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Autore: lolloshima    09/09/2022    2 recensioni
Uno zaino può essere pieno di vestiti, di libri, di accessori. Ma anche di sogni, speranze e avventure.
E può anche aiutare a voltare pagina, e ad affrontare un nuovo futuro.
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Questo racconto partecipa alla challenge "Writptember2022" indetto dal gruppo facebook Hurt / Comfort Italia - giorno 7
Prompt: "Non sei tu a dettare le regole" - "Te la farò pagare" - Immagine: viaggio
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Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Asahi Azumane, Yuu Nishinoya
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Asahi! Asahi!”

Pur in mezzo al trambusto delle centinaia di persone che transitano all’aeroporto del Cairo, Asahi riesce a distinguere chiaramente quel familiare richiamo.

Gira la testa tutto intorno, alla ricerca dell’origine di quella voce tra la moltitudine che si ammassa all’uscita degli arrivi internazionali. Non ha problemi di visuale, visto che supera in statura la maggior parte delle persona presenti. Finalmente scorge, in fondo, un ciuffo di capelli castani che si solleva ritmicamente in mezzo ad una marea di teste.

La solita, irrefrenabile, energia di Nishinoya.

Si fa largo tra la folla, fino a trovarsi davanti il suo vecchio compagno di squadra.

A gambe divaricate, le mani strette a pungo appoggiate in vita, sulle spalle uno zaino più grande di lui. Il solito, contagioso, sorriso aperto.

“Finalmente ce l’hai fatta a raggiungermi, asso!”

“Non sei cresciuto per niente, Yuu”.

Asahi sa di potersi permettere quell’amichevole presa in giro. L’ex libero della Karasuno non ha mai dato alcuna importanza all’altezza, né si è mai sentito in qualche modo sminuito in presenza di persone più alte. Neppure quando si trattava di avversari sportivi.

La sua pelle è più scura, frutto dei tanti giorni trascorsi all’aria aperta, i capelli un po’ più lunghi, e schiariti dal sole. Il ciuffo biondo in mezzo alla fronte è sparito, confuso tra le ciocche disordinate.

Asahi lo trova bellissimo.

Si fronteggiano, l’uno davanti all’altro, senza sapere bene cosa fare.

Asahi ha vissuto mentalmente mille volte quel momento, provando e riprovando le diverse frasi ad effetto che avrebbero potuto renderlo interessante agli occhi dell’amico giramondo. E invece se ne sta lì, incapace di articolare una qualsiasi parola, e di muovere un muscolo.

“Hai avuto problemi per arrivare?” gli chiede Yuu, con quel suo tono a metà tra il canzonatorio e la sfida.

Problemi…

Asahi è stato nervoso per tutto il viaggio, e per mille motivi. Non saprebbe da dove cominciare, ad elencarli.

Prima di tutto, lui non ama volare. Anzi, per meglio dire, ne è totalmente terrorizzato. Anche se non non ha mai rivelato a nessuno questa sua innata paura.

Forse è per questo motivo che, prima d’ora, non ha mai affrontato un viaggio così lungo. O per meglio dire, che non è mai uscito dal Giappone, nonostante l’età.

Poi, deve ammettere che il viaggio non è stato affatto tranquillo. Durante il volo, l’aereo aveva attraversato almeno una mezza dozzina di perturbazioni, gettandolo nel panico più totale. Come se non bastasse, il bambino seduto nel sedile accanto al suo non aveva smesso di piangere neanche un attimo, e questo non aveva certo contribuito a smorzare il suo nervosismo.

Eppure, non è a quello che Asahi sta pensando, nel sentire la parola “problemi”.

Si chiede, in una frazione di secondo, se l’essere stato costretto a fare la scelta più importante della sua vita possa essere definito un problema o, piuttosto, un’opportunità.

 

Quindi hai deciso, parti.

Asahi aveva appoggiato il grande zaino sul letto e stava scegliendo alcune magliette prese dall’armadio. Suo padre lo guardava dalla porta della sua camera, con le braccia incrociate sul petto e il volto scuro.

Sì, papà, non puoi fermarmi”.

Questo lo vedremo. Fino a prova contraria sono tuo padre, e mi devi obbedienza!” il suo tono si era fatto ancora più aspro.

Ho fatto la mia scelta!”

Una scelta irresponsabile, non lascerò che ti rovini la vita per un capriccio!”

Non è un capriccio, papà. Io voglio raggiungere il mio amico, voglio prendermi del tempo per me, voglio fare delle esperienze diverse nella vita.” Asahi aveva abbandonato le magliette sul letto e lo aveva affrontato, guardandolo dritto negli occhi.

In altezza, lo superava di almeno una decina di centimetri, ma il suo cuore batteva all’impazzata. Non era certo la statura che definiva il rispetto ed il timore reverenziale che era stato educato a nutrire per suo padre.

Ormai sei un adulto, non sei più un bambino. Devi prenderti le tue responsabilità.”

Infatti, è proprio perché sono un adulto, che posso scegliere da solo.”

Devi pensare al tuo futuro, e al futuro dell’azienda di famiglia. Non puoi sottrarti alla strada che è stata già segnata per te. Frequenterai l’università di economia e poi lavorerai al mio fianco! Togliti dalla testa qualsiasi altra sciocchezza”. Gli parlava come se fosse un suo sottoposto sorpreso a battere la fiacca durante l’orario di lavoro.

Devo decidere da solo del mio futuro, della mia vita!”

E non pensi ai sacrifici che io e tua madre abbiamo fatto per te, per farti studiare, per darti un lavoro sicuro, così che tu possa crearti una famiglia tutta tua, un giorno?”

Io ce l’ho già un lavoro, ed è quello che amo fare! E farò questo viaggio!”

E lo chiami lavoro quello? Sollazzarti disegnando vestiti da donna? La vita vera è fatta di studio, lavoro e fatica. Non di viaggi e divertimento! Quello ti fa perdere solo tempo.”

Non è una perdita di tempo! Viaggiare significa fare nuove esperienze, conoscere mondi nuovi, culture diverse… E poi, voglio rivedere Yuu”. Asahi abbassò gli occhi e serrò i pugni.

Ah, ecco che spunta di nuovo quel tuo amico. Quello lì è solo uno scansafatiche perditempo. Non ha le tue stesse possibilità, lascia che si rovini la vita da solo, girando il mondo. Lascialo perdere! Tu devi continuare gli studi.”

Io non lo lascio perdere! Io voglio bene a Nishinoya!”

Ecco, è questo il punto! Tu butti via il tuo futuro, e per cosa? Per raggiungere il tuo “amichetto”! Cosa dirà la gente, cosa diranno i nostri amici? Saremo lo zimbello di tutti, e io non te lo lascerò fare!”

E’ questo che ti preoccupa, papà? Quello che potrebbero dire gli altri?” Asahi era confuso e guardava suo padre come se avesse davanti un estraneo.

Dovrebbe preoccupare anche te! Come pensi che potremmo sentirci io o tua madre, nel pensare di avere un figlio…” su padre si interruppe, soffocando un grumo di parole che avrebbero fatto troppo male, se fossero state sparate sul bersaglio. Si girò per andarsene.

Un figlio come? Finocchio? Frocio? Forza, papà, dì tutto quello che hai nel cuore, dillo pure cosa pensi di me! Dillo che ti vergogni di tuo figlio, perché vuole bene ad un altro maschio!” la rabbia di Asahi era esplosa. Non si era mai rivolto a suo padre con quel tono, e se ne rese conto subito. Riprese il controllo, e si calmò. L’uomo si bloccò prima di varcare la porta.

Io non sono sicuro di sapere che cosa provo per Nishinoya. E no, non lo so ancora se sono gay. Ma non sei tu a dettare le regole, in questo caso. Io sono libero di frequentare chi voglio, maschio o femmina che sia. Nessuno, neppure tu puoi sottrarmi questa libertà”.

Il signor Azumane non rispose, continuando a dare la schiena al figlio.

E poi sono maggiorenne, ho finito da tempo le scuole, ho un lavoro...”

Un passatempo, vorrai dire...”

Amo quello che faccio! E posso decidere della mia vita!”

Certo, e puoi anche sbagliare! Ma non trascinerai a fondo anche la tua famiglia. Se deciderai di andare avanti con questa storia, te la farò pagare. Non sarai più mio figlio. E io non sarò più tuo padre.” Con quelle parole, suo padre aveva lasciato la sua camera, uscendo anche dalla sua vita.

 

Gli occhi vispi e accesi di Nishinoya sono ancora fissi su di lui.

Il suo sorriso è quello che ricordava ai tempi della scuola. Un raggio di sole che allietava la fatica dei lunghi allenamenti, che illuminava le grigie giornate tra una lezione e l’altra, che condiva di un sapore gradevole i suoi pranzi alla mensa.

In un istante, le parole di suo padre, le turbolenze in volo, il pianto del bambino, la folla rumorosa dell’aeroporto, spariscono. Ci sono solo loro due.

“Nessun problema” risponde sicuro Azumane.

Asahi non ha più alcun dubbio.

Di fronte a lui, c’è il suo passato, il suo presente e il suo futuro, fusi in un’unica persona.

“Mi sei mancato” aggiunge sincero, allargando le lunghe braccia verso l’amico.

Come una molla trattenuta a lungo che viene improvvisamente liberata, Nishinoya si tuffa con tutto il peso sul petto dell’altro, e con un balzo gli salta in grembo, avvinghiandolo con le braccia e con le gambe. Asahi lo abbraccia, zaino e tutto, affonda il volto tra i suoi capelli ispidi, e si lascia andare in una risata liberatoria.

Yuu lo stringe forte per la vita e soffoca qualche parola sconnessa sulla sua maglietta.

D’istinto, entrambi sollevano il volto e fondono le labbra in un bacio, impulsivo, spontaneo, giocoso, tanto atteso quanto desiderato.

Attorno a loro, qualcuno rumoreggia. Non è certo il luogo più adatto per dare sfogo liberamente ai sentimenti. Lo sanno e non vogliono problemi. Si guardano negli occhi, in un accordo silenzioso.

Nishinoya scivola a terra, lo prende per mano e comincia a trascinarlo tra la gente, verso l’uscita dell’aeroporto.

“Azu, devo farti vedere una cosa che ti lascerà a bocca aperta. Le piramidi sono straordinarie, enormi, non puoi neanche immaginare, e poi a fagli da guardia c’è una Sfinge, lo sai cos’è? E’ mezzo donna e mezzo leone, una meraviglia, vedrai rimarrai a bocca aperta...”

Asahi si lascia condurre come un bambino, felice di aver assecondato il suo istinto. Nel petto, il cuore sembra esplodergli, pieno com’è d’amore e di eccitazione. Sulle spalle, uno zaino pieno di avventure da vivere e di speranza per un nuovo futuro.

 

   
 
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