikawa si volta
lamentandosi all’inverosimile, si scusa con le ragazze e lo raggiunge chiosando
indignato, ma gli sfiora la mano, un contatto breve ma che dice più di mille
parole.
***
“Iwa-chan”
quel nomignolo a cui la voce di Tooru dà mille sfumature diverse e da cui lui
comprende il suo stato d’animo.
Come quel momento
languido e caldo sotto di lui, mentre gli entra dentro per la prima volta. L’hanno
desiderato tanto di fondersi l’un l’altro eppure hanno continuato a rimandare
se solo Iwaizumi avesse sospettato come sarebbe andata avanti, avrebbe accelerato
i tempi, ma non lo sa e si gode il momento, il corpo di Oikawa stretto al suo:
i baci, le carezze, l’amore.
***
È stanco, Hajime, di
ripetere sempre le stesse cose. Lo osserva schiantare l’ennesimo servizio,
potente, preciso, sulla linea di fondo campo.
Il respiro corto, il
viso madido di sudore.
La determinazione
negli occhi.
Nel corso degli anni
Oikawa è cambiato, la pallavolo è diventata una nemica, la ricerca di migliorarsi
un’ossessione.
Gli unici momenti in
cui si dà tregua sono quelli che passa da solo con lui, ma stanno diventando
sempre meno e lo Hajime lo sente sempre più lontano. Glielo dice ma Oikawa fa
spallucce e guarda avanti verso il suo futuro.
***
Troppe volte ha
asciugato le lacrime dalle guance di Oikawa troppe. Se lo stringe addosso, l’unica
cosa che può fare, è aspettare che elabori quella sconfitta. Che analizzi tutte
le azioni della partita e che si renda conto di avere giocato al meglio delle
sue capacità.
“Non è colpa tua” gli
sussurra sui capelli, perché è questo il problema, Tooru si addossa tutti gli
errori di tutti loro.
***
Sono gli occhi di Iwaizumi
ad essere colmi di lacrime questa volta, mentre quelli di Tooru sono asciutti,
duri, lontani.
“Perché?” riesce solo
a sussurrare, si sente morire, vorrebbe urlare tutto il suo dolore per quella
inaspettata notizia.
“Devo farlo o non
emergerò mai. Devo dare una svolta alla mia carriera e questa è una occasione
che capita una sola volta nella vita”
Hajime ricaccia
indietro le lacrime. Tooru ha deciso, ha scelto la carriera nella pallavolo e
ha sacrificato tutto il resto: lui per primo.
***
All’aeroporto, quando
Oikawa ha ormai superato le barriere dei metal detector, Iwaizumi trova il
coraggio e la voce di urlare: “Tooru! Non andare. Resta con me!”
Oikawa si gira, non
ha più lacrime da versare, abbassa lo sguardo, incapace di guardarlo negli
occhi. Quindi, senza voltarsi indietro, si avvia verso un futuro senza Hajime. Sentendo
il cuore frantumarsi in tanti piccoli pezzi.
***
La vita scorre, gli anni
passano, le telefonate diventano sempre più sporadiche, pochi messaggi nelle
feste comandate.
Quello che Iwaizumi
sa di Oikawa lo apprende dalle testate sportive, dai social, o dai pettegolezzi
da spogliatoio.
A breve si rivedranno
su fronti diversi, gli fa male pensare che sia in un’altra nazionale, meritava
di stare con loro, con lui.
Oikawa non ha voluto
rischiare, in cuor suo Hajime ha sempre creduto che sarebbe tornato a casa,
dopo essersi migliorato, invece ha acquisito la doppia cittadinanza. Si è
allontanato ancora di più. Ora sono rivali.
***
Tooru è sopra di lui,
lo tiene bloccato con il proprio peso lo guarda con intensità, Iwaizumi trema
nel profondo.
Nonostante il tempo e
la distanza nulla è cambiato tra loro. Lo sanno entrambi e fa male, molto male.
Fanno sesso in
fretta, con rabbia, aggressività e tanta, troppa, disperazione.
Ma è lì piantato nel
corpo bollente di Hajime, nei bagni del palazzetto un’ora prima dei quarti di
finale alle sue prime Olimpiadi che Tooru si rende conto di non aver mai smesso
di amarlo, ma non glielo dice perché è egoista e sciocco.
***
La medaglia d’oro
stretta tra le dita.
“Sei arrivato sul
tetto del mondo” mormora Hajime non c’è felicità nella sua voce e non perché la
sua squadra è stata sconfitta, no.
La mano di Tooru si
stringe a pugno su quel trofeo. Dovrebbe essere contento, felice, entusiasta.
Ma scesa l’adrenalina e l’eccitazione del momento si sente solo sfinito e
triste.
Iwaizumi non riesce a
decifrare il suo sguardo, resta immobile e rigido anche se il suo impulso sarebbe
quello di abbracciarlo e tenerlo stretto ritrovando per qualche istante i
momenti felici che erano solo loro.
***
Abbracciati nudi in
quel letto d’albergo Tooru accarezza i capelli di Iwaizumi, distrattamente perso
in chissà quali pensieri. Alla fine, sono finiti ancora a letto insieme, sembra
che quella sia l’unica cosa rimasta tra loro: il sesso. Se lo fanno bastare.
“Non posso andare avanti
così, Tooru”
Oikawa si siede di
scatto gli occhi colmi di dolore ed inquietudine.
“Vuoi lasciarmi?”
Iwaizumi ride ma non
c’è allegria solo una sconfinata sofferenza.
“Noi non stiamo
insieme, questa non è una relazione, Tooru. È finita quando hai deciso di
andartene. Quando hai scelto la pallavolo”
Ha ragione, ha dannatamente,
ragione. Oikawa lo sa, senza una parola, si alza si veste ed esce dalla stanza
sbattendo la porta.
***
Lo guarda giocare nel
team A sono passati altri anni, ma per loro non è cambiato niente.
I sentimenti che
provavo l’un l’altro sono immutati e lo sanno bene entrambi e l’attrazione
fisica è sempre la miccia che li ha fatti riabbracciare.
“Scopiamo e basta” propone
Tooru quella sera quando tutti se ne sono andati, sulla sua bocca divorando le
sue labbra in un bacio travolgente e tormentato.
“Va bene” acconsente
ma è una menzogna e lo sanno, ma vogliono illudersi una volta di più.
***
Un’altra Olimpiade.
Un’altra medaglia.
Un altro
incontro.
“Fermati Tooru, prima
che sia troppo tardi”
Tooru non ha mai
visto Hajime così preoccupato gli tiene il viso tra le mani, lo fissa così
intensamente con quegli occhi verdi con il quale è capace di leggergli
dentro. Non ha potuto giocare tutti i set, perché il ginocchio gli fa troppo male.
Non lo ha detto nessuno, ma Iwaizumi lo sa.
“Non posso” le sue
labbra tremano così come i suoi occhi e la sua anima.
***
Oikawa è annientato,
distrutto, finito. Stringe tra le dita il referto medico che mette la parola
fine alla sua carriera sportiva. La mano di Iwaizumi sulla sua spalla, lo ha raggiunto
inaspettatamente a Buenos Aires, non lo aveva mai fatto, ma dopo quella
terribilmente telefonata è volato da lui. Era stata la prima persona a cui lo
aveva detto, perché sapeva che poteva capirlo, ma le parole che gli aveva
rivolto Hajime non erano state di conforto, ma di rimprovero e piene di
risentimento. Eppure, era lì.
“Mi dispiace” mormora
Iwaizumi la voce stanza e senza emozioni “Sei stato fortunato c’è chi è stato
costretto a ritirarsi prima”
“Volevo di più”
singhiozza, accartocciando il documento, lanciandolo lontano.
Iwaizumi scuote la
testa “Hai avuto tutto, Tooru. Possibile che non te ne renda conto?”
“Che cosa faccio
adesso?”
“Non lo so. Addio Tooru”
***
Le parti sono invertite:
questa volta è Oikawa ad essere lasciato indietro a correre verso l’aeroporto
prima che sia davvero troppo tardi. Finalmente comprende cosa deve aver provato
Iwaizumi nel vedere la sua schiena allontanarsi senza voltarsi.
Hajime, non ha ancora
attraversato le barriere, Tooru lo raggiunge gli cinge la vita con le braccia,
posa la testa sulla sua e lo sente irrigidirsi, trattenere il fiato, ma non lo
allontana. Questo basta.
“Portami a casa” mormora
sul suo collo.
***
Sono di nuovo in un
letto, ma non è un hotel, è in una casa tutta loro, piccola e confortevole,
dove vivono da meno di sei mesi.
“Non sei mai stato
solo una scopata” bisbiglia Hajime, sente il bisogno di confessarlo in quella
oscurità che sa di loro.
“Lo so, nemmeno tu…”
e anche se non lo vede Hajime lo sente il sorriso sincero di Tooru, lo stesso
che gli ha rivolto la prima volta che le loro labbra si erano toccate, creando
tra loro un legame indissolubile.
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Note dell’autrice.
Eccomi qui con un
altro esercizio di scrittura ^^’ Boh non sono convintissima però ^^.
Va beh grazie a chi è
arrivato fino a qui ed ha voglia di dirmi la sua!
Al prossimo delirio.
Un Kiss
Bombay