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Autore: Lunaharry66    05/09/2022    0 recensioni
Solo Bakugou che ha i suoi tormenti, i suoi rimorsi, le sue scelte impulsive. E le loro conseguenze. E le mani che possono accoglierlo nel momento del bisogno. Che possono essere fragili quanto, o adirittura più delle sue, ma che rimangono.
Anche quando il fumo oscura tutto.
-TW: AUTOLESIONISMO (ATTENZIONE !)
-BAKUTODO
-1.700 parole
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano rimasti soli nella palestra dello Yuei, pronti a superare i loro limiti in tutti i sensi possibili. Katsuki avvertiva l'adrenalina scorrere nelle sue vene sostituendo il sangue, il sudore che gli rendeva le mani appiccicose e pronte all'uso. Il calore di IcyHot era il giusto combustibile che serviva al proprio corpo per sprigionare la maggior quantità di potere disponibile.

La temperatura della stanza aveva raggiunto livelli preoccupanti, ma il volto del suo avversario era rimasto fermo nella sua espressione imperturbabile,che però aveva assunto sfumature di orgoglio.

-Hai paura? 

Aizawa glielo aveva raccomandato di non provare quella tecnica senza supporti,non aveva ancora abbastanza controllo su esplosioni così complesse. Eppure decise di provarla lo stesso. Avrebbe finalmente testato le incredibili dose di resistenza del Bastardo a Metà.

Non importava che nell'ultimo periodo si fossero avvicinati perché la scritta "VITTORIA" lampeggiava a caratteri cubitali sopra di lui.

Si sarebbe soltanto dovuto sporgere un po',spingere ancora per poi raggiungere ciò che desiderava con tutto sé stesso.

 

Un rumore assordante e poi nulla.

 

Il fumo era così tanto da impedirgli di vedere il viso sconcertato di IcyHot. 

Perché non lo stava sbeffeggiando?

Perché non sentiva la sua voce ma solo deboli rantoli ?

Lanciando un pugno in aria disperse il fumo in modo tale da vedere almeno superficialmente la palestra. L'altro ragazzo era accasciato contro il muro opposto a quello dove si stavano allenando. Il suo braccio destro era premuto sul sinistro in una morsa ferrea. Le labbra facevano uscire piccoli sospiri mentre il suo petto ansante si alzava e abbassava velocemente.

Qualche colpo di tosse interrompeva il silenzio statico in cui era piombata la palestra, finché un insignificante pezzetto di intonaco si staccò dalla parete e atterrò sulla spalla del ragazzo.

Realizzò in quel momento quello che le sue azioni sconsiderate avevano causato. Si precipitò verso Todoroki, ma una sensazione di disgusto verso sé stesso lo portò a piantare i piedi a terra e a non muovere i piedi.

I sensi di colpa.

Brutte bestie.

Todoroki sembrò riprendersi e Bakuguo fu tentato di scappare da quella situazione, ma l'altro lo chiamó al suo fianco e resistergli fu impossibile. Le sue mani lunghe gli accarezzarono le spalle in un lento massaggio.

-Ti ho appena abbrustolito… - Mormorò per andarsene.

Todoroki però intensificò quelle carezze e parlò di getto.

-Fallo decidere a me se mi hai fatto male… Rimani.

La portata di quella frase lo colpì dritto al cuore; si scansò dalla mano dell'altro, afferrò ziano e cappotto per buttarsi fuori dalla palestra.

Dai passi che avvertiva in lontananza seppe che anche Todoroki aveva raccattato le sue cose e che lo stava seguendo.

 

La pioggia batteva incurante dei suoi passi svelti, appesantiti dal brecciolino fangoso e dal pesante zaino che portava. Le gocce gli bagnavano rapide l'impermeabile, ma lui continuava a correre imperterrito.

-Aspettami !  -Urlò, ma la sua voce si disperse nel vento.

-Rallenta!

 Nuovamente le sue richieste furono ignorate.

Con uno scatto felino riuscì a raggiungere Bakuguo ed ad afferrare il suo polso gelido. 

I suoi occhi tradivano emozioni diverse tra loro,ma la principale era una soltanto.

Rabbia. Rabbia. Rabbia.

Verso sé stesso. Verso il mondo. Verso ciò che aveva rischiato di fare.

Il suo sguardo però era puntato verso il suolo,seguiva i movimenti della pioggia a contatto con il fango in un gioco ipnotico. Il movimento era così ripetitivo da sembrare quasi calmante.

Quasi.

-Bakuguo…

-Vattene. 

Scansò via il suo polso,ma Shouto fu più veloce e si posizionò davanti al ragazzo.

-Ti prego… Ascoltami. 

Shouto si tolse la sciarpa di lana per annodarla ben stretta al collo del più basso,che cercò però di scansarsi.

-Non voglio niente. Vai via.

-Non è successo nulla.

-Invece sì.

 

Shouto riuscì a stringere le sue mani nonostante l'altro si ribellasse con forza. Appoggiò la propria fronte alla sua e inspirò.

Con la mano sinistra gli  accarezzó la guancia per infondergli calore e, sperava, anche conforto.

Erano entrambi bagnati dalla testa ai piedi, ma al momento non era importante.

Non quando Shouto aveva la possibilità di aiutare la persona migliore che avesse mai incontrato nella sua vita.

-Tocca a te.

-Fare cosa?

-Farti aiutare. È il tuo turno. Parlami… Non me ne vado.

 

Bakuguo sospirò pesantemente e per un secondo soltanto lo guardó,ma riabbassò lo sguardo in un colpo di fulmine.

-Non hai paura?

Il suo pomo d'Adamo si agitava nervosamente,un po' come il suo cuore, ma era pronto a raccontargli la verità.

-Sí ho paura… Di non riuscire ad aiutarti,di essere inutile. Peró ti prego, dammi una possibilità.

Bakuguo non mutò espressione, ma si avvicinò impercettibile al suo fianco, in una chiara richiesta di abbraccio. Almeno se ti chiamavi Bakuguo Katsuki.

Il più alto lo accontentò immediatamente,avviandosi verso l'unica seduta presente in quel grande viale. Si sedettero sotto la pensilina sgangherata dell'autobus in completo silenzio.

Shouto sapeva di avere tante cicatrici, alcune nettamente più visibili di altre, e nonostante oramai quei segni fossero arrivati a definirlo, provava sempre un certo senso di disagio a mostrare quelli meglio occultati.

 

Inspirò lentamente cercando di calmare il battito agitato del suo cuore, quasi più sconvolto di lui per quello che stava accadendo. Mosse le dita in modo circolare su tutta la macchina dell'impermeabile,come a darsi forza.

 

Dimmi che cosa resta

Se vivi senza memoria

 

Al di sotto del caldo rifugio che era l'impermeabile sostavano in attesa tanti piccoli segni biancastri, quasi impercettibili al tatto. Se però si tastava la pelle con più attenzione, era possibile avvertirli sotto ai polpastrelli.

In alcuni punti,che Shouto conosceva perfettamente a memoria,la pelle era più ruvida e simile a carta vetrata.

Non si azzardò ad alzare gli occhi spagliati sul bel viso che aveva di fronte,si limitò a continuare la sua personale roulette. Si sfilò piano piano l'indumento più esterno per scoprire il più possibile il braccio sinistro. I segni erano così sottili, dimostrava argume anche in certe situazioni, che era praticamente impossibile scorgerli durante gli allenamenti o mentre indossava il suo costume.

 

-Sono così perché avevo la fottuta paura che qualcuno potesse vederli. - Lui stesso si stupí della calata gracchiante assunta dalla sua voce bassa.

 

Perdo la voce, cerco la pace

Lascio che la vita viva per me

 

-Normalmente non li guardo mai… Neanche quando mi cambio, non mi guardo allo specchio da un'eternità.E la cosa peggiore è che non posso incolpare nessuno se non me stesso. So che teoricamente non è colpa mia, ma era la mia mano che però agiva senza che io potessi fermarla. C'era qualcosa di soddisfacente nel vedermi colare a picco, come se con quel sangue avessi potuto esprimere tutte le colpe che mi venivano accreditate.

 

Perdo la voce, cerco la pace

Lascio che la vita viva per me

 

Però non è così. Non lo è mai. E non so come spiegarlo senza sembrare rincoglionito, non so come consolarti né come aiutarti. Ma voglio farlo, credimi se voglio. Perché quella graffetta che mi hai prestato martedì in classe è stata la prima che io non abbia mai usato.

 

Un sospiro dall'odore zuccheroso, simile alla nitroglicerina, gli soffiò sul ciuffo di capelli che gli aveva coperto il viso durante il suo monologo.

 

E dimmi che cosa senti

Se scopri di avere paura

 

Gli occhi di Bakuguo erano arrossati e Shouto si accorse di avere le mani umidicce a causa delle sue lacrime. Con lo stesso braccio che aveva torturato per anni, asciugò le guance dell'altro ragazzo per averlo più vicino.

Strinse la sua mano ancora più forte.

 

-Mi sono sempre sentito così.

-Come ?- Mormorò lui per non interrompere quella confessione.

-Arrabbiato.

 

E dimmi che cosa senti

Se scopri di avere paura

 

-A volte non mi controllo, lo so bene, ma come cazzo si fa ? Mi sento come se alla fine a tirare le somme sono da solo. Sempre. Per questo Deku mi faceva tanto schifo. Era l'unico che rimaneva anche quando avevo bisogno di una mano per tirarmi su. Apprezzava la mia compagnia e mi voleva bene, a me. Che non ho mai detto una parola gentile a nessuno… Forse neanche a  te. Ed è tutta una scusa quella di dimostrare l'affetto a gesti, ma è più forte di me. Non so fermarmi quando è il momento, bramo il successo come ossigeno. Capisci? Senza mi sento da solo, io e le mie stupide ambizioni.

Oggi non volevo ferirti.

 

Brucio consigli, alzo il volume

L'ansia nasconde i sorrisi che ho

 

-E non lo hai fatto.

-Non mentirmi.

-Non ne sono capace.

 

Il biondo fece una smorfia di disapprovazione e Shouto raccolse tutto il coraggio che trovò dentro di sé.

-Non con te. Non potrei mai. Ho sempre voluto qualcosa che non c'era e in qualche modo tu sei riuscito a donarmela. Ma io non so che cosa o se ho seriamente qualcosa da darti. 

Perdonami quindi se oggi -

-Zitto. Come puoi dire di non avere nulla da dare? Mi stai letteralmente abbracciando neanche mezz'ora dopo che ti ho quasi fatto saltare via un braccio. Non so chi sia tra i due quello a essere messo peggio, guarda.

 

E dimmi che cosa vedi

Quando ripensi al domani

 

-Che hai detto ?

 

Shouto si accorse di aver detto quelle parole ad alta voce e desideró solamente di sottrarsi seduta stante a quella conversazione. Che cazzo di domanda era ?

 

-Noi due come Pro  Heroes.

La sua faccia interrogativa bastò a Bakuguo per capire.

-Nel futuro,vedo noi due intenti a fare il lavoro dei nostri sogni. Felici. E quando sorridi sei bellissimo, più del solit-

 

Le guance di entrambi si colorarono come ciliege mature a Maggio. Shouto sentiva la propria temperatura alzarsi, ma a Bakuguo non sembrava dare problemi.

Non gliene aveva mai dati.

 

Si accucciò contro di lui e lo avvolse nelle sue braccia scoperte per sfregare il proprio viso contro quello spigoloso di Bakuguo. I suoi occhi gli stavano infondendo tutto l'amore che non aveva mai ricevuto in quindici anni di vita.

 

Forse domani ripeti forse

E vivo coi sogni appesi

Vivo coi sogni appesi

 

Le loro labbra si incontrano in una danza lenta e accogliente, il sapore salato delle loro lacrime a suggellare quel bacio speciale per un'infinità di motivi.

 

Girano le pareti

Vivo vivo coi sogni appesi

   
 
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