Due livelli sotto
Esplosioni.
Il cemento ovatta tutto.
L'orco è entrato in casa.
Mamma sanguina.
Papà soffre, cade e si rialza.
L'orco picchia forte.
Paura e coraggio camminano insieme.
La sirena urla.
Le voci dei figli, le nostre, si alzano.
Il canto, due livelli sotto:
"Non è ancora morta la nostra gloria."
Torneremo a casa.
Rivedrò la città morta.
Sentirò ancora la voce latina.
Camminerò a testa alta.
Resto stretta tra le sue braccia.
Il mio cuore si rifugia lì.
Gli occhi guardano in alto.
"Che tu sia maledetto, invasore."
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Messaggio dall'autore
Salve a tutti.
Mi rifaccio vivo dopo un po' di tempo per pubblicare questa piccola poesia, scritta a giugno. La protagonista è Olga, una mia cara amica di Kyiv che dal 24 febbraio, giorno dell'inizio della guerra in Ucraina, ai primi di aprile, quando i russi hanno lasciato la regione, ha vissuto per più di un mese in un parcheggio due livelli sotto terra, per ripararsi dai bombardamenti.
Alcune note che aiuteranno a comprenderla meglio.
- "Mamma" è l'Ucraina;
- "Papà" sarebbe l'insieme delle forze armate ucraine;
- La "città morta" è Pripyat, la città abbandonata nel 1986 a seguito della catastrofe di Chernobyl, dove Olga lavora come guida;
- La "voce latina" è la mia;
- Nell'ultima scena, ho immaginato lei che abbraccia il suo ragazzo durante un bombardamento.
Alla prossima,
Frenz