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Autore: AndreMCPro    08/09/2022    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
Tempo fa, io e mio fratello ci siamo trovati coinvolti nel compimento di una delle nostre stesse storie. Ma il nostro viaggio non è ancora finito, e così, dieci mesi dopo, qualcosa succede... e siamo richiamati in quel mondo per intervenire.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Herobrine, Notch, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
La Guerra del Cosmo

Cap.14 – La Regina di Ghiaccio
 
«Bomber, cos’hai?» si chiede Seth dall’interno della sua cabina di controllo.
Il robot inizia a sparare in ogni direzione senza controllo, perfino verso l’ingresso Est della città.
«La mia creatura è impazzita!» commenta Massimo, guardando la scena disperato.
«Visto che l’hai progettato saprai anche come fermarlo, no?» gli chiedo dopo avergli tirato un cazzotto sulla spalla.
«Il punto debole è l’eccessivo carico sulle ginocchia» risponde lui, e di risposta riceve un doppio cazzotto sia da me che da Ezio.
«Mi sembra che Seth abbia già rimediato al problema. Poi? »
«Fatemi pensare, allora… se ha seguito i progetti allora ecco il da farsi…»
Dopo una veloce spiegazione passiamo all’attacco, dividendoci: due sui lati e io al centro. Evito alcuni colpi, poi salto con l’intenzione di scalare il gigante d’acciaio ma una rotazione di braccio mi prende in pieno. Fortunatamente riesco a rimanere attaccato ad un appiglio e, anche se ammaccato, proseguo l’arrampicata fino a raggiungere il collo, genero la spada e colpisco il punto indicato da mio fratello, ossia il centro di elaborazione comandi. Ovviamente non è abbastanza esposto da raggiungerlo così, ma è il punto migliore dove la mia saetta può fare più danni. Come previsto il mostro si arresta, ma subito dopo due reattori in miniatura escono fuori dalle spalle, in sovraccarico. A peggiorare le cose c’è un ripetitore di vis che permette un afflusso di magia da un nodo situato in cima a una delle vette, attivatosi solo adesso e che causerà un doppio e più devastante sovraccarico.
Massimo e Ezio intervengono subito con un salto, raggiungendo subito i reattori e “disattivandoli”.
«Ecco fatto, pericolo scampato. Ora il mio cucciolo è inerte»
Di colpo un terzo reattore esce fuori dal petto, questa volta più grande. Mi fiondo subito in picchiata, genero le mie spade fulminanti e lo attraverso con una doppia rotazione, facendo saltare la parte superiore del reattore dove è presente il materiale nucleare, che rimane sigillato. Un attimo dopo una parte del petto esplode, e il mostro si affloscia su sé stesso.
«Dobbiamo aspettarci altro?» chiedo, senza togliere gli occhi di dosso dal gigante.
«No, non dovrebbe esserci altro. Adesso però dobbiamo tirare fuori Seth da lì dentro»
«Fermi dove siete!» urla una guardia. «Fatevi riconoscere!»
«Siamo alleati, mi sembra ovvio!» rispondo secca e allargando le braccia, ma la cosa ancora una volta non aiuta.
«Mettete via quelle armi, non sono un pericolo»
Quella che interviene è una voce femminile che conosciamo bene. Si tratta di una donna capace di mettere in silenzio un intero esercito. Deglutiamo tutti e due al’unisono e ci guardiamo con la coda dell’occhio.
«Ti ho voluto bene fratellino»
«Stai zitto…»
«Voi due, voltatevi. Ditemi chi siete e da dove venite»
Ci giriamo, e le risposte sono date senza neanche proferire parola.
«Lo sapevo, potevate essere solo voi due… Sparite per dieci anni e tornate riportando con voi i soliti guai» riprende Debora, vestita con una armatura leggera a scaglie argentata, con i capelli raccolti in una coda di cavallo e con una mantella azzurra che le ricopre la maggior parte della sua armatura. Vediamo solo le sue mani, troppo vicine alla sua spada per i nostri gusti.
«C-ciao Debora…» dico, provando a “rompere il ghiaccio”, ma non si può rompere un iceberg con uno spillo. Lei mi ignora completamente.
«Seth, ti avevo detto che avevo la situazione sotto controllo. L’offensiva era pronta a scattare, e in più ti avevo detto che non volevo che quel mostro uscisse dal laboratorio»
Il silenzio padroneggia sulla pianura fuori la città
«Ti do dieci secondi, poi faccio saltare in aria questo bestione con te dentro» minaccia Debora, Seth esce immediatamente dalla cabina per fermarla.
«No, ferma, aspetta, eccomi!»
Scende e si guarda intorno, rendendosi conto di essere circondato. «Mi hai fregato di nuovo…» sospira affranto.
«Qui io sono l’autorità, e anche se a quanto pare questi due sono riusciti in qualche modo ad ottenere una tregua mi sembra ampiamente chiaro che qualcuno farà di tutto affinché duri poco. Tu oggi hai disobbedito a un ordine» Seth prova a interromperla ma lei punta il dito contro mettendolo a tacere «Non mi interessa se riconosci o no il mio grado militare e se tu sei nell’esercito o meno, io ho anche la qualifica di sindaco. Sarai anche un amico e uno straordinario scienziato, ma resti comunque un ospite e devi rispettare le regole della nostra casa!»
Seth rinuncia a ogni arringa e accenna un si con la testa.
«Volevo essere solo di aiuto » commenta.
«Lo so, Seth, e ne terrò conto, ma non posso lasciarti fare tutto quello che vuoi. Non posso permetterlo a te né a nessun altro» e a quelle ultime parole si volta verso di noi, ancora lì impietriti.
«In quanto a te, ragazzino. Te l’ho detto mille volte che non voglio che tu vada in cerca di tuo padre. C’è chi se ne occupa. Ora vai dentro, togliti la sua armatura e per iniziare vai a pulire le stalle!»
Ezio, nascosto dietro di noi, china la testa e fila dentro la città, consegnando la sua arma al soldato più vicino, che la osserva e subito la fa’ depositare nell’armeria.
«Quanto a voi due…» si avvicina, sempre con la spada a portata di mano, come se fosse indecisa se infilzarci come uno spiedino o farci a fette. «Vi aspetto nella baita in cima alla montagna tra dieci minuti. Muovetevi» e se ne va dandoci le spalle e dando direttive riguardo al gigante, che viene subito accerchiato da un gruppo di soldati.
Dieci minuti dopo siamo in cima alla montagna, all’ingresso della recinzione attorno alla Baita e indecisi sul da farsi.
«Secondo me ha messo una trappola e saltiamo in aria» commenta Massimo avvicinandosi alla porta ma togliendo la mano dalla maniglia.
«Tu ci saresti capace, forse. Non lei» e entro deciso, anche se il nuovo confronto mi spaventa più di un incontro con un orda di zombi armato di sola spada e senza poteri.
«Vi siete decisi ad entrare, vedo. Venite. Vi stiamo aspettando» la sua voce da un megafono e quel “vi stiamo aspettando” sembra il preannunciarsi di una condanna al patibolo.
«Vorrei avere di nuovo i miei poteri…» commenta Massimo salendo le scale, e lo capisco. Inoltre non percepisco possibili vie di fuga, e la cosa mi inquieta.
Arrivati in cima troviamo una guardia, un suo diretto sottoposto probabilmente. Debora è affacciata alla grande finestra e Ezio è vestito in abiti da civile, che fanno ben notare i suoi nove anni di età
«Ah, siete solo voi. Credevo…» lei si gira, seria e probabilmente arrabbiata. Fa’ un cenno al capitano, che si allontana uscendo su una porta laterale.
«Il giovanotto qui presente mi ha detto che siete in giro da almeno una settimana. Mi ha raccontato di avervi incontrati per caso, e di aver chiesto il vostro aiuto per trovare suo padre»
«Si, è vero, ma non ti ha detto che non ci ha specificato che era il padre ma solo il suo mentore e maestro?»
«E voi due siete cosi sciocchi da non aver capito?»
Si avvicina a un divano che gira a ferro di cavallo intorno a un tavolino, si siede e poi ci guarda «Sedetevi» ordina puntando il dito prima su di noi poi sul divano e la stessa cosa ad Ezio.
«Che fine avevate fatto? Perché siete spariti, quel giorno? Senza nemmeno salutare, poi…»
«L’abbiamo fatto, ricordi? Mi sono impegnato parecchio nell’ultimo fuoco d’artificio» risponde Massimo sorridendo. Lei socchiude gli occhi e manda indietro la testa, poi la china su di un lato per poi rilassare il suo viso e annuendo.
«Il gigantesco grazie? Capisco… non era un semplice ringraziamento per i festeggiamenti…»
«Voleva essere un ringraziamento per tutti coloro che ci hanno sostenuti nei cinque anni qui» rispondo, guardandola rilassata. Forse non lo era da parecchio, poi lei guarda Ezio.
«Già, lo sapevo, e niente mi avrebbe reso più felice di vederlo nascere e aiutarti, ma non potevamo restare. E comunque il nostro amico Spark è stato un ottimo padrino» risponde Massimo, prevedendo la domanda di Debora.
«Lo sai che mi da’ fastidio quando mi leggi nella mente» risponde lei, indurendo lo sguardo.
«Ma non l’ho fatto!»
«È vero, sembra che dopo l’apparizione del drago Massimo abbia perso i suoi poteri»
La tranquillità cessa di esistere. Lei scatta in piedi e fissa Massimo, visibilmente infuriata.
«CHE COSA HAI FATTO?»
«Ti giuro su tutto quello che vuoi che non ne ho la più pallida idea! Non so né come né perché!» risponde Massimo scattando a sua volta in piedi. Lei lo prende per il colletto e lo avvicina a se’ come per prenderlo a testate.
«Non ti credo! Lo sapevo che avresti portato solo guai! Adesso dove diamine è quel drago?» replica lei ancora più arrabbiata.
«Non è un semplice drago, è QUEL drago, il drago dell’End! Ma l’ho messo in fuga, si è rintanato nelle montagne a nord, vicino ai confini con il regno vicino. Forse è proprio oltre ma era messo male, non si farà vivo per parecchio» replico io alzandomi e cercando di tenerla buona ma, forse l’informazione alimenta solo la sua ira.
«CHE COSA? DRAGO DELL’END QUI IN QUESTO MONDO?» occhi iniettati di sangue e Massimo sulle punte, quasi alzato da terra. Ora le possibilità che lo strozzi lì sul posto sono molto alte.
«Sei sempre splendida, mia cara, anche da arrabbiata» risponde Massimo. Lei diventa completamente rossa per la sorpresa e lo molla, allontanandosi e andando alla finestra.
«Idiota…» risponde poi.
«Hai anche un buon profum…» incalza lui, ma lei lo ferma voltandosi a metà e guardandolo malissimo.
«Non esagerare» ancora rossa si volta nuovamente «Come sta il mio testimone di nozze?» chiede poi, incrociando le braccia dietro la schiena.
«In via di guarigione. In questo momento se ne sta occupando Angelo, con al fianco un gruppo di ragazzi in gamba che ha sotto la sua protezione» rispondo io, e le inizia a ridacchiare.
«Parli dei guardiani?» e si volta a guardarci con un sorrisino soddisfatto.
«Li conosci?» chiede Ezio, che solo in quel momento apre bocca. Il ché è strano, visto il suo naturale portamento a tentare di comandarci a bacchetta. Deve aver imparato da sua madre.
«Si, Ezio, sono i miei occhi e le mie orecchie ad Enderia. Non ricevo aggiornamenti da una settimana, però, e ora capisco perché»
Sorpresi dalla risposta la fissiamo stupiti.
«Beh? Che c’è di strano? Erano i tuoi ragazzi, e dieci anni fa ha abbandonato anche loro. Non potevo non tenerli d’occhio, erano tutti molto bravi e gli hai insegnato bene, ma avevano perso il loro punto di riferimento e avevo paura che smarrissero la via. Mi hanno sorpresa, però. Anzi, sono stati una ventata di aria nuova, i portatori della seconda rivoluzione del paese»
Massimo inizia gongolare, poi si gira verso di me e nota le saette pronte a partire e subito si ferma.
«Ecco, appunto, stai buono. Non è merito tuo, non del tutto, almeno. Edoardo li ha saputi guidare, finché il gruppo non si è diviso per poter servire meglio il paese»
«Quindi ecco i due capi, Edoardo la magia e Marco i Guardiani» aggiungo, calmando le saette.
«Si. Per sette anni i due gruppi si sono sostenuti a vicenda e hanno agito come solito, poi qualcosa è cambiato. Spark nel giro di due anni ha iniziato a fare lo sgambetto a tutti e sono venuti a chiedermi aiuto»
«Tu sospettavi qualcosa e in cambio gli hai chiesto di tenerti informata» risponde Massimo.
«Già. Hanno capito subito, e probabilmente sospettavano anche loro qualcosa. Ho chiesto ad Angelo di supervisionarli, e con i suoi insegnamenti sono diventati degli ottimi investigatori, spie e via discorrendo. E poi…» i suoi occhi diventano tristi e china la testa.
«Mamma, non è colpa tua. Non potevi sapere che mandando papà l’avrebbero catturato»
«Debora, guardami»
Massimo le si avvicina, un po’ scomposto. Sposta il tavolino e la guarda negli occhi.
«Troveremo il tuo Ettore e te lo riporteremo a casa. Tu continua ad essere la splendida donna che sei, che tiene in piedi un paese con la sola forza di volontà. Spark sta tornando in sé e forse ha qualche informazione utile per trovarlo, Seth saprà aiutarci, e poi…» si alza in piedi davanti a lei, si mette una mano sotto petto a mo’ di Napoleone e guardando verso l’alto con petto in fuori conclude: «Siamo qui per servirla, Regina di Ghiaccio!» conclude Massimo, abbassando leggermente lo sguardo e attendendo una sua reazione. Io mi colpisco rumorosamente la fronte a mano aperta ed Ezio lo guarda stranito, mentre lei inizia a ridere scuotendo la testa.
«Resti il solito idiota di sempre…» e lo guarda annuendo «Ma grazie»
  
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