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Autore: Justice Gundam    08/09/2022    2 recensioni
Lemina Verusia, una giovanissima nobildonna costretta all'esilio, e il suo fidato amico Slayde, un servitore mezzelfo vittima di soprusi e discriminazione. Due persone che, nella loro ricerca di un luogo a cui appartenere e di una causa a cui dedicare le loro vite, entreranno nel culto di Tiamat, la Regina dei Draghi, diventando dei soldati pronti a diffondere il suo culto anche con la forza. La loro via per l'inferno è lastricata di buone intenzioni...
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Pathfinder: I Figli della Regina dei Draghi

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 8 - Infiltrazione a Cantevena

 

La Testa Rossa di Tiamat si era preparata per la missione al meglio delle loro possibilità. Non appena il Reverendo Cadrak aveva dato loro le dovute indicazioni, Lemina aveva cominciato a fare i preparativi con il massimo scrupolo. L'importanza di questa missione era ben chiara alla giovane sacerdotessa-guerriera. Si trattava di negoziati importanti, che avrebbero potuto risultare nell'acquisizione di un nuovo alleato per la Chiesa di Tiamat, e Lemina sperava di non deludere nè il Reverendo nè il resto della sua squadra. Se fosse riuscita, si sarebbe procurata un bel po' di buona reputazione e di rispetto tra i ranghi, e il Reverendo le avrebbe affidato delle missioni più importanti in futuro.

 

Se avesse fallito... beh, questa era una possibilità alla quale non voleva fermarsi a pensare. E i suoi compagni, in particolare Slayde, si affidavano alla sua leadership. Questo era il momento decisivo. Doveva dimostrare a tutti, in particolare a sè stessa, che era in grado di compiere questa missione. A qualunque costo, doveva persuadere Garkurz, il comandante degli hobgoblin, che sarebbe valsa la pena unirsi alla loro causa.

 

Il viaggio era stato abbastanza privo di eventi, ad esclusione di un paio di incontri ravvicinati con della fauna selvatica. Dopo qualche giorno, la città di Cantavena, il luogo che era stato indicato loro dal Reverendo, cominciò a farsi vedere all'orizzonte, e gli agenti della Chiesa di Tiamat decisero che sarebbe stato il caso di fermarsi ed accamparsi abbastanza vicino alla città. Avevano legato i cavalli in una posizione sicura, dove sarebbe stato difficile che venissero aggrediti da qualche animale selvatico, dopodichè Slayde si era premurato di preparare un falò, e Ghedrin si era messo a preparare un po' di provviste, mentre Cypro ed Anton si erano messi ad esplorare i dintorni, e Brian faceva la guardia. Il gruppo di agenti si era seduto attorno al fuoco, mangiado un po' delle loro provviste e discutendo di ciò che avrebbero dovuto fare il giorno dopo.

 

Lemina diede un'occhiata attenta ai suoi compagni seduti attorno al fuoco. Brian stava parlando di quello che sapeva di Cantavena - ai tempi del grande esercito della Legione delle Cinque Scaglie, era stata una delle prime città a cadere di fronte alla potenza dell'esercito di Rakkarg, e al tempo stesso era stato da lì che era partito il contrattacco che aveva segnato la fine del temibile esercito hobgoblin. Gli ultimi decenni avevano portato una condizione di notevole prosperità a quella regione, disturbata soltanto dalla presenza di banditi e di qualche creatura vagante.

 

"La maggior parte degli abitanti di Cantavena sono umani, mezzelfi o nani." stava spiegando Brian in quel momento. "E la popolazione della città aumenta di qualche centinaio quando arrivano dei clan di halfling dalle regioni meridionali. Gli abitanti di Cantavena li chiamano "la gente del fiume". Tuttavia, la cosa che più ci interessa sapere è che da quando la Legione delle Cinque Scaglie è stata sconfitta, la gente di questa città ha conservato cinque tesori sottratti agli hobgoblin - un elmo a forma di testa di drago, una spada di platino cerimoniale, uno scudo d'acciaio sul quale è inciso il simbolo della Legione, due guanti d'acciaio ornati con filigrana dorata, e uno stendardo da battaglia che rappresenta il simbolo sacro di Hextor. Questi oggetti sono conservati in una volta ben sorvegliata, dalla quale sarà difficile recuperarli. Dobbiamo cominciare già a pensare ad uno stratagemma per trafugarli da lì e consegnarli al nostro alleato."

 

"Suona più facile a dirsi che a farsi... ma il Reverendo non ci avrebbe assegnato una missione come questa se non sapesse che siamo in grado di eseguirla." commentò Cypro con espressione pensierosa. "Io dico che la cosa migliore da fare sia infiltrarci in città senza destare sospetti. Da lì... io comincerò a fare qualche giro di esplorazione, e cercherò di scoprire dove tengono i loro preziosi trofei, e se la loro protezione ha qualche punto debole."

"Mi sembra una buona idea, Cypro." disse Lemina dopo averci pensato un po' su. "Però... prima di entrare in azione, credo che sarebbe una buona idea anche prepararci una via di fuga. Non appena avremo messo le mani sui trofei, dovremo darcela a gambe e cercare di far perdere le nostre tracce il prima possibile. Non ci vorrà molto prima che tutta la milizia cittadina ci sia addosso."

 

"Non affrettiamo troppo i tempi, ragazzi." disse Ghedrin, mantenendo un tono tranquillo che veniva accentuato dal timbro morbido della sua voce, simile a quello di un grande felino che faceva le fusa. "Prima i tutto, dobbiamo raggiungere Cantavena e renderci conto di persona delle sue caratteristiche. Poi potremo fare tutti i piani di cui avremo bisogno. In fondo, non abbiamo fretta."

"Giusto. Il Reverendo non ci ha dato un termine tanto stretto. L'importante è portare a termine questo compito in maniera soddisfacente." affermò la giovane sacerdotessa-guerriera, per poi addentare un pezzo di carne secca e salata. Dopo aver vissuto all'addiaccio per tanto tempo, anche un cibo così umile le sembrava delizioso, nonostante la sete che le faceva venire. "Va bene. Prendiamoci un po' di tempo per conoscere meglio Cantavena, trovare delle vie di fuga e pianificare un attacco. Dobbiamo essere sicuri di riuscire al primo tentativo, o la situazione si complicherà non poco."

 

Anton disse di sì con la testa e guardò pensieroso la gabbia che aveva appoggiato al proprio fianco, nella quale il suo famiglio, una sorta di demonietto alato il cui corpo sembrava composto di ombre solidificate, e che in quel momento sedeva con espressione cupa ad un angolo della gabbia, come se fosse disturbato dalla luce che il falò proiettava attorno a sè. Doveva ammettere che in quel momento gli sarebbe piaciuto aver fatto un po' più di pratica con i suoi poteri magici, e guardò Ghedrin con un pizzico di invidia. Come occultista, il dragonide non aveva bisogno di affidarsi unicamente all'istinto per dominare il suo potere magico. Aveva più tempo per studiare la sua magia, imparare a manipolarla e a gestirla per ottenere gli effetti che desiderava. Lui aveva sempre dovuto cavarsela con la sua abilità innata e affidarsi unicamente al suo istinto. Gli sarebbe piaciuto chiedere a Ghedrin qualche consiglio, ma aveva l'impressione che non sarebbe stato molto utile: le loro teorie magiche, pur simili, si basavano su presupposti molto diversi.

 

Anton scosse la testa. Inutile recriminare, tutto quello che poteva fare era cercare di usare al meglio gli incantesimi di cui disponeva... e magari, si disse, cercare di usarli in maniera abbastanza creativa. Altrimenti, a cosa sarebbero servite quelle lezioni che aveva fatto con i suoi superiori?

 

"Molto bene. Terminiamo la cena, poi andimo a riposare. Farò io il primo turno di guardia." disse Lemina, non sentendosi particolarmente stanca. Dopotutto, pensava che con tutti i pensieri che le frullavano per la testa, non sarebbe riuscita a chiudere occhio subito. "Voi pensate a rilassarvi... e a conservare le forze per quando sarà il momento di dare del nostro meglio. In questo momento, è la furtività la nostra migliore alleata."

"Va bene, comandante... voglio dire, Lemina." disse Slayde, ricordandosi solo in seguito che aveva il permesso di rivolgersi alla ragazza in maniera un po' più cordiale. Il gruppo si affrettò a terminare il pasto e seppellire i resti, per poi estinguere il fuoco e preparare i sacchi a pelo, mentre Lemina lanciava un semplice incantesimo per diffondere attorno a sè una tenue luce, in modo da poter vedere decentemente nell'oscurità. Dopo aver preso un bel respiro, Lemina si passò una mano tra i capelli, godendosi la sensazione della brezza tra i capelli... e guardò con un misto di determinazione e rimorso gli edifici di Cantavena, al limite estremo del suo campo visivo.

 

Inutile nascondersi la verità: la missione della Testa Rossa di Tiamat avrebbe finito per danneggiare non poco quella comunità pacifica. Non poteva escludere che sarebbero stati costretti ad uccidere due o tre soldati della milizia cittadina... per non parlare del fatto che una volta che Garkurz si fosse messo alla testa del suo esercito, non c'era bisogno di grande fantasia per immaginare quale sarebbe stato uno dei suoi primi obiettivi. Cantavena sarebbe stata la prima città di Epiros a cadere per mano della Chiesa di Tiamat e dei suoi alleati.

 

E in guerra c'erano sempre vittime, a prescindere dalla causa.       

 

Ma la giovane donna scosse la testa e si impose di non pensare a queste cose. Sapeva che avrebbe dobuto sacrificare delle vite per permettere alla visione di Tiamat... del Reverendo Cadrak... di realizzarsi... e sapeva che la loro causa era giusta e degna. Un po' di sacrifici erano necessari per quello che stavano facendo. Generazioni future avrebbero guardato a quello che stavano per fare, e avrebbero tratto le loro conclusioni, ma alla fine... Lemina era sicura che la giustizia sarebbe stata dalla loro parte.

 

La giovane donna alzò lo sguardo al cielo, nel quale già cominciavano ad apparire le prime stelle. Una volta che Epiros fosse stata completamente sotto il controllo di Tiamat, si disse, la gente comune avrebbe potuto godersi questi spettacoli della natura con la consapevolezza che Tiamat vegliava su di loro e li proteggeva.

 

E lei era un'agente della maestà di Tiamat...

 

 

oooooooooo

 

 

Il giorno dopo...

Come Lemina si era potuta già rendere conto da una prima occhiata, la cittadina di Cantavena era un luogo abbastanza pacifico. Certo, avevano pur sempre una milizia cittadina ben addestrata, ma per una città che era abituata a convivere con la minaccia di banditi ed hobgoblin, l'atmosfera che si respirava per le strade era relativamente tranquilla e distesa.La città stessa non era molto diversa da molti altri posti che Lemina e Slayde avevano visitato nei loro viaggi. Per la maggior parte, gli edifici erano ad un solo piano, con tetti spioventi

 

Il gruppo di agenti di Tiamat era stato scrupoloso prima di entrare in città, e aveva fatto in modo che qualunque simbolo o indizio della loro devozione alla Regina dei Draghi fosse ben nascosto. Come Lemina aveva immaginato, le guardie li avevano sottoposti ad un attento esame, ma le loro precauzioni si erano dimostrate sufficienti, e per il momento, non avevano dato l’impressione di essere niente più che un gruppo di avventurieri mercenari.

“Ci auguriamo che la nostra città sia di vostro gradimento.” Aveva detto una delle guardie, prima di lasciarli andare con un sorriso cortese. Lemina aveva risposto a sua volta con un saluto amichevole e un sorriso che, almeno in quel momento, era sincero.

 

Il gruppo si lasciò dietro la postazione di guardia e cominciò a dare un'occhiata alla città vera e propria. Il posto sembrava molto attivo, e numerosi cittadini passeggiavano per le vie di Cantavena, ognuno impegnato nei propri affari o nei loro mestieri. Il gruppo di agenti vedeva diversi negozi aperti, con articoli di vario genere in esposizione – vestiti, prodotti alimentari, attrezzi… aguzzando la vista, si potevano trovare anche alcuni prodotti alchemici e una manciata di modesti oggetti magici. Certo, al momento le finanze del gruppo non permettevano di spendere troppo, ma si trattava di un elemento in più da tenere presente e che forse avrebbe potuto essere utile.

 

“Heh… la gente di questo posto sembra passarsela abbastanza bene.” Commentò Cypro a bassa voce, con un pizzico di invidia, evidentemente paragonando la loro condizione con quello che aveva passato lei da ragazzina.Decise di mettere da parte queste considerazioni personali e si concentrò su quello che c'era da fare. “Molto bene… ora che siamo qui, quale dovrebbe essere la nostra prossima mossa?”

 

“Io dico che prima di tutto dovremmo scoprire dove si trovano i reperti della precedente guerra con gli hobgoblin.” Sussurrò Lemina, mentre il gruppo cercava di camminare con nonchalance e non attirare troppa attenzione. “Solo quando sapremo dove sono e quali sono le misure di sicurezza che hanno preso potremo organizzare un piano più completo.”

 

“Va bene. Allora, se permettete, io mi offro volontaria per andare a dare un'occhiata in giro.” Si offrì la dhampir, evidentemente desiderosa di mettere alla prova le sue capacità di infiltrarsi.

Lemina volle essere prudente. “Non che non mi fidi di te o delle tue capacità, Cypro… ma se qualcuno scoprisse che sei una dhampir, la situazione si complicherebbe non poco.” Rispose. “Immagino che tu sappia meglio di me quanto sono discriminati i dhampir. Così come i tiefling e i mezzorchi…”

 

Cypro storse il naso. Non poteva dare torto alla leader del suo gruppo, e la sua esperienza personale non le permetteva di essere ottimista riguardo le sue possibilità se la sua vera natura fosse stata rivelata agli “ignoranti” di quella città. Ma non aveva nessuna intenzione di lasciare che questo ostacolo le impedisse di dare prova di sé…

 

Per fortuna, Lemina proseguì subito con un'altra idea. “Ovviamente, ci sono sempre delle alternative per chi ha abbastanza fantasia.” Affermò. “Anton, ti va di dare una mano a Cypro?”

Lo stregone halfling guardò Lemina con espressione vagamente stupita. “Per me non sarebbe un problema. Vorrebbe che io usassi la mia magia per permettere a Cypro di mimetizzarsi meglio tra la popolazione, vero?”

 

Lemina annuì, contenta che uno dei suoi uomini avesse colto al volo la sua idea. “Esattamente. Non credo che sarà un problema per uno come te, dico bene?” chiese la sacerdotessa-guerriera.

 

Anton ghignò sinistramente. “Ooooh, adesso sì che questa missione si fa interessante!” rispose. "E va bene... vediamo un po' cosa si può fare. Aspettateci qui."

"D'accordo. Ma cercate di non attrarre troppa attenzione." disse Brian. Lo spadaccino in armatura si era già reso conto degli sguardi incuriositi di diversi abitanti della città, che tuttavia, almeno per il momento, sembravano pensare che non si trattasse di nessuno di sospetto. Meglio fare in modo che le cose restassero così fino al momento decisivo.

L'halfling e la dhampir si incamminarono lungo alcuni vicoli stretti e raggiunsero finalmente una piazzetta nascosta tra gli edifici, dove erano sicuri che non ci fossero sguardi indiscreti. Anton fece cenno alla sua compagna di squadra di abbassarsi e cominciò a lanciare un incantesimo, muovendo una mano ossuta davanti a sè e vicino al volto della giovane. Cypro chiuse gli occhi quando una pioggia di scintille luminose si dipartì dal palmo della mano estesa di Anton e cominciò a pioverle sul volto. Un attimo dopo, il suo aspetto cominciò a cambiare - i suoi lineamenti si fecero meno affilati, la pelle pallida si tinse di un bel colore rosato e i capelli rossi sbiadirono lentamente, fino a diventare biondi. Per quanto il suo aspetto non fosse cambiato radicalmente, adesso non sarebbe più stato possibile identificarla per una dhampir semplicemente guardandola.

 

"Hmm... un incantesimo niente male. Mi sarebbe piaciuto avere un trucchetto come quello quando ero più giovane." commentò, mentre si passava una mano tra i capelli ed osservava le sue nuove ciocche bionde. "Quanto durerà, più o meno?"

"Credo... circa una quarantina di minuti, quindi ti consiglierei di sfruttare il più possibile questa occasione." rispose Anton. "Fai quello che puoi per raccogliere quante più informazioni possibile. Ci troviamo nel posto in cui abbiamo lasciato i nostri compagni tra quaranta minuti, okay?"

 

"Certamente. Non vi deluderò." Cypro non perse tempo e fece un occhiolino al suo compagno, poi infilò un altro vicolo e si allontanò, mettendosi a cercare il luogo in cui erano custoditi i reperti della guerra precedente...

 

 

oooooooooo

 

 

Il gruppo si era temporaneamente separato, ognuno andando in una direzione diversa per cercare di esplorare meglio Cantavena prima di elaborare un piano. Brian, in particolare, aveva deciso di dare un'occhiata in giro per cercare una possibile via di fuga, e nel giro di quel breve intervallo di tempo, era anche riuscito a trovare qualcosa di interessante - alcuni punti in cui sarebbe stato possibile uscire rapidamente dal perimetro della città e far perdere le proprie tracce. Quando l'orario stabilito era arrivato, il gruppo si era ritrovato nello stesso punto in cui si erano lasciati... e come probabilmente c'era da aspettarsi, Lemina era stata la prima ad arrivare, mettendosi poi ad attendere i suoi compagni.

 

Slayde arrivò pochi minuti dopo, venendo accolto da Lemina con un abbraccio. "Ottimo tempismo, amico mio." disse la giovane leader della Testa Rossa di Tiamat. "Allora, hai scoperto qualcosa? Ci sono delle novità?"

"Credo di avere qualche notizia interessante, Lady... voglio dire, capitano Lemina." disse il biondino mezzelfo. "Per l'esattezza, ho trovato dei negozi che hanno un po' di equipaggiamento interessante. C'è anche un alchimista che vende pozioni ed oggetti magici minori... e questi, se non altro, sono perfettamente alla portata delle nostre finanze. Potrebbero aiutarci ad infiltrarci nel luogo dove tengono gli oggetti che dobbiamo trafugare."

"Ottimo lavoro, Slayde. Io invece ho trovato qualcos'altro." rispose Lemina. "Per l'esattezza, un posto dove possiamo comprare un carro e un paio di cavalli. Un mezzo più che sufficiente per allontanarci una volta che avremo preso quello che ci serve. Ora dobbiamo aspettare Cypro, Brian e gli altri, e da quel momento in poi potremo iniziare ad elaborare un piano."

 

Il mezzelfo annuì, e i due si misero ad aspettare in silenzio che arrivasse il resto del gruppo. Come da programma, Brian e Ghedrin si fecero vivi poco tempo dopo, e Lemina fece loro un cenno di riconoscimento per poi fare loro cenno di avvicinarsi.

"Sono andato a dare un'occhiata alla periferia di Cantavena." disse Brian. "Ci sono diversi punti dai quali possiamo allontanarci e far perdere le nostre tracce."

"Bene... e tra questi... ci sono anche posti dai quali potremmo dileguarci utilizzando un carro o cose del genere?" chiese Lemina.

 

Brian annuì rapidamente. "Sì, l'uscita a nord. Da lì dovremmo percorrere un altro po' di strada prima di raggiungere la foresta... e da lì non dovrebbe essere un problema raggiungere le montagne e trovare la fortezza nella quale i nostri alleati hobgoblin si sono arroccati." affermò. Lemina ebbe l'impressione che la voce di Brian avesse avuto una leggera inflessione verso la fine, ma pensò che si trattasse semplicemente di una sua impressione. "Tuttavia, dobbiamo essere sicuri di poter infilare quella via d'uscita rapidamente, altrimenti ci sono buone probabilità che la guardia cittadina ci tagli la strada."

"D'accordo, allora questo è un altro elemento da tenere presente." disse Lemina con un cenno della testa. "Ghedrin, tu ti terrai pronto con qualche incantesimo quando tenteremo la fuga. La tua magia e quella di Anton potrebbero davvero fare la differenza."

 

Il dragonide dalle squame dorate non ebbe esitazioni. "Certamente, comandante Lemina." affermò. "Può contare sempre su di me."

"Adesso mancherebbero soltanto Cypro ed Anton." disse Slayde, guardandosi attorno con discrezione. Fino a quel momento, nessuno aveva mostrato verso di loro interesse particolare, quindi poteva dire con sicurezza che non erano in pericolo di essere scoperti. Ma un po' di paranoia faceva sempre bene, in casi del genere. "Speriamo che non tardino troppo a lungo. Non vorrei mai che si siano imbattuti in qualche imprevisto."

"Gli imprevisti fanno parte dei rischi del mestiere, Slayde." rispose Lemina. "L'importante è reagire con efficacia e senza perdere tempo. Comunque, aspettiamo ancora. E' ancora troppo presto per saltare alle conclusioni."

 

Il gruppo rimase in silenzio ad attendere che i loro due compagni si riunissero a loro... e col passare del tempo, anche Lemina cominciò a temere che ci fosse stato qualche problema. Stava per chiedere a Ghedrin di andare a dare un'occhiata, quando percepì qualcuno che si muoveva dietro di lei, e vide una figura agile ed atletica con i capelli biondi legati in una lunga treccia che le arrivava vicino... accompagnata da un piccolo halfling in tunica rossa, con un'espressione arguta che la giovane ormai aveva imparato a riconoscere.

 

"Eccoci qui, comandante." disse Cypro con un sorrisetto. "Chiediamo scusa per il ritardo, ma avevamo un bel po' di cose da vedere." Anton volle confermare con un cenno della testa, e Lemina tirò tra sè e sè un sospiro di sollievo. Anche se si sentiva pronta ad affrontare eventuali imprevisti, temeva che se due dei suoi compagni di squadra si fossero fatti catturare così alla prima missione, non avrebbe fatto una gra figura con il Reverendo e i suoi fedeli.

"Siete un po' in ritardo. Cercate di essere più puntuali, la prossima volta." disse Lemina. "Comunque, prima di fare qualsiasi discorso, cerchiamo un posto dove possiamo parlare senza attirare l'attenzione. Ghedrin, tu hai trovato qualche luogo interessante? Del tipo, qualche taverna?"

 

"Ce ne sarebbe una, non troppo lontano da qui, che mi sembra abbastanza anonima." rispose il dragonide dorato. "Lì dovremmo essere in grado di parlare di quello che abbiamo scoperto senza attirare l'attenzione. Prego, seguitemi. Vi faccio vedere."

"Ottimo..." disse tra sè Lemina, compiaciuta del fatto che si fosse riuscit a fare già il primo giorno così tanto progresso...

 

 

oooooooooo

 

 

Come diceva Ghedrin, la piccola locanda conosciuta come "La Risata del Viaggiatore" era un luogo abbastanza vivace, dove un gruppo di viandanti non avrebbe avuto troppi problemi a nascondersi tra la folla e discutere di quello che dovevano senza attrarre troppa attenzione. Lemina aveva preso un tavolo abbastanza appartato in cui potessero stare lei e tutti i suoi compagni; e il locandiere, un uomo basso e dalla faccia appesantita, dall'aspetto ben poco attraente, non aveva fatto obiezioni, certamente pensando che si trattasse del classico gruppo di avventurieri in cerca di un po' di relax e divertimento dopo una spedizione stancante.

 

Dopo aver mangiato qualcosa, la Testa Rossa di Tiamat ebbe il tempo e la possibilità di discutere di un abbozzo di un piano d'attacco. Lemina appoggiò un foglio di carta sul tavolo davanti a sé e cominciò a fare uno schizzo della pianta della città, o quantomeno dei posti che a loro interessavano, affidandosi alle descrizioni fatte dai suoi compagni.

“Allora, stando a quello che mi dice Cypro, il museo nel quale sono custoditi i reperti che dobbiamo recuperare si trova… più o meno qui, rispetto al luogo in cui ci troviamo.” Disse la giovane, segnando un punto sulla mappa improvvisata. “E a partire dal museo… c'è un'uscita dalla quale possiamo fuggire usando un carro per trasportare la refurtiva. Questo è già un buon risultato.”

 

Cypro annuì lentamente. “Purtroppo non sono riuscita ad intrufolarmi nel museo e dare un'occhiata più da vicino. Non volevo sollevare sospetti.” Affermò.

Con un cenno della mano, Lemina disse alla sua compagna di non preoccuparsi. “Per adesso, è già abbastanza sapere dove si trovano i reperti ed esserci fatti una buona idea di come è strutturato questo posto. Per il resto si vedrà più avanti.” Rispose. “Come ho detto, non abbiamo uno stretto limite di tempo. Possiamo prenderci qualche giorno per pianificare ed assicurarci che quando ci muoveremo, avremo delle buone possibilità di riuscita.”

 

“Sì… mi sembra un'idea ragionevole.” Rispose Slayde. “Quindi… più avanti cercheremo di entrare nel museo e dare un'occhiata più da vicino a questi reperti, immagino.”

Brian annuì a sua volta. “Certamente. Una cosa alla volta.”

Lemina restò per qualche minuto a guardare la rappresentazione della città che aveva appena disegnato. Non sarà stata precisa al cento per cento, ma era sufficiente per farsi un'idea della situazione. “Va bene, credo che per oggi possa bastare.” Disse infine. “Per ora abbiamo già delineato un piano, e nei prossimi giorni ci occuperemo dei dettagli. Avete tempo libero fino a domattina.” Decise infine. “Sentitevi liberi di passare il tempo come volete fino ad allora. Mi basta che siate ben riposati. Domattina ci incontriamo qui alle otto, e vedremo il da farsi.”

“D’accordo, capo… saremo puntuali e svegli per domattina!” rispose Anton. “Per adesso… non mi dispiacerebbe un'altra pinta di birra. Cameriera!”

 

Malgrado la situazione in cui si trovavano, Lemina non potè fare a meno di fare una breve risata divertita davanti al piccolo halfling che sollevava un boccale così grande. In quel momento, Lemina stava pensando che dovevano davvero sembrare un gruppetto di vecchi amici…

 

 

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“Ma guarda, un cliente… era da un po' che nessuno era più interessato alle pozioni del mio negozio.” Commentò il proprietario del negozio, un robusto nano dalla barba nera, mentre osservava la graziosa ragazza dai lunghi capelli neri legati in una treccia che osservava le fialette ordinatamente disposte sugli scaffali, alla ricerca di qualcosa di interessante. “Fate per caso ricerca magica, signorina? Se è così, penso che abbiate soltanto l'imbarazzo della scelta.”

 

“Non sono esattamente io a fare ricerche magiche…” rispose tranquillamente Cypro, sicura che il suo travestimento magico l'avrebbe tenuta al sicuro per tutto il tempo che le serviva, mentre si rigirava attentamente in mano una fialetta di liquido blu che risplendeva lievemente. “Molto semplicemente, sono un'apprendista, e sto cercando delle pozioni per degli esperimenti che il miomaestro sta facendo con vari tipi di filtri.”

“Ah, certo. Capisco cosa volete dire.” Rispose il negoziante. Un po' troppo spesso, gli apprendisti maghi venivano trattati come servitori non pagati che si prodigavano a fare lavoretti di poco conto per i loro maestri nella speranza di ricevere in cambio un po' di conoscenza magica, e questaragazza sembrava essere proprio uno di quei casi. “In questo caso, credo di avere dei filtri che potrebbero essere molto interessanti per voi. Se voleste seguirmi…”

 

Con il passo lento ma sicuro tipico della sua razza, il negoziante raggiunse un altro scaffale, sul quale erano disposti dei contenitori di vetro contenenti altri liquidi di vari colori, e ne prese uno riempito fin quasi all'orlo di un liquido chiaro, quasi trasparente. “Questa è una delle mie pozioni più preziose. Una pozione di Invisibilità.” Affermò. “Di qualunque cosa si occupi la ricerca del vostro insegnante, credo proprio che ne sarà molto interessato.”

 

Cypro ebbe cura di non far vedere la sua contentezza quando l'alchimista le rivelò di cosa si trattava. “In effetti devo ammettere che è piuttosto interessante.” Rispose la ragazza dhampir. “Ma immagino che avrà un prezzo alquanto… proibitivo, non è così?"

"Beh, non è molto economico, questo lo devo ammettere." confessò l'alchimista arruffandosi la barba con una mano. "Ma una pozione di questo tipo può essere veramente utile per chi ha bisogno di intrufolarsi in qualche stanza in un dungeon, o sfuggire alla vista di qualche predatore! E dunque, non credi anche tu che valga tutti i suoi cento zoti?"

 

Una frazione non indifferente del denaro che il Reverendo aveva concesso loro come fondi per questa missione. Ma se il piano fosse andato bene, sicuramente avrebbero avuto modo di recuperare ampiamente quella somma. Forse valeva la pena di spendere un po'...

 

“Sì, lo penso anch'io.” Ammise Cypro, accingendosi a sborsare la somma richiesta, mentre cominciava a pensare a come sfruttare al massimo quella pozione…

 

 

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Brian fece un cenno di assenso mentre gli inservienti attaccavano un paio di cavalli da tiro al carro che lui ed Anton avevano appena preso a noleggio. Fatto qualche rapido calcolo, il giovane guerriero aveva determinato che sarebbe stato più conveniente per loro. Del resto, non avevano l'intenzione di tenere a lungo quel carro, e i cavalli non sarebbero stati loro utili nel territorio scosceso che avrebbero dovuto attraversare per raggiungere il campo base di Garkurz.

 

“Come potete vedere…” stava dicendo in quel momento il commerciante, accarezzando il fianco di uno dei possenti cavalli da tiro con un sorriso commerciale. “Queste bestie sono forti, ben addestrate e potranno trainare questo carro per una lunga distanza. Potete stare sicuri che faranno quello per cui vi servono in maniera impareggiabile.”

 

Anton si avvicinò ai cavalli e li guardò con attenzione. Per la verità, non gli interessava molto se davvero quelle bestie erano della qualità che il commerciante aveva assicurato, ma mostrare un po' di attenzione e scrupolo avrebbe dato una mano a mantenere la finzione. Bene, pensò tra sé l'halfling stregone. Adesso avevano il mezzo migliore per portare la refurtiva fuori da Cantavena. Più tardi avrebbero dovuto pensare ad un modo più pratico per trasportare i trofei, ma era più conveniente pensare ai problemi nell'ordine in cui si presentavano.

 

“Ottimo. Per quello che ci servono, questo carro e queste bestie sono perfetti.” Rispose Brian, senza mostrate troppa partecipazione. “Grazie mille. È stato un piacere fare affari con voi.”

“Oh, il piacere è tutto mio!” Il commerciante dal volto rugoso e dai radi capelli ingrigiti commentò mentre contava i soldi. “Per qualsiasi altra vostra richiesta, non esitate a rivolgervi a me! Per il prezzo giusto, si intende…”

 

Brian non ebbe alcuna reazione visibile, ma dentro di sè provò un certo disgusto per il modo di fare di quell'uomo. Per certa gente non contava altro che il denaro...

"Certo, anche queste persone hanno la loro utilità. Che se ne rendano conto o meno, anche loro svolgono la loro funzione nello schema del creato." pensò tra sè. "Tutto ha un suo equilibrio, si può dire. Comunque, per adesso pensiamo a svolgere la nostra missione, e a dopo i predicozzi."

 

Con un cenno della testa, Brian segnalò ad Anton che tutto era in regola, e l'halfling si arrampicò rapidamente sul carretto, mentre il giovane spadaccino si metteva alla guida e dava una piccola sferzata ai cavalli per farli muovere. Le bestie sbuffarono ma obbedirono, cominciando a trainare il veicolo a velocità sostenuta, per quanto non eccessiva.

"Bene, credo che per quello che dobbiamo fare, questo carro sia più che sufficiente." disse tra sè Anton dopo aver fatto qualche rapida valutazione. "Ora, tutto quello che ci serve è un buon piano d'attacco... e siamo a posto."

 

 

oooooooooo

 

 

Un paio di giorni dopo...

 

Il museo di Cantavena era piuttosto piccolo, e certo una cittadina come quella non poteva avere molte cose di cui fare mostra... ma la grande sala principale nella quale troneggiavano i trofei della guerracontro la Legione delle Cinque Scaglie era indubbiamente l'orgoglio e la gioia della città. Posti in bella mostra su dei piedistalli decorati, protetti da delle spesse vetrine e da alcune guardie che si davano regolarmente il cambio, i reperti erano stati schierati in  ordine lungo il muro più lungo della stanza, in modo da poter essere subito visibili per tutti coloro che entrassero.

 

Quella notte, i turni di guardia sembravano addirittura più noiosi del solito. Erano ormai mesi che non accadeva nulla di fuori dall'ordinario, e per le guardie assegnate a quella particolare stanza, era diventato un incarico quasi rilassante. Uno dei tre soldati a guardia della stanza, un uomo di mezza età con una corta ed ispida barba, si stiracchiò e soffocò uno sbadiglio, compredendo che quella notte sarebbe stata ancora più noiosa e riva di avvenimenti del previsto.

"Aaaaah, diavolo. E pensare che ero anche contento di fare questo turno... non c'è mai nessun pericolo, e puoi prendertela comoda quanto vuoi!" disse rivolto alle due reclute che erano con lui - un  uomo castano con una cicatrice sul setto nasale, e una donna sulla trentina con i capelli neri legati in una treccia. "Ma adesso mi sto addirittura annoiando. Mi viene quasi voglia che succeda qualcosa, giusto per spezzare questa monotonia."

"Bah. Per quello che mi riguarda, se le cose rimangono così monotone, vuol dire che è tutto a posto." rispose il giovane, per poi sgranocchiare una galletta. "Soprattutto se penso che la Chiesa di Tiamat potrebbe averne in mente qualcuna delle sue. E' da un po' che arrivano dei messaggi un po' ambigui da parte delle pattuglie di confine."

 

“Sinceramente, non vedo che motivi potrebbero avere per muovere contro di noi.” Affermò la donna. “Ci sono state delle schermaglie, è vero, ma nulla che faccia presagire un attacco imminente.”

“Sarà come dici tu, Tonja…” rispose l'uomo più giovane. “Comunque, meglio tenere gli occhi aperti e stare attenti a quello che accade. E nel nostro caso, questo significa fare il nostro dovere come reclute della milizia cittadina.”

L'uomo più anziano alzò le spalle. “In effetti, non hai torto. Ma resta il fatto che finora non è successo nulla di eclatante.” Rispose. “Adesso, vediamo di tirare fino a domattina in questo barboso turno di guardia…”

 

L'uomo aveva appena finito di parlare quando un ronzio inquietante iniziò a riecheggiare nella stanza… e uno strano insetto, uno scarabeo grande come un gatto, di colore rosso vivo con due organi luminosi sul suo carapace, scese improvvisamente dal soffitto e si aggrappò al volto della guardia più anziana, afferrandogli la testa e impedendogli di vedere ad un palmo dal naso! L'uomo emise un verso strozzato di rabbia e sorpresa, e lasciò cadere la sua lancia mentre cercava di strapparsi il mostruoso insetto dalla faccia… e i suoi due colleghi, dopo un attimo di confusione, cercarono di dargli una mano.

“Ah! E quello da dove diavolo salta fuori?” esclamò la donna, per poi chinarsi per afferrare lo scarabeo e toglierlo dalla faccia al suo collega. “Non ci sono scarabei di fuoco da queste parti!”

 

Non appena si sentì afferrare, lo scarabeo rosso emise uno stridio acuto ed aprì le elitre, rivelando un paio di delicate ali semi-trasparenti che cominciò immediatamente a vibrare per spiccare il volo. La donna si ritirò con un verso di disgusto…

E fu l'ultima cosa che fece in vita sua, prima che la lama acuta e sottile di un pugnale le affondasse  nella nuca. Riuscì appena a boccheggiare qualcosa prima di abbattersi a terra senza vita.

 

“Tonja! Ma che diavolo…” esclamò la guardia più giovane, un attimo prima che un'altra figura femminile apparisse accanto al corpo della sua compagna. Una figura alta, dai capelli rossi e dalla pelle mortalmente pallida, che teneva in una mano un pugnale gocciolante di sangue… il sangue della donna appena uccisa. L'altra guardia afferrò nuovamente la sua lancia per cercare di trafiggere il mostruoso scarabeo rosso che svolazzava attorno a loro… e nessuno dei due fece in tempo a reagire quando una finestra vicino alla teca venne infranta da una grossa pietra, dando ad altri malfattori la possibilità di entrare! Una giovane donna dai capelli rosati e un mezzelfo dai capelli biondi, ognuno con un'arma in mano.

 

“Ottimo lavoro, Cypro, Anton! Ora tocca a noi, facciamo in fretta!” esclamò la giovane, per poi lanciarsi all'attacco tenendo in mano il suo piccone da guerra. La guardia più giovane alzò la lancia per cercare di difendersi, ma la sorpresa lo aveva rallentato, e un colpo secco lo raggiunse ad un braccio, facendogli uscire uno schizzo di sangue.

“Aaargh!” la guardia ringhiò di dolore, mentre il suo collega cercava in qualche modo di tenere a bada sia Slayde che lo scarabeo gigante. “E voi… voi chi siete? Cosa diavolo… state facendo!”

 

“Lo sappiamo noi, e non vedo perché dovrei dirlo a te!” tagliò corto Lemina. Il guardiano, spinto dalla rabbia per la morte della sua collega, si scagliò contro Lemina e Cypro, e riuscì per un attimo a superare la guardia della dhampir e ferirla ad un braccio, ma Lemina si rese ben presto conto che il suo avversario era inesperto e nervoso rispetto a lei… e dopo essere riuscito a parare un paio di colpi, la sacerdotessa-guerriera riuscì a superare la sua guardia e sferrò un poderoso colpo che penetrò la protezione del miliziano, infranse alcune costole e trafisse il cuore. La guardia spalancò gli occhi in un'espressione di incredulità prima di accasciarsi al suolo accanto al corpo della sua compagna.

 

“No, Sergei!” esclamò la guardia superstite. “Maledetti, come avete potuto…”

“Ti consiglierei di concentrati su di me, se vuoi sopravvivere!” esclamò Slayde. Il mezzelfo sferrò un fendente con la sua spada, sfiorando il volto dell'avversario, poi si ritirò di due passi quando il miliziano cercò un paio di affondi con la sua lancia. Con notevole facilità, il giovane magus riuscì a deviare entrambi gli attacchi, e rispose con un micidiale fendente che il suo avversario riuscì ad evitare solo per un pelo. Con un ringhio inferocito, l'uomo cercò di attaccare di nuovo… ma lo scarabeo rosso, ancora in circolazione, gli atterrò sulla schiena e lo morse rabbiosamente ad una spalla. Con un ringhio di dolore, la guardia superstite cercò di ritirarsi di un passo... e questo diede a Slayde il tempo sufficiente per sferrare il colpo decisivo.

 

Il magus mezzelfo pronunciò una breve formula nella gutturale lingua dei draghi, e la lama della sua spada venne circondata da una scarica elettrica azzurra un attimo prima che lui sferrasse un fendente che colpì l'avversario al fianco. Non era una ferita troppo grave di per sè, ma la scarica elettrica penetrò istantaneamente nel corpo dell'uomo e lo investì! L'uomo lanciò un lacerante grido di dolore, e un odore di carne bruciata si diffuse nella stanza un attimo prima che la guardia crollasse al suolo e smettesse di respirare. Slayde si allontanò dal corpo del suo avversario e scrollò il sangue dalla lama, poi si girò verso la porta d'ingresso.

"Ottimo lavoro, Anton! Adesso portiamo via queste cose, e andiamocene!" esclamò il ragazo biondo, mentre dalla porta faceva il suo ingresso l'halfling stregone, spazzandosi le maniche della tunica, e lo scarabeo rosso scompariva in uno sbuffo di fumo ad un cenno di Anton. Cypro diede un'occhiata alla sua ferita e se la tamponò rapidamente, ricordando a sè stessa di medicarla meglio non appena avessero avuto un po' più di tempo.

 

Lemina non perse tempo e sferrò un poderoso colpo alla vetrata nella quale erano tenuti i reperti della guerra passata, mandandola in frantumi con un rumore assordante. Con un bagliore quasi sinistro negli occhi, Cypro si precipitò a raccogliere i preziosi oggetti e diede loro una rapida occhiata. Esattamente come aveva immaginato, erano degli oggetti d'arte davvero impressionanti... in particolare quella spada di platino luccicante e decorata, troppo pesante e troppo poco affilata per essere utile come arma, ma sicuramente di aspetto quasi maestoso. Chiunque l'avesse forgiata, pensò tra sè Cypro, doveva senz'altro essere un artigiano abile ed esperto. Non che gli altri artefatti fossero meno pregevoli, si intende: un elmo argentato, decorato in modo da assomigliare alla testa di un drago. Uno standardo scarlatto sul quale era stato ricamato un simbolo sacro che rappresentava un pugno metallico che teneva tre frecce dalla punta frastagliata; uno scudo di acciaio ancora lucido e ben tenuto, sul quale troneggiava un emblema che rappresentava una viverna rossa dalle ali spiegate; e un paio di guanti metallici le cui orlature erano decorate con della filigrana dorata che li faceva quasi risplendere anche nella fioca luce della stanza.

 

Se fosse stata quella di pochi anni fa, sicuramente non avrebbe resistito alla tentazione di portarli via e trovare un buon offerente a cui venderl, e se doveva essere sincera, la tentazione era ancora forte... ma no, Cypro sapeva che non poteva farsi trasportare dal desiderio di conquista e di ricchezza immediate, e che adesso lavorava per qualcosa di più che la mera sopravvivenza. Tra l'altro, la ricompensa per il completamento della missione era tale che Cypro ne era più che soddisfatta.

Senza perdere altro tempo, gli agenti della Chiesa di Tiamat provvidero a raccattare i preziosi oggetti. Ben presto sarebbero arrivate altre guardie, e Lemina non credeva davvero che avrebbero potuto cavarsela tanto facilmente contro numeri tanto superiori. E poi, riteneva che sarebbe comunque stato più efficiente completare la missione senza perdere tanto tempo.

 

"Molto bene. Ci siete tutti?" chiese Lemina raccogliendo l'elmo. Cypro aveva preso con sè la spada di platino, Anton aveva con sè lo standardo, e Slayde si era occupato di prendere lo scudo e i guanti metallici. "Dobbiamo andarcene ora. Brian e Ghedrin ci staranno già aspettando al punto convenuto. Non credo che Cantavena ci vedrà mai più."

"Ricevuto, capo!" rispose Anton con decisione. "Presto, prendiamo l'uscita principale!"

 

 

oooooooooo

 

 

Brian Spade e Ghedrin erano appena arrivati a fianco dell'edificio del museo, portando con sè i cavalli del gruppo, e guidando il carro sul quale avrebbero trasportato la refurtiva. A giudicare dai rumori che avevano sentito provenire da lì, Lemina e gli altri erano riusciti ad impadronirsi dei reperti... e adesso, Brian si teneva pronto a partire non appena fosse arrivato il momento giusto. Il giovane guerriero sacro corrugò la fronte quando i rumori provenienti dall'interno si smorzavano. Sperabilmente, quello voleva dire che il furto era stato eseguito con successo...

 

Pochi istanti dopo, l'apparizione di Lemina e del resto del gruppo, che recavano con sè i reperti trafugati, confermò a Brian e Ghedrin che l'operazione era andata a buon fine... almeno per il momento. "Comandante Lemina!" esclamò, attirando l'attenzione della giovane. "Presto, caricate tutto sul carro, e poi ce ne andiamo! Salite sui vostri cavalli!"

"Presto, non ci vorrà molto prima che le guardie cittadine ci siano addosso!" esclamò Ghedrin, un attimo prima che alcune luci cominciassero ad accendersi alle finestre delle abitazioni più vicine. Alcuni degli abitanti della città si stavano affacciando allarmati alle finestre, e la città si stava svegliando dalla sua situazione di calma per rendersi conto che stava accadendo qualcosa di serio. Lemina raggiunse il carro e infilò l'elmo sotto la massa di paglia, poi raggiunse il suo cavallo e lo spronò. Uno alla volta, in rapida successione, gli agenti della Chiesa di Tiamat raggiunsero il carro e infilarono i reperti trafugati sotto la paglia, poi come Lemina salirono sui loro cavalli (nel caso di Anton, chiaramente un pony) e si avviarono. Brian e Ghedrin non persero tempo e fecero partire i cavalli legati al carro... e un attimo dopo, il gruppo stava correndo di gran carriera verso l'uscita più vicina!

 

"Okay, la prima parte della missione è conclusa!" disse tra sè Lemina con un misto di orgoglio e tensione, mentre attorno a loro la situazione si faceva sempre più concitata. "Adesso però viene la parte difficile... consegnare tutto questo a Garkurz ed assicurarsi il suo appoggio! Presto, dobbiamo farcela! In nome della regina Tiamat e di tutto quello per cui combattiamo!"   

 

 

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA...

 

 

  
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