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Autore: sallythecountess    11/09/2022    0 recensioni
I vampiri degli Stati Uniti sono in fermento: una minaccia oscura incombe sulla loro complessa società, e sembra volerli portare all’estinzione. La colpa è di un grupo di maghi oscuri, che ha scoperto di poter fare enormi cose, consumando il loro sangue. Victor, Alastair e Lily, ai vertici della società dei vampiri, combatteranno con tutta le loro forze questa minaccia, ma si troveranno ad affrontare anche complotti, rimpianti, fughe, lutti e cuori infranti.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
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Capitolo
“Sei una dei maghi di Colin? Una fidanzata o altro?” provò a chiedere confuso,ma estremamente sulla difensiva, e lei ribattè “io con Colin non c’entro nulla e tu faresti meglio a tenere le tue zampacce lontane da me, perché la persona che mi ha dato questo ti distruggerebbe se mi facessi del male…”
“Io non faccio del male alle persone innocenti…” ruggì furente e poi aggiunse più conciliante “hai il fidanzato vampiro? Perché va bene, dobbiamo solo saperlo per la tua protezione…”
“E’ una mia amica…” spiegò, un po’ più calma perché i modi di lui l’avevano convinta e Nate annuì.
“…e dove ha preso la collana, lo sai? Ti ha presentato una strega o un mago…qualcuno che ti facesse l’incantesimo?”chiese con modi gentili, ma lei scosse solo la testa perché non voleva dirglielo.
 “E’ una cosa importante, Roberta, perché se ci fossero maghi o streghe non controllate sul territorio potremmo essere tutti a rischio, anche la tua amica…” aggiunse, sfoderando un bellissimo sguardo sincero e affidabile, ma lei scuotendo la testa rispose “Nessuno è in pericolo, è sicuramente una strega che conoscete…” facendolo sbuffare.
“E’ il mio ruolo Roberta: sono tenuto a controllare la città, verificare se ci sono minacce o maghi fuori controllo e proteggere la mia specie. Purtroppo siamo sotto attacco da parte di alcuni maghi che cercano di sottrarci la forza vitale attraverso il nostro sangue…” spiegò serio, e lei annuì perché conosceva la storia di Colin da parecchio. Pensò che dovesse essere un pezzo grosso di quella società dei vampiri di cui parlava sempre Elisabeth, ma non aveva idea di quanto grosso fosse.
“Non sono una minaccia, per nessuno. Forse solo per me stessa di tanto in tanto…” spiegò divertita, e Nate sorrise.
“Sì immagino che con la tua malattia sia piuttosto complesso a volte gestire le cose…” rispose serissimo, ma anche dispiaciuto. Roberta tremò in quel momento, perché la sola idea di parlare apertamente della sua malattia la terrorizzava.
“Negazione” era l’unica parola adatta per descrivere il suo stato psicologico. Mille cose passarono per la sua testa in quel momento, ma Nathan con un sorriso bellissimo le disse piano “Non posso guarirti, ma…se diventassi una di noi, non avresti più questo problema…”.
Non si fidava di tutto quello che gli aveva detto, ma aveva deciso di assecondarla per capire dove potesse andare a finire quella situazione.
“Non posso negare di averci pensato più volte, ma… non lo so!” ribattè sospirando, perché Liz aveva più volte detto che non sarebbe stata la decisione giusta, che l’immortalità era una condanna vera e propria, eppure non ne era convinta. Avrebbe dovuto rinunciare al sogno della maternità, era vero, ma aveva più di quarant’anni, nessun partner e il Parkinson, quindi non avrebbe avuto bambini in ogni caso.
“Se decidessi di volerlo, vieni da me…” le disse piano, e provò ad accarezzarle i capelli, ma ovviamente non riuscì ad avvicinarsi più di tanto alla sua testa. In quel momento Bobby si disse solo che ormai, peggio di com’erano le cose non potevano essere, così fece una cosa che lasciò Nate/Rob senza parole: si sfilò la collanina e la fece cadere nella borsetta.
“Avanti usa pure i tuoi poteri su di me… interrogami e scopri tutta la verità, tanto non ho letteralmente nulla da perdere o da nascondere…” concluse, fissandolo profondamente negli occhi e Nate perse il controllo e la baciò con tanta passione da dover trattenere i canini che volevano letteralmente divorarla.
“Non ti farò del male…” le sussurrò all’orecchio, baciandole la clavicola, e lei sussultò perché la sua mano sinistra stava lentamente risalendo sulla sua gamba.
“E se lo volessi?” chiese fissandolo eccitata. Aveva il cuore che le usciva letteralmente dal petto, e quel suono stava eccitando Nathan da impazzire.
“Devo solo essere sicuro che tu non sia un pericolo…” le sussurrò piano, ma annusandola e toccando la sua pelle era evidente che avesse addosso delle tracce magiche, ma innocue. Era magia bianca, non nera, e questo escludeva Colin, ma sollevava un enorme interrogativo: chi diavolo stava proteggendo quella donna? Chi aveva un potere tale da farlo?
“Parcheggia e fammi quello che vuoi…” concluse Bobby aprendo lo sportello e scivolando giù dall’auto in modo estremamente suadente e sensuale.
Per un attimo entrambi pensarono di telefonare alla stessa persona, ma Nate concluse che poteva benissimo cavarsela da sola, e Bobby si disse che stava già morendo in ogni caso, sarebbe stato piacevole morire facendo sesso. Liz non lo faceva da lustri, ma nei libri e film si diceva che i vampiri erano amanti sensazionali, e Bobby aveva pensato più volte di voler provare.
Nathan l’afferrò per mano deciso e la trascinò dentro senza tante parole. Voleva fare sesso con lei, era molto attratto da quella donna, che sembrava così sicura, decisa e coraggiosa, ma doveva prima capire come stavano le cose. Così una volta entrati la appoggiò contro il muro, e ignorando per un attimo l’incessante battito del suo cuore che gli stava facendo venire l’acquolina in bocca, le appoggiò indice e medio sulla tempia destra per leggere la verità.
“Non indagare troppo, lasciami qualche segreto…” sussurrò, ingoiando la saliva per lo spavento, ma lui sorrise e disse pianissimo “…cercherò solo informazioni sulla collana, giuro…” facendola sorridere nervosamente.
Ci mise due secondi, ma ovviamente, non vide la persona che cercava, né riuscì a sentire il suo nome. Doveva essere una persona estremamente potente, perché era riuscita a bloccare il ricordo, pur lasciando intatti i sentimenti che provava per lei. Era una persona profondamente infelice, oberata di responsabilità, ma non crudele o malvagia. O meglio: Bobby non l’aveva percepita come una persona malvagia o pericolosa.
“Hai finito?” chiese seria, fissandolo intensamente e lui si strinse nelle spalle e spiegò di non aver neanche realmente cominciato. Conosceva una persona sola in grado di quel potere e di quella forza, ma non poteva credere che fosse lei l’artefice di quell’amuleto. Che diavolo avrebbe potuto avere in comune la regina di New York con una psicanalista. No, non era possibile.
Mentre si perdeva in queste considerazioni, Bobby stanca di perdere tempo si tolse i vestiti e sciolse la sua chioma mogano.
“Vieni a prendermi o no?” gli disse, eccitata e spaventata insieme, e Rob sorrise in modo bellissimo e un secondo dopo la stava spingendo contro il muro baciandola. Non frequentava umane da un po’ di tempo, ma lei aveva attirato subito le sue fantasie, e ora moriva dalla voglia di assaggiare il suo sangue, ma non era sicuro che sarebbe stato in grado di fermarsi se avesse provato.
“Mordimi…” gli sussurrò eccitata. Era una sua fantasia da quando sapeva dell’esistenza dei vampiri, ma lui scosse la testa e ribattè “…solo se tu assaggi me…” lasciandola perplessa, ma troppo schiava del piacere per poter negare. Sorrise e le disse serio “il mio sangue è prezioso, non sono molte ad averlo assaggiato, ma tu sei un’umana, quindi ti farà bene…”
Era dentro di lei, e continuava a penetrarla con un desiderio che la stava consumando, eppure mordendosi il polso le disse serissimo “questo mi farà perdere il controllo, ti avviso…” e letteralmente tremò quando le labbra di lei toccarono il suo polso.
Bobby era in preda ad una specie di euforia erotica, e impazzì per il morso di lui, che fu profondo, ma non le fece male.
Rob/Nate la sconvolse per ore intere e all’alba le chiese se per lei fosse troppo, perché era pur sempre un’umana, ma Bobby accendendosi una sigaretta chiuse gli occhi e disse in estasi che avrebbe voluto morire in quel modo, facendolo solo ridere.
“Tra poco ho un matrimonio, cose di lavoro, ma se hai voglia in serata possiamo vederci…così capiamo un po’ di cose…” le disse fissandola intensamente, e Bobby ridendo chiese se avesse ancora dubbi su di lei.
“Molti, moltissimi. Soprattutto, però, mi chiedo perché tu sia così rassegnata alla malattia da non voler diventare una di noi…” aggiunse, sistemandosi i capelli ormai totalmente in disordine.
“…la mia amica dice che vivere per sempre è una maledizione, non un dono. E che mi pentirei ancora più di ora di non aver avuto bambini…”spiegò seria, facendo pensare a Nate che la sua amica fosse la donna più depressa dell’universo.
“Pro e contro, mia cara Bobby. A volte il dolore è troppo, e vorresti solo farla finita, altre volte ringrazi per avere la possibilità di vivere tanto a lungo da poter essere di nuovo felice dopo quel dolore. Quello che si impara in tanti anni di esistenza è che è tutto relativo, niente è mai per sempre…”
“E davvero ci hai messo tanti anni per capirlo?” chiese lei divertita.
“Beh trecento anni fa non avevo i social e non potevo leggere gli aforismi degli scrittori famosi…” spiegò divertito, facendola ridere.
“Hai trecento anni, ma ne dimostri a stento venti…” osservò accarezzandogli il viso e Nate ridendo rispose “lo so, dovrei inseguire le ragazzine al liceo come nei film di vampiri, eh?” facendola ridere.
“Non mi piacciono le ragazzine, sono troppo semplici da manipolare e convincere e dicono sempre sì…” spiegò sistemando una ciocca di capelli di lei.
“E a te piacciono i no, ovviamente…”concluse la dottoressa divertita.
“Mi piacciono le donne, semplicemente. Non le ragazzine…” concluse fissandola intensamente, smuovendole qualcosa dentro.
“Ora devo andare, scusami ma mi aspettano per questa cosa del matrimonio e devo darmi una sistemata…” ripetè, perché non voleva essere scortese, ma neanche lasciare Bobby a casa sua. Non poteva fidarsi di nessuno, umano o mago che fosse, perché c’erano dei libri troppo importanti.
“E va bene Rob…” sussurrò provando ad alzarsi, ma realizzando immediatamente che le sue gambe erano in mille pezzi e anche la schiena.
“Bobby?” chiese lui preoccupato, ma lei ridacchiando spiegò che era stato il troppo sesso a farle male, facendogli dire che non era sua intenzione.
“possiamo anche solo bere una cosa stasera, se ne hai voglia…” le disse serio, baciandole la mano e lei ridacchiando rispose che non era sicura sarebbe arrivata a quella sera, ma lo avrebbe chiamato nel caso, facendolo sorridere.
Uscì da quella casa con la consapevolezza di dover dire a Liz della sua nuova scelta. Era solo una formalità, perché si era decisa. Forse, in realtà, era sempre stata decisa. Non voleva morire come sua madre, la malattia la terrorizzava, e preferiva l’eterna solitudine a quella possibilità.


Capitolo:
Elisabeth la trovò immediatamente diversa, e dopo un secondo notò che non aveva più la collanina. Era pensierosa, per la questione con Victor, ma anche perché lungo la strada aveva pensato molto al suo matrimonio, e per l’ennesima volta si era detta di non meritare tutta quella infelicità.
“Liz…niente terapia stasera…” le annunciò la sua amica raggiante, e lei non seppe cosa pensare o aspettarsi.
“Ho conosciuto un vampiro ieri e…mi ha convinta. Vorrei che mi trasformasse…” le spiegò allegra. Elisabeth era sempre sfavorevole alla creazione di nuovi vampiri, ma non potè dirle di no. Lei stessa si era riproposta di farla trasformare se proprio non fosse stata in grado di fare nulla per lei, e probabilmente non lo era.
“…e poi ho pensato che potrei adottare un bambino! Magari anche due, no? Con tutta l’eternità davanti posso adottarne anche una squadra!” cinguettò entusiasta ed Elisabeth serissima le spiegò che poteva farlo, ma non subito, perché non era semplice.
“Beh lo so, ma…” provò a dire Bobby, pensando che si riferisse alla normativa sulle adozioni, ma la sua bionda amica scosse solo la testa.
“No, non lo sai. L’inizio è particolarmente difficile, bisogna imparare il controllo, recuperare un’umanità che non è insita nella nostra natura…” provò a spiegarle con un’espressione grave che la confuse.
“Io stessa ho dovuto allontanare Alexander e i miei figli dopo la trasformazione, e non ho vissuto con loro per molto tempo…” confessò imbarazzata, e Bobby rimase per qualche secondo perplessa ad ascoltarla.
“All’inizio quello che prevale è il tuo nuovo essere Bobby, bisogna lavorarci, canalizzare l’energia e la fame che ti divora letteralmente. Per me è stato anche più semplice, perché conoscendo la magia, avevo familiarità con la manipolazione e l’uso delle energie, ma fidati: è stato un incubo! E ho dovuto gestirlo da sola, perché l’uomo a cui Alexander aveva chiesto aiuto mi ha trasformata ed è fuggito, lasciandomi in balia di tutti quegli stravolgimenti senza sapere cosa fare!” aggiunse, spiegando che quello era il motivo per cui era stato deciso che in tutto il territorio degli Stati Uniti nessuno potesse trasformare qualcuno senza poi prendersene cura successivamente.
“L’abbandono è un crimine che puniamo in modo molto severo, proprio perché non puoi farcela da sola all’inizio…ma se è quello che vuoi, davvero, mi occuperò io di te…” concluse con un sorriso rassicurante.
“Non mi hai mai parlato della tua trasformazione…”osservò Bobby, tornando improvvisamente in veste di dottoressa, ma Lily rise soltanto e stringendosi nelle spalle chiese “cosa vuoi sapere?” facendola sorridere.
“Ti ha fatto male?”
“Oh no…ero praticamente in coma, non ricordo il momento della trasformazione. Stavo morendo di parto. Due gemelli, anche se bellissimi, erano troppo per il mio piccolo corpo, e malgrado ci fossero anche le mie sorelle non sono riusciti a salvarmi…” spiegò tranquilla.
“Alexander…all’epoca frequentava brutti ambienti e aveva conosciuto un vampiro. Io gli avevo detto di stargli lontano, ma lui terrorizzato all’idea di diventare un padre single, mi fece trasformare…” concluse composta, senza nessunissima emozione.
“E tu avresti preferito la morte?” chiese confusa Bobby, ma lei stringendosi nelle spalle rispose “Io non avrei scelto questa vita, ma è lei che ha scelto me, ed è mio dovere cercare di capire cosa la Dea desidera per me. C’è sempre un motivo Bobby…e forse questo è il motivo che mi ha spinto a entrare nel tuo studio anni fa…”
“Non l’ennesima scappatella di Alexander…”rispose arguta la psicologa, facendo ridere la sua amica vampira.
“Potrai adottare dei bambini, quando non saranno in pericolo, potrai avere una storia d’amore o mille se è quello che vuoi, ma è importante che tu capisca che avrai bisogno di tempo per arrivarci, ok?” concluse dolcemente, mettendole una mano sul braccio con fare rassicurante, ma in quell’istante qualcosa reagì a contatto con la pelle di Lily, che ebbe un tremito.
“Hai bevuto sangue di vampiro...” commentò molto rigida e Bobby confessò di averlo fatto durante il sesso.
Elisabeth annuì, mordicchiandosi il labbro inferiore per cercare di non esplodere. Stava cercando di restare calma, ma davvero non capiva perché le stesse succedendo una cosa così sgradevole.
“Non era il sangue di un vampiro qualsiasi, ma del più potente in circolazione…” spiegò molto risentita, mentre la sua amica la fissava agitata. Le venne l’ansia, temette di aver incontrato Alexander, di essere stata con lui, e provò a scusarsi con la sua amica, a supplicare il suo perdono, ma lei alzò la mano severissima e lanciando il suo bracciale per terra pronunciò una serie di parole in una lingua sconosciuta.
“Ma che diavolo? Avevamo detto che non lo avresti più fatto!” ruggì Nathan in asciugamano perché stava facendo la doccia e grazie a Dio sua madre lo aveva evocato quando aveva qualcosa addosso. Stavolta.
“Perché diavolo hai una storia con la mia psicanalista?!” ruggì Elisabeth sconvolta e solo in quel momento Nate spostò il suo sguardo sulla donna rannicchiata sul divano piuttosto intimorita e le sorrise.
“Non abbiamo nessuna storia, comunque…” precisò Roberta, pensando di avere davanti il marito di Elisabeth, e Nathan annuì dicendo che era così.
“Ci stavamo conoscendo…” spiegò il giovane vampiro divertito, ma Bobby agitata aggiunse “…ma non accadrà mai più Liz, te lo prometto...”
Nathan si risentì parecchio per quelle parole, perché avrebbe potuto dirglielo subito se non aveva intenzione di rivederlo, invece gli aveva scritto e lui era tornato in fretta da Seattle per bere con lei.
“Quindi in questo secolo per conoscersi si va prima a letto insieme e poi ci si dice il nome…interessante…” osservò risentita, ma Bobby agitata chiese “Non sei Alexander, vero? O peggio Victor? Non Victor ti prego…” facendo ridere Nathan e arrossire Lily.
“E’ mio figlio…” spiegò serissima, cercando di ignorare lo sguardo sornione con cui la stava fissando.
“Dio grazie!” commentò la psicologa emettendo un sospiro di sollievo, e Nathan sedendosi sul divano osservò che fosse davvero strano che di tanti nomi la dottoressa avesse fatto proprio quello di Victor.
“Non è il punto della questione!” ruggì Lily violacea in viso, ma Nate le baciò la mano e le disse piano “Mamy…è solo un caso. Non sapevo nulla della tua terapia, come tutti credo. Ho visto l’amuleto, non mi fidavo e l’ho seguita, e siamo finiti a letto, ma non è stato importante e come diceva Roberta, non accadrà più. Mi scuso se ti ho messo in imbarazzo”.
La dottoressa si sentì bruciare per quella frase. Non pensava che ci fosse qualcosa di strano ad uscire con lui, una volta appurata la sua identità, e ci rimase male. Nate si accorse del cambiamento nei battiti del suo cuore e pensò solo “Oh ben ti sta” continuando a non guardarla.
“Anche io mi scuso per averti evocato…” commentò un po’ più serena, dopo aver scoperto le motivazioni di suo figlio.
“Ok quindi io adesso me ne vado mentre voi parlate nel dettaglio del perché mia madre dovrebbe mollare mio padre e decidersi a uscire Victor…” commentò, alzandosi dal divano con fare divertito.
“Anche tu…” bisbigliò sconsolata.
 “Non dico che dovete stare insieme tutta la vita mamma, semplicemente uscire, frequentarvi. E se non ti va Victor, va bene uno qualsiasi, ma…ho sentito il tuo dolore leggendo dentro Bobby. E la solitudine e la frustrazione, e… non te lo meriti…” concluse con una dolcezza che fece sciogliere un po’ il cuore di ghiaccio della dottoressa Lang.
“Non posso, per la società…” provò a spiegare Elisabeth addolorata. Nathan serissimo l’ascoltò e poi concluse “…nessuno può mandarti via per una cosa del genere. Non lo permetteremo. New York cadrebbe senza di te, e lo sanno anche loro. Tu però prenditi una pausa magari, per non trovarti al centro del gossip, medita, rilassati…”
“Fai sesso…”aggiunse Roberta seria e Nathan annuì soltanto, senza guardarla.
“Insomma prenditi il tempo che ti serve, perché forse Mamy…dopo trecento anni è anche tempo che ti occupi di te…” concluse con affetto, prima di darle un bacio sulla fronte e sparire nel suo cerchio magico lasciando Bobby totalmente senza fiato.

Nota:
Ciao a tutti! Lo so che non dovevo postarvi due capitoli ma ho riso troppo scrivendo il secondo e volevo rendervi partecipi. Allora siete curiosi di sapere cosa succederà ora tra Bobby e Nate? E cosa farà adesso Elisabeth? Spero di sentirvi, a presto!
   
 
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