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Autore: Bombay    18/09/2022    1 recensioni
Questa è una raccolta delle one shot e delle flash fic che sto scrivendo durante il contest della challenge: writeptember2022 indetta sul gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo” seguendo i prompt giornalieri.
I personaggi, le coppie e il rating varieranno ad ogni storia, ma troverete le specifiche all’inizio.
- Crescere [Yuri/Otabek]
- Il brutto anatroccolo [Yuuri/Victor]
- Stanchezza [Yuri/Otabek]
- Ancora [Yuri/Otabek]
- Ascensore [Yuuri/Victor]
- Calore [Yuuri/Victor]
Genere: Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Otabek Altin, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Challenge: #writeptember2022 #Giorno15 del gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo”

Prompt: 1 Pettinare qualcuno – 2 “Sei così pallido”

 

Fandom: Yuri on ice

Genere: romantico, Hurt/Comfort

Tipo: one shot

Coppia: yaoi

Personaggi: Yuri Plisetsky, Otabek Altin

Rating: PG-13 - verde

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma del rispettivo autore. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Stanchezza

 

Ho freddo.

Il ghiaccio sotto di me è freddo.

Sono stanco, tanto stanco.

Voci soffuse. Voci lontane.

Una mano sul mio viso.

Non riesco ad aprire gli occhi. 

Non voglio aprire gli occhi.

 

La stanza d’albergo era in penombra. Il ragazzo steso nel grande letto si agitava e mormorava parole senza senso alternate a parole in russo, la sua lingua madre.

Le guance rosse per la febbre alta spiccavano su quel giovane volto cinereo.

Il viso sudato, i capelli appiccicati alla fronte.

 

Il ragazzo kazaco si sedette sul bordo del letto con un panno umido deterse il viso del giovane scostandogli i capelli.

Era arrivato al palazzo del ghiaccio proprio quando Yuri stava provando il suo programma lungo.

Come sempre era rimasto incantato nel vederlo volteggiare sulle lame. Eppure, c’era qualcosa che non andava nella sua postura. Aveva stretto la balaustra tra le dita temendo che cadesse al quadruplo Salchow, ma per Yuri Plisetsky la forza di gravità non esisteva. Atterrò in maniera impeccabile concluse il programma e poi si accasciò privo di sensi sul ghiaccio.

Il cuore di Otabek aveva perso un battito.

 

Un gemito e un frullio di palpebre lo distrassero dai suoi pensieri.

Due gemme smeraldine si puntarono, lucide e confuse, nei suoi occhi scuri.

“Otabek?” bisbigliò umettando le labbra secche con la lingua.

“Mi hai fatto preoccupare” mormorò mentre il russo si metteva a sedere molto lentamente.

“Ho sete” mormorò con voce impastata, l’altro pattinatore gli porse bicchiere e lo osservò tirarsi indietro i capelli, che caddero nuovamente disordinati in avanti.

Senza che glielo chiedesse Otabek prese la spazzola e gli si inginocchiò dietro. Prese a passarla lentamente in quei fili d’oro che erano i capelli di Yuri sottili e lisci. Il russo li aveva fatti crescere, ora gli arrivavano appena sotto le spalle, morbidi che profumavano ancora. Otabek se ne portò una ciocca al volto ispirando a fondo e saggiandone la consistenza setosa sulle labbra.

Sentì Yuri sospirare piano a quelle attenzioni. Capitava di rado che glielo lasciasse fare, con rapidi gesti gli intrecciò i capelli in una morbida treccia.

“Fatto” disse, mentre le sue dita indugiavano ancora sulla sua pelle diafana e calda il giovane si lasciò andare indietro finendogli addosso. Otabek gli tolse dalle mani il bicchiere e posò tutto sul comodino.

“Mi hai fatto preoccupare” mormorò posandogli d’istinto la sua mano sulla fronte bollente.

“Hai la febbre”

“È solo stanchezza, domani starò bene” bisbigliò.

“Cosa ci fai qui?” sussurro stancamente, la mano di Otabek indugiava sulla sua guancia in una carezza pigra, gli è mancato così tanto, era felice che fosse lì, anche se odiava farsi vedere in quelle misere condizioni.

“Mi ha invitato Victor, volevo farti una sorpresa” mormorò sistemandosi meglio, Yuri gli si raggomitolò addosso.

“Sono arrivato che stavi iniziando il programma libero, non ti sei accorto di me”

Yuri chiuse gli occhi, no non si era accorto di nulla, troppo concentrato a stare in piedi.

“Sei dimagrito ancora”

“Se sei qui per farmi la ramanzina puoi anche andartene” sbottò chiudendo gli occhi voleva solo dormire, la carezza tra i suoi capelli e il respiro di Otabek sul suo viso lo cullarono e si lasciò andare alla spossatezza.

 

***

 

Come aveva predetto Yuri, il giorno seguente, non aveva più febbre e si presentò all’allenamento, ma ad un occhio attento si vedeva che non era in forma.

Era molto tardi e il palaghiaccio era deserto, ma Otabek e Yuri erano ancora sulla pista.

“Yuri penso che per oggi possa bastare” lo chiamò Otabek uscendo dalla pista, mettendo il para lame.

“Devo recuperare il tempo perso ieri” disse fermandosi solo per dissetarsi.

Otabek lo afferrò per il polso tirandoselo addosso.

“Se continui così va a finire che ti ammali sul serio” mormorò seriamente preoccupato posandogli una mano sulla guancia.

“Sei così pallido”

Un sorriso piegò le labbra del biondo.

“Sono russo la mia carnagione ha questa tonalità”

Il kazaco scosse la testa “È un pallore malsano” commentò “Se continui a non avere cura di te stesso, rischi di giocarti il mondiale”

Il sorriso di Yuri si fece tagliente “Beh così hai più probabilità di salire sul podio”

Ad Otabek mancò il fiato a quella cattiveria gratuita “Sei uno stronzo” sbottò lasciandolo andare abbandonando a grandi passi il palazzetto.

Yuri si strinse nelle spalle e riprese a pattinare. Aveva esagerato, se ne rese conto, Otabek non meritava quelle parole, ed aveva ragione, era davvero sfinito, rischiava di compromettere la stagione, ma soprattutto se avesse continuato a comportarsi così il kazako lo avrebbe mollato.

 

Uscì di corsa il sole stava tramontando, tirò un sospiro di sollievo vedendo Otabek nel parcheggio appoggiato alla moto, le braccia incrociate sul petto. Il sole dava sfumature dorate al suo bel volto. Gli si avvicinò a testa bassa, gli occhi adombrati dai capelli.

“Scusa” mormorò posandogli la testa sulla spalla. Le braccia dell’altro lo avvolsero stretto.

“Sono solo preoccupato per te”

“Sono stanco, tanto stanco” mormorò chiudendo gli occhi “Andiamo in hotel a dormire” propose.

Yuri si sollevò con un sorriso malizioso “Non così stanco”

 

   
 
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