Titolo: Guess I need you
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 733 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Jonathan Samuel Kent, Damian Wayne
Rating: Verde
Genere: Generale
Avvertimenti: What if?, Slash
The time of our life: Età adulta, Album Canzoni, 128. "Everytime, Britney Spears"
 
 
BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

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    Jon trasse un lungo sospiro e guardò verso la terra attraverso gli enormi schermi protettivi della Torre di Guardia, col volto contratto in una maschera sconsolata.
    Erano passate tre settimane da quando era successo, e non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe potuto sentirne la mancanza fino a quel punto. Ogni volta che chiudeva gli occhi era lì, davanti a lui, prendeva forma nei suoi sogni e sembrava chiamarlo senza sosta, ma lui non poteva raggiungerlo a causa della nube di kryptonite che avvolgeva la terra da quando la bomba di Luthor era esplosa e le particelle si erano fuse con l’atmosfera. E, fino a quel momento, Jon non era mai stato così consapevole di quanto avesse bisogno di lui e di quanto gli mancasse, di quanto volesse averlo al proprio fianco e sentire il suo profumo.
    Cosa stava facendo in quel momento? Aveva continuato ad andare avanti con la sua vita, dimenticandosi di lui e di ciò che provava nei suoi confronti? Il solo pensiero gli stringeva il cuore e, senza distogliere lo sguardo dallo splendido pianeta azzurro che aveva davanti, si chiese distrattamente quando avrebbe potuto mettere nuovamente piede lì. Il resto della Justice League stava lavorando ad una soluzione per eliminare i residui di kryptonite – sia madre gli aveva raccontato che era già successo una volta e che tutti i kryptoniani avevano dovuto abbandonare il pianeta per non essere contaminati –, ma Jon aveva come l’impressione che a quel punto sarebbe stato troppo tardi.
    «And every time I see you in my dreams, I see your face, it’s haunting me… I guess I need you baby…»
    «Quanto la fai tragica, J!»
    La voce di Damian lo riscosse e si voltò verso di lui con gli occhi lucidi, lacrime di frustrazione ruzzolarono lungo le guance alla vista dell’amico che, a braccia conserte e con un sopracciglio inarcato, lo fissava impassibile.
    «Tu non puoi capire, erano tutto per me!» Jon indicò la grande vetrata dietro di loro. «Avevo una scorta in attesa di poter tornare sulla terra e tu l’hai gettata nello spazio!»
    «Che ti serva da lezione», sentenziò Damian in tono glaciale, puntando un dito verso di lui. «Questo è il Quartier Generale della Justice League, non un ristorante cinese di serie Z. Quei noodles puzzolenti non metteranno più piede qui»
    «Sei un mostro».
    «Sono Batman».
    «Molto infantile, D».
    «Anche il tuo comportamento. Non posso credere che a venticinque anni suonati tu, che dovresti essere Superman, ti strugga in questo modo per dei noodles istantanei». Alla vista dell’espressione corrucciata di Jon, Damian roteò gli occhi e si massaggiò il setto nasale con due dita. «Ti porterò in un ristorante dove potrai mangiarne quanto te ne pare. Il miglior ramen di tutta Metropolis».
    Jon per un istante non disse nulla e si limitò a guardarlo, poi rise genuino prima di volargli accanto e avvolgergli un braccio intorno ai fianchi. «Quindi lagnarmi è servito?» prese in giro, e Damian sbuffò.
    «Sei un idiota, J».
    «Correggo: il tuo idiota. E tu sei il miglior fidanzato del mondo».
    Damian guardò altrove, seppur conscio di non poter nascondere il rossore che si era dipinto sulle sue guance e che Jon avrebbe comunque potuto avvertire. «-Tt- puoi dirlo forte, visto che mi tradisci con quegli stupidi noodles che non solo vorresti sposare, ma io te lo lascio anche fare», affermò tra sé e sé, facendo ridere Jon a tal punto che gli fecero quasi male le guance e si chinò verso di lui, poggiando la fronte contro la sua.
    «’Cause you’re crazy and I’m out of my mind…» canticchiò sotto voce, ma Damian sbuffò.
    «Non attacca, J».
    «’Cause all of me ~ loves all of you…» continuò imperterrito, e Damian stavolta aggrottò la fronte.
    «Jon…» lo avvertì, ma Jon si limitò a stringerlo a sé e cominciare letteralmente a danzare con lui, approfittando del fatto che Damian, tutto sommato, non stava opponendo poi così tanta resistenza.
    «Love your curves and all your edges…»
    «Jonathan».
    «All your perfect imperfections~»
    Scocciato, Damian lo afferrò per il mantello e, attirandolo a sé, lo mise a tacere con un bacio, lasciando che il resto dell’adrenalina facesse il proprio corso. E quando gli altri eroi tornarono alla Torre di Guardia, non si meravigliarono più di tanto di vedere Batman e Superman pomiciare contro lo schermo protettivo che offriva una splendida visione del globo terrestre.

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_Note inconcludenti dell'autrice
Scritta per l'iniziativa #thetimeofourlife indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom
Mi meraviglio di me stessa, anzi, taccio che io boh non so come sia uscita sta roba. Ammetto che non mi andava di fare roba triste e stavo cercando di capire come sbrogliarmela vista la canzone che avrei dovuto usare, poi ho avuto l'illuminazione!
Una spiegazione veloce: Damian odia davvero il fatto che Jon mangi i noodles perché secondo lui puzzano un sacco, e Jon quand'è piccino afferma davvero di non volersi sposare e di voler sposare solo i noodles se mai lo farà. Tutto canonico as always, io utilizzo elementi e li rigiro a modo mio (ed è sempre una delusione pensare che la DC non sfrutti tutto questo potenziale, accidenti!)
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥

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