Mentre chiudeva il palmo intorno
al pomello della porta della stanza di
ospedale, Olivia chiuse gli occhi e prese un profondo respiro,
preparandosi a
cosa- chi- vi avrebbe trovato dall'altra parte.
Razionalmente, sapeva che le cose
non potevano andare così male: Amanda era
riuscita a farcela, era sopravvissuta, nonostante l'abbondante perdita
di
sangue e le ore di chirurgia.
Ma, e questo era ciò
che contava davvero, era viva: merito della sua volontà
ferrea e alla sua forza interiore, ma anche la rapidità con
cui Dawson aveva
reagito.
"Ehi." Le sorrise appena entrata
in stanza, modulando la voce per
renderla bassa e dolce, affettuosa, quasi consolatoria. "Sembra che
qualcuno abbia svaligiato un negozio di fiori!"
Rollins sorrise- un'azione
semplice che però causò una scossa di dolore per
tutto il corpo, e le fece stringere i denti.
"Ehi, rilassati Amanda, va tutto
bene, non sforzarti." Il suo
capo, ed amica, continuò, senza mei perdere il sorriso.
Olivia afferrò una
sedia e si sedette accanto al letto d'ospedale, e prese a guardarsi
intorno: la
sua era stata una battuta, ma non era poi così lontana dalla
realtà, davvero
quella stanza era piena di fiori, da parte di colleghi, amici,
famigliari,
rappresentanti vari delle forze dell'ordine e della politica... tutti
mazzi
bellissimi, ricchi, lussuosi, quasi.
E poi, sul comodino, c'era un
mazzetto di fiorellini semplicissimi, fiori
forse di campo, con un biglietto aperto accanto, interamente ricoperto
di scarabocchi,
di una calligrafia infantile ma gradevole e di una che Olivia conosceva
fin
troppo bene- quella di Carisi.
Lui le aveva portato i suoi fiori
preferiti, ed un biglietto da parte delle
sue bambine- le loro bambine, perché anche se Jesse e Billie
non condividevano
il suo stesso sangue, Carisi se le aveva amate entrambe dal primo
momento in
cui le aveva viste.
"Sono felice che tu sia passata,"
Rollins prese un profondo
respiro, stanca dopo sole poche parole, ed Oliva le strinse la mano.
"Ehi, non stancarti, volevo solo
essere certa che tu stessi bene,
ok?" Tentò di rinfrancarla, ma Amanda serrò le
labbra ed iniziò a
piangere, stringendo con forza quasi erculea la mano di Olivia.
"No, Olivia, io...." Amanda chiuse
gli occhi, e prese un profondo
respiro. "Non sono certa di riuscire ancora a farcela. A... a fare
questo
lavoro. Stare sul campo."
"Amanda, Amanda..." Olivia si
chinò su Amanda, cercando di
replicare alla presa della collega, cercando di sovrastare la voce
colma di
panico dell'altra donna, ma Amanda scosse il capo, con le lacrime agli
occhi.
Non era facile nemmeno per lei.
"Ci sto pensando da un po', in
realtà..." Ammise, quasi
vergognandosi e sentendosi colpevole nemmeno fosse stata una ladra. "Ma
questo... questo mi ha fatto capire che forse...
forse è il momento che cambi
qualcosa."
"Non devi prendere una decisione
adesso, sei turbata per quello che è
successo ed è logico." Olivia provò a farla
ragionare. "Pensa a
guarire e poi vedremo il da farsi."
"Liv, non avevo nemmeno salutato
Billie ieri mattina!" Un'altra
fitta la percorse da capo a piedi, ed Amanda imprecò a denti
stretti,
sibilando. "A questo pensavo mentre quel tizio mi puntava la pistola
addosso! Che non avevo nemmeno salutato mia figlia! E non voglio mai
più ritrovarmi
in quella situazione."
"Quindi..." Olivia la
guardò, con un'occhiata carica di giudizio.
"Butti tutto all'aria? Rinunci a una cosa che sai fare davvero bene?
Amanda, sai quante madri ci sono in polizia? Anche io..."
"Certo che lo so!" Alzò
leggermente la voce, sollevando la
schiena dal cuscino, ma di nuovo il dolore le fece visita, ed Amanda
ricadde
pesantemente all'indietro. "Liv, amo il mio lavoro, e voi... voi siete
la
mia famiglia, molto di più dei miei genitori o di mia
sorella. Ma le mie
figlie... e... e Sonni, loro adesso sono la mia priorità. E
se per tenerli al
sicuro e tranquilli devo lasciare la SVU e accettare un incarico da
colletto
blu, sono disposta a farlo. Perché per quanto ami questo
lavoro, Liv, io amo di
più tornare a casa la sera a trovare Billie seduta a tavola
mentre Jesse
apparecchia e Carisi cucina cena."
Di nuovo, le tornarono le lacrime
agli occhi: stavolta però c'era il
sorriso sulle labbra, ed Amanda risplendeva di gioia.
Olivia scosse il capo, rassegnata:
non era questione di tempo. Amanda ormai
aveva preso una decisione, e non sarebbe più tornata
indietro.
"Il collega di Donovan
all'antifrode sta per andare in pensione. Vuoi
che metta una buona parola per te?"
Amanda le sorrise, mimando con le
labbra un grazie. Olivia le dette un leggero
bacio sulla fronte, e le strinse la mano prima di alzarsi.
Arrivata alla porta, si
fermò, voltandosi a guardare Amanda, con un sorriso
velato di tristezza.
La sua amica stava bene- ma
avrebbe perso uno dei suoi migliori agenti. Ma
dopotutto, la vita era anche questo.
Cambiamenti, e novità.