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Autore: Bombay    17/09/2022    2 recensioni
Questa è una raccolta delle one shot e delle flash fic che sto scrivendo durante il contest della challenge: writeptember2022 indetta sul gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo” seguendo i prompt giornalieri.
I personaggi, le coppie e il rating varieranno ad ogni storia, ma troverete le specifiche all’inizio.
- Crescere [Yuri/Otabek]
- Il brutto anatroccolo [Yuuri/Victor]
- Stanchezza [Yuri/Otabek]
- Ancora [Yuri/Otabek]
- Ascensore [Yuuri/Victor]
- Calore [Yuuri/Victor]
Genere: Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Otabek Altin, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Challenge: #writeptember2022 #Giorno10 del gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo”

Prompt: 3 allo specchio - 4 “Non lo sai fare”

 

Titolo: Il brutto anatroccolo

Fandom: Yuri on ice

Genere: romantico, Hurt/Comfort

Tipo: one shot

Coppia: yaoi

Personaggi: Yuuri Katsuki, Victor Nikiforov

Rating: PG-17 - giallo

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma del rispettivo autore. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

Disclaimers: i crediti delle immagini sono degli autori (fonte Pinterest)

 

Brutto anatroccolo

 

Strinse con forza la ceramica bianca del water cercando di reprimere i conati di vomito, non aveva più nulla nello stomaco, ma non riusciva a calmarsi. Le lacrime continuavano a scendere dai suoi occhi, non riusciva a fermare nemmeno quelle, era un disastro.

Si sollevò con le gambe tremanti, tirò lo sciacquone, si spogliò con rabbia ed entrò nella doccia. Per quanto rimase sotto il getto bollente, non avrebbe saputo dirlo, si sentiva debole e fiacco, con una fatica immensa uscì dalla doccia avvolgendosi nell’accappatoio bianco, dotazione dell’hotel, non riusciva a smettere di tremare.

Si rannicchiò in posizione fetale sul letto, non era salito sul podio, non ce l’aveva fatta, di nuovo. Le lacrime presero a scorrere senza freno, era un incapace. Si era illuso in quei mesi dopo le vittorie del Grand Prix, ma ora che Victor era tornato a gareggiare non c’era più storia, se la giocavano lui e Yuri Plisetsky.

Era inutile che ci provasse. Era un illuso.

Aveva visto lo sguardo luccicante di Yuri e il suo sorriso tagliente mentre sollevava la medaglia nella sua direzione. Plisetsky era bello da fare male e più cresceva e maturava, e più era bello ed abbagliante “La fata russa”, non poteva esserci nomignolo più azzeccato.

Lui invece cos’era? Un maialino giapponese.

Sentì lo stomaco rivoltarsi raggiunse il bagno e si piegò ancora sul water.

Era tanto tempo che non stava così male, credeva di esserne uscito ed invece al primo ostacolo era precipitato.

Riuscì ad alzarsi, si sciacquò il visto e la bocca tornando in camera si fermò davanti allo specchio a figura intera, sciolse il nodo dell’accappatoio e lo fece scendere oltre le spalle. Il suo corpo, lui era in lotta continua con sé stesso.

Victor entrò nella stanza e lo trovò nudo davanti allo specchio, capì subito che qualcosa non andava. Si sfilò la medaglia e la mise in valigia, l’ultima cosa che voleva fare era ostentare la sua vittoria.

“Non dovevo mettere quel salto nel programma non lo so fare” bisbigliò Yuuri abbassando lo sguardo.

“Non lo sai fare, è vero, ti allenerai e imparerai, come abbiamo fatto tutti”

“Non credo di farcela, non ho il fisico adatto”

Victor gli cinse la vita, osservandolo nello specchio, perché Yuuri non vedeva quello che vedeva lui. Gli fece scorrere la mano sul collo, sulla spalla, lo sentì rabbrividire.

“Il tuo corpo è perfetto” bisbigliò al suo orecchio, sentendo la pelle dell’altro incresparsi al tocco lieve delle sue dita.

“Sei proporzionato per la tua altezza” spiegò mentre la sua mano percorreva il petto, gli sfiorava distrattamente i capezzoli rosa, facendoli inturgidire, scese ancora sul ventre piatto, i muscoli addominali tonici e duri, ma non esagerati, scese ancora sfiorandogli la peluria scura, ma virò verso le sue natiche sode e pallide, dove un livido bluastro le sporcava, ricordo della caduta in gara.

“Tu che cosa vedi, Yuuri?”

“Un cigno alle mie spalle e un brutto anatroccolo davanti a lui” sussurrò tristemente, Victor lo fece voltare nel suo abbraccio, ma Yuuri rifuggiva il suo sguardo, gli sollevò il viso e lo baciò sulle labbra, ma il giovane giapponese non rispose al suo bacio, rimase rigido e teso.

“Ho vomitato” bisbigliò con vergogna.

La stretta intorno al suo copro si fece più forte “Lo sospettavo, ho visto che a cena avevi esagerato, che non riuscivi a fermarti. Avrei dovuto venire in camera con te. Non lasciarti solo”

“Sei il campione in carica, hai degli obblighi con sponsor e giornalisti” bisbigliò facendosi indietro, non era quello che avrebbe voluto dirgli.

“Mi dispiace” sussurrò dolente avvicinandosi ancora abbracciandolo stretto impedendogli di divincolarsi.

“Sono qui” gli disse e Yuuri si sciolse in un pianto disperato “Non ti lascio” bisbigliò e lo sentì aggrapparsi alla sua camicia.

“Il mio amore per te non cambierà a seconda dei tuoi risultati, Yuuri”

Il più giovane si immobilizzò, aveva colpito nel segno “Non ti lascio” ripeté.

Yuuri tirò un sospiro riuscendo a calmarsi un po’, Victor lo scostò da sé, asciugandogli il viso come le mani, sospingendolo verso il letto, facendolo sdraiare, si spogliò in fretta raggiungendolo sotto le coperte.

“La prossima volta ci sarai tu sul podio” bisbigliò scostandogli i capelli dal viso, un sorriso triste piegò le labbra del giapponese.

“Non finché ci siete tu e Plisetsky”

Victor lo sospinse sul materasso e lo sovrastò “Smettila di farti del male” ordinò “È tutto nella tua testa, Yuuri” disse baciandolo “Io non vedo un brutto anatroccolo, ma un bellissimo cigno” sussurrò sulle sue labbra “Potrebbe essere il tema della tua prossima stagione” ipotizzò sorridendo apertamente della geniale idea che aveva avuto, ma Yuuri non sorrideva e scosse la testa.

“Non credo ci sarà una prossima stagione” bisbigliò mestamente.

“Tu non ti ritiri!” sentenziò “Se lo fai: mi ritiro, definitivamente, anche io” aggiunse serio.

Vide gli occhi castani del compagno allargarsi “Questo… questo è un ricatto” protestò imbronciandosi l’altro scrollò le spalle, muovendo i fianchi.

Yuuri gemette, faticava a concentrarsi con Victor steso sopra di lui, che gli succhiava la base del collo “Ci penserò domani” ansimò accarezzandogli la schiena “Fai l’amore come me” bisbigliò piano.

“Era questa l’idea”

Tutte le ansie le paure e le incertezze furono messe da parte, la stanza si riempì dei gemiti dei due amanti, mentre l’alba si approssimava alla finestra.

   
 
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