Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: _SbuffodiNuvola_    10/09/2022    1 recensioni
IN PAUSA
“Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli...
-Salve! Questa è la segreteria telefonica di Shinichi Kudo. Ora non posso risp...
Ran spense la chiamata, lasciò il cellulare sul pavimento e appoggiò la fronte sulle ginocchia strette al petto. Una lacrima calda cadde sulla sua maglietta, lasciando una piccola macchia rotonda sulla stoffa gialla.”
Dopo cinque anni di relazione, Shinichi scompare nel nulla come dopo la sera al Tropical Land e senza dare una spiegazione concreta a Ran.
Quando ritorna in Giappone, quattro anni dopo, il detective scopre che Ran ha avuto una figlia, ma non sa che quella bambina è anche sua...
Genere: Comico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Kazuha finì di legare il laccio della vestaglia, poi uscì dal bagno e spense la luce. Appoggiò i vestiti che aveva indossato fino a quel momento sulla poltrona e accarezzò il pancione nel punto in cui il bambino aveva scalciato. 

-Heiji? -chiamò, non vedendo suo marito nella camera dell’albergo dove avevano (miracolosamente) pernottato per qualche giorno. Vide che i fusuma che conducevano sul piccolo balcone erano semiaperti, così fece scorrere una delle ante e trovò Heiji in piedi, appoggiato alla ringhiera. Indossava solo i pantaloni del pigiama e le pantofole offerte dall’albergo e Kazuha poté vedere chiaramente i muscoli ben definiti della schiena. 

La donna capì che il detective dell’Ovest non l’aveva sentita, poco prima, e sapeva benissimo perché. Era preoccupato da morire per Aika. Era il suo padrino, dopotutto.

-Ehi. -disse dolcemente, mentre lo abbracciava da dietro (per quanto il pancione le consentiva) e gli lasciava un piccolo bacio sulla pelle nuda della spalla destra. Heiji la guardò da sopra la spalla e le fece un sorriso: -Ehi, piccola. Sarai stanca… 

Doveva riferirsi al fatto che erano letteralmente saltati sul primo treno disponibile per Tokyo appena Ran li aveva chiamati per metterli al corrente di quello che era successo. Inoltre, era stata una giornata movimentata per entrambi, per lei perché doveva fare qualche acquisto per il bambino e per lui perché aveva risolto un caso difficile.

Kazuha scosse la testa: -Sto bene. E anche Haru.

Il detective dell’Ovest si voltò e si inginocchiò per lasciarle un bacio sul pancione. Di lì a tre mesi, Haruiko sarebbe venuto al mondo e Kazuha sapeva che Heiji non vedeva l’ora, anche se non lo dava a vedere. 

L’uomo si rialzò in piedi e prese Kazuha per mano: -Mi dispiace di non averti detto niente su… quegli uomini

Lei scosse la testa: -Non fa niente. Lo hai fatto a fin di bene. -gli strinse la mano. -Non oso immaginare quanto sia stato difficile per Shinichi. Rimpicciolito così…

-Già. Si sfogava con me, ogni tanto. -Heiji sospirò. -Spero che vada tutto bene. Quei tizi… 

-Ehi. -Kazuha gli accarezzò il viso. -Heiji, ritroveremo Aika e questa storia finirà. Non preoccuparti.

Lui prese la sua mano e la baciò. Kazuha poté giurare di non averlo mai visto così indifeso. Si alzò sulle punte e lo baciò sulle labbra. 

-Hai bisogno di dormire. -disse. -Domani starai meglio.

Il detective annuì, stanco, poi si lasciò guidare da sua moglie dentro la stanza. Sistemarono i futon e, dopo aver spento la luce, vi si sdraiarono. Heiji allungò in braccio per invitarla ad abbracciarlo e Kazuha obbedì, un po’ goffa per il pancione. Rimasero in silenzio per qualche minuto, con lui che le accarezzava quel rigonfiamento sotto la maglietta del pigiama. 

-Domani posso venire in centrale? -domandò Kazuha ad un certo punto.

-Non vuoi stare con Ran? -chiese Heiji, dubbioso. Lei si tirò su quel tanto che bastava per guardarlo in viso, nella penombra della stanza: -Penso che starà con Shinichi. È sua figlia, Heiji. Non se ne rimarrà con le mani in mano ad aspettare.

La donna sentì il detective dell’Ovest sospirare: -Hai ragione. -disse poi. -Però promettimi che non farai pazzie e starai al sicuro, quando sarà il momento di agire.

-Solo se tu mi prometti che farai attenzione.

La baciò sulle labbra: -Affare fatto.

Kazuha sorrise e si risistemò come poco prima, mentre Heiji riprendeva ad accarezzarle il pancione.

-Kazuha?

-Sì?

Le diede un bacio sui capelli: -Ti amo.

La donna si accoccolò di più a lui: -Ti amo anch’io.

 

***

 

Ran si svegliò a causa dell’ennesimo incubo legato ad Aika e all’organizzazione di quella notte. Era riuscita ad addormentarsi per miracolo, ma aveva dormito poco. Tutta colpa di quei dannati incubi generati dalla preoccupazione per la sua piccola. Sospirò, rigirandosi tra le coperte inutilmente. Così aprì gli occhi lilla e vide che, a parte lei, il letto matrimoniale era vuoto. 

Si mise a sedere, guardandosi attorno per cercare Shinichi nella stanza. Strano, la sera prima si erano messi a letto e ricordava che si erano addormentati insieme… o forse lei sì e lui no?

Si alzò in piedi e mise le ciabatte, poi andò in cucina. 

-Shinichi? -chiamò, con voce tremante. Poi lo vide seduto al tavolo della cucina con una tazza di caffè fra le mani e dei fogli davanti. Non sembrava averla sentita.

-Shinichi? -lo chiamò di nuovo. A quel punto, il detective alzò lo sguardo su di lei: -Ehi. Già sveglia?

Ran guardò l’orologio e notò che era effettivamente presto: segnava le 5 del mattino.

-Non riuscivo più a dormire. -rispose, piano. Capendo all’istante il motivo del suo stato d’animo, lui lasciò i fogli e la tazza sul tavolo e si alzò dalla sedia per andare da lei e stringerla a sé. La karateka chiuse gli occhi, rilassandosi tra le sue braccia.

-La riporterò qui. -le sussurrò il detective all’orecchio. Lei annuì e cercò di trattenere le lacrime, facendo dei respiri tremanti. Shinichi le accarezzò i capelli e la schiena, dolce, senza dire una parola. Poi si mise a darle dei piccoli baci sulla testa, cercando di calmarla.

Quando si fu rilassata un pochino, Ran preparò qualcosa per colazione, poi si sedette al tavolo con lui.

-E tu perché sei già sveglio? -chiese, incuriosita.

-Non mi sono nemmeno addormentato. Ci ho provato, ma… -rispose Shinichi sospirando. Le mostrò i documenti che aveva in mano: -Questi li hanno lasciati qui ieri sera gli agenti dell’FBI. Li ho letti e riletti, ma l’unica cosa che ho capito è che hanno studiato a fondo me, te e Aika, in questi mesi. Hanno scelto di agire adesso, anche se non sono sicuro del perché.

-Forse perché volevano essere sicuri che tu fossi tranquillo, senza pensieri legati a loro per la testa. -ipotizzò Ran guardando i documenti. 

-Può essere. -fece lui. Poi le indicò delle frasi: -Vedi? Queste avrebbero una spiegazione, in questo caso.

Ran annuì. In effetti, quelle poche, semplici frasi mettevano in risalto il comportamento di Shinichi, che sembrava aver abbassato la guardia su quegli uomini. Cosa che in realtà era vera, Ran lo aveva notato.

-Pensavo di andare in centrale per ideare un piano o qualcosa per portare via Aika da quei bastardi ed essere pronti ad ogni evenienza. Vuoi venire?

A quelle parole, Ran alzò gli occhi dai documenti dell’FBI, senza parole.

-C-Cosa?

-Vuoi venire in centrale con me? -ripeté Shinichi guardandola intensamente. -So che sei preoccupata per Aika, quindi non ti obbligherò a stare qui, tutta sola, ad aspettare notizie. Potrai dare una mano nelle indagini, se ti vengono in mente dei dettagli. E poi, ho già pensato ad un possibile piano e vorrei dirlo il prima possibile agli agenti.

La karateka non seppe cosa dire. Shinichi la stava seriamente invitando a seguirlo in una sua indagine? Anche se era pericoloso?

-Sei sicuro? -domandò, stupita.

Lui le fece un sorriso: -So che sai badare a te stessa. Per questo te lo chiedo. 

Ran ricambiò con un sorriso debole: -Allora dammi solo un attimo per cambiarmi e possiamo andare.

 

 

La centrale non distava molto dall’appartamento (uno dei motivi per cui Shinichi aveva proposto proprio quel condominio, quando avevano deciso di vivere insieme). Inoltre, essendo le 5:30 del mattino, non trovarono neppure un po’ di traffico. 

Lasciarono la macchina nel parcheggio sotterraneo e si avviarono verso l’ascensore.

-Shinichi, posso farti una domanda? -domandò Ran, dubbiosa.

-Certo. Che c’è? -rispose lui mentre schiacciava il pulsante giusto.

-Ieri sera, la professoressa Jodie diceva che tu hai rivelato del farmaco che ti ha fatto diventare Conan solo poco prima che andassi in America. Perché non l’hai detto subito?

Shinichi aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse subito, cosa che non passò inosservata da lei.

-In realtà… non c’è un vero motivo. -ammise, leggermente rosso in faccia. -Senza farci troppo caso, ho iniziato a indagare con loro e… diciamo che è passato in secondo piano.

Nonostante l’ansia la stesse divorando, la karateka ridacchiò: -Sei incorreggibile.

Shinichi rise con lei, ma non disse altro perché le porte dell’ascensore si aprirono. 

Ran si guardò attorno, mentre il detective, tenendole una mano, la conduceva alla stanza dove l’FBI si era sistemata per svolgere le proprie indagini. Certo, lei era stata più volte alla centrale di Tokyo, ma ogni volta che ci entrava rimaneva stupita dalla quantità di agenti presenti. Aveva visto poche volte così tanti poliziotti insieme e nonostante l’orario anche quella mattina gli uffici brulicavano di uomini in divisa.

Ran riconobbe Yumi e Naeko, che dovevano aver appena smontato dal turno di notte; l’ispettore Shiratori che, sbadigliando, si trascinava verso la sua scrivania (suo figlio doveva averlo tenuto sveglio); Megure che dava ordini a un paio di agenti.

E poi Shinichi si fermò davanti alla porta, a cui era affisso un foglio di carta con scritto “FBI”, e bussò. Dall’interno arrivò la voce di James Black, che Ran aveva conosciuto la sera prima e che li invitava ad entrare. 

Shinichi aprì la porta e guardò Ran, facendole segno di andare per prima. 

 

***

 

Quando si fu chiuso la porta alle spalle, Shinichi notò che Ran si era fermata praticamente davanti all’entrata e per lui fu un miracolo non andarle addosso. La karateka fissava una persona, poco lontana da loro insieme ad Andre Camel.

-Che succede, Ran? -le chiese sottovoce.

-Niente, è che… io conosco quell’uomo… -mormorò lei. Il detective, dubbioso, seguì il suo sguardo, che era puntato su Shuichi Akai. Allora capì.

-Sì. È Shuichi Akai. -disse. -L’hai visto quella volta per strada, quando ero ancora Conan e stavamo tornando dopo aver fatto la spesa, no? 

-Anche prima. -fece Ran. -Quando andammo a New York.

Shinichi alzò un sopracciglio. Non gliel’aveva mai detto.

Stava per chiederle quando l’avesse incontrato, quando James fece loro segno di raggiungere lui e Akai, proprio vicino alla lavagna con gli indizi.

-Ci sono novità? -domandò Shinichi quando furono al loro fianco.

-No, ma ci stiamo preparando a un possibile scontro. -rispose James.

-E da Vermouth? Niente? 

-Niente. -fece Akai. -Ma contiamo sul fatto che protegga la bambina. 

-Ma è stata lei a rapirla. -disse Ran. L’uomo le fece un sorriso furbo: -Sì, ma vi deve un favore. A te e Shinichi.

La donna si voltò verso il detective, che annuì: -Ran, a New York le hai salvato la vita. Ricordi quell’assassino che stava per cadere dalle scale di emergenza del palazzo dove sono entrato per cercare il fazzoletto?

Dopo qualche secondo, lei fece sì con la testa: -Era lei con un travestimento?

-Esatto. -rispose James. -È per questo che diciamo che vi deve un favore.

Ran fece segno di aver capito, mentre guardava i vari indizi davanti a lei con occhi spalancati. Shinichi le aveva spiegato a grandi linee ciò che avevano scoperto negli anni, ma per la karateka era comunque tutto nuovo. Il detective era contento che finalmente anche lei sapesse tutto, nonostante il rischio. Aveva mantenuto quel segreto per troppi anni ormai. 

-Comunque. -iniziò Ran, voltandosi verso di lui. -Cosa ti è venuto in mente?

Shinichi si riscosse dai suoi pensieri: -Giusto. -si voltò verso James e Shuichi. -Poco fa ho pensato a una persona che potrebbe fare da tramite, per tenerci aggiornati su come sta Aika…

 

 

La porta si aprì, accompagnata dal rumore della campanella. Il cameriere si voltò e sorrise al nuovo cliente.

-Buongiorno e benvenuti al caffè Poirot. -disse. Poi però riconobbe l’uomo che era appena entrato e il sorriso gentile si trasformò in un sorriso furbo.

-Come posso aiutarti? -chiese solo.

Shinichi rispose con la stessa espressione: -Vorrei un bicchiere di bourbon, se non ti dispiace.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: _SbuffodiNuvola_