Challenge: #writeptember2022 #Giorno10 del gruppo “Facebook Hurt/Comfort
Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo”
Prompt: 3 allo specchio - 4 “Non lo sai fare”
Titolo: Il brutto
anatroccolo
Fandom: Yuri on
ice
Genere: romantico, Hurt/Comfort
Tipo: one shot
Coppia: yaoi
Personaggi: Yuuri Katsuki, Victor
Nikiforov
Rating: PG-17 - giallo
Disclaimers: i personaggi non sono
miei, ma del rispettivo autore. I personaggi e gli eventi in questo racconto
sono utilizzati senza scopo di lucro.
Disclaimers: i crediti delle immagini
sono degli autori (fonte Pinterest)
Brutto anatroccolo
Strinse con forza la ceramica bianca del water
cercando di reprimere i conati di vomito, non aveva più nulla nello stomaco, ma
non riusciva a calmarsi. Le lacrime continuavano a scendere dai suoi occhi, non
riusciva a fermare nemmeno quelle, era un disastro.
Si sollevò con le gambe tremanti, tirò lo
sciacquone, si spogliò con rabbia ed entrò nella doccia. Per quanto rimase sotto
il getto bollente, non avrebbe saputo dirlo, si sentiva debole e fiacco, con una
fatica immensa uscì dalla doccia avvolgendosi nell’accappatoio bianco,
dotazione dell’hotel, non riusciva a smettere di tremare.
Si rannicchiò in posizione fetale sul letto,
non era salito sul podio, non ce l’aveva fatta, di nuovo. Le lacrime presero a
scorrere senza freno, era un incapace. Si era illuso in quei mesi dopo le vittorie
del Grand Prix, ma ora che Victor era tornato a gareggiare non c’era più storia,
se la giocavano lui e Yuri Plisetsky.
Era inutile che ci provasse. Era un illuso.
Aveva visto lo sguardo luccicante di Yuri e
il suo sorriso tagliente mentre sollevava la medaglia nella sua direzione. Plisetsky
era bello da fare male e più cresceva e maturava, e più era bello ed
abbagliante “La fata russa”, non poteva esserci nomignolo più azzeccato.
Lui invece cos’era? Un maialino giapponese.
Sentì lo stomaco rivoltarsi raggiunse il
bagno e si piegò ancora sul water.
Era tanto tempo che non stava così male,
credeva di esserne uscito ed invece al primo ostacolo era precipitato.
Riuscì ad alzarsi, si sciacquò il visto e la
bocca tornando in camera si fermò davanti allo specchio a figura intera,
sciolse il nodo dell’accappatoio e lo fece scendere oltre le spalle. Il suo corpo,
lui era in lotta continua con sé stesso.
Victor entrò nella stanza e lo trovò nudo davanti
allo specchio, capì subito che qualcosa non andava. Si sfilò la medaglia e la
mise in valigia, l’ultima cosa che voleva fare era ostentare la sua vittoria.
“Non dovevo mettere quel salto nel programma
non lo so fare” bisbigliò Yuuri abbassando lo sguardo.
“Non lo sai fare, è vero, ti allenerai e
imparerai, come abbiamo fatto tutti”
“Non credo di farcela, non ho il fisico
adatto”
Victor gli cinse la vita, osservandolo nello
specchio, perché Yuuri non vedeva quello che vedeva lui. Gli fece scorrere la
mano sul collo, sulla spalla, lo sentì rabbrividire.
“Il tuo corpo è perfetto” bisbigliò al suo
orecchio, sentendo la pelle dell’altro incresparsi al tocco lieve delle sue
dita.
“Sei proporzionato per la tua altezza” spiegò
mentre la sua mano percorreva il petto, gli sfiorava distrattamente i capezzoli
rosa, facendoli inturgidire, scese ancora sul ventre piatto, i muscoli
addominali tonici e duri, ma non esagerati, scese ancora sfiorandogli la peluria
scura, ma virò verso le sue natiche sode e pallide, dove un livido bluastro le
sporcava, ricordo della caduta in gara.
“Tu che cosa vedi, Yuuri?”
“Un cigno alle mie spalle e un brutto
anatroccolo davanti a lui” sussurrò tristemente, Victor lo fece voltare nel suo
abbraccio, ma Yuuri rifuggiva il suo sguardo, gli sollevò il viso e lo baciò
sulle labbra, ma il giovane giapponese non rispose al suo bacio, rimase rigido
e teso.
“Ho vomitato” bisbigliò con vergogna.
La stretta intorno al suo copro si fece più
forte “Lo sospettavo, ho visto che a cena avevi esagerato, che non riuscivi a
fermarti. Avrei dovuto venire in camera con te. Non lasciarti solo”
“Sei il campione in carica, hai degli
obblighi con sponsor e giornalisti” bisbigliò facendosi indietro, non era
quello che avrebbe voluto dirgli.
“Mi dispiace” sussurrò dolente avvicinandosi
ancora abbracciandolo stretto impedendogli di divincolarsi.
“Sono qui” gli disse e Yuuri si sciolse in un
pianto disperato “Non ti lascio” bisbigliò e lo sentì aggrapparsi alla sua
camicia.
“Il mio amore per te non cambierà a seconda
dei tuoi risultati, Yuuri”
Il più giovane si immobilizzò, aveva colpito
nel segno “Non ti lascio” ripeté.
Yuuri tirò un sospiro riuscendo a calmarsi un
po’, Victor lo scostò da sé, asciugandogli il viso come le mani, sospingendolo
verso il letto, facendolo sdraiare, si spogliò in fretta raggiungendolo sotto
le coperte.
“La prossima volta ci sarai tu sul podio” bisbigliò
scostandogli i capelli dal viso, un sorriso triste piegò le labbra del
giapponese.
“Non finché ci siete tu e Plisetsky”
Victor lo sospinse sul materasso e lo sovrastò
“Smettila di farti del male” ordinò “È tutto nella tua testa, Yuuri” disse
baciandolo “Io non vedo un brutto anatroccolo, ma un bellissimo cigno” sussurrò
sulle sue labbra “Potrebbe essere il tema della tua prossima stagione” ipotizzò
sorridendo apertamente della geniale idea che aveva avuto, ma Yuuri non
sorrideva e scosse la testa.
“Non credo ci sarà una prossima stagione”
bisbigliò mestamente.
“Tu non ti ritiri!” sentenziò “Se lo fai: mi
ritiro, definitivamente, anche io” aggiunse serio.
Vide gli occhi castani del compagno
allargarsi “Questo… questo è un ricatto” protestò imbronciandosi l’altro
scrollò le spalle, muovendo i fianchi.
Yuuri gemette, faticava a concentrarsi con
Victor steso sopra di lui, che gli succhiava la base del collo “Ci penserò
domani” ansimò accarezzandogli la schiena “Fai l’amore come me” bisbigliò piano.
“Era questa l’idea”
Tutte le ansie le paure e le incertezze
furono messe da parte, la stanza si riempì dei gemiti dei due amanti, mentre l’alba
si approssimava alla finestra.