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Autore: RoriStark    22/09/2022    1 recensioni
giuro che migliora dopo i primi capitoli!! hahaha BTW Bleach con l'introduzione di un OC che viene chiamato a lavorare per la soul society come shinigami! Ecco le avventure di una piccola shinigami che capitombola nell'intreccio di vite del seiretei. Bleach e' stata la mia prima ossessione e spero davvero di dare onore a quest'opera!
Genere: Azione, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nnoitra Jilga, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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---Soul Society, qualche decennio fa--

Ukitake raggiunse il cortile dove lo stava aspettando il suo collega ed amico: il capitano della quinta divisione, il biondino dal sorriso di una volpe nel pollaio: Hirako Shinji. Si erano dati appuntamento quel pomeriggio alla soul society, precisamente sul porticato della quinta, per discutere, riguardo la ragazza che da un po’ aveva iniziato a far parte dell’accademia per shinigami, il suo ingresso era stato discusso e deciso da tempo sottobanco dai due capitani.Avevano scoperto del potenziale in lei per caso, durante una ronda, dove era stata segnalata da alcuni shinigami di basso rango, la voce si era sparsa veloce, talmente veloce da arrivare alle orecchie di Shinji come un telefono senza fili, le dicerie recitavano le seguenti parole: “Una giovane anima della soul society, aveva usato un incantesimo di kido per aiutare un ragazzino attaccato da un Hollow! Certo, di basso livello e certo, non lo ha ammazzato e siamo intervenuti noi, ma quella ragazzina lo aveva spinto col kido! Senza nemmeno sapere cosa stesse facendo, probabilmente e’ stata una reazione istintiva che ha risvegliato qualcosa in lei,chissà! ”

Aveva detto alla fine uno dei suoi sottoposti,il capitano aveva captato quel messaggio mentre lo Shinigami chiacchierava con un altro collega e pensò che una cosa del genere fosse effettivamente possibile,rara,ma possibile ed andava comunque approfondita. Era un po’ come quando le maestre a scuola vedono un alunno di prima elementare che legge e scrive ancora prima che la maestra avesse iniziato la prima lezione ed appeso i vari alfabeti sulla parete  del muro. Avrebbe potuto cambiare il mondo come sarebbe potuto finire disoccupato su un divano lercio a mangiare patatine fissando il suo conto in banca svuotato. Era un caso interessante, aveva condiviso Shinji ad Ukitake, cosi’ , lui per primo, era andato a curiosare al villaggio, dove aveva trovato una buffa ragazzina dai capelli rosa, solitaria ed introversa, che sembrava viver male la sua esistenza come semplice anima,eccitata di poter diventare altro, di più,molto di più,ambiziosa ma dal cuore apparentemente gentile. 

Ed eccoli lì, con in mano le carte per una promettente Shinigami, alla fine del suo percorso di addestramento, pronta a far parte dei loro ranghi. Ukitake saluto’ il collega, che intanto si era accomodato sul tatami come suo solito, svaccato come se fosse sempre domenica sul suo calendario, lo sguardo assonnato ma attento allo stesso tempo. Ukitake lo conosceva bene però e sapeva che quella era tutta apparenza, lui li conosceva tutti i suoi colleghi, erano la sua famiglia e Shinji non era un tipo da sottovalutare, forse, era quello il suo punto forte, tendeva a far abbassare la guardia a chiunque, soprattutto i suoi avversari, errore fatale. 

Ukitake lo raggiunse in silenzio e si sedette al suo fianco guardando fuori dalle mura della quinta compagnia che lo stava ospitando per quella breve riunione. Hirako non sembro’ piegarsi in saluti o convenevoli, sembrò comportarsi come se già quelle formalità  fossero state brillantemente eseguite, si era limitato a dedicargli un cenno del capo, prima di chiudere di nuovo gli occhi, i denti sproporzionati e drittissimi scintillarono dietro alle sue labbra dischiuse, si lascio’ andare in un sospiro svogliato, I capelli lunghissimi brillavano come fili dorati alla fioca luce del sole


"Allora, vogliamo discutere sulle selezioni dei tirocinanti? Immagino che entrambi stiamo pensando agli stessi candidati.. "


Shinji schioccò la lingua sul palato, saltando a piedi pari l'aura di mistero che normalmente una persona qualunque avrebbe dovuto tenere davanti ad un discorso generico come quello, ma lui sapeva benissimo dove voleva andare a parare il capitano della tredici

 

“Himawari intendi? quella ragazzina, quando l'ho vista al villaggio per la prima volta, aveva una reiatsu interessante, non come quella di Sosuke Aizen, quando lo abbiamo accolto, sia chiaro, ma non nera nemmeno una reiatsu ordinaria”

 

Ukitake annuì composto, ma rimase ad ascoltare in silenzio, corriucciato nei suoi pensieri, ricordando la ragazza e quando l'aveva accolta personalmente, ma lo lasciò continuare

 

"Certo, é materia grezza, potrebbe non rivelarsi poi un gran che, potrebbe essere un falso potenziale, la vedo parecchio emotiva ed imbranata, ma come si dice, devi spaccare il sasso per trovare il diamante"

 

aveva asserito infine puntellandosi col gomito sul tatami, lasciando riposare una guancia sul palmo della mano, un occhio si apri’ volgendosi al capitano della tredicesima compagnia, che intanto sorrise, ricordando il giorno in cui  anche lui, era stato informato da Shinji della ragazza, il capitano l'aveva raccomandata a lui sapendolo uno dei pezzi grossi dell'Accademia, chiedendo un occhio di riguardo per una sua futura pupilla, che però si rivelò aver scosso anche nel suo collega, un certo nteresse. Aveva notato inoltre che la ragazzina gli stava appresso come un'ape col miele. Ma lui aveva un asso nella manica, il suo nome era Aizen Sosuke, quella ragazzina stravedeva per lui, viveva con lui, erano una coppia inseparabile. Apri' svogliatamente un occhio quando senti' Ukitake parlare  

 

“gia’, ero talmente curioso che mi sono deciso di accoglierla personalmente, Shunshui mi aveva seguito perchè era da tutta la mattina che voleva portarmi a bere un po’ di sake insieme, cosi’ quella povera ragazzina si e’ trovata due capitani a scortarla a scuola, chissa’ che soggezione”

 

ridacchio’ nascondendo le labbra dietro alle nocche, guardo’ il cielo nuvoloso fuori dalle porte scorrevoli, una lieve brezza gli muoveva i capelli come i rami degli alberi fuori in giardino. Sorrise con fare sognante, sotto lo sguardo attento di Shinji

 

“cosa faremo quando terminera’ gli studi? A breve dovrò sottoporla all'esame insieme al resto degli studenti”

 

“che domande, me la prendo io…”

 

Ukitake si volto’ istintivamente, l’espressione allarmata, infastidita per quella affermazione,guardandolo come se gli avesse appena rubato l’ultimo pezzo di  edamame nel piatto

 

“anche io ho intenzione di chiederle di unirsi a me,se la sta cavando bene in molte materie, é un po' impacciata nel corpo a corpo, ma il Kido sembra essere una sua specialità, anche nella coordinazione del gruppo sembra cavarsela, pero’, come detto alla riunione generale, stara’ a lei scegliere,se due capitani presentano la stessa domanda”

asseri’ con tono severo, tornando a guardare altrove, le ciglia folte aggrottate, incrocio’ le braccia al petto pensoso, quella ragazza, la prima volta che l’aveva vista era poco più’ di una ragazzina, ora invece, era cresciuta, era diventata una giovane donna dai poteri ancora sconosciuti, ma che nelle lezioni la facevano svettare di fronte a tutti, salvo Aizen, lui era sempre una spanna avanti a qualsiasi studente dell’accademia. Ora che la shinigami aveva acquisito la sua zanpakuto,era ormai il momento di iniziare il suo tirocinio presso una delle divisioni del gotei tredici, ma alla fine, la scelta sarebbe spettata solo a lei una volta che più’ di un capitano aveva mostrato il proprio interesse nel farla entrare nei propri ranghi. Anche Aizen Sosuke era gia’ richiesto da quasi tutte le divisioni, tranne che da Urahara, sembrava essere stato l’unico alla riunione a non aver mostrato interesse riguardo al giovane studente prodigio. 

 

“Io credo che scegliera’ di seguire Aizen,per questo mi prendero’ tutti e due, stanne certo”

 

Ukitake non riuscì a trattenere un sospiro,malcelando la sua preoccupazione riguardo a quello studente. Aizen era un soggetto particolare, avvolto dal mistero, era un eccellente shinigami ed un bravissimo ragazzo, forse, troppo bravo, aveva sentito qualche discorso di Urahara su di lui e nemmeno Shinji in fondo aveva pienamente fiducia in lui, allora, perche' se lo voleva portare in casa?

 

"Non mi piace il fatto che si sia tanto legata a lui… ho spesso parlato con Urahara di quel ragazzo, per avere un potere del genere, si comporta in modo troppo ordinario, inoltre sta isolando Himawari, nessuno si avvicina a lei perché lui incute loro paura, non voglio che si crei un vuoto attorno a lei, dovrebbe conoscere più gente ma sembra non importarle finchè sta con lui"

 

Shinji arricciò le labbra facendo spallucce, certo che si stava preoccupando parecchio per quella ragazzina, lui la vedeva più come una risorsa, ma Ukitake? 

 

"Non mi sembra triste,la ragazza"

Ukitake sospiro' sentendo le sue parole, i suoi pensieri, sbattere sonoramente contro un muro di cemento, forse davvero, era troppo ansioso per quella ragazza. Lo shinigami corruccio' la fronte mordendosi la lungua, strinse le mani sfregandole appena, sentendo la punta delle dita fredde, come al solito

"Lascia stare…ignora le mie paranoie"

 

Ukitake sospiro’ sonoramente, alzandosi infine dal tatami, si fermo’ per un istante a causa di un capogiro che lo aveva colto alla sprovvista, il pensiero di perdere la possibilita’ di averla nella sua divisione, gli provocava uno strano fastidio, viscerale,come un bambino che di vedeva strappare dalle mani il suo orsetto di pezza preferito

 

“bene,chiederemo entrambi alla ragazza di unirsi alla nostra compagnia allora, visto che nessuno dei due vuole cedere, beh, ci ho provato! …oh, giusto..che ore sono?”

shinji guardo' in cielo, poi ruoto' lo sguardo quasi scocciato mentre si metteva a sedere piu' comodamente

 

“saranno le quattro e mezza…perche’?”

 

Ukitake sorrise come se gli avesse rubato l'argenteria ed il corredo di piatti e posate,scrollando le spalle mentre si avviava al cancello,salutano il capitano con un cenno del capo. 

 

“nulla, devo andare a mettere il latte a scaldare,beh, in bocca al lupo per le selezioni degli studenti allora”

Shinji si gratto' il capo ancora piu' assonnato di prima, nella sua testa frullavano diversi pensieri che pero' decise di schiacciare come mosche, aveva tutto il tempo per preoccuparsene e quello non era ancora il momento giusto. Si alzo' scrollando le spalle, i capelli gli scivolarono dietro alla schiena, gli occhi neri puntati sullo shinigami che si stava allontanando, pallido in volto. Era la prima volta che lo aveva visto infastidito, non era mai capitato, era il capitano che poteva quasi essere definito un santo, tanto era gentile, cordiale, eppure, per quella ragazzina, si stava comportando in modo diverso, per un attimo penso' che gli avrebbe dato un pugno. Sospiro' masticandosi una guancia svogliatamente, ricambiando con un cenno il saluto del capitano prima di rientrare nella sua stanza a sbrigare qualche faccenda,in fondo, aveva dormito tutto il giorno,doveva preparare le sue richieste scritte per i suoi futuri sottoposti. Sapeva benissimo che dove andava Sosuke Aizen, lei lo seguiva, sapeva di aver gia' vinto eppure, un po' gli dispiaceva per il suo collega. Si chiese per un attimo, se avesse fatto bene a tenere insieme quei due, solo perche' alla compagnia avrebbe fatto comodo ospitare due degli studenti piu' brillanti dell'accademia.  Poi i suoi pensieri scalciarono dietro ai denti e Shinji si trovo' a sospirare e sussurrare

"sara' un vanto per noi? oppure sara' una grande stronzata..."

Gli shinigami non avevano una grande fantasia per l'arredamento, in effetti, molti di loro nemmeno se ne curavano, perciò nelle stanze di ogni compagnia, vi era lo stretto indispensabile. Ma vista la salute precaria del capitano, la sua compagnia aveva allestito una stanza simile a una cucina, dove Ukitake amava preparare decotti per sentirsi meglio durante i giorni di malattia e da un po' di tempo, aveva anche aggiunto a quel piccolo rituale, la compagnia della sua allieva preferita,che puntualmente si presentava da lui, piu' per nostalgia che per fame e a lui piaceva, parlare del piu' e del meno, ridere, scherzare. Al di fuori di Sosuke Aizen, lui era il suo unico contatto e lo shinigami con gli occhiali spessi non sembrava obiettare . Ukitake raggiunse il bollitore del latte ormai fumante, continuava a guardare l’orologio, mentre si dirigeva nella stanza da te’ con un piatto di biscotti in mano ed un paio di tazze nell’altra, si avvicino’ al Kotatsu e dopo aver posato tutto sul ripiano in legno, si assicuro’ che la coperta fosse abbastanza calda da tutti i lati, tornò in cucina a prendere il latte e lo versò con cura nelle due tazze, quasi ritualisticamente, prese anche del miele e ne mise un cucchiaino in una e circa cinque nell'altra tazza, sistemò un paio di tovaglioli e si mise a sedere prendendo un respiro profondo, strinse i pugni, la fronte corrucciata e lo sguardo perso in pensieri che un po' gli facevano paura. Si scosse appena, quando si sentirono dei campanelli suonare ed uno scalpiccio che riecheggiava dal fondo del corridoio. Lo Shinigami alzò il capo ed attese, finché non vide sbucare dalla porta la Shinigami dai capelli rosa, lei sorrideva come una bambina al parco giochi, era radiosa, più che un girasole, sembrava proprio lei, il sole. 

 

"Capitano!! Buon pomeriggio!"

 

La ragazza portava in spalla una borsetta di vimini che lui le aveva riportato da una missione nel mondo degli umani, sapeva benissimo quanto amasse le cose degli umani e lo Shinigami si concedeva di viziarla un po' ogni tanto. 

 

"Ciao, Himawari"

 

La ragazza si infilò sotto al tatami di fianco a lui, le gambe incrociate mentre posava a terra la sua borsa, tirando fuori un sacchetto di tela rosa con un fiocchetto bianco, pieno di confetti simili a gocce d'Ambra

 

"Ti ho fatto delle caramelle per la tosse! Sono al miele e zucchero di canna! "

 

Ukitake raccolse il sacchetto con un sorriso, trascinandolo con la punta delle dita vicino alla tazza

 

"Stai cercando di corrompermi per l'esame di kidō? "

 

Lei rise di gusto e quella risata gli sconquassò i polmoni e le farfalle volarono nel suo stomaco, la mano strinse il sacchetto mentre la osservava bere il suo latte caldo, aveva tra le dita un biscotto con gocce di cioccolato, ma i suoi occhi, erano fissi sul capitano, occhi del colore delle gemme preziose, un rosa denso e caldo nel quale si sentì affogare per un attimo, era diventata grande, bella,ma era diventata forse, anche di qualcun'altro

 

"In realtà, so cosa vuole chiedermi, capitano…"

Sussurrò osservando  suo biscotto, lo posò come se le fosse passato l'appetito, le dita avvolsero la tazza stringendola piano per scaldarsi le mani, era autunno, le foglie erano cadute a terra e fuori si vedeva un tappeto di foglie dalle tonalità del rosso e dell'uranio, bellissime, che facevano da contorno alla figura della shinigami. Lui la fissò a lungo, come se volesse imprimersi quell'immagine nella mente per il resto della vita, ricordarla così, con la pelle bianco latte, gli occhi vivaci e le labbra carnose. Himawari si morse il labbro inferiore prendendo un respiro

 

"Soosuke sceglierà la quinta compagnia… ne é sicuro"

 

Ukitake trattenne il fiato, prese un sorso di latte che scese giù come sassi,ma continuò a mantenere la calma, come se quel discorso non lo tangesse,si schiari' la voce pregando di mantenere un tono alto, senza vacillare

 

"E tu cosa sceglierai? "

Lei si morse ancora di più il labbro inferiore, poi si costrinse a prendere un sorso di latte, posò la tazza e guardò fuori

 "Io?... Ho fatto una promessa, Capitano"
 
Si strinse forte nascondendosi ancora di più sotto alla coperta calda, il labbro ormai se lo stava graffiando coi denti, tanto era la foga con cui se lo stava martoriando
 

"Immagino di averla delusa, con questa scelta, magari penserà che io sia una senza midollo o libertà di scelta,ma io e lui siamo cresciuti insieme,non voglio che cambino le cose, mi piace, stare con lui, è il mio primo ed unico amico"

 

Ukitake sospirò posando la sua tazza, tese una mano per sfiorare le labbra di lei, invitandola a smettere di farsi male, lei lo guardo meglio occhi e smise di mordersi quando la punta delle dita del capitano le sfiorarono la bocca, rimase a guardarlo con un'espressione mista tra dolore e spavento, confusa, smarrita come un cerbiatto nel bosco, inseguito da tanti, troppi cacciatori, non voleva spaventarla o darle troppi grattacapi. Forse stava facendo l'egoista a tentare quasi di convincerla a restare, perche' era quello che lui voleva. Le sorrise lascivo, allontanando appena la mano per sistemarle una ciocca di capelli, appuntandogliela dietro all'orecchio

 

"Io sono e sarò sempre fiero di te, Himawari, sei una shinigami intelligente,non ho il diritto di discutere le tue decisioni, a meno che tu non me lo chieda"

 

La vide affondare le dita nello shihakusho,  il suo volto bianco latte si piegò e notò un luccichio bagnato nei suoi occhi, la sua mano si allungo' per prendere le dita di lui, stringendole piano

"ha le dita fredde,mi dia le mani, nemmeno il latte caldo riesce a scaldargliele...sta bene?"

lui annuo' appena. porgendo alla ragazza anche l'altra mano. Era buffo, la shinigami aveva mani piccole ed affusolate e a stento riusciva a trattenere le sue in un unica presa, eppure quelle mani erano cosi' calde, cosi' morbide. Prese a sfregargli le dita piano, trasferendo quel bel calore alle sue dita intorpidite dalla malattia, da tutti quei pensieri che non sembravano far bene alla sua salute. La shinigami si succhio' il labbro che per un attimo tremolo', lo sguardo fisso sulle mani di lui, le strinse piano

 

"Mi creda quando le dico che non é stata per niente, una scelta facile, capitano… "

 

Pronunciava "capitano" in modo strano, piacevole, non con tono solenne o servile come tutti gli altri, lo sussurrava o lo gridava come se fosse stato il suo nome,per un attimo, volle fingere che lo fosse davvero, buttando giù quel muro imposto dai loro ranghi sociali. Lei era ancora una studentessa, lui era il capitano del gotei, uno dei più anziani,per giunta. Con un sospiro impercettibile, Ukitake mise in punizione i propri pensieri, quando lei allontano' le mani, soddisfatta per averlo scaldato un po', ritiro' le mani , ora tiepide del suo calore , strinse la tazza e si morse la lingua

 

"Va bene.. "

"No, non va bene, capitano...non cosi'"

La ragazza tornò a guardarlo sconsolata, le braccia scivolarono verso di lei e  le caddero in grembo, come se la sua risposta, come se le sue parole l'avessero colpita in qualche punto spiacevole, il viso si piegò in una smorfia corrucciata, preoccupata, sembrò spremere le meningi al punto che Ukitake poteva sentire i suoi ingranaggi cigolare, poi la Shinigami sobbalzò, rossa in viso, quando il suo ginocchio sfiorò la gamba del capitano. Sentiva il cuore spaccato in due metà uguali, due uncini che tiravano dai una parte e dall'altra. Lei avrebbe davvero, desiderato considerare Ukitake il suo capitano, lo aveva desiderato da tempo, ma Sasuke aveva deciso di andare nella quinta compagnia e lei non riusciva a stare senza di lui. Era diventato la sua quotidianità, la sua sicurezza, il suo unico amico e compagno, condividevano la stessa solitudine, la stessa voglia di puntare in alto, eppure, quei pomeriggi a bere il latte, sarebbero potute diventare anche riunioni tra capitano e forse, luogotenente. 

"La prego, non smetta di preparare il latte a quest'ora! Cercherò di venire ogni volta che posso! Non deve per forza cambiare tutto! Sarò una Shinigami modello! Sarò brava! Non mi importa del capitano Shinji, Senza offesa… "

 

Si strinse la stoffa dello shihakusho con le mani fino a far sbiancare le nocche, tirando i tendini sotto la pelle, di nuovo si morse il labbro

 

"Lei… sarà sempre il mio capitano, non Shinji o chiunque altro… per me sarà solo lei…Capitano,io… "

 

Si sentirono dei passi frettolosi lungo il corridoio, un giovane shinigami era entrato di corsa nella stanza, con il suore che gli imperlava la fronte ed i capelli scomposti. Aveva i capelli scuri e gli occhi dello stesso colore, sembrava allarmato,stava sanguinando a un braccio, qualcosa non andava affatto

 

“capitano,siamo stati attaccati! Ci sono nemici all’esterno dei cancelli! si è aperto un garganta al nulla, siamo stati presi alla sprovvista! alcuni capitani sono irreperibili! la prego!”

 

Ukitake si alzò in fretta, lo stesso fece Himawari che raggiunse i corsa lo shinigami per aiutarlo a reggersi in piedi, arrivarono altri compagni, sembravano messi meglio di lui ed uno di loro se lo caricò in spalla

 

“andate dal capitano Unohana!ci pensiamo noi”

 

“ma, signorina, lei è una studentessa, non..”

 

Ukitake si affiancò alla ragazza con le braccia incrociate,l’aria pensosa,era vero, gli studenti non pitevano combattere di testa loro, prima della vera e propria licenza, la ragazza era in un certo senso con le mani legate, ma quella era un’emergenza, inoltre lui era il suo insegnante di kido, poteva considerarla una lezione extra con tanto di tutore. Se davvero aveva intenzione di unirsi alla quinta divisione,allora avrebbe fatto meglio a godersi la sua studentessa più che poteva.

 

“garantirò io per lei, sembra inoltre che  la maggior parte di voi sia ferita ed incapace di combattere,in emergenze come questa, tutto fa brodo”

 

si voltò verso Himawari con un sorriso, mentre la shinigami strinse l'elsa della sua zanpakuto, guardandolo seria e pronta ad eseguire ogni suo ordine. Sapeva che quella ragazza sarebbe stata più che utile in battaglia, forse più dei suoi sottoposti. 

 

“pronta,Himawari?”


“sì! capitano!”

 

--

 

Gli hollow erano entrati da un garganta aperto in fondo alla valle, non avevano idea di chi lo avesse aperto, sapevano solo che dovevano chiuderlo e in fretta. Il villaggio era stato invaso, le catapecchie che già cadevano a pezzi, avevano avuto un letale e definitivo colpo di grazia  da parte degli hollow. I tetti andavano in fiamme, gli shinigami tentavano di salvare i civili e tutto intorno era chaos e fumo denso. Il sole era oscurato dalla nube nera che si era levata sopra di loro, I sottoposti di Ukitake erano andati avanti con le loro zanpakuto Sguainate, pronti ad eliminare il nemico. Himawari rimase al fianco del capitano pensosa, osservava concentrata il campo di battaglia come per studiare una strategia, ma la presenza del capitano sembrava renderla tesa, lo conosceva da quando era arrivata alla soul society, era diventato il suo primo e forse unico vero punto di riferimento tra i suoi superiori, non voleva deluderlo.

 

"Dobbiamo farli indietreggiare, chiuderli dai lati, non possono sparpagliarsi"

 

Suggerì la shinigami guardando Ukitake, che annuì cupo

 

"Tu a destra, io a sinistra,convergiamo al centro, avviciniamoci e diamo comandi precisi, non possiamo farci sentire dagli hollow,potrebbero comprendere le nostre intenzioni"

 

Himawari annuì decisa sguainando la spada, corrugò la fronte in una smorfia severa, concentrata

 

"Sì, capitano! "

 

Scattò nella direzione opposta allo shinigami, puntando il primo bersaglio, aveva l'aspetto di una grossa lucertola, la sua lama lo tagliò in due come burro, spargendo a terra le sue viscere fumanti. Piroettò verso il nemico successivo, una creatura dall'aspetto scimmiesco che aveva atterrato un giovane shinigami inchiodandolo a terra, Himawari scivolò verso di lui, lo guardò mentre affermava uno shinigami con un tentacolo, trascinandolo verso le sue fauci a becco, ma la shinigami frenò proprio sotto a quel tentacolo, piegò la zanpakuto e vendette in tentacolo, mentre il ragazzo vestito di nero si fermò scontrandosi contro di lei. Himawari si trovò con la schiena a terra, il ragazzo poco più grande di lei che le si era puntellato sopra ansimandoil sangue della creatura era gocciolare addosso alla ragazza, sporcando di gocce di inchiostro la fronte ed i capelli rosa, ansia scivolando via dallo shinigami sopra di lei, aiutandolo ad alzarsi

 

"Stai bene?? "

 

"Sì! Grazie! "

 

Non aveva  tempo per i convenevoli, così lo salutò con un gesto mentre riprese a correre, come un cane da pastore col gregge. Strinse la presa sull'elsa, il sudore che bruciava sugli occhi, grondando sulla fronte, scorrendo sulle tempie come pioggia sul vetro

 

"Mieti, Kohime"

 

La zanpakuto si tramutò in una falce lunga quasi quanto lei, sul dorso era rifinita da disegni simili a rovi, la lama era invece irregolare, come se affilata con un pezzo di pietra. L'arma vibrò nelle sue mani quando con un ringhio lanciò un fendente che tagliò la strada a due hollow che avevano tentato di avanzare verso alcuni abitanti in fuga, attirando la loro attenzione. Le due bestie la guardarono dai loro occhi vuoti come voragini. Sentiva Ukitake ruggire ai suoi sottoposti degli ordini, così anche lei decise di imitarlo

 

"Forza!! Tagliategli la strada (magari anche qualche zampa)! Là!! "

 

Si sentì vibrare il petto da una scarica di Adrenalina, stava impartendo ordini a degli shinigami che tecnicamente erano di rango superiore. Molti di loro la guardarono allibiti, ma poi lo shinigami che aveva appena salvati si fece avanti

 

"Fate come dice!! Di là il capitano sta facendo lo stesso!! Avanti! "

 

Un'altro hollow eruppe dal terreno impregnato di sangue, più grande degli altri, attirato dalle grida e dal clangore delle armi. La polvere si sollevò, costringendo gli shinigami a coprirsi gli occhi, mentre la creatura incombeva su di loro, urlando di fame e rabbia. Tentacoli, spade e denti rendevano l'aria in un moto confuso, mente Yoshiki fece un passo indietro, chiedendosi se di là stava andando di merda allo stesso modo, ma non c'era tempo per preoccupata e ne, di certo, era lei quella nella merda, di là c'era un capitano, lì a dirigere le file c'era lei, una studentessa che doveva ancora dare l'esame finale di Kido, bene, meraviglioso. Himawari indurì i muscoli, piegandosi appena, concentrata sul suo nuovo, grosso, brutto e mortale bersaglio, una creatura dall'aspetto di un polipo, ma più brutto e incazzato, una sorta di creatura mitologica, un Kraken. Scosse la testa per schiarirsi le idee, si sentiva frastornata, sperduta, a dirigere un gruppo di shinigami, lontana dal suo unico punto fermo in quella battaglia.

 

*Forza, fagli vedere che sei una shinigami coi controcazzi, forza Himawari, sali in alto, verso di lui, sali, afferra l'irraggiungibile e stringilo forte, al suo fianco, devi ergerti al suo fianco*

 

Si concentrò sul terreno sotto ai suoi piedi, si piegò appena e scattò contro la creatura che gli ruggì in faccia, riempiendo di sputacchi disgustosi, ma lei non si fermò. La creatura cercò di afferrarla con un tentacolo spesso quanto il tronco di un salice, ma lei puntò il piede nel vuoto, trovando un appoggio invisibile per spingersi via da quell'obbrobrio. Levò la lama della falce e tagliò anche quel tentacolo. Fece un altro salto, alcuni shinigami lo stavano colpendo all'addome, altri tagliavano tentacoli, ma lei, stava puntando alla testa. Himawari strinse forte gli occhi e fece tornare la lama al suo stato naturale, la rinfoderó e si esibì in uno shumpo impeccabile, incombendo sulla testa della creatura come un angelo della morte, una mano tesa verso il basso, l'altra che teneva fermò il polso come se fosse stata un'arma, chiuse tutte le dita, tranne l'indice e il medio e prese la mira, contando la distanza tra lui è la bestia, attese ancora un po'di calando fino a poco meno di cinque metri dal Kraken

 

"Convergi, luce negli spazi di oscurità, Hadou 4, Byakurai!! "

 

Il raggio di energia sibilò nell'aria, nella direzione indicata dalle sue dita, calò fino a conficcarsi nella testa dell'hollow, trapassandolo fino a fare un buco nel terreno. Himawari gli si posò addosso come un passero sul ramo, il fiato corto, mentre la creatura si afflosciava a terra prima di scomparire, posandola a terra quasi con grazia. Alzò lo sguardo verso gli hollow rimasti, riprendendo fiato, si stavano convergendo tutti al centro, così anche lei corse in quella direzione, scacciando via il sudore dalla fronte, I muscoli doloranti, la stanchezza che cominciava a scivolarle sulle spalle come un macigno ingombrante. Era stanca ed emozionata, così ebbra del suo operato, che non vide una zampa fendere l'aria con un fischio, la sentì solo quando questa la raggiunse e le unghie le lacerarono un fianco, facendola gridare dal dolore. Aveva cercato di scostarsi all'ultimo istante,ma comunque l'hollow l'aveva presa e la shinigami perse l'equilibrio, rotolando a terra. Il senso di vertigine per quell'attacco improvviso e per l'adrenalina la fece quasi vomitare tutti i biscotti di Ukitake, mentre si puntellava sull'erba col gomito,l'altra mano a tenersi il fianco ferito, ancora stesa a terra, i muscoli dolenti la rallentavano di molto. In fatto di stamina, aveva concordato con se stessa che faceva schifo. La creatura che l'aveva colpita, scattò su di lei con un ringhio gutturale e spalancò le fauci orripilanti, famelico, sulla shinigami a terra. Himawari era su un fianco, aveva la lama rinfoderata, non sarebbe riuscita a fare nulla in tempo,non aveva una mano libera per attaccare con il Kido e a quella distanza ,avrebbe potuto staccare un braccio se avesse tentato di usare la sua katana. Imprecò,trattenne il respiro e chiuse gli occhi. Forse se la sarebbe cavata con un braccio in meno o con una brutta ferita, o forse…

 

Attese un dolore che non arrivò mai, né lo schiocco delle sue mascelle infernali addosso,nulla, solo silenzio ed il clangore di spade lontane. Sentì profumo di mughetto, poi il calore di un'ombra addosso a lei è quando aprì gli occhi, Ukitake dava le spalle all' Hollow che intanto, collassava a terra senza vita,svanendo in una nube di sabbia nera. In mano aveva le sue spade gemelle, la guardava preoccupato, mentre si chinava con una fretta quasi disperata su di lei. Cadde in ginocchio abbandonando le sue lame, con entrambe le mani la sollevò sulle sue gambe, un braccio avvolto dietro alle spalle per sorreggerla, l'altra era tesa sopra la ferita, ma ancora non l'aveva sfiorata, visto che c'era la mano di Himawari a coprirla. Si scoprì a sudare freddo, stavolta non per i suoi soliti problemi di salute

 

"Stai bene?? Fammi vedere"

 

La shinigami sembrava riprendere colorito, lo guardò negli occhi ancora sorpresa,poi tolse la mano e mise il broncio

 

"É solo un graffio"

 

 le dita del capitano si protessero per scansare la stoffa lacerata, i suoi occhi nocciola erano stretti in due fessure taglienti, concentrati su di lei, ciocche di capelli bianchi scivolano dalle sue spalle, sfiorandole il viso, ancora odore di mughetto nei polmoni

 

"Questo fallo decidere a me"

 

Asserì mentre al suo tocco, Himawari sussultò, il suo stomaco si rovesciò nel sentire il viso del capitano vicino al suo, il respiro di lui sulla fronte. Strinse i pugni e piegò il volto mordendosi il labbro, chiuse gli occhi cercando di respirare regolarmente, ma a malapena si ricordava come si respirava e non era per via della stanchezza o della ferita. Lo stesso capitano sembrava teso come una corda di violino, mentre si sbrigava a rialzarsi, aiutandola a sua volta a tirarsi su. Aveva la punta delle dita sporche del sangue di lei,  osservò il liquido scarlatto senza sorridere, ma poi sembrò rincuorarsi, guardandola mentre si scrollava via la polvere dalla sua divisa borbottando imprecazioni. Il fianco non le sanguinava molto, sarebbe bastata qualche benda ed una mezza giornata di riposo a sistemare il tutto. Portò una mano sull'elsa della spada, notando l'espressione serena del capitano, sicura che avrebbe ripreso a combattere senza altri strafalcioni.  Ma la voce di Ukitake la paralizzò di nuovo, lasciandola sgomenta a fissarlo , guardandolo come un parroco che aveva appena sentito una blasfemia in mezzo alla chiesa

 

"Bene, non è grave, é superficiale,ma la tua battaglia finisce qui"

 

Himawari lo guardò come se gli avesse rubato il portafoglio, sbattendo incredula gli occhi, scosse la testa contrariata, I pugni serrati mentre il piede pestava sul terreno

 

"No, col cavolo, capitano! "

 

Himawari si alzò testarda, la ferita le doleva e le irradiava leggere scosse lungo il fianco, ma di certo non le avrebbe impedito di terminare la battaglia. Per fortuna era riuscita a scostarsi quel che bastava per impedire all'hollow di colpirla in pieno, altrimenti a quest'ora, sarebbe stata impegna a raccogliere le sue stesse budella da terra. Ukitake però incombette su di lei, solenne, severo, incontrando però lo sguardo ostinato di lei, che intanto aveva ben pensato di rattopparsi la ferita con una fascia persa da qualche shinigami a terra

 

"Himawari!non discutere col tuo capitano"

 

"Voglio combattere con lei! Sto bene, non faccia l'ansioso per un graffio, lo ha detto lei! "

 

"Ma non voglio che tu ti faccia più male di così"

 

La ragazza fece un passo avanti, scosse il capo mentre si strinse forte guardando il capitano corrucciato, un sorriso le indugiò sulle labbra

 

"Lo sa, anche se me ne andassi ora, in futuro,mi farò male altre mille volte, capitano, ci saranno altre battaglie, dove stilleranno il mio sangue, ma é con quel sangue, che poi imparerò a non farmi fregare una seconda volta, la prego, voglio essere forte, non una codarda che si ritira, non posso ritirarmi al primo graffio, so che é in pensiero, ma deve lasciarmi andare, deve fidarsi di me,non mi farò fregare ancora, devo solo concentrarmi…ho sbagliato, mi sono fatta prendere dalla foga, tutto qui"

 

Ukitake rimase fermò a guardarla, pensoso, una goccia di sudore gli scivolò sulla tempia, la presa incerta sulle sue lame gemelle, serrò la mascella, un pensiero gli scaricò una scossa di paura e tristezza nelle viscere. Una malinconica comprensione gli serrò la gola, rendendo la sua voce un sussurro strozzato. 

 "Non voglio vederti andare via, ho paura, che se tu vai via, poi ti dimenticherai di me, col tempo, ti scorderai di controllare l'ora, magari arriverai che il latte si è freddato o forse non verrai affatto, io…"
 

La shinigami si gettò tra le sue braccia in una stretta impetuosa, le sue mani strinsero forte la stoffa bianca, come se fosse l'unica cosa a tenerla salda a terra

 

"Scemo!! Come può pensare una cosa simile?!Non vado da nessuna parte, capitano, non vado in un'altra dimensione, starò solo ad un paio di edifici da lei"

 

Il viso della shinigami era affondato nel petto del capitano, poteva sentirla tremare. Le sue braccia ai mossero incerte, tremanti,quando lentamente e quasi con timore, la strinse forte, piegando la testa su di lei.le labbra di Ukitake si posarono sui capelli di Himawari, che sussultò appena con un singhiozzo,stringendosi ancora più forte al suo haori

 

"Come può pensare che io tenga a lei così superficialmente dal dimenticarla? Lei é uno scemo,capitano… verrò a trovarla ogni volta che posso, potrà chiedermi di unirmi alle sue missioni quanto è quando vorrà, io non vado da nessuna parte, capitano, non dica sciocchezze, la prego, non abbia paura di questo, come potrei farle una cosa simile? "

 

"Himawari"

 

"Lei é e sarà sempre il mio capitano, la prego, non dubiti mai di questo"

 

La ragazza si allontanò dallo shinigami sciogliendo il suo abbraccio, si chino', raccolse le armi e gli porse le due lame gemelle con un sorriso
 

 

"Andiamo, capitano? "

 

Ukitake si sciolse in un sorriso, rincuorato dalle parole della shinigami, strinse le sue lame annuendo con fare deciso, era buffo, lui, il capitano più anziano del gotei, che chiedeva ad una studentessa di essere rassicurato. Quella ragazzina…perché aveva così tanta paura di perderla? O meglio, perché aveva paura di lasciarla andare per la sua strada? In fondo non se ne sarebbe nemmeno andata dal gotei, semplicemente, avrebbe lavorato principalmente per la sua divisione. Forse era solo un pensiero, un desiderio suo, egoista, voleva averla lui, per sé,voleva essere il suo capitano,la sua guida. Voleva vedere ogni giorno, quel sorriso solare, quel suo modo di fare, delicata e fatale, bella come pochi, voleva scoprire tutto di lei, tenerla al sicuro e vederla sbocciare. Ma quella era la sua vita, la sua scelta e lui doveva rispettarla. L'avrebbe comunque seguita, anche da lontano, anche senza toccarla, senza averla sua, lui voleva solo essere lì per ricevere un po' di di quel calore, da quel piccolo girasole che ai suoi occhi, era il suo sole. 

 

"Fai strada, Himawari"




 

  
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