Un cucciolo di lince gettato nella neve.
Fu questa la prima impressione di Varric su Arwen Lavellan, una giovane maga dalish dai capelli castani spettinati, la pelle baciata dal Sole piena di lentiggini e curiosi occhi verde bosco.
La cosa che però l’aveva colpito di più (anche maggiormente del marchio sulla sua mano) erano stati i piedi nudi.
Nonostante il freddo, la neve e i detriti lei se ne andava in giro scalza.
Inaspettatamente, in tutto il caos scatenato dall’enorme squarcio nel cielo si era rivelata una presenza stabile, come una roccia a cui aggrapparsi durante un naufragio.
O almeno così la vedevano i soldati.
Varric l’aveva più volte sull’orlo del collasso, tormentata dal peso delle enormi responsabilità sulle sue spalle troppo fragili. Durante quei momenti l’aveva vista correre nei boschi circondanti prima Heaven e poi Skyhold, saltando sui rami come uno scoiattolo.
Sempre rigorosamente scalza.
La prima volta che l’aveva chiamata “Piedi Rapidi” s’era voltata subito, non come quando gli altri la chiamavano “Araldo”; un titolo che lei non poteva sopportare.
Piedi Rapidi era forse la persona più curiosa che Varric aveva mai conosciuto. Avida di conoscenza, di qualsiasi tipo: arcana, storica, di costume… Era come una spugna in grado di assorbire qualsiasi cosa.
Forse era stato grazie a questa capacità se era riuscita a gestire il Gioco al Palazzo d’Inverno.
Sembrava in grado di far andare tutti d’accordo, perfino quando Spiritosone e Incantatrice cominciavano a dare in escandescenze.
Era sopravvissuta a tutto quello che il mondo le aveva lanciato addosso: orsi, demoni, draghi, fanatici, prole oscura, antiche rovine impregnate di lyrium…
E in tutto quel vortice di assoluta assurdità… aveva perfino trovato il tempo di innamorarsi dell’ultima persona che Varric si sarebbe aspettato ricambiasse: Ricciolino. Lo stesso che ai tempi di Kirkwall sembrava disprezzare i maghi.
Poi era arrivata la battaglia finale ed era sopravvissuta ancora, ricucendo il cielo.
Non che i politicanti le fossero stati riconoscenti dopo tutto quel lavoro: lei e l’Inquisizione erano diventate troppo potenti.
Ma ovviamente non c’era nemmeno il tempo di sistemare la faccenda perché c’era da sistemare un’invasione qunari.
A quel punto erano arrivati specchi magici, Vie Profonde (di nuovo), esplosioni e una corsa contro il tempo per sistemare il maledetto marchio che stava minacciandole la vita.
In quell’inseguimento senza fine avevano scoperto dell’apparente tradimento di Spiritosone, del suo coinvolgimento con Fen'Harel.
Eppure anche in quel momento Piedi Rapidi aveva mostrato la sua capacità di dare una seconda possibilità.
«Solas è uno di noi.» aveva detto prima di tuffarsi nell’Eluvian.
Quando era emersa dall’ultimo specchio (dopo le ondate qunari che avevano tentato di sopraffarli) senza un braccio e senza il mago elfico sembrava distrutta.
Ma nonostante questo era tornata al Palazzo d’Inverno per sistemare le cose per l’Inquisizione, mettendola sotto il comando della Divina Victoria.
Ma Varric sapeva benissimo che Piedi Rapidi non si sarebbe affatto ritirata.
Oh lo avrebbe fatto sembrare, questo era ovvio; ma era una persona troppo testarda per lasciare la faccenda di Spiritosone/Fen'Harel a sé stessa.
Lui era dovuto ritornare a Kirkwall, ma sapeva che in realtà Piedi Rapidi si era tenuta in contatto con tutti i membri della Cerchia Ristretta.
Una squadra segreta dell’Inquisizione all’interno dell’Inquisizione.
Un piano così… particolare che non sarebbe stato scoperto facilmente.
Dal suo ufficio nella Città Alta Varric osservò il mare e gli tornò in mente la loro conversazione dopo la sconfitta di Corypheus, a Skyhold.
 
«Stavo pensando di mettere tutto questo in un libro. Che ne dici di “Questa merda è strana: la storia dell’Inquisitrice Lavellan”. Il titolo è temporaneo.»
«Potresti sempre lavorarci su.»
«Ancora non ho deciso se scrivere davvero questo libro. Ho dei dubbi sulla credibilità di questa storia. Senza contare che al mio ritorno avrò parecchio da fare con opere di soccorso e ricostruzione nei Liberi Confini.»
«Dovresti scrive il libro.»
 
Per lo spirito del Creature… sembrava fosse accaduto una vita fa.
Ma forse lo era stato.
Varric prese un foglio e intinse la punta della penna nel calamaio.
 
“La ribellione di Kirkwall scosse tutto il Thedas, con le notizie che dilagavano come un incendio.
Per reazione i templari divennero più repressivi… ma ogni nuova limitazione peggiorava solo le solo cose.”
 
“Proprio quando ogni speranza sembrava essere stata spazzata via sorse una luce.
In mezzo alla completa devastazione di Heaven, da uno squarcio barcollò fuori una maga dalish, unica superstite.
Sulla mano riluceva un marchio che brillava della stessa intensità degli squarci, ma con qualcosa di diverso.
La chiave della nostra salvezza. Ma questo ancora non lo sapevamo.”



Buongiorno a tutti.
È la prima volta che scrivo una fanfiction su Dragon Age, spero di aver fatto un buon lavoro...
Questa voleva essere una piccola storia su quello che immagino Varric pensi della mia Inquisitrice, niente di speciale, ma mi piaceva condividerlo.
In realtà spero anche che si tratti di una forma di riscaldamento visto che avevo intenzione di scrivere qualcosa di più approfondito anche sui capitoli precedenti (sempre che la procrastinazione non colpisca duro come al solito).
Per il momento lascio questa piccola visita autoconclusiva, sperando che sia quantomeno carina.
Ah, prima che me lo dimentichi, sì: la parte "La ribellione di Kirkwall scosse tutto il Thedas [...]" viene direttamente dal video Dragon Age Keep, mi sembrava una bella citazione.
Ora vi saluto, nella speranza di avervi intrattenuto <3
Alla prossima.
Ciau! ^.^