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Autore: ineffable    09/09/2022    0 recensioni
Solo Edward e Izzy e il loro modo disordinato e caotico di amarsi.
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera, Fang, Ivan, Izzy Hands
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tre


<< Ti amo. >>
Quel ti amo riecheggiò nella testa di Edward rimbombando nella sua cassa toracica, lo amava, Izzy lo amava? Si domandò quando era successo e come mai lui non se ne era mai reso conto, aveva iniziato a credere di piacergli ma l'amore era tutta un'altra cosa e soprattutto lui provava lo stesso?
Durante la sua vita non aveva mai avuto modo di sperimentare quel sentimento, aveva dovuto chiudere il suo cuore già da quando era ragazzino e rattopparlo con una misera stoffa che era diventata presto lercia, non credeva di essere in grado di amare fino a quando aveva sperimentato qualcosa di diverso, così improvvisamente da farlo sentire perso e spaesato.
Izzy Hands era stato il destinatario di quell'affetto così profondo ma le cose erano partite con difficoltà perché anche lui aveva un passato difficile, ma a differenza sua aveva amato una volta per questo non sapeva se l'amore che diceva di provare lui era uguale a quello che provava Izzy.
Sgranò gli occhi allentando la mascella in un'espressione stupita, rilasciò i pugni liberando i suoi nervi da quella stretta costrizione a cui li aveva sottoposti, era incredulo ma anche spaventato, sì si sentiva spaventato da quell'improvvisa quanto inattesa dichiarazione, non sapeva cosa dire o quale fosse la cosa giusta da rispondere, sentiva il panico crescergli dentro ogni secondo di più e detestava questo stato d'animo perché pur non avendo avuto esperienza immaginava anche da solo che non rispondere a una frase come quella fosse una cosa brutta, e lui non voleva far del male a Izzy malgrado lui inconsapevolmente ora sapeva, glielo avesse fatto.
<< So che ti sembrerà strano Edward, anche io non avrei mai pensato di dirlo...almeno non ad alta voce perché dentro di me ho dovuto ammetterlo parecchio tempo fa. Sai che mai lo direi per convincerti a restare, è solo la verità, sono innamorato di te da tempo ormai, da quando mi hai permesso di viaggiare con te. Mi avevi colpito da subito e con il tempo quell'ammirazione si è trasformata, non ho potuto controllarla, ho dovuto fare finta di niente, fingendo che non fosse così e che ogni tuo sguardo o tocco non significasse niente per me, ho sperato che tu non te ne accorgessi mai perché sapevo che in quel caso mi avresti mandato via. Avevi espresso chiaramente come la pensavi su sentimenti e debolezze e comunque come tu sai bene avevo anche un altro motivo per tacere, e poi non mi sarei mai sognato che tu mi ricambiassi, mi sembrava impossibile. >>
<< Avresti dovuto dirmelo lo stesso... >> rispose Edward con la voce che ora era delicata come il petalo di una rosa.
<< E a che cosa sarebbe servito? >>
<< Non ti avrei mai cacciato per...- >>
<< Forse adesso no ma un tempo non eri così, eri più brutale, e non è una critica la mia, sai che ho sempre apprezzato il tuo modo di fare. Non potevo rischiare di perdere il mio posto e poi non avevo bisogno di altro che rimanerti accanto, a me bastava, è sempre bastato. >>
Izzy aveva gli occhi umidi ma la voce era abbastanza ferma, non riconosceva se stesso in tutte quelle cose che stava dicendo, quelle confessioni che per lui erano personali e intime le stava rivelando alla persona a cui teneva di più che avrebbe potuto usarle contro di lui un giorno, ma non gli importava, si sentiva un uomo nuovo e tutto era iniziato da quando aveva accettato di far lezione a Edward, anche Pablo con la sua freschezza e quel gesto audace gli aveva dato una grande lezione che avrebbe voluto mettere in pratica sempre più spesso.
<< Perché ora? Perché proprio quando abbiamo litigato e io non so... >> arricciò le sopracciglia pensando a quello che stava per dire, voleva bene a Izzy e forse lo amava ma doveva capire bene quanto quel sentimento era forte in lui, se tanto da superare il dolore della ferita che gli aveva causato.
<< Non lo so Ed...io...- >>
<< Devo riflettere Iz...sono troppo stanco e agitato per capirci qualcosa, lasciami del tempo. >>
<< Tutto quello che vuoi >> rispose il primo ufficiale, poi guardandolo allontanarsi disse a bassa voce.
<< Da me avrai sempre tutto quello che vuoi. >>
Edward si sentiva scosso quando si lasciò cadere nel suo scomodo materasso, troppo leggero e logoro per sostenere il suo peso, si girò e rigirò tentando di prendere sonno anche se non era nemmeno notte, ma voleva solo che la sua mente smettesse di pensare, almeno per un paio d'ore, quei pensieri erano troppo disordinati per dargli ascolto e più gli prestava attenzione più si sentiva trascinare verso il basso in un abisso oscuro da cui temeva di non poter risalire.
La cosa che gli faceva più paura era di prendere una pessima decisione quando invece era importante che si ascoltasse davvero e non che desse retta al brusio della sua testa, c'erano voci che gli ripetevano che non meritava amore, una era quella di suo padre e l'altra era la sua, la voce di sua madre gli diceva che il lusso e le cose belle non erano per gente come loro e che dovevano accontentarsi del poco che avevano, la voce di Izzy in un angolino supplicava il suo perdono e gli diceva di amarlo, era circondato da tutte quelle parole che non gli davano tregua, si sentiva come se fosse in mezzo ad esse, ovunque si girasse c'era una voce che smentiva o confermava la precedente, sentiva il respiro mancargli e si ritrovò ad urlare e sollevarsi di scatto con le lacrime agli occhi.
Allora era riuscito a dormire si disse, ma il sonno non era stato comprensivo con lui come si aspettava anzi lo aveva agitato ancora di più, la sua mente si era approfittata del suo stato di incoscenza per ricordargli quanto fosse inadatto e debole, era un grande pirata e nel corso degli anni aveva dovuto prendere decisioni che avrebbero potuto costargli la vita, l'aveva rischiata più volte camminando sul filo di una lama molto affilata che avrebbe potuto tranciarlo in due in un solo attimo, era forte e coraggioso ma quando si trattava di stati emotivi diventava insicuro e spaventato come un piccolo agnellino.
Nessuno gli aveva mai insegnato ad amare e che cos'era l'amore, a lui quel sentimento era estraneo e quel poco che era riuscita a donargli sua madre nel breve tempo che riuscivano a passare insieme era troppo poco perché capisse o imparasse come si esercitava, nonostante questo si era trovato a provare interesse per un uomo e aveva capito che quello che sentiva non era solo passione o attrazione ma qualcosa di più forte, si era innamorato non sapendo nemmeno come si facesse e dal basso delle sue competenze in materia era stato lui a confortare Izzy assicurandogli che insieme avrebbero potuto affrontare qualsiasi cosa.
Erano un uomo che aveva amato ma aveva conosciuto il lato peggiore dell'amore, era stato usato, tradito e abbandonato, mentre l'altro non sapeva nemmeno da dove si cominciasse eppure erano riusciti a dare vita a qualcosa, lui sapeva bene che cosa provava per Izzy ma sentirsi sbattere in faccia che era ricambiato allo stesso modo lo aveva messo all'angolo facendolo persino dubitare dei suoi stessi sentimenti.
Avrebbe tanto voluto qualcuno con cui parlare di quella faccenda per confrontarsi e capire che cosa fare, forse quello che più desiderava era una persona che gli dicesse esattamente quali scelte compiere, ma sapeva che l'unico a cui spettava la decisione era lui, e poi non poteva certo parlare con il suo equipaggio, anche loro erano abbastanza estranei a quel genere di cose e poi sarebbe stato ipocrita da parte sua uscirsene con il suo dramma sentimentale quando aveva sempre raccomandato ai suoi uomini di gettare i sentimenti alle ortiche.
Rischiava davvero un ammutinamento e già ne aveva evitato qualcuno grazie a Izzy, il fulcro alla fine ricadeva sempre su di lui, quell'uomo c'era sempre stato al suo fianco, tante volte lo aveva condotto sulla giusta via, gli aveva consigliato o semplicemente era rimasto a sentirlo fino a notte fonda mentre blaterava sulle sue faccende, si meritava una risposta e non poteva lasciar trascorrere troppo tempo o la situazione sarebbe diventata davvero imbarazzante.
Chiuse gli occhi e si mise a pensare a lui, il suo volto, i suoi capelli, i suoi occhi, il suo corpo e le sue labbra, si rese presto conto che i suoi organi avevano iniziato a reagire richiamati da quello stimolo, il cuore batteva più forte, dentro allo stomaco sentiva vibrare qualcosa, il bacino era stato invaso da un'ondata di calore e anche la pelle del viso era diventata calda e rossa, osservò attraverso uno specchio i segni visibili di quell'attrazione, inoltre la sua mente continuava a produrre immagini sempre più specifiche e dettagliate.
Ricordava il suo profumo che era poi l'odore della sua pelle, forte come il proprietario gli invadeva le narici e a lui sembrava quasi di averlo davanti talmente lo ricordava bene, il sapore delle sue labbra che diventavano più lisce e scivolose a ogni contatto, il suono della sua voce così roca e profonda da avergli fatto domandare più volte come sarebbe stata in altre occasioni molto più intime e poi ricordò qualcosa che gli fece sussultare il cuore e spalancare gli occhi, il suo sorriso, quello che non vedeva mai ma che ultimamente era stato meno raro, ricordava la prima volta in cui gli aveva rivolto quel gesto in maniera così genuina che avrebbe voluto immortalarlo e poterlo guardare per sempre.
Si era domandato che cos'era l'amore e si aspettava di ricevere una risposta chiara e coincisa fatta di lettere e parole, ma non era forse amore provare tutte quelle sensazioni fisiche e mentali che accadevano solo quando pensava a lui, non era amore desiderare di rimanere accanto a quella persona, desiderare di vederla sorridere o di asciugare le sue lacrime quando la vita colpiva troppo duramente, non era forse amore perdonare e perdonarsi, parlare e capirsi, desiderare di ricominciare e provarci finché non ci si riusciva, non era amore il desiderio ardente di voler riempire di baci il viso dell'altro e poi il suo corpo e infine stringerlo per sempre.
Le risate, le bevute, le avventure vissute insieme...se tutte queste cose non erano amore allora proprio non capiva che cosa potesse essere, se invece aveva ragione a credere che quel sentimento fosse composto da quei tanti piccoli pezzi allora forse aveva trovato la risposta che cercava.
Sorrise consapevole del fatto di averla avuta sempre sotto al naso ma non si colpevolizzò di non averla mai notata prima, in fondo era una strada totalmente sconosciuta che aveva dovuto percorrere da solo mentre ora, forse, non lo sarebbe più stato, sapeva che cosa fare e il suo cuore aveva preso a tamburellare furiosamente all'idea di pronunciare finalmente quelle parole di cui tanto aveva avuto paura.
Quando stava per uscire dalla sua cabina sentì bussare e poi un foglietto sbucare da sotto la fessura della porta, lo prese parecchio incuriosito, guardò fuori ma dato che non c'era nessuno richiuse l'uscio dietro di sé e aprì quel biglietto, i suoi occhi si spalancarono per lo stupore, c'era scritto:
"Se non ora, quando?"
Capì all'istante il significato di quelle parole e da chi provenisse quel messaggio, era la prima frase che aveva letto tutto da solo quando faceva lezione con Izzy, era stato entusiasta e lo aveva abbracciato così forte da rischiare di stritolarlo, il primo ufficiale era rimasto composto come suo solito ma gli aveva sorriso apertamente e si era complimentato con lui.
Poco prima gli aveva chiesto perché aveva deciso di dichiararsi proprio in un momento difficile per loro, Izzy non aveva saputo come rispondere ed Edward non gliene aveva nemmeno dato il tempo, quelle semplici parole erano la risposta che voleva, sfiorò quelle lettere scribacchiate con la calligrafia disordinata dell'uomo, si sentiva emozionato e decise di conservarlo in un luogo speciale, aprì un cassetto sotto la sua scrivania, c'era un piccolo scrigno dentro, era prima la cosa che si era guadagnato come pirata, lo aprì e ce lo mise dentro.
Quel cofanetto conservava tutte le cose che per lui erano preziose e di insetimabile valore, erano oggetti che se trovati da qualcuno li avrebbe considerati da buttare perché il loro valore non si poteva misurare in denaro ma in sentimenti, purtroppo non erano molte ma le poche che c'erano erano sufficienti a farlo sentire meglio quando era triste o arrabbiato con il mondo, o semplicemente con se stesso.
Forse avrebbe rivelato anche a Izzy l'esistenza di quel portagioie perché se avesse potuto rimpicciolirlo e trasformarlo in un oggetto era lì che lo avrebbe conservato per fare in modo che nessuno lo toccasse o glielo portasse via, chiuse il cassetto e uscì dalla sua stanza con tutta l'intenzione di cercarlo e parlare con lui, provò in alcuni posti ma senza successo poi sentì la sua voce provenire dalla cucina.
<< Ripulite questa merda quando avete finito, se Barbanera vede questo disastro...- >>
<< Cosa farà? >> domandò sbucandogli alle spalle, il primo ufficiale sussultò per lo spavento e si voltò tentando di mascherarlo ma Edward se ne era reso conto ed era molto divertito dalla cosa.
<< Ed...io stavo dicendo ai ragazzi che devono riordinare dopo aver mangiato. >>
<< Mmm potrebbero anche non farlo per oggi, sono stati giorni faticosi e pieni di tensione vero ragazzi? >> domandò entrando nella stanza, superando Izzy di pochi passi, la ciurma che si era fermata a fissarlo annuì chiedendosi se stesse parlando sul serio o se il suo fosse l'ennesimo cambio d'umore.
<< Sapete amici mi è venuta voglia di sedermi qui con voi. >>
Izzy che un po' era rimasto deluso dal fatto che il suo capo facesse finta di nulla e non gli avesse detto niente pensò fosse meglio ritirarsi, non sapeva se la sua presenza era gradita o meno, magari lui stava ancora pensando a ciò che gli aveva detto, non voleva fargli pressioni di alcun genere.
<< Bé io vado a...finire il mio pasto >> spiegò.
Tutti compreso il capitano si girarono a fissarlo perché non aveva niente in mano, allora lui riuscì ad uscirne prendendo in mano una mela verde che si trovava sul ripiano di fianco a lui, la prese e dando un'ultima occhiata a Edward uscì e si diresse nella sua cabina, ovviamente la mela venne buttata malamente in un angolino, non aveva fame né voglia di mangiare, tutto quel non sapere gli aveva messo addosso un nervosismo tremendo.
La prossima isola distava due giorni di navigazione ed era la loro prossima meta, Barbanera aveva un piano e si era imposto di non parlare finché non fossero arrivati, naturalmente era una situazione difficile da sostenere, fremeva dalla voglia di dire tutto a Izzy e lui era sull'orlo di una crisi nervosa, dall'atteggiamento del suo capitano non riusciva a capire se la risposta sarebbe stata positiva o negativa, non era nemmeno certo che sarebbe arrivata, se fosse stato un codardo se la sarebbe già data a gambe con una scialuppa ma non lo era, avrebbe affrontato qualunque cosa anche se avesse significato soffrire nuovamente, Edward si meritava questo e altro.
Finalmente la terra si mostrava splendida all'orizzonte, il sole splendeva, il cielo era di un azzurro quasi ultraterreno e il mare cristallino, sulla nave si respirava un po' di serenità nonostante quel discorso in sospeso, ma un buon capitano non lascia cadere il peso dei suoi problemi sulle spalle del suo equipaggio e lui aveva deciso di diventare migliore.
L'ancora venne rilasciata e affondò in mare sotto tutto il suo peso, le grosse corde vennero legate al paletto apposito e a tutti gli uomini venne ordinato di scendere, Izzy che credeva quella fosse l'ennesima pausa non aveva voglia di andarsene in giro e vedere gente, si era appoggiato con i gomiti alla ringhiera di legno e teneva in mano una bottiglia di ottimo liquore che avevano preso ad Antigua, non era solito bere ma rare volte si concedeva qualche sorso di qualcosa di buono, ma solo quello di ottima qualità, non aveva certo intenzione di fottere il suo fegato con della pessima roba. >>
Edward dopo essersi assicurato di essere da soli si avvicinò a lui con passo leggero quasi felpato, aveva il cuore che si dibatteva nella cassa toracica, le gambe gli tremavano e sentiva l'intestino brontolare e contorcersi, aveva fifa, ed era assurdo che provasse più paura adesso che quando si trovava nel bel mezzo di un combattimento, lo vide che gli dava le spalle, deglutì e poi con un respiro prese tutto il suo coraggio.
<< Izzy. >>
Il primo ufficiale convinto di essere da solo o che comunque il suo capitano fosse di sotto si era lasciato completamente andare ai pensieri e non lo aveva sentito arrivare, per lo spavento lasciò cadere la fiaschetta contenente quel prezioso liquore che venne presto trascinata via dalla corrente.
<< Fanculo >> borbottò a bassa voce, ora con che cosa si sarebbe calmato?
<< Edward... >> disse voltandosi << ti sei trasformato in un cazzo di fantasma per caso!? >> effettivamente quello spavento, il fatto di aver perso quell'ottima distrazione e la presenza del suo capitano lo avevano parecchio innervosito.
<< Scusa, non volevo spaventarti >> disse lui grattandosi la nuca, aveva un lieve sorrisetto imbarazzato che lo rendeva adorabile, ma non era il caso di pensare a quello quando non sapeva quale sorte gli sarebbe toccata, diede una veloce occhiata al suo viso che gli sembrava più disteso, in effetti in quei due giorni era più sorridente, la sua voce era pacata ed era tornato a legarsi i capelli in quel buffo ciuffetto, forse erano un buon segno, almeno sperava fosse così.
<< Fa niente... >> rispose guardando le assi del pavimento che non gli erano mai sembrate così interessanti.
<< Allora tu non...sei sceso? >> domandò tentando di smorzare quel silenzio, mentre con l'unghia grattava nervosamente la ringhiera su cui era appoggiato.
<< No, ho delle cose importanti da fare >> rispose Edward.
<< Oh...preferisci io me ne vada? >> domandò sentendosi un completo imbeccille, non sapeva più quale fosse la cosa giusta da fare o da dire, era in preda al panico e voleva solo uscire da quella situazione il più illeso possibile.
<< Izzy. >>
<< Mh? >> rispose alzando lo sguardo.
<< Sei tu la cosa importante >> confessò Barbanera lasciando il primo ufficiale senza fiato né parole, deglutì incapace di muoversi sentendo la mente andare in tilt e i pensieri confondersi l'uno con l'altro, era sicuro di avere un'espressione da ebete impressa sul volto, Edward si avvicinò lentamente a lui che rimase fermo continuando a fissarlo, non era certo di cosa aspettarsi ma qualunque cosa l'avrebbe accettata con onore, anche la più terribile.
Sentiva il suo cuore battere furiosamente soprattutto quando un filo di vento spostò una ciocca di capelli del suo capitano e lui respirò il suo odore, era certo che se non fosse costituito da tanta resistenza e determinazione le sue gambe avrebbero ceduto, sperò scioccamente che il martellio del suo cuore non fosse udibile anche all'esterno altrimenti sarebbe volentieri sprofondato.
<< Sono stato a tanto così dall'odiarti >> prese a parlare facendo un minuscolo gesto avvicinando pollice e indice, << tu non hai la minima idea di quanto sei andato vicino a farti detestare da me, ho creduto davvero che mi avessi preso in giro, che fossi tu stesso un bastardo e che tutto quello che mi avevi detto erano solo stronzate.
Quando ti ho visto con quel tipo mi si è spezzato il cuore, ho sentito il sangue gelarsi e non potevo credere ai miei occhi...mi ha fatto male e cazzo Iz...non ho mai detto tante cose smielate così tutte insieme e sai la cosa divertente? Non me ne frega un cazzo, perché ho capito che i sentimenti non ci rendono deboli, forse più fragili ma mai deboli. >>
Izzy lo guardò ascoltando attentamente quelle parole, lo colpirono nel profondo e anche se non aveva fatto nulla di sbagliato si sentiva comunque un verme, se avessero parlato prima, se lui gli avesse confessato subito quello che era successo forse si sarebbero evitati tutta quella schifosa sofferenza.
<< Mi dispiace...sai che non volevo, se avessi saputo che tu eri lì ti avrei affrontato subito, invece credevo che ti serviva del cazzo di tempo, però più passava più le cose peggioravano, ho temuto mi mandassi via o ti fossi stancato di me. >>
<< Credi che ci sia una soluzione? >> domandò Edward addolcendo lo sguardo.
<< A cosa? >> domandò Izzy.
<< Non possiamo arrivare quasi alle mani tutte le volte che si presenta un problema, è snervante e io non credo di farcela. >>
Izzy sospirò << nemmeno io... >>
<< Pensi sia meglio finirla qui? >> domandò nuovamente Barbanera corrugando le sopracciglia, chiaramente lui non voleva ma quella domanda l'aveva posta solo per capire a che punto fosse Izzy, se avesse risposto negativamente era chiaro che avrebbero dovuto parlare e cominciare il loro rapporto in un certo modo ma se avesse risposto positivamente significava che almeno un po' quella situazione aveva ad entrambi insegnato qualcosa.
<< No... >> rispose pacato poi si inalberò << cazzo no che non voglio! >>
<< Sono stato da schifo per giorni interi, non ho intenzione di rimangiarmi quello che ho detto perché è la cosa più vera e reale che mi sia mai capitato di provare. >>
Edward sorrise ascoltando quelle parole, vide su quel viso oltre le piccole rughe di preoccupazione anche la determinazione di qualcuno pronto a lottare per ciò a cui teneva, decise che lo aveva tenuto sulle spine abbastanza e anche lui non ne poteva più di trattenersi.
<< Izzy quando mi hai confessato quello che provi io sono rimasto di merda, mi hai lasciato senza parole e mi sono sentito un idiota che non sapeva dove annaspare, ho avuto dubbi su tutto, persino su quello che provavo e allora mi sono messo a pensare. >>
<< Ammetto che subito non è stato facile ma poi sai cosa mi veniva in mente? >>
Il primo ufficiale scosse la testa.
<< Che cosa? >>
<< Tu...solo tu, la tua immagine, la tua voce...tutte cose di cui probabilmente detesti parlare ma sono state quelle che mi hanno convinto di una cosa. >>
Izzy deglutì rumorosamente, il battito del cuore aveva raggiunto le orecchie.
<< Sarebbe? >> domandò con un fil di voce.
<< Che sono senza speranza, che ci sono caduto anche io ma non ho alcuna intenzione di venirne fuori e che... >> si fermò causando un sussulto al primo ufficiale che stava morendo dalla tensione.
<< Potresti chiudere gli occhi? >> domandò Edward.
Izzy obbedì senza fiatare, sentì un fruscio e chiaramente Barbanera si era avvicinato tanto a lui perché poteva sentire benissimo il calore del suo corpo e l'odore della sua pelle, quelle sensazioni che d'improvviso lo colpirono dopo tanta solitudine lo lasciarono senza fiato, sentì la mano calda del suo capitano posarsi sulla sua spalla, il solletichio dei suoi capelli sul collo e poi la sua voce perfetta e morbida che gli sfiorava l'orecchio.
<< Ti amo anch'io e mai nella mia vita potrei rinunciare a te >> disse sentendo il peso di quelle parole scivolargli via dal petto consentendogli finalmente di respirare, aveva un groppo in gola per la tensione ma si sentiva dannatamente bene e voleva continuare a sentirsi così.
Il cuore del primo ufficiale fece una capriola, il suo corpo ebbe un attimo di cedimento e venne trattenuto dalla presa forte di Barbanera, era così bello sentirsi dire quelle parole e anche strano perché mai avrebbe pensato che sarebbero uscite da quelle labbra per lui, solo per lui.
Si scostò leggermente trovando il coraggio di guardarlo negli occhi, li cercò e li trovò pronti ad attenderlo e forse lo erano sempre stati, sospirò pesantemente e poi sorrise sentendo gli occhi riempirsi di lacrime, non aveva il coraggio di dire niente ma voleva dirgli tutto.
<< Edward io... >>
Lui gli accarezzò una guancia facendogli sentire tutto il calore che lo rilassò immediatamente, chiuse gli occhi abbandonandosi per un attimo con le lacrime che scesero tepide lungo le guance.
<< Ti ho fatto piangere di nuovo >> disse Edward guardandolo teneramente e asciugandogli quelle goccioline ribelli.
<< No, io non piango mai cazzo >> rispose facendolo ridere.
<< Lo vedo >> disse trattenendo una risatina.
<< Cazzo Edward vaffanculo >> mugugnò sfregandosi gli occhi, Barbanera arricciò le sopracciglia chiaramente confuso.
<< Non era proprio la reazione che mi aspettavo >> disse e Izzy si lasciò scappare una breve risata, di quelle che servono per rilasciare la tensione e che ti fanno subito smettere di piangere.
<< Sei uno stronzo perché...perché io non mi aspettavo questo, non credevo mi dicessi queste cose e ora credo che tu le provi davvero e questo mi uccide e fatico a respirare cazzo... >>
<< Ehi...ehi...calma Iz >> lo prese piano per le spalle invitandolo a respirare.
<< E' bello vero? Essere ricambiati... >> domandò tenendo un tono di voce basso.
<< Sì cazzo >> rispose Izzy non sapendo dove guardare.
<< Non lo so se me lo merito Edward >> disse guardandosi i piedi con gli occhi di nuovo umidi.
Era felice, nel pieno di qualcosa che non si sarebbe mai aspettato ma che credeva davvero di non meritare, si sentiva sbagliato, spezzato e corroso da tutto quello che aveva vissuto, mentre vedeva il suo capitano come un intoccabile e pulito diamante, aveva paura di sporcarlo e non voleva accadesse.
<< Credi che io lo pensi? Siamo due frane Izzy, nessuno ci ha mai detto niente di tutto questo e adesso che lo abbiamo trovato ne abbiamo paura, credo sia normale ma non voglio rinunciare a una cosa bella solo perché ne ho paura. Io ti voglio Izzy, ti desidero così come sei, devastato e spezzato come lo sono io, ci compensiamo a vicenda no? >>
Il primo ufficiale annuì piano.
<< Temo di mandare tutto a puttane >> disse deglutendo e guardandolo negli occhi, era incredibile come ora lo sguardo del suo capo riflettesse tutta la serenità che provava, come faceva a non avere paura o a voler andare avanti nonostante essa?
<< Se tra vent'anni ripensassi a questo momento, come ti sentiresti a non averci almeno provato? Io mi darei del coglione sinceramente. >>
Izzy rise e lo guardò con una dolcezza mai sperimentata, era estraneo a tutto ciò ma aveva una possibilità con la persona che aveva sempre desiderato, Edward aveva ragione, si sarebbe sentito anche lui un coglione se non avesse colto l'attimo.
<< Ed...non sarà una cazzo di passeggiata e probabilmente ci ripenserò altre mille volte. >>
<< Vorrà dire che ti terrò al guinzaglio >> rise e poi addolcì lo sguardo << ti farò cambiare idea ogni volta che ci ripenserai. >>
<< Avrai tutta questa pazienza? >> domandò il primo ufficiale.
<< Ho sopportato la tua zucca vuota per anni cosa vuoi che sia qualche ripensamento? >> rispose incrociando le braccia e chiudendo gli occhi in un'espressione saccente.
<< Ehi! >> ringhiò Izzy e poi si guardarono e scoppiarono a ridere insieme.
<< Grazie >> disse dopo aver preso un respiro profondo, era strano dire quella parola che non era mai uscita dalle sue labbra se non in maniera ironica o velenosa.
<< Per cosa? >> domandò Barbanera.
<< Solo per...essere te >> rispose Izzy.
<< E vorrei anche fare una cosa che non ho mai fatto, ho perso tempo ma adesso non voglio più farlo. >>
Edward lo guardò curioso di sapere che cosa volesse fare, poi Izzy in uno slancio si avvicinò a lui, prese il suo volto tra le mani e lo baciò, chiusero entrambi gli occhi per assaporare quel momento così intimo e privato, era bello sentire le labbra dell'altro di nuovo sulle proprie, dopo aver passato giorni interi nell'angoscia e nei dubbi, era bello potersi assaggiare e studiare di nuovo senza più i limiti di parole non dette e frasi non sussurrate, era bello e basta e nessuno dei due voleva più rinunciarvi.
Passarono due settimane dopo quel giorno in cui le loro vite avevano preso una piega diversa e speciale, se prima camminavano su un sentiero grigio e polveroso adesso avevano preso a passeggiare su una strada dai contorni rosati che profumava di fiori e aveva i colori dell'arcobaleno, loro non erano cambiati ma le loro anime sì e molte persone cominciarono a farci caso.
Barbanera non aveva più voglia di essere il terrore dei mari e a Izzy importava solo di passare il tempo con lui, non gli interessava dove e come, uccidere e depredare erano attività che non gli procuravano più lo stesso piacere perché quel vuoto che sentiva era stato colmato e veniva riempito ogni giorno dalle soffici labbra del suo capitano che non la smettevano mai di posarsi su di lui.
Avevano ripreso gli esercizi di lettura e ora Edward aveva imparato perfettamente, leggevano libri insieme molti dei quali parlavano della leggenda che loro si divertivano a schernire, era incredibile come le persone potessero portare un uomo dall'essere un comune essere mortale a uno che sprigiona fumo dalla faccia.
<< Cosa vuoi imparare adesso che sai leggere meglio di me? >> domandò un pomeriggio Izzy.
<< Bé so fare molte altre cose meglio di te >> lo schernì Edward.
Il primo ufficiale sollevò un sopracciglio indignato.
<< Dimmene una. >>
<< Te la faccio vedere stasera >> sogghignò dandogli una pacca sul sedere.
<< Cazzo Edward a volte sei peggio di un moccioso. Ti diverti a farmi esasperare così? >> imprecò Izzy che era assediato dalle battutine del suo capitano e da tutte le volte che gli prometteva qualcosa e poi lo faceva aspettare di proposito.
<< Se tu non fossi cosi estremamente rompi palle ammetto che non sarebbe così divertente >> ghignò facendogli alzare gli occhi al cielo.
<< Beato chi ti sopporta >> disse Izzy avvicinandosi e mettendogli le braccia al collo.
<< Deve essere un santo quell'uomo >> convenne Barbanera facendolo ridere e spostare lo sguardo verso il mare.
<< Ti manca la vita di prima? >> domandò attirando il suo sguardo, il primo ufficiale esitò prima di rispondere.
<< No...il problema è che tutte le volte che mi trovo su un'altra nave in cerca del bottino penso solo a quando finalmente tornerò qui. >>
<< Quindi pensi a me >> disse Edward con un sorrisino furbo.
<< No, ho detto sulla nave, sei diventato sordo Barbanera? >> domandò con ilarità Izzy.
<< Ammetti che ti manco >> disse tirando quel corpo magro e sottile verso di sé.
<< Non posso >> rispose pacato Izzy.
<< Perché? >>
<< Altrimenti continueresti a rinfacciarmelo, e ho già fatto quell'errore una volta >> spiegò sicuro di sé, Edward mise un tenero broncio che lo fece quasi cedere ma per fortuna aveva imparato a resistere almeno qualche minuto a quei begli occhioni così luminosi.
<< Eddai... >>
<< E va bene se lo dico prometti che la smetti di tormentarmi? >>
<< Promesso >> rispose il capitano con un sorrisetto felice.
Si alzò in punta di piedi avvicinandosi al suo orecchio, gli spostò quella ciocca di capelli che lo teneva nascosto e mise una mano a coppa vicino a esso sussurrando una frase al suo interno, Edward sorrise genuinamente e il suo viso brillò come illuminato dalla luce del sole.
<< Adesso tu me lo dici cosa vuoi fare? >> domandò Izzy curioso di sapere quale sarebbe stato il loro prossimo passo.
<< Sì, voglio scrivere un libro! >> annunciò gongolando, il primo ufficiale quasi cadde a terra.
<< Cazzo Ed... ma che idee ti vengono? >>
<< Perché? >> domandò lui arricciando le sopracciglia.
<< Ti pare che ti metti a scrivere un cazzo di libro!? >>
<< Scusa pensi che non possa esserne capace? >> domandò quasi offeso ma anche parecchio divertito.
<< Non è questo...è che tu che scrivi un libro è strano, senti dimmi che stai scherzando >> lo pregò.
<< Non sto scherzando >> rispose Barbanera con aria solenne.
<< Edward! >>
<< Cosa!? >> rise lui.
<< Avanti dillo >> riprese.
<< Non so di cosa parli amico. >>
E mentre si allontanavano il sole splendeva dietro di loro illuminando d'oro il loro cammino, si sentiva l'eco delle loro voci e delle risate, timbri allegri e pieni di gioia come mai lo erano stati, non esisteva più la pura, la rabbia o tutti quei sentimenti negativi che per diverso tempo avevano invaso i loro cuori facendogli credere di non poter meritare o raggiungere altro, loro potevano e se lo erano appena dimostrati.
Forse Edward lo aveva scritto davvero il suo libro, forse era pieno di scarabocchi, frasi spezzate, pensieri e disegni e forse quel libro ormai diventato vecchio e giallo era conservato su una libreria di una nave più piccola che ogni tanto si vedeva solcare i mari.
Molti dicevano che quella era una nave fantasma, altri che era lo spirito di Barbanera che presidiava le acqua, altri invece che quelle erano solo stupide leggende usate per mettere paura alla gente, la verità la sapeva solo chi abitava quella piccola imbarcazione che si era ritirata un giorno in un angolo di paradiso tutto suo.


 Fine



   
 
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