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Autore: Dreamer47    07/09/2022    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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HUNTERS' LEGACIES
Capitolo 5.


 
Dean sentí i suoi sospiri di piacere e le labbra di Abby che cercavano le sue, mentre si muoveva sopra di lei in maniera regolare e con delicatezza; la baciò con avidità, come probabilmente non aveva mai fatto con nessuna prima di allora. 
La strinse a sé nel buio della stanza, muovendosi dentro di lei ed aspettando che Abby lo rassicurasse con lo sguardo perché non voleva farle male, non voleva fare qualcosa che le potesse dare fastidio; la ragazza lo spinse dalle spalle, facendolo scivolare di schiena sul letto ed invertí le posizioni, assumendo il controllo e muovendosi in maniera un po più veloce, abbastanza da far finire quella magia per entrambi in pochi attimi. 
Ma Dean non voleva che finisse così presto: aveva aspettato molto per averla e la desiderava da così tanto tempo che adesso non voleva che finisse. 
L'attirò a sé facendole piegare la schiena e abbracciandola forte, intercettando i suoi occhi azzurri e perdendovisi all'interno, tornando a baciare le sue labbra con avidità e stringendola contro il suo corpo. 
Abby ricambiò ogni suo tocco, ogni carezza, ogni bacio, ogni stretta, stringendolo a sé e cercando di averlo sempre più vicino, e Dean non poté immaginare che potesse andare meglio di così. "Non ti fermare, ragazzina..". 
La sentí muoversi sopra di lui in maniera sempre più frenetica mentre l'ascoltava gemere di piacere e stringere le sue spalle con forza, senza neanche accorgersi che stesse usando le unghie per ancorarsi meglio, e fu certo che da lì a poco entrambi sarebbero stati sfiniti. 
Proprio nel momento in cui ci sarebbe dovuta essere l'esplosione di emozioni e di gioia dentro entrambi, sentí una strana melodia diffondersi nell'aria ed il suo sguardo confuso vagò in giro per la stanza, mentre una strana sensazione si fece largo dentro di lui. 
 
Quando Dean aprí gli occhi, si ritrovò nel suo letto da solo, notando il fratello dormire ancora beatamente nel letto affianco; sgranò gli occhi e spense malamente la sveglia del suo cellulare, sentendo il fiato corto ed il cuore che batteva forte dentro al suo petto.
Si sentí disoriento per qualche momento e si passò la mano sulla fronte madida di sudore, rendendosi conto in quel momento che si trattasse solamente di un sogno: nulla di ciò che stava vivendo fino a qualche istante prima era mai accaduto, era stato solamente frutto della sua mente. 
Sentí il cuore continuare a pulsare freneticamente e si accorse che non fosse l'unica cosa pulsante del suo corpo; scosse la testa e si sedette, chiedendosi perché quelle immagini avessero invaso i suoi sogni e perché né fosse stato così felice. 
Cosa aveva Abby che la rendeva così speciale? Perché non riusciva a togliersela dalla mente in nessun modo? 
Si alzò di scatto e colpí con una forte cuscinata il fratello in pieno viso, facendolo svegliare di soprassalto e pensando che se lo meritasse, perché era riuscito a fargli capire il suo stesso interesse per Abby, nonostante Dean non ne fosse ancora del tutto a conoscenza. Ignorò le sue proteste e si diresse in bagno per fare una lunga doccia fredda, nel tentativo di bloccare i bollenti spiriti che da qualche notte lo invadevano. 
 
 
Si mosse all'interno di quel vecchio salon con sguardo compiaciuto, dando un'occhiata qua e là alla ricerca di qualcosa che gli abitanti di quel luogo avessero potuto lasciare prima di andare via; era sempre stato attirato da quel lato della storia e fu sicuro che in un'altra vita aveva sicuramente fatto parte del mondo Western, ammirando il loro vestiario, le loro leggi, il loro modo di risolvere i problemi.
Sam ed Abby si scambiarono uno sguardo a metà fra il divertimento e la scocciatura, perché Dean aveva fatto fare ad entrambi una deviazione di quasi due ore per osservare quel villaggio d'epoca abbandonato, dicendo loro che non avrebbe potuto perdonare a sé stesso di trovarsi in prossimità di esso e di non aver fatto una deviazione per visitarlo. 
Erano passate già due settimane dal compleanno della ragazza e i due Winchester le avevano raccontato tutto sul motivo per cui conoscessero Azazel e perché gli dessero la caccia, risposero a tutte le sue domande soddisfando le sue curiosità sul demone, e finalmente collegò tutti i fatti di cui non aveva mai chiesto spiegazioni, come ad esempio le strane visioni di Sam, che scoprì essere frutto proprio di Azazel. 
Nonostante la strana situazione che si fosse palesata con Dean la sera del suo compleanno, Abby decise di restare e dare la caccia al demone insieme, mettendo prima in chiaro le cose col maggiore, dicendogli che il loro rapporto doveva rimanere sul professionale e che non aveva tempo per distrarsi; inaspettatamente Dean parve capire e cercò di evitare qualsiasi tipo di contatto fisico con la ragazza, parlandole poco e solamente per questioni che riguardassero le cacce. 
"Abbiamo visitato questo stupido villaggio, adesso possiamo rimetterci in viaggio?" sbuffò Abby seduta sul bancone impolverato e serrando le braccia al petto, guardando il maggiore con aria scocciata. 
"Non così in fretta, ragazzina: siamo a Deadwood, patria di Wild Bill Hickok, che insieme a Buffalo Bill prese parte al Selvaggio West!" esclamò Dean sgranando gli occhi e guardandosi attorno con ammirazione, immaginando di poter vedere le comuni persone appartenenti a quell'epoca passeggiare in quelle strade e entrare nel saloon per ubriacarsi fino a non ragionare più. "Ogni volta che gioco a poker cerco di ricreare la Mano del morto in suo onore!". 
"Sono davvero affascinata. Adesso andiamo via?" chiese Abby sollevando un sopracciglio ma si accorse che Dean non la stesse proprio considerando, e cercò aiuto in Sam che le si avvicinò con un sorriso ironico, appoggiandosi al bancone accanto a lei con un braccio. 
"Non ti ascolta, è preso da questa città. Sai che conosce la maggior parte delle battute di tutti i film Wester esistenti?". 
Abby sorrise e lo guardò con ilarità. "Davvero gli piace questa roba? Ma lo sa che a quei tempi si moriva per un semplice raffreddore? E che non avrebbe potuto andare a letto con tutte le ragazze come fa adesso, oppure l'herpes sarebbe stato l'ultima delle sue preoccupazioni?". 
Sam rise di gusto non riuscendo a far a meno di pensare a quanto lei e suo fratello fossero perfetti l'una per l'altro, e notò Dean uscire dal Saloon con aria sbalordita senza neanche richiamare i due ragazzi, che rotearono gli occhi al cielo e sospirarono, chiedendosi quando quello strazio sarebbe finito. 
Sam aiutò Abby a scendere dal bancone porgendole un braccio e la ragazza lo ringraziò con un sorriso, avviandosi verso l'uscita per seguire Dean in quella imperdibile avventura a Deadwood; lo videro osservare le vetrine del negozio di armi proprio davanti al saloon e la ragazza si appoggiò distrattamente al pilastro portante di legno del portico del locale, toccandolo con le mani. 
Fu un attimo e delle strane immagini invasero la sua mente: un uomo sulla trentina con dei capelli corvini ed un grande cappello da cowboy finí a terra dopo aver ricevuto un forte pugno sul mento, mentre l'aggressore gli intimò che se lo avesse visto un'altra volta non avrebbe esitato a far fuoco con la sua pistola, prendendolo a calci sulle costole e facendogli sputare sangue. 
Abby cadde rovinosamente a terra e per parecchi momenti si sentí stordita udendo le voci dei due ragazzi in maniera ovattata, ma riuscì a sentire due possenti braccia che la tiravano su a sedere, schiaffeggiandole le guance per farla tornare in sé. 
La ragazza riaprì gli occhi e guardò Sam seduto a terra alle sue spalle che le teneva la schiena sollevata con entrambe le braccia, mentre Dean alla sua destra le continuava a colpire delicatamente il viso per farla tornare in sé, e sul volto di entrambi vide degli sguardi molto preoccupati. 
La ragazza si liberò della presa di entrambi con aria infastidita, sedendosi in autonomia e guardando il maggiore in modo arrabbiato, togliendosi malamente le sue mani dal viso. "Ma che diavolo fai?!". 
"Sei improvvisamente caduta a terra e non rispondevi, cerchiamo di farti riprendere da 5 minuti!" esclamò Dean in preda all'agitazione, non capendo cosa fosse successo e perché. "Stai bene?". 
"5 minuti? Mi sono sembrati solamente pochi secondi.." sussurrò la ragazza abbassando il capo e riflettendo su ciò che ricordasse, e quando quelle immagini le tornarono in mente sgranò gli occhi e alternò lo sguardo fra i due. "Mi sa che sono nei guai". 
Dean la osservò meglio e le afferrò il mento fra il pollice e l'indice con nessuna malizia, avvicinandolo al suo ed assottigliando lo sguardo per esaminare meglio il labbro inferiore spaccato che non aveva notato prima, pensando immediatamente però che la caduta non c'entrasse nulla con quella ferita. 
"Che hai fatto al labbro?". 
 
 
I due ragazzi la portarono subito nella casa abbandonata più vicina di quel posto, cercando di farla calmare per ragionare insieme su cosa potesse essere successo e perché, e la fecero sedere sulla sedia di un antico tavolo da pranzo, mentre i ragazzi si guardarono intorno per capire cosa avesse potuto scatenare quelle visioni. 
"Quindi hai visto un uomo che veniva picchiato a sangue da un cowboy? Perché? Che aspetto aveva?". 
Abby abbozzò un sorriso quando notò il cambio di atteggiamento del maggiore, che si appoggiò alla parete con le braccia al petto e la guardò con aria seria più di quanto lo avesse mai visto, cercando di capire cosa fosse le stesse capitando. "Non lo so il perché ma era molto buio: ricordo solamente che quell'uomo aveva dei lunghi baffi e dei lunghi capelli mossi. Tutto qua!". 
Dean scambiò un'occhiata con Sam che fosse preoccupato tanto quanto lui, e si mosse all'interno della stanza, analizzando tutti quadri alle pareti e le fotografie malandate e ingiallite dal tempo sui ripiani dei mobili: Dean analizzò tutti i volti presenti nei ritratti sotto gli sguardi curiosi dei due ragazzi, e quando trovò ciò che stesse cercando ne prese uno fra le mani e si avvicinò alla donna per mostraglielo. 
Abby aggrottò le sopracciglia ed osservò bene quel viso che Dean le stesse mostrando, riconoscendone i tratti ed il grosso cappello che portasse, mentre una lunga chioma gli incorniciasse il viso. "È lui!". 
Dean si lasciò andare ad una forte risata isterica, per un attimo inviadiando la ragazza che avesse potuto vederlo in quella visione, e scosse il capo. "Hai visto proprio Wil Bill Hickok". 
"Che? Ma ti senti?" chiese Sam ridendo di gusto e scuotendo la testa, pensando che fosse impossibile, ma presto si dovette ricredere, ripensando a tutto ciò che avessero passato insieme nella loro breve vita e a tutto ciò a cui non avrebbe creduto se non lo avesse vissuto personalmente. "E che significa? Cosa vuole da lei?".
Dean scosse la testa e sospirò rumorosamente, appoggiandosi nuovamente contro la parete con aria preoccupata. "Non lo so, le ha mostrato un pezzo di una storia: credo che l'uomo che veniva pestato fosse McCall, il fratello minore di Naso Rotto Jack, il quale a sua volta si vendicò uccidendo la leggenda Bill Hickok". 
Abby sgranò leggermente gli occhi e si portò una mano alla tempia, iniziando a chiedersi perché avesse dato retta al maggiore e si fosse lasciata trascinare in quel posto dimenticato da Dio e dagli uomini stessi e scosse la testa. "Wow, inizio davvero a sentirmi dentro uno di quei film che ti piacciono tanto". 
Dean e Sam iniziarono a discutere sul perché lo spirito di McCall o di Hickok avessero scelto proprio lei e perché le avessero mandato quella strana visione e quando capirono che la storia sarebbe andata per le lunghe il maggiore mandò Sam a prendere qualcosa da mangiare, mentre Dean iniziò subito a fare delle ricerche approfondite. 
L'idea della possessione venne subito scartata, perché Dean si era assicurato di far inserire nel bracciale che avesse regalato ad Abby dei particolari simboli a ciondolo che la proteggessero anche da questo, quindi doveva per forza trattarsi di qualcos'altro.
Quando il sole iniziò ad abbassarsi sempre di più, il ragazzo iniziò ad accendere delle candele trovate all'interno di quella casa, per fare in modo che riuscissero a continuare le proprie ricerche alla luce. 
Abby si avvicinò al maggiore, seduto dalla parte opposta del tavolo intento ad esaminare diverse ipotesi al pc, chiedendosi come fosse stato possibile che una ragazza normale come lei potesse aver avuto delle visioni soprannaturali e viverle in prima persona, a giudicare dal labbro spaccato che si fosse ritrovata dopo la visione. 
"Dov'è Sam? Dovrebbe essere già tornato a quest'ora". 
Dean si voltò a guardarla, notando quanto si fosse sporta per sbirciare nel suo computer e trovandola molto vicina al suo viso, e in un attimo le immagini che lo ossessionassero la notte fecero capolinea nella sua mente, e si trovo costretto a deglutire a fatica specialmente perché che Abby gli aveva detto chiaramente che tra loro non sarebbe mai successo nulla. "Ansiosa di vedere mio fratello? Lo rivedrai presto, rilassati". 
Abby sollevò lo sguardo dallo schermo e lo guardò in cagnesco, inarcando le sopracciglia in un'espressione quasi sconvolta. "Cosa vorresti dire con questo?". 
"Niente, dico solo che se provi interesse per Sam potevi dirlo subito!" esclamò Dean sentendosi accecato dalla rabbia, guardandola in cagnesco mentre metteva un po di distanza fra loro due. 
Abby roteò gli occhi e sbuffò, giocando nervosamente con le mani e scosse la testa. "Ti prego Dean, non ricominciare! Sai benissimo che non provo assolutamente nessuna attrazione per Sam!". 
"Oh, questo lo so perfettamente!" esclamò Dean contraddicendosi e voltandosi interamente nella sua direzione, guardandola con aria accusatrice e notando la sua espressione confusa. Anche lui era confuso, non aveva la minima idea del perché avesse tirato in ballo suo fratello, probabilmente perché gli desse fastidio che Abby permettesse a Sam di avere un rapporto sincero con lei, mentre tenesse lui a distanza. "Lascia perdere!". 
Abby lo vide voltarsi e tornare alla sua ricerca e sentí la sua stessa ira crescere dentro di sé: la rabbia di Dean era però centrata sul fatto che lei gli avesse sempre chiuso tutte le porte, mentre quella di Abby era una rabbia che cresceva contro sé stessa e contro la possibilità di poter essere felice almeno una volta nella sua vita. Lo strattonò dal braccio, costringendolo a voltarsi e lo guardò in cagnesco. "No, risolviamo una volta per tutte: ti senti ferito nell'orgoglio, vero? Nessuna ragazza ti aveva mai detto di no prima d'ora, eh?". 
Dean sgranò gli occhi e rimase allibito perché non poteva neanche spiegare a sé stesso cosa ci avesse visto in lei, se non una ragazzina arrogante, prepotente e dispettosa. "Perché devi sempre pensare che il mio interesse per te sia dovuto al sesso? Pensi che avrei perso tutto questo tempo con te, a venirti dietro e a toglierti dai guai se mi fosse interessato solamente portarti a letto?!". 
Abby non si aspettò la rabbia con cui pronunciò quelle parole e lesse nel suo sguardo la sua sincerità: non stava mentendo e non l'aveva mai fatto e questo Abby lo sapeva bene. 
Si pentí di avergli fatto credere che per lei, Dean si stesse incaponendo solamente per la sfida che sembravano essersi lanciati silenziosamete. Non era giusto e avrebbe preferito dirgli la verità, ma non poteva rischiare di spostare la sua concentrazione da Azazel nemmeno per un momento. 
"Scusami Dean, io non intendevo..". 
La ragazza non ebbe neanche il tempo di finire la frase, che Dean tornò ad osservare lo schermo del pc, arrabbiato per ciò che avesse ribadito nuovamente. 
Abby sospirò e si alzò, allontanandosi da Dean e dal suo pc molto lentamente. Fece per uscire ad attendere Sam fuori, ma uno strano dolore le oppresse il petto e le venne meno il respiro, facendola piegare su sé stessa e gemere dal dolore. 
Sentí delle braccia circondarle la vita e sorreggerla sentendosi nuovamente stordita, mentre delle nuove brutte immagini apparvero nella sua mente: vide McCall provare a colpire Hickok al volto, ma il ragazzo era troppo debole e il cowboy era fin troppo esperto in combattimenti. 
Lo stese nuovamente ed estrasse la sua pistola dalla guaina in pelle, puntandogliela contro con aria soddisfatta. "Sarai un esempio per chiunque disobbedisca in questa città: sono lo sceriffo e voi tutti dovete attenervi alle mie regole e pagare i tributi!". 
Hickok premette il grilletto e mirò al suo fianco sinistro, ridendo soddisfatto mentre ascoltava i suoi gemiti di dolore. 
 
Abby si lasciò scivolare sul petto di Dean trovandosi inaspettatamente senza forze e col fiato spezzato, mentre un fortissimo dolore al fianco sinistro la rese impossibile qualsiasi movimento e sentí sgorgare una sostanza appiccicosa e rossastra dal suo corpo, che invase la sua maglietta e le mani del ragazzo che la tenevano in piedi. 
"Che è successo, Abby? Mi senti?". 
Dean la scosse per qualche secondo, ma intuì presto che la ragazza fosse sotto shock, specialmente quando guardò le sue mani e le trovò imbrattate dal suo sangue. 
Subito la prese fra le braccia e l'adagiò sul divano della sala da pranzo inginocchiandosi al suo fianco, osservando i suoi occhi sbattere per qualche momento come segno che Abby stesse tornando alla realtà. "Dean..".
"Sono qui.." disse il ragazzo afferrandole le mani e scostandole i capelli dal viso per farla respirare meglio, sentendo la sua presa forte su di lui a cui si stesse aggrappano probabilmente per restare lucida. "Che è successo?". 
Abby si guardò attorno quasi disorientata e provò a mettersi seduta, non facendo che peggiorare la situazione e gemendo per il dolore. Ricordò ciò che fosse successo, sentendo il ragazzo che le chiedesse di stendersi e di calmarsi, mentre delle lacrime le rigarono il viso. "Ho visto Hickok: gli ha sparato Dean, ha sparato a McCall come se fosse una bestia e ho visto i suoi occhi, traeva piacere da ciò che stava facendo". 
Dena inghiottí il boccone amaro, cercando di nasconderle la sua paura e la sua sofferenza nel vederla soffrire, e strinse la sua presa su di lei con la mano sinistra, mentre con la destra le afferrò il viso e lo carezzò con delicatezza nel tentativo di rassicurarla, avvertendo le lacrime che precipitassero dai suoi occhi infrangersi contro le sue dita. "Calmati, andrà tutto bene. Lascia che guardi la ferita, per favore Abby. Lascia che ti aiuti". 
La ragazza guardò i suoi occhi pieni di preoccupazione e cercò di rilassarsi sul divano, sollevando la maglietta e scoprendo il fianco insanguinato, e notò il modo in cui Dean strinse i pugni quando osservò la ferita e i lividi violacei che le percorressero i fianchi, lasciati come ricordo dalla prima visione. 
Il ragazzo esaminò la ferita da arma da fuoco, ma non aveva gli strumenti adatti per poter estrarre la pallottola e ripulire la ferita; la guardò negli occhi per un istante e respirò lentamente, cercando di trovare un'altra soluzione adottabile in una situazione come quella. 
Si tolse in fretta la camicia a scacchi e la lacerò con forza rimanendo con una maglietta nera a mezze maniche, facendogliene passare un pezzo attorno alla vita per tamponare la ferita, cercando di bloccare la fuoriuscita del sangue. 
Abby lo guardò ed allungò la mano verso la sua, che ricambiò la stretta e cercò di sorriderle: osservò il suo piccolo viso magro e ancora bagnato dalle lacrime che avessero smesso di fuoriuscire dai suoi occhi, ma che ancora le imperlassero le ciglia. 
"Qualsiasi cosa sia capitata a lui, capiterà anche a me, quindi dimmelo e basta Dean: com'è morto McCall?". 
"Troveremo una soluzione, sta tranquilla te lo prom-..". 
"Dean!" esclamò Abby guardandolo in cagnesco, tirandosi appena un po' più su su quel divano malandato, fulminandolo con lo sguardo. 
Il ragazzo sospirò e distolse lo sguardo dai suoi occhi, incapace di raccontarle come finisse la storia di uno dei personaggi che adorava guardare nei suoi film preferiti. Afferrò una sedia dal tavolo lì vicino e si sedette accanto a lei, appoggiando i suoi avambracci alle cosce e carezzandole le mani con delicatezza. Poi si fece coraggio e la guardò, dicendole con un filo di voce ciò che stesse attendendo. 
"Gli hanno sparato due volte: al fianco e poi al cuore..".
Abby rimase terrorizzata dalle sue parole, sentendosi mancare il respiro ed iniziando a pensare che quello fosse solamente l'inizio del suo calvario. Distolse lo sguardo increspato dalle lacrime e scosse la testa, rifiutandosi che potesse succederle una cosa del genere. Sentí le sue mani sfiorarle il viso e costringerla a guardarlo, trovandolo con uno sguardo pieno di fiducia. "Te lo prometto, niente di tutto ciò ti capiterà. Finché ci sarò io con te, tu vivrai". 
Abby lo sentí così vicino e solamente in quel momento, cosciente del fatto che sarebbe morta nel giro di poche ore, si pentí di non essersi lasciata andare e seguire ciò che realmente le dicesse il suo cuore. 
Accennò un sorriso annuendo debolmente, fingendo di credere alle sue parole e che presto sarebbero stati tutti e tre fuori da quella maledetta città. "Dovresti chiamare Sam e dirgli ciò che è successo: magari lui ha trovato qualcosa". 
Dean annuì e si alzò per aiutarla a distendersi meglio, coprendola con una coperta abbandonata ai piedi del divano e chinandosi su di lei per baciarle la fronte, osservandola chiudere gli occhi e stringere la mascella, nel tentativo di recuperare quelle poche forze che le fossero rimaste. 
 
 
"Vuoi dire che è entrata in una sorta di telepatia fisica con un uomo che viveva qui più di 200 anni fa?!". 
Nel momento in cui Sam pronunciò quelle parole, si rese conto di quanto fosse assurda quella teoria, ma guardando i due uomini seri davanti a sé capì che non fosse così folle quanto sembrasse. 
"Pensaci ragazzo: tutto ciò che è successo a quel McCall, sta capitando anche alla vostra amica in ordine cronologico. Il labbro, i lividi, il primo colpo di pistola: fanno parte di un loop temporale che sembra essersi formato in questa città" esordì Bobby facendo spallucce, osservando per un secondo la ragazza che dormisse sul divano nella stanza accanto. 
I due ragazzi avevano continuato a cercare un modo per liberarla da quella connessione, ma non riuscendo a trovare nulla che facesse al caso loro chiamarono Bobby e gli chiesero di raggiungerli più velocemente possibile, convinti che almeno lui avrebbe saputo cosa fare. 
"E come diavolo facciamo a fermarlo?" chiese Sam sollevando le sopracciglia, allargando le braccia e sentendosi frustrato per non aver ancora trovato un modo per aiutare la loro amica. 
"È questo il punto: non possiamo!" esclamò Bobby con tristezza, sospirando e sentendosi dispiaciuto che una giovane vita finisse in quel modo. "Non è un demone, non è un incantesimo: qui si tratta dell'energia negativa insita in questo posto. È così forte e oscura da far rivivere questa triste storia a queste anime, ancora e ancora. Solamente una strega potrebbe interrompere questo loop e salvare Abby, ma sfortunatamente non abbiamo il tempo di trovarne una in vena di aiutarci. Mi dispiace ragazzi". 
Dean divenne sordo al resto della conversazione, rimanendo immobile appoggiato contro il muro dell'ingresso della casa con le braccia conserte ad osservare la ragazza stesa sul quel divano con espressione sofferente sul volto, notando come la chiazza di sangue sulla camicia stesse iniziando a propagarsi; strinse i pugni e la mascella, perché non avrebbe lasciato che Abby morisse. 
Fece un passo avanti spinto dalla rabbia e interruppe la conversazione fra i due uomini, non riuscendo neanche a controllare il tono della sua voce per quanto fosse diventato un fascio di nervi ambulante. "La porterò via di qui, fino all'altra parte del mondo se servirà a bloccare questa diavolo di connessione! Troverò un modo per tornare indietro nel tempo, distruggerò Hickok a mani nude se serve, ma non permetterò che Abby muoia qui!". 
Bobby e Sam si votarono nella sua direzione, e Dean lesse nello sguardo di suo fratello qualcosa che non avrebbe mai voluto leggere: rassegnazione. 
Vide Bobby fare qualche passo verso di lui e posargli una mano sulla spalla con delicatezza nel tentativo di infondergli coraggio, e gli lesse in viso il dispiacere per quello che stesse provando. "Tutto quello che devi fare ragazzo, è dirle addio..". 
Dean avrebbe voluto urlare, dirgli che non poteva abbandonarli così, senza avere trovato una soluzione e salvato la vittima. Sentí gli occhi divenire sempre più lucidi ed il corpo iniziare leggermente a tremare, e scosse la testa, rifiutandosi di credere che potesse finire così. 
Si scrollò la mano di Bobby dalla spalla ed ignorò i richiami di suo fratello, e si diresse silenziosamente verso la ragazza stesa sul divano, inginocchiandosi al suo fianco: Abby aveva il viso imperlato di sudore ed era diventata molto pallida, probabilmente per la cospicua quantità di sangue perso. 
Le sfiorò il viso e si sforzò di sorridere quando la vide aprire gli occhi e voltarsi nella sua direzione. "Ciao ragazzina, come ti senti?". 
Abby sorrise e divenne difficile per lei tenere gli occhi aperti, così si sforzò e lo guardò negli occhi per qualche istante. "Come una persona che sta per morire". 
Quelle parole fecero male al ragazzo, che serrò la mandibola e sospirò sfiorandole il viso. "Starai bene, te lo prometto". 
Abby aprì gli occhi e osservò il modo in cui Dean fosse chino su di lei, notando la disperazione nei suoi occhi, facendo diventare i suoi lucidi. Sollevò una mano commettendo un enorme sforzo, sfiorandogli il viso e sentendolo appoggiarsi contro il suo palmo, mentre con la mano Dean stringeva la sua. "Il tuo amico ha ragione: sto morendo. E non c'è niente che tu possa fare".
"Non dire così, Abby. Troveremo un modo.." sussurrò Dean annuendo, ma venne tradito dalle sue lacrime che iniziarono a sgorgare dai suoi occhi. 
"Dean, lo riesco a sentire dentro di me: percepisco che le forze si stanno affievolendo.." sussurrò la ragazza con un filo di voce, sentendo la testa pesante e gli occhi chiudersi incontrollati. "Solo.. Dì ai miei fratelli di essere forti, ok? Non li lascerò mai". 
"No, no Abby. Non puoi morire, chi punzecchierò tutto il giorno altrimenti?".
Dean la vide sorridere debolmente, ma poi la sua presa sul suo viso divenne debole e il cacciatore capí presto che avesse perso conoscenza. 
Strinse i pugni, sentendo le lacrime rigargli il volto e le sussurrò di non lasciarlo, che non era ancora la sua ora. 
Si sporse in avanti e le baciò delicatamente la fronte, per poi baciarle le labbra in maniera casta, pensando che si sarebbe arrabbiata parecchio se fosse stata sveglia. 
La coprì per bene e la guardò un'ultima volta prima di sfrecciare fuori dalla casa, ignorando i richiami di Sam e di Bobby, che avevano assistito a tutta la scena in disparte, dicendo loro che sarebbe tornato presto e di non seguirlo. 
 
 
La polvere rilasciata dallo stridio degli pneumatici sul terriccio della città volava ancora nell'aria di quella notte gelida e pungente, mentre Dean si guardava attorno con aria indagatrice: aveva raggiunto il primo incrocio all'interno di quella città fantasma e aveva scavato una buca per inserire all'interno la sua cassetta di metallo con all'interno tutto il necessario per l'invocazione dei demoni degli incroci. 
"Winchester, che piacere vederti!" esclamò una donna sulla trentina con i capelli rossi fino alle spalle ed in dosso un lungo vestito nero; quando il ragazzo si voltò riuscì a vedere i suoi occhi rossi ed il suo sorriso sghembo di chi avesse ottenuto esattamente tutto ciò che volesse. 
"Non ho tempo per i convenevoli.." esclamò Dean avanzando verso di lei in maniera minacciosa. "Non ho preparato trappole e non ho armi che possano ucciderti: prenditi la mia anima e salva Abby!". 
La donna lo guardò sbalordita e rise di gusto, avanzando nella sua direzione e sorridendo compiaciuta. "Dean Winchester che si sacrifica per una donna: chi lo avrebbe mai detto! Comunque non posso toccare la tua preziosa Abby, neanche guarirla. Ordini superiori". 
Dean aggrottò le sopracciglia per la sorpresa, non avendo neanche pensato ad un'ipotesi del genere. "Ma che vuol dire?". 
Il demone lo scrutò a lungo, sollevando poi un sopracciglio e dicendo con aria divertita: "Non sai niente sul suo vero passato?". 
"Di che stai parlando, demone? Rispondi in fretta!" esclamò Dean guardandola in cagnesco ed iniziando a perdere la pazienza. 
La donna aprì la bocca per dire qualcosa, ma si portò le mani alla gola e si accasciò a terra con uno sguardo terrorizzato, mentre il fumo nero iniziò ad uscire dalla sua bocca e attraversò il terreno probabilmente per tornare al posto a cui appartenesse, finché il contenitore di carne cadde a terra senza vita. 
Dean rimase allibito e si guardò attorno, non capendo cosa stesse succedendo e di chi fosse opera, quando vide una sagoma avanzare verso di lui, preannunciato guai in arrivo: vide un uomo sulla sessantina con uno sguardo sadico e divertito sul viso e subito si chiese che cosa avesse a che fare con quella storia. 
Quando l'uomo mostrò a Dean i suoi veri occhi, il ragazzo capí che quella storia fosse più grande di lui e si pentí subito di essersi presentato senza la Colt.
"Azazel.." sussurrò Dean sgranando gli occhi ma rimanendo fermo, mentre osservava i suoi occhi gialli paglierino osservarlo con aria divertita. 
"Ciao ragazzo! Rilassati, non sono qui per ucciderti: tutto l'opposto!" esclamò il demone avanzando nella sua direzione sorridendo sradicamente, osservando il suo sguardo fiero e senza paura. "Sei fortunato che io abbia sentito la tua conversazione con questo demone, solo io posso aiutarti! Ma prima dimmi, cos'ha la piccola Abby?". 
"Che t'importa, razza di mostro?" chiese Dean sostenendo il suo sguardo e facendo una smorfia quando sentí il modo in cui avesse parlato di Abby. 
Azazel sollevò un sopracciglio e sollevò la mano sinistra verso di lui chiudendola a pugno, e Dean portò immediatamente le mani alla gola, trovando impossibile la sola azione di respirare, sentendo la gola del tutto ostruita. Il demone lasciò la presa e Dean prese dei lunghi respiri agitati, massaggiandosi la gola. 
"È legata in qualche modo a Bill Hickok, viveva qui quasi 200 anni fa.." sussurrò l'uomo tornando a respirare regolarmente, guardandolo con aria schifata e disprezzo. "Tutto ciò che è accaduto a lui, sta accadendo a Abby ed entro domani sarà morta". 
Azazel parve pensare molto alle parole del ragazzo, facendo un'espressione profondamente interessata, come se l'argomento lo toccasse davvero. "Mmh, interessante..". 
"Ti offro..". 
"Non voglio niente da te, Winchester. Non ancora" disse Azazel interrompendo il ragazzo e camminandogli attorno, come una mosca attratta dal miele. "Torna da Abby e vegliala, e io penserò a Hickok!".
Dean lo guardò con incredulità mentre gli passava accanto e lo guardava con quei suoi occhi demoniaci, pensando a quanto sarebbe stato bello ucciderlo proprio in quel momento. Ma se parlare con lui voleva dire salvare Abby, Dean sarebbe rimasto tutta la sera. 
L'uomo non riuscì a trattenersi e lo guardò con aria seria, studiando il suo sguardo. "Perché dovresti salvare Abby? Che cosa vuoi da lei?". 
Azazel rise di gusto in modo maligno, portandosi una mano allo stomaco e domandosi se non fosse già ovvio così. "Perché lei è una dei miei ragazzi, proprio come Sam! E non posso permettere che le succeda qualcosa che non ho deciso io!". 
Dean serrò forte la mandibola e i pugni, guardando con ira l'assassino dei suoi genitori, di Jessica e del padre di Abby, sentendo la voglia di ucciderlo crescere sempre più dentro di sé. "Stai mentendo". 
"Non ti sei mai chiesto il motivo per cui il padre di Abby abbia iniziato a darmi la caccia?" chiese Azazel ridendo divertito e facendo spallucce. "Aveva scoperto che avevo dei piani per la sua bambina e voleva fermarmi! Ho dovuto ucciderlo per questo!".
Deab scosse la testa e sentí i suoi occhi pizzicare, stringendo di più i pugni per la furia cieca che lo invase. "Sei un figlio di puttana! Ti ucciderò, è una promessa!". 
Azazel rise ancora e gli fece l'occhiolino, salutandolo con la mano e godendo nel vedere la sofferenza e la frustrazione crescere dentro di lui. "Non temere figliolo, manca davvero pochissimo al nostro nuovo incontro!". 
Dean lo vide sparire nel nulla e cacciò via subito la conversazione appena avvenuta dai suoi pensieri, correndo verso la sua auto per recarsi velocemente in quella vecchia casa. 
Raggiunse suo fratello, Bobby ed Abby in breve tempo facendo slittare la macchina mentre dava forte gas, e quando si trovò davanti alla porta quasi la buttò giù per entrare immediatamente; fece sobbalzare Bobby e Sam, che di riflesso gli puntarono la propria pistola contro, ma Dean li ignorò e si avvicinò ad Abby, che ancora giaceva incosciente sul divano. 
Le sfiorò il viso e Sam gli cedette il suo posto, permettendo al fratello di poter trascorrere quegli ultimi momenti con Abby con privacy, permettendogli di dirle addio. Era questione di minuti, secondo Bobby, che dopo lo spavento tirò un sospiro di sollievo quando vide Dean entrare in quella maniera, pensando che se fosse morta in sua assenza se ne sarebbe pentito per sempre. 
Dean le afferrò il viso pallido fra le mani e la scosse leggermente, ma la donna non ebbe alcuna reazione; solo dopo qualche istante si accorse che fosse gelida come il marmo e che l'occhiata di suo fratello volesse avvertirlo proprio di quello. 
"No, no, no.. No!" esclamò Dean scuotendola forte, colpendola al viso con degli schiaffetti per innescare una reazione, ma Abby continuava a non reagire. "Andiamo, svegliati! Andiamo!". 
Sam si avvicinò con le guance rigate dalle lacrime e cercò di tirare via il fratello dal corpo martoriato della ragazza, ma non appena Dean si sentí tirare via si dimenò colpendo Sam con un pugno in piena faccia, facendolo cadere, per poi tornare vicino ad Abby, scuotendola e richiamandola, intimandole di svegliarsi. 
Sam si alzò nuovamente e bloccò il fratello con una presa ferrea dalle spalle, dalla quale provò a divincolarsi ma come risultato entrambi i fratelli caddero a terra sonoramente, e il minore provò a calmare Dean, che iniziò a maledire mentalmente Azazel pensando che fosse troppo strano che non avesse voluto la sua anima e che probabilmente si stesse prendendo gioco di lui. Sentí un'altra stretta sulla spalla e attraverso la vista appannata si rese conto che fosse la mano di Bobby a stringerlo, nel tentativo di dargli sollievo. 
Rimasero uniti in quella stretta per qualche momento, fin quando un forte respiro lì fece trasalire tutti e quasi spaventare, ed Abby si sedette di scatto sul divano liberandosi della coperta, con sguardo vitreo mentre le immagini di un'ultima e terribile visione le inonandarono la mente. 
Iniziò a piangere in maniera forte e incontrollata e subito Dean si liberò della presa del fratello, facendo un balzo verso di lei e stringendola subito fra le sue braccia, sentendola piangere e singhiozzare come mai aveva immaginato che avrebbe potuto. 
Abby si lasciò guidare fino alle sue gambe, dove si sedette e Dean la strinse forte, sentendola nascondere il viso bagnato dalle lacrime sul suo collo, mentre lui le carezzava i capelli e le sussurrava parole di conforto. 
"L'ho v-visto, ha uc-ucciso così tante p-persone, Azazel h-ha ucciso Hickok. H-ha fat-to un m-massacro. P-perché? Ma che s-succede?". 
Dean la cullò cercando di tranquillizzarla, sentendo le sue guance continuare a rigarsi, ma il suo cuore diventare sempre più leggero: Abby era viva, non importava chi Azazel avesse ucciso nel passato, gli importava solamente che la ragazza stesse bene. 
 
 
 
 
Sam osservò Abby entrare nella sua stanza del motel, avendo davvero bisogno di fare una doccia e di riposare qualche ora, e solo quando la vide chiudere la porta e salutarli con la mano, si scagliò contro suo fratello afferrandolo dal colletto e sbattendolo con forza contro il fianco dell'Impala. 
"Che cos'hai fatto?! Abby era morta ormai, era fredda! Che cos'hai fatto?!". 
Dean si liberò velocemente dalla sua presa e lo spinse via, mettendo le mani avanti e notando anche Bobby avvicinarsi nella sua direzione per sottoporlo al terzo grado. 
"Datti una calmata e abbassa la voce, fratellino: non ho venduto l'anima, se è questo che vuoi sapere!". 
"E il demone era così buono d'animo da volere aiutare Abby?!" chiese Bobby ironicamente, avvicinandosi e guardandolo in cagnesco. "Come pensi che si sentirà quando scoprirà quello che hai fatto?!". 
Dean sospirò e si mise dritto con la schiena, osservando il fratello avvicinarsi nuovamente ma fermarsi a pochi passi da lui con espressione infuriata e pronto a colpirlo in viso da un momento all'altro. 
"Quando sono andato via, sono andato al primo incrocio che ho trovato e ho invocato un demone degli incroci, ma..".
"Dean!!" esclamarono Sam e Bobby all'unisono interrompendolo, con tono di rimprovero e fremendo per sapere il resto della storia. 
"Stava morendo, cosa avrei dovuto fare?! Sei stato tu a dirmi che non avrei dovuto farmi sfuggire Abby, sei stato tu Sam a capire il mio interesse per lei prima che me ne rendessi conto io stesso!!" esclamò Dean infuriato e sgranando gli occhi, gesticolando nervosamente e fulminandolo con lo sguardo mentre gli puntava un dito contro. "Dovevo farlo, non potevo guardarla morire!". 
Sam guardò il fratello respirare in maniera irregolare sentendo gli occhi pizzicare, scuotendo la testa e pensando che se fosse stato al suo posto avrebbe fatto lo stesso. Così sospirò e lo guardò calmarsi. 
"Stavo parlando con il demone degli incroci, ma è stato rispedito all'inferno da Azazel..".
"Occhi gialli?" chiese Bobby sgranando gli occhi ed osservando il ragazzo con aria allibita, chiedendosi come avesse fatto a sopravvivere ad un incontro con quel demone spietato. 
"Si, si.." sussurrò Dean abbassando il tono della voce e guardandosi attorno, cauto che la ragazza non potesse sentirlo nonostante la sua stanza fosse molto lontana da dove si trovassero loro. "Azazel l'ha salvata perché.. Perché è una dei suoi ragazzi, come te Sam". 
Il minore sgranò gli occhi e lo guardò con aria incredula, non riuscendo a trovare le parole adatte per esprimere i suoi pensieri correttamente: gli sembrava così assurdo che Abby potesse essere come lui, che potesse avere dei poteri o il suo stesso sangue demoniaco. 
E solo in quel momento capì come dovesse essere dura per Dean sopportare tutto quel peso e quella preoccupazione da solo e gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla per dargli conforto osservando i suoi occhi tristi.
"Lei comunque non lo sa, quindi non diteglielo.." sussurrò Dean sospirando, abbassando lo sguardo dispiaciuto. 
Bobby increspò le labbra e sollevò un sopracciglio, mettendo su un'espressione ironica e scuotendo appena la testa. "Figliolo, non dovresti tenerle nascosta una cosa così importante". 
Dean lo guardò cosciente che avesse ragione, ma fece spallucce e lo guardò con aria seria. "Non voglio dirle che suo padre le ha nascosto una cosa del genere per tutta la vita! Non voglio sporcare il suo ricordo di lui, preferisco che se la prenda con me se dovesse scoprirlo..". 
 
 
 
Si infilò una vecchia maglia larga e rosa a maniche corte e scollata sul davanti, e dei pantaloncini dello stesso colore che le arrivavano a metà coscia, riunendo i capelli rossicci in una lunga treccia centrale. 
Abby si sentiva davvero stanca, così stanca che pensava che si sarebbe potuta addormentare anche in piedi, ma non voleva ancora dormire, aveva bisogno di tempo per riflettere su quanto le fosse successo e sull'esperienza pre-morte che le avesse fatto cambiare leggermente il suo punto di vista.
Col lavoro che faceva era facile trovarsi in qualsiasi momento in punto di morte e questo non poteva impedirlo, ma poteva smettere di scappare e morire senza rimpianti. 
Un'esperienza come quella era in grado di modificare il suo modo di vedere le cose. 
Si guardò allo specchio e osservò il suo corpo completamente guarito, sollevò la maglietta notando come il punto in cui vi sarebbe dovuta essere la ferita della pallottola fosse invece sostituita dalla pelle sana, e si chiese come avesse fatto Bobby a salvarla in quella maniera. Anche i lividi erano spariti, il suo torace non era più dolorante ed anche la ferita al labbro si era risanata. 
Un colpo alla porta la fece sorridere e subito si diresse verso la parte opposta della stanza, non avendo nemmeno bisogno di guardare dallo spioncino per capire chi fosse: trovò Dean con espressione radiosa, osservare il suo corpo senza ferite ed i suoi vestiti privi di sangue con un sorriso soddisfatto.
"Volevo solamente sapere come stai, scusa se è tardi.." sussurrò il ragazzo studiando il suo viso e notando che qualcosa fosse cambiato nel suo modo di guardarlo. 
"Sto bene, Dean. Su, vieni".
La ragazza gli fece segno con la testa di entrare e chiuse la porta dietro di lui, prendendo due birre dal mini frigo e porgendogliene una con un sorriso; si sedettero al tavolo uno accanto all'altra e bevvero qualche sorso in silenzio, poi Abby si portò le ginocchia al petto, voltandosi a guardarlo. 
"Ti ringrazio per quello che hai fatto oggi, Dean". 
Il ragazzo fece spallucce e sorrise, guardandola negli occhi ricambiando il sorriso. "Non devi: non ho fatto nulla di speciale. È stato Bobby a trovare quel rituale e a spezzare la tua connessione con Hickok". 
Ma Abby si morse il labbro e sorrise nervosamente, afferrando la sua mano grande con titubanza e avvicinandola a sé intrappolandola fra le sue, e la voce le si incrinò appena, mentre il cuore le batteva forte nel petto. "Mi ricordo quello che hai fatto mentre stavo morendo, era qualcosa di speciale Dean. Mi sei stato accanto. Ricordo come mi rassicuravi e mi tranquillizzavi, e quando non c'eri.. io mi ero convinta che sarei morta". 
Dean si morse il labbro inferiore, sorridendo a quelle parole non riuscendo a negare quanto gli facesse piacere, ed il fatto che Abby lo avesse aspettato in piedi e che lo avesse avvicinato a sé tirandolo per il braccio e stringendogli la mano gli fecero battere il cuore un po più forte. 
Abby gli sorrise e si appoggiò contro il suo petto, insinuando il viso nell'incavo del suo collo e stringendolo dalla maglietta, ma a Dean venne spontaneo afferrarla dalle cosce per farla sedere sulle sue gambe, esattamente come aveva fatto qualche ora prima sul divano della casa a Deadtown. 
"Ho avuto davvero paura di perderti oggi: ho pensato che fosse l'ultima occasione per parlarti e per toccarti". 
La strinse forte e sentí Abby sorridere contro il suo collo, mentre percepiva le sue mani ruvide sfiorare la pelle nuda delle cosce e delle braccia e tenerla stretta sempre di più a sé, facendole venire la pelle d'oca. Sollevò il viso dal suo collo e gli sfiorò la guancia sinistra, sorridendo mentre lo sentí rimanere immobile in attesa di una sua mossa. 
Il suo cuore batteva forte e non riusciva ad evadere dal verde dei suoi occhi, e per un istante decise di lasciarsi andare e di smettere per una volta di avere paura. 
Si avvicinò al suo viso lentamente e Dean l'aiutò a sollevarsi quel tanto che bastasse per raggiungere le sue labbra, e si sorrisero dolcemente; Abby annullò le distanze e lo baciò con lentezza, stringendosi di più a lui dalle spalle mentre entrambi sentivano il cuore battere così forte come se da un momento all'altro sarebbe potuto uscire. 
Fu un bacio dolce che rilasciò mille emozioni in entrambi i ragazzi, che si strinsero di più; Abby interruppe quel contatto troppo presto per Dean, che però non protestò e appoggiò la fronte contro la sua, sentendo il respiro irregolare della ragazza proprio come il suo. 
Le sfiorò la guancia e Abby aprì gli occhi, non riuscendo a fare a meno di sentirsi tremendamente vulnerabile e di avere paura, ma lo sguardo del ragazzo la tranquillizzò, facendola sorridere e sentire totalmente protetta. 
"Resta qui stanotte..".
Dean rise di gusto e sollevò un sopracciglio, prendendola in giro. "Portami a cena prima!". 
Abby rise e lo colpì leggermente alla spalla, allontanandosi quel tanto che bastasse per incrociare le braccia al petto e fare la finta offesa. "Non farti strane idee, penso che potrei dormire per tre giorni di fila. Le esperienze che ti conducono quasi alla morte ti debilitano parecchio".
Dean la guardò per un secondo e la sua espressione scemò appena, perché non le avrebbe mai detto la verità su quel giorno, cioè che fosse morta davvero e che Azazel l'avesse riportata in vita. Si sforzò di essere più naturale possibile e l'afferrò dalle cosce, sollevandola con forza e tornando a ridere di gusto. "Ne so qualcosa, ma adesso devi riposare ragazzina!". 
Abby rise e si lasciò prendere fra le braccia fino a farsi adagiare sul letto, dove Dean le si insinuò fra le gambe e la baciò stringenda di più a sé, e la ragazza lo lasciò fare insinuando le mani sotto la sua maglia, sfiorandogli la pelle e facendogli provare dei forti brividi lungo tutta la colonna vertebrale. 
Il ragazzo capì che fosse arrivato il momento di interrompere quel contatto che stava diventando fin troppo profondo e scese dal suo corpo, infilandosi sotto le coperte e Abby presto lo raggiunse dopo aver spento la luce. 
Sorrise e si avvicinò all'uomo in maniera cauta, appoggiando la testa sul suo petto mentre il suo braccio sinistro le circondava le spalle e le carezzava la schiena. 
E nessuno dei due avrebbe potuto immaginare nulla di più perfetto.
  
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