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Autore: My Pride    16/09/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Gettin' freaky in the jeep Kord Titolo: Gettin' freaky in the jeep Kord
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 
2995 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Jonathan Samuel Kent, Damian Wayne, Conner Kent, Tim Drake
Rating: Arancione
Genere: Generale, Fluff, Sentimentale
Avvertimenti: What if?, Slash
200 summer prompts: Togliti la camicia. E non fare quella faccia || Quanto tempo è passato? || Esagerazione

 


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    I sedili della sua Kord sono nuovi, in pelle, l'odore aleggia nell'abitacolo insieme al deodorante al pino e sembra bruciare le narici, ma Jon è troppo impegnato a divorare la bocca di Damian e a strizzargli le natiche con entrambe le mani per abbassare i finestrini e far passare un po' d'aria.
    Sembra un po' un cliché ma, con la scusa di mangiare un boccone al volo prima della solita pattuglia – previdente com'è, Damian ha ovviamente buttato la loro attrezzatura in uno scomparto nascosto –, si sono fermati con la jeep su una delle collinette che circondano Gotham e si sono messi ad osservare il cielo notturno attraverso il parabrezza, parlando del più e del meno con il riscaldamento acceso. La serata fredda, gli sguardi, le risate scommesse, lo sfiorarsi di mani... hanno poi fatto il resto. Jon si è ritrovato con lo schienale del sedile abbassato e Damian a cavalcioni sulle sue cosce senza nemmeno rendersene conto, la faccia premuta fra i palmi dell'amico, la bocca incollata alla sua e il corpo che ha reagito nell’immediato.
    Quanto tempo è passato dall'ultima volta che sono riusciti a prendersi un momento? Jon nemmeno se lo ricorda più. Invasioni aliene nel cuore di Metropolis, Deadshot che insegue un suo bersaglio fino a Gotham, Luthor che fa accidentalmente – ma chi ci crede, esattamente? – scappare Metallo dai laboratori LexCorp, i Titani che affrontano un Dottor Light che ha deciso di fare una gitarella a San Francisco poco prima delle vacanze di Natale... tutta una catena di eventi che si sono susseguiti per settimane, settimane in cui si sono visti più come partner che come fidanzati, quindi non è stata esattamente la stessa cosa. Essere lì, con Damian che passa le mani sul suo petto e le sue braccia e intreccia la lingua con la sua, è il culmine di un desiderio che volevano entrambi realizzare da un po’.
    Jon ansima contro la bocca di Damian quando lo sente strusciare il culo contro il rigonfiamento nei suoi pantaloni, e in quel momento è abbastanza convinto che non sia solo il riscaldamento della jeep a fargli sentire quello strano calore che gli arrossa le guance; dandosi un contegno, Jon cerca di tenersi dentro tutta la forza che potrebbe sprigionare con un singolo gesto e poggia una mano sulla spalla di Damian, con quel bacio che diventa più voglioso e umido mentre le lingue si scontrano e la saliva si mescola, sentendo le labbra gonfie e rosse per la passione che consumano. È tutto ciò che in quel momento potrebbe desiderare, e lo scricchiolio dei sedili di pelle viene ben presto sovrastato dai loro gemiti e da qualche piccola imprecazione da parte di Damian quando prova a spostarsi un po’, rendendo il bacio più lento e sensuale.
    Le labbra si cercano senza sosta, Damian gli tira delicatamente quello inferiore con i denti e lo percorre poi con la punta della lingua, scivola verso il pomo di Adamo per succhiarlo un po’ e scansa con la punta del naso il colletto della sua felpa, e Jon deglutisce quando Damian lo spinge più giù verso il sedile e lo sovrasta meglio, afferrando i lembi dei vestiti; goffamente, Jon prova ad aiutarlo a sfilare la felpa e la getta sui sedili posteriori prima di tornare all’assalto delle labbra di Damian, e Damian lo stuzzica di nuovo mentre si muove su di lui, avanti e indietro, in un fruscio di vestiti e sfregar di corpi che manda in tilt il cervello di Jon. È tutto così eccitante che un ansito sfugge dalle labbra di entrambi nello stesso istante e i respiri si fondono, finché Damian non scende ancora con la bocca lungo il suo petto; Jon deglutì se di nuovo e rabbrividisce quando la lingua di Damian disegna piccoli cerchi concentrici intorno ai capezzoli, con una lentezza così esasperante dall’uno all’altro che Jon ha quasi voglia di urlargli di muoversi, ma ogni replica muore nella sua gola quando Damian si sposta quanto basta per scivolare via dalle sue cosce e finire in ginocchio in mezzo ad esse, con le mani sulle ginocchia di Jon e lo sguardo furbo.
    In un gesto inconscio, Jon spalanca le cosce senza che Damian gli dica di farlo e avverte la vibrazione vittoriosa del suo corpo quando punta lo sguardo sulla sua evidente erezione, e Jon ha davvero bisogno di pensare a qualcos’altro quando Damian poggia un bacio sul tessuto dei pantaloni che ancora indossa e le sinapsi si disconnettono. Il suo corpo comincia a irradiare calore, la temperatura nell’abitacolo schizza alle stelle e lui si rende conto che i suoi poteri stanno avendo un accumulo che in quel momento vorrebbe volentieri evitare, quindi cerca di non pensare troppo al modo in cui Damian ha cominciato a leccare la stoffa dei suoi pantaloni. La cintura scivola dai passanti e Jon si ritrova senza volerlo ad intrecciare una mano fra i capelli neri dell’amico, e lo vede benissimo mentre arriccia il naso nonostante la penombra in cui regna la jeep prima di riprendere il suo lavoro. Ed è a quel punto che Jon sente rimbombare nella sua testa il ritornello di Gorgeous e si concentra su di esso pur di non esplodere, ma è alquanto difficile cercare di mettere un freno ai suoi poteri mentre la lingua di Damian percorre le sue mutande fino a tirarle giù.
    Oh, Rao. Damian sa sicuramente il fatto suo e Jon è costretto a lasciar andare i suoi capelli per afferrare invece la maniglia interna dello sportello e stringere con forza, piegandola sotto le dita; la lingua sfrega, le labbra afferrando la carne sensibile e tirano, e Jon fa fatica a soffocare i mugolii sommessi che scappano dalle sue labbra mentre sforza tutti i suoi muscoli a contenere i suoi poteri. La prima volta che l’hanno fatto non è stato bello per nessuno dei due – tra il polso rotto e la spalla lussata di Damian, il quasi soffocamento durante il servizietto e il letto sfondato, ilarità, battute e imbarazzi si sono sprecati – e da allora Jon ha imparato a trattenersi, ma suo padre l’ha avvertito che non è sempre facile e che deve avere il controllo al trecento percento se lui e Damian vogliono evitare spiacevoli inconvenienti, soprattutto perché Damian è umano e fatto di carne e sangue. È stato il discorso più imbarazzante della sua vita, ma almeno da allora ha evitato di ammazzare Damian con una scopata.
    La canzone nella sua testa continua a ripetere fuck, you’re so gorgeous e in quel momento non è esattamente di aiuto, ma anche pensare a cose che abbatterebbero del tutto la sua libido non è il massimo che vorrebbe fare. Così stringe più forte la maniglia e non si meraviglia del suono sordo che provoca quando la plastica si spezza nelle sue dita, ma ciò non sembra preoccupare o fermare Damian, visto il modo in cui continua a lavorare la sua lingua. Jon è quasi sul punto di strozzarsi con la sua stessa saliva quando quella bocca lo avvolge e quel piacevole calore si impossessa di lui, e stavolta si copre gli occhi con un braccio come se ciò possa aiutarlo a non vedere gli strati di muscoli e ossa che si sono parati davanti a lui quando si è attivata la sua stupida vista a raggi X. Non dovrebbe essere per niente sexy, eppure una strana parte del suo cervello – la parte aliena, forse? Che fetish avevano su Krypton? E perché ci sta pensando proprio in quel momento? – reputa la vista così erotica che per poco non spinge lui stesso in avanti, così guarda il soffitto mentre ansima e allarga di più le gambe, chiedendosi come faccia Damian a stare comodo col poco spazio a disposizione per distrarsi un po’. Ma non è affatto facile: non sarà perfetto, ma non si dica che Damian Wayne non cerca di esserlo in tutto ciò che fa. E quella situazione non è da meno.
    Jon lo avverte con un gorgoglio sommesso parecchi minuti dopo, ma a lui sono sembrati secoli: la strana sensazione di un brivido dietro la nuca lo coglie impreparato, però fa in tempo a dire a Damian di allontanarsi e si lascia completamente andare, quasi rischiando di rompere il parabrezza col suo getto; la risata di Damian è fresca, lecca via qualche residuo e Jon per poco non viene di nuovo, prendendosi un attimo per riportare il fiato nei polmoni mentre osserva, attraverso le palpebre socchiuse, Damian ripulirsi la bocca con lentezza e raddrizzarsi di nuovo sulle sue cosce. La sensazione di sentirlo strusciare contro la sua parte più intima manda Jon in estasi, e mentirebbe se dicesse di non volerlo fare lì seduta stante.
    Voglioso, Jon fa scivolare le dita verso i bottoni della camicia di Damian, ma Damian poggia una mano sulla sua e lo ferma, sussurrando che ha freddo e che preferisce tenersela, ma che se vuole può usare quella mano per qualcosa di più interessante mentre struscia ancora contro quel nuovo rigonfiamento nudo; ridacchiando eccitato, Jon coglie al volo il consiglio e scivola con i polpastrelli lungo il braccio, circonda il polso tutt’altro che fragile, si sofferma a giocherellare sulle nocche e poi scende più giù, percorrendo il suo corpo con una smania tale che si chiede come abbia fatto a resistere tutto quel tempo. Ma è proprio a quel punto che Jon si ferma e l’eccitazione si sgonfia, accigliandosi e indugiando sul fianco destro quando avverte qualcosa bagnargli le dita. Un po’ si biasima per non essersene accorto prima, ma a sua discolpa può dire che l’astinenza sessuale di quei mesi lo ha reso piuttosto frettoloso? Sì, decide che può dirlo e aggrotta la fronte, abbassando lo sguardo per fissarsi i polpastrelli.
    «D», lo richiama schietto, e ignora il modo in cui Damian cerca di distrarlo disseminando piccoli baci a farfalla ad un angolo della bocca, sul mento, sul collo, succhiandogli la pelle e mordicchiandola.
    «Mhn?»
    «Sei ferito».
    Quella di Jon non è affatto una domanda. La costatazione ferma improvvisamente i baci e Damian si siede sulle sue cosce, poggiando la schiena contro il volante nel sollevare entrambe le sopracciglia per squadrate Jon con attenzione.
    «Non so di cosa stai parlando».
    «Stai sanguinando».
    «No, non è vero». Lo dice guardandolo negli occhi e mentendogli apertamente e, per tutta risposta, Jon gli sventola davanti al viso indice e medio della mano destra per mostrargli i polpastrelli sporchi di sangue; ma, con la sua solita espressione impassibile, Damian rotea gli occhi e sbuffa. «La tua è un'esagerazione, Jonathan».
    Ha usato il suo nome completo, simbolo che si sta innervosendo, ma Jon sa innervosirsi più di lui quando gli nasconde cose del genere. Sa perché Damian non glielo ha detto – oh, inutile negarlo, Damian voleva fare sesso tanto quanto lui e una ferita lo avrebbe frenato a prescindere –, ma non approva comunque.
    «Sei uno sconsiderato. Perché non me lo hai detto?» chiede, e Damian lo guarda scettico.
    «Vuoi davvero parlarne mentre hai il cazzo contro il mio culo?»
    «».
    «Non essere idiota, idiota. È solo una ferita superficiale, non--»
    «Togliti la camicia e fammi vedere». All'occhiata scettica di Damian – sopracciglia sollevate, naso all’insù, angolo destro della bocca che trema per un tic nervoso –, Jon aggrotta la fronte. «E non fare quella faccia».
    L’imprecazione in arabo che sopraggiunge qualche momento dopo è in un dialetto che Jon non ha mai sentito, ma capisce che Damian è incazzato dal modo in cui borbotta e scivola via dalle sue cosce per rotolare sul sedile posteriore, mollandolo mezzo nudo; Jon ne approfitta per tirarsi su le mutande e darsi almeno un contegno, girandosi nello stesso istante in cui un kit di pronto soccorso gli viene lanciato letteralmente in faccia e il rumore metallico rimbomba nell’abitacolo.
    «Ecco a te, mister “levati la camicia per farmi vedere la ferita”». Damian usa un tono di scherno, ma è palesemente incazzato.
    Jon rotea gli occhi, sbuffando. Anche lui è nervoso per l’interruzione, ma che deve fare? Lasciarlo sanguinare come se nulla fosse? Nossignore. «Non fare il coglione, D», ribatte, ignorando lo sbuffo dell’amico e il modo in cui imita la sua voce per scimmiottarlo e ironizzare sul modo in cui ha imprecato. Odia la sua bravura in questo, specialmente in certi frangenti. «Ricordi l’ultima volta?»
    «Quello era un altro contesto e lo sappiamo entrambi».
    «Ma intanto i tuoi fratelli volevano farmi il culo».
    «Volevano solo farti paura, idiota. Erano di pattuglia anche loro, sapevano cos’era successo».
    «Come ti pare, ma Jason mi era sembrato piuttosto serio».
    Damian serra le labbra in una linea sottile e riduce le palpebre a due fessure, ma non ribatte e comincia a liberare i bottoni dalle asole tra un’imprecazione e l’altra. Non ha dimenticato quando è tornato a casa con un braccio rotto, diverse escoriazioni e un sopracciglio spaccato, ma i succhiotti sul collo che Jon gli aveva lasciato ore prima hanno fatto pensare a tutt’altro e non ad un pattugliamento piuttosto pesante. Anche se lo hanno preso in giro – “Damian non è una damigella in pericolo, sa il fatto suo e se volesse ammazzarti io lo aiuterei a nascondere il cadavere”, gli aveva detto Jason – e in realtà sapevano tutti, Jon non vuole comunque correre rischi. E vorrebbe davvero concentrarsi sul petto esposto di Damian, su quelle piccole cicatrici che ormai conosce a memoria e che potrebbe percorrere ad occhi chiusi senza problemi, ma non può fare a meno di soffermarsi sulla fasciatura intorno al busto e al sangue che ne ha sporcata gran parte. Il suo ragazzo è un idiota.
    «Fa’ vedere». Poggiando il kit sul sedile del passeggero, Jon si sporge per cominciare a disfare la ferita e non gli sfugge il modo in cui Damian arriccia il naso e stringe un po’ i denti, ma non fiata minimamente quando le bende si staccano con un piccolo pop e altro sangue sgorga dalla ferita. In realtà non è davvero spaventosa come sembra – è un taglio netto, pulito, e con un rapido sguardo della vista a raggi X Jon si rende conto che non è nemmeno profondo –, ma chiunque sia stato lo ha preso proprio dove la carne è più sensibile quindi sanguina abbastanza.
    «Te l’avevo detto che non era così grave», ribatte Damian per averla vinta, ma Jon lo fulmina con lo sguardo.
    «D. Sta’ zitto», borbotta, e si disinfetta le mani prima di impegnare anche un batuffolo di cotone e cominciare a ripulire la ferita, facendo più attenzione possibile per non fargli male.
    Damian sibila un po’, ma continua a non lamentarsi, anche se Jon è costretto a mordersi la lingua per non dirgliene di tutti i colori. È un idiota e questo ci tiene comunque a farglielo sapere, quindi ben presto getta all’aria le buone intenzioni e borbotta a non finire che avrebbe dovuto dirglielo, che preferisce sapere che sta bene e che non deve nascondergli niente, e finiscono col discutere mentre Jon si occupa pazientemente della ferita e la ripulisce per bene, chiudendo qualche punto prima di fasciare il busto e assicurarsi di aver stretto abbastanza ma non troppo.
    Quando finisce, nella jeep cala uno strano silenzio. È diverso dal silenzio carico di voglia ed eccitazione che impregnava l’auto nemmeno mezz’ora prima, è un silenzio che sembra carico di attesa e che entrambi non sembrano pronti a rompere, anche se Jon ha sollevato di nuovo il sedile ed è scivolato dietro con Damian. Sono vicini, l’uno contro la spalla dell’altro, e Damian ha abbassato un po’ il finestrino per cambiare aria, anche se non ha detto nulla quando Jon gli ha stretto una mano nella sua.
    «Non te l’ho detto perché non volevo rovinare la serata», dice di punto in bianco, e Jon sgrana gli occhi. Ha davvero sentito ciò che ha sentito, oppure le sue orecchie stanno facendo cilecca?
    «Stai scherzando?»
    Damian si muove un po’, come se fosse a disagio, e già quella è una stranezza bella e buona. Damian difficilmente si sente a disagio, ed è con una bizzarra espressione che si volta verso Jon e lo fissa negli occhi. Illuminate solo dalla luce dell’abitacolo, le iridi verdi di Damian appaiono irrazionalmente enormi. «Era la nostra serata. E io avevo tutte le intenzioni di godermela», replica schietto, e Jon non sa se vuole strozzarlo per lo sprezzo che a volte sembra avere per la sua salute, o baciarlo perché, accidenti, è la prima volta che vede quel faccino imbronciato ed è terribilmente bello. Alla fine vince la seconda, così Jon gli afferra il viso con entrambe le mani e gli pianta un bel bacio a schiocco sulle labbra, lasciando Damian momentaneamente stordito.
    «Sei un idiota».
    Il suo è un sussurro contro le labbra, quelle labbra dal retrogusto ancora un po’ salato e amaro, ma la cosa non infastidisce affatto Jon. E Damian sbuffa contro la sua bocca, carezzandogli le spalle per risalire con le dita lungo il collo e intrecciarle fra i capelli riccioluti.
    «-Tt- non dirmi idiota… idiota», ribatte, stringendo qualche ciocca prima di tornare all’assalto disseminando piccoli baci e, quando fa scivolare una mano verso il basso per insinuarla nelle mutande, Jon cerca di riprendere razionalità.
    «D… forse dovremmo…» prova a dire tra un bacio e l’altro e un morso sulle labbra, ma Damian lo spinge giù sui sedili e lo sovrasta di nuovo, tenendolo fermo.
    «Hai giocato a fare l’infermiere. Adesso dammi la mia medicina».
    Jon arrossisce fino alla punta dei capelli e apre la bocca per provare a ribattere, ma inutilmente: Damian si appropria del tutto delle sue labbra e, mentre struscia su di lui, Jon non può davvero negare che Damian Wayne sappia davvero ottenere ciò che vuole. Ma a lui dispiace davvero così tanto? No, assolutamente no. E quella notte ha tutte le intenzioni di rovinarli, quegli stupidi sedili in pelle.






_Note inconcludenti dell'autrice
Scritta per per l#200summerprompt indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom
Come si può vedere, altro che tinta rosa porcellino, qui ci arrischiamo verso il porcello e infatti ci sono contenuti sessuali anche se non espliciti... o almeno non molto. Mi sono tenuta sul vago perché, come detto e ripetuto più volte, non ho intenzione di alzare il rating più di così
Ciononostante, c'è comunque Jonno che si diverte parecchio, anche se poi il suo entusiasmo viene smontato dall'idiozia di Damian che gli ha tenuto nascosta una brutta ferita. Vai così, Damian, sei capece di ammazzare e gonfiare l'entusiasmo allo stesso tempo in appena mezzo secondo!
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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