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Autore: AndreMCPro    29/09/2022    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
Tempo fa, io e mio fratello ci siamo trovati coinvolti nel compimento di una delle nostre stesse storie. Ma il nostro viaggio non è ancora finito, e così, dieci mesi dopo, qualcosa succede... e siamo richiamati in quel mondo per intervenire.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Herobrine, Notch, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
La Guerra del Cosmo

Cap.17 – Successione
 
«Dove diamine è sparito?» urlo, vedendo Massimo attraversare la barriera senza riapparire dietro di essa. Quel fascio di luce si ritira sino alla bacchetta posta in cima, così prendo il volo e subito lo seguo
Eccolo lì, mio fratello, avvolto in una sorta di bolla che scompare poco dopo.
«Maledetta! Lascia andare mio fratello!»
Inizio a scagliare fulmini e saette e a caricare i pugni a piena potenza. La barriera reagisce di conseguenza, ma la cosa non mi ferma. Anzi, carico un nuovo colpo, approfittando del sovraccarico causato dai colpi restituiti, ma lui alza gli occhi e mi vede. Agito le mani.
«Stai bene?» Grido. Lui alza il pollice della mano destra, poi fa cenno di prima aspettare e poi di scendere.
Scende dalla torre più alta attivando il suo zaino mentre lo seguo con gli occhi. Raggiunge i maghi, che sono rimasti a fissare la scena. Prende alcuni di loro e, usando i suoi poteri, che sembra di aver riacquistato, inizia a far crescere grano e diversi tipi di piante da frutto. Parla con un gruppo, che subito si disperde, forse seguendo il suo ordine, e poi si avvia verso la barriera. Raggiunto uno dei bordi posa la mano, e questa la attraversa senza problemi, così torna indietro, dice qualcosa ad alcuni maghi e poi torna da noi attraversando la barriera, che lo lascia andare senza opporre resistenza.
«Cos’è successo? Come ha fatto?» chiede Ezio toccandomi, come se non potesse credere ai suoi occhi.
«Ho parlato con Edoardo»
«No, non è possibile, è morto!» risponde lui indietreggiando, disturbato dalle parole di Massimo.
«Lo so, ma la sua bacchetta ha permesso il nostro incontro per poter parlare» risponde Massimo, che poi alza lo sguardo verso sud.
«Aspettiamo qualcuno?» chiede, facendoci notare il polverone arrivare da sud.
«No, signore, non siamo avvertiti di nulla»
«Andrea, preparati. Non mi piace quello che sento…»
Un gruppo di guerrieri si avvicina a cavallo e raggiunge l’accampamento in poco meno di un quarto d’ora. I soldati li aspettano, pronti sia ad accoglierli che a difendersi.
«Vogliamo parlare con il vostro superiore!» urla uno dei soldati a cavallo.
Il comandante fa per andare a parlare con loro, ma subito Massimo lo ferma.
«Andrea, sarebbe meglio che vada tu. C’è grande potere lì in quel gruppo»
«Ma sono io il responsabile della guarnigione! Non voglio mancarvi di rispetto, ho visto le vostre spille, ma conosco i miei uomini…»
«Ha ragione Massimo, sarebbe meglio andassi io ma…» mi volto verso mio fratello «…anche il capitano ha le sue ragioni. Mi preparo al peggio e proteggerò il capitano. Se ci sarà un attacco mi aspetto che tu resti nelle retrovie, non sei in condizioni di combattere in prima linea»
Detto questo ci avviamo e raggiungiamo l’emissario, a metà strada tra i due eserciti.
«Sappiamo che la barriera è stata superata. Siamo qui a reclamare la bacchetta del Primario dell’Ordine per il suo successore»
«Ho paura di dovervi deludere, ma la bacchetta è ancora al suo posto e la barriera ancora protegge l’accademia» risponde il capitano, decisamente nervoso.
«Questo lo vedo, ma la barriera è indebolita, quindi vi ordiniamo di ritirarvi e di cedere il controllo della zona per il nostro signore»
«E chi è il vostro signore?» incalzo di istinto.
«Il futuro re di Enderia. Il Re Spark non è più in grado di governare, pertanto presto dovrà cedere il passo a qualcuno più forte in grado di riportare potere e ordine nel paese»
«Prima cosa: per voi è il Re Sparklez. L’abbreviativo è solo per gli amici, cosa che voi non siete. Seconda cosa: questa zona è sotto il controllo della gilda di Vulcan City, e visti i vostri armamenti presumo che siate sempre voi quelli che hanno attaccato la città due giorni fa, quindi ora sentite quello che vi dico: girate i cavalli e andatevene con le vostre gambe, o giuro che di voi resterà solo cenere»
Il capitano resta a guardarmi, poi scocca un’occhiata al gruppo dietro di me. Probabilmente si sta rendendo conto che il suo è solo un piccolo esercito, e quelli davanti a loro, anche se pochi sono decisamente superiori.
«Queste sono le vostre ultime parole?» chiede il soldato a cavallo.
«Puoi anche andare dal tuo capitano a dirgli che noi restiamo qui»
Il cavaliere si allontana. Noi ci avviamo verso il campo, ma tutto ad un tratto sento un dolore lancinante alla schiena. Alzo subito una barriera per proteggere il capitano, che schiva qualcosa voltandosi verso di me. Appena in tempo, a quanto pare, perché sento del legno infrangersi sullo scudo.
«Signore, ce la fate?»
«Date l’ordine di prepararsi! Lo so che non siete dei guerrieri d’assalto, ma siete dei difensori e dovete solo tenere la posizione…»
«Ma i rinforzi non arriveranno mai in tempo» risponde lui aiutandomi a raggiungere la base.
«I rinforzi siamo noi…» ansimo, ma la testa mi gira troppo, probabilmente quello che mi ha colpito non era una semplice freccia. La estraggo, e noto che la sua punta è ricoperta di un liquido verde.
«Avvelenata… Ci avrei giurato…» borbotto a mezza voce. Massimo mi si avvicina e prova a curarmi tendendo le mani, ma dimenticando che è momentaneamente incapacitato.
«Sto bene, devo solo riprendermi dall’impatto. Ora torno indietro e li faccio pentire di essere nati»
Mi alzo e mi preparo a combattere. Subito vengo attaccato, ma senza ritegno stendo prima i cavalli e poi loro a colpi di sciabola. I primi tre cadono come mosche, poi eccone arrivare altri venti… no, aspetta, ora ci sono anche golem armati. Se non altro la cosa si fa interessante. Estraggo anche lo spadone e lo impugno, e poi rinforzo il braccio sinistro con elettricità condensata per usarlo come seconda spada.
«Che la mietitura abbia inizio!»
Mi distacco dai miei compagni e inizio a falciare letteralmente tutto quello che trovo. Per i primi dieci minuti siamo in vantaggio, e costringiamo i nostri nemici a retrocedere. Poi però inizio ad avere la sensazione che stiano solo temporeggiando. Devo sorprenderli.
Mi teletrasporto alle loro spalle. Loro, sorpresi, si voltano, ma prima che possano reagire tre di loro si dissolvono, fatti a metà dalle mie spade. Attacco il successivo ma manco il bersaglio. La vista mi si offusca, e il mio spadone inizia a pesare troppo.
«Bene, il veleno inizia a fare effetto!» sento giungere da qualche parte, ad una certa distanza davanti a me. Tre scariche di fulmini mi colpiscono, facendomi cadere in ginocchio. L’armatura li assorbe, ma solo in parte. Sono pur sempre tre fulmini.
Nel tentativo di reagire tento nuovamente l’attacco, ma sono troppo lenta e riesco solo a ferirne uno. Sento delle fiamme crepitare vicino a me, e la vista smette per un momento di offuscarsi, rivelando tre palle di fuoco in arrivo. Provo a radunare le forze, ma un grande mal di testa mi deconcentra. Maledetto veleno…
All’improvviso sento la voce di Massimo, carica della stessa rabbia con cui aveva spaccato la terra al fronte, gridare: «Nessuno tocca mio fratello!»
Si para davanti a me e crea subito uno scudo. Chiudo gli occhi, pronto a subire l’impatto, ma le palle di fuoco rimbalzano tornando al mittente. I tre maghi evitano l’esplosione, ignorando le conseguenze sui propri alleati, ma restano come bloccati appena notano Massimo e il suo nuovo bastone.
«Ma quello è…» Inizio, ma vengo subito interrotto.
«Daccelo subito e vi lasceremo andare» Interviene un mago avversario.
Lui lo ignora, tiene puntata la bacchetta e con la mano libera mi afferra per un braccio.
«Tutto ok? Cosa hai? Sei pallido…»
«Una freccia avvelenata… Mi sta togliendo le forze… Ti devo un favore…»
«Finiscila e prendi questa» E mi passa una pozione verdastra per nulla appetitosa.
«Sembra…»
«Non chiedere. Fa schifo ma bloccherà il veleno»
Effettivamente fa schifo ed è viscida, ma sembra che la mia situazione si sia stabilizzata.
«Che fai? Ci ignori?» Ci interrompe un altro del trio.
«Vi sento benissimo, e ho una contro-proposta: arrendetevi subito o io e la mia nuova amica vi faremo pentire di essere nati»
Il bastone sembra quasi voglia mettere del suo, illuminando il cappuccio superiore.
I tre restano di sasso, poi lanciano un incantesimo che sembra non avere effetti se non quello di nascondere la loro presenza. Poi uno dei tre aggiunge: «Torneremo a prendere ciò che ci appartiene»
Massimo dirada la nube con il solo movimento della bacchetta, ma dei tre non resta che una debole traccia di un cerchio magico rosso.
Massimo corre lì dove sono scomparsi, ma quando tenta qualcosa il bastone non reagisce. Anzi, si sfila dalle sue mani e si avvicina a me.
La vista di questo bastone sospeso di fronte a me e che mi gira intorno mi prende di sorpresa, ma poi torna da Massimo non appena si accorge che si sta avvicinando.
«Sì, ho capito, sistemiamo mio fratello. Come stai?»
«Da schifo. Da quando parli con le bacchette?»
«Da poco, ma è una cosa che ti spiego dopo. Ora ci serve aiuto. La pozione è solo una cura momentanea, rallenta il processo. Il suo inventore non ha completato la cura»
Ci avviamo all’accampamento, dove subito dei maghi arrivati dall’accademia ci vengono in aiuto con la loro conoscenza.
Massimo gli porge degli appunti. Inizialmente sono contrari, ma lui li richiama: «Quella regola aveva senso finche la guerra non è venuta a bussare al vostro portone. Nessuno ama la violenza, ma se ti sfondano il portone di casa tu reagisci»
Dopo poco in cinque maghi tornano con una pozione che non preannuncia nulla di buono.
«Farà effetto» Mi assicura un mago.
«Effetto immediato» Aggiunge il secondo.
Nessuno dei cinque si degna di avvisarmi su quanto puzzi e bruci allo stesso tempo, come se ti scorresse un fuoco nelle vene. Arrivano addirittura a tapparmi la bocca per costringermi a deglutire.
Mi sveglio intorpidito e tremendamente assetato. Massimo è seduto su una sedia, addormentato, e non sembra essersi mosso da parecchio tempo.
Ezio entra e vedendomi sveglio mi porge una pezza bagnata e dell’acqua.
«Hai dormito per un giorno intero, ma il veleno è stato debellato. Massimo ha vegliato su di te tutto il tempo»
«E sono rimasto sveglio!» Aggiunge lui stiracchiandosi. «Come ti senti?»
«Meglio, ma adesso ho una gran fame…»
«Ottimo, direi! Seguimi, i ragazzi dell’accademia hanno preparato un bel banchetto e muoio dalla voglia di entrare lì dentro»
«Non lo metto in dubbio…»
«In più vorrei vedere lo studio del Primario… secondo me sospettava qualcosa. L’incantesimo della barriera è una cosa davvero grossa, ma andava preparata per tempo»
«Dici che sapesse dell’attacco?»
«Se non altro se l’aspettava. Non volere i maghi in guerra è una regola messa prima dell’inizio delle ostilità. Lui è venuto a conoscenza di qualcosa e forse scoprire cosa ci potrebbe essere di aiuto»
«Posso venire con te?» Chiede Ezio, speranzoso.
Massimo annuisce, ammonendolo però di non toccare nulla senza autorizzazione. «Lo studio di un Primario può essere pericoloso per i non praticanti»
«Mi spieghi un altra cosa?» chiedo, dubbioso.
«Cosa?» risponde lui, guardandomi.
«Non mi hai più detto come hai fatto ad avere quel bastone.  Sei il nuovo primario?»
«Chi, io? Te lo immagini, io Primario?» e scoppia a ridere. Non che abbia tutti i torti, tra tutti gli elementi, l’Ordine mi sembra decisamente quello che lo rappresenta di meno.
«Ti ha visto in difficoltà e ha sentito il mio grido di aiuto. Così ha interrotto l’incantesimo perpetuo… o forse era previsto così, non so… e mi ha raggiunto. Ma non sono il nuovo primario»
Estrae il bastone dalla cintura, dove noto altre bacchette, e mi mostra una scritta illeggibile.
«Vedi? Cosa leggi?»
Nel dirlo anche Ezio si avvicina, e all’unisono rispondiamo «Niente?»
«Come, niente? Questo è il nome di Edoardo!» Conclude lui, sorpreso. «Quindi voi non riuscite a leggere, ho capito»
Ci spiega come le bacchette dei primari scelgono il loro mago, come il rituale di passaggio viene fatto con i membri della cosiddetta Cerchia degli Eletti, i maghi più probabili come successori, e come questa reagisce al loro tocco.
«Quindi mi stai dicendo che se sapessero leggere il nome non servirebbe la procedura ?»
«In pratica sì, ma non essendone in grado deducono dall’aggiunta di una scritta che sia ora di un passaggio di consegne»
«E questa invece cos’ha? Non funziona?»
La bacchetta sfugge alla presa di Massimo e colpisce in testa Ezio, che si regge la testa dolorante.
«Calma, ragazza. E tu non la insultare» Li ammonisce Massimo.
«Poi vuoi farmi credere che si muova da solo? Falla finita!»
«I bastoni, sopratutto quelli dei primari, hanno questa capacità. Dipende sempre dalle capacità del mago, ma anche la potenza della bacchetta stessa influisce su questo fenomeno»
«Anche ammettendo che ci voglia credere…» Replico io. Il bastone fa’ per muoversi ma mio fratello la trattiene. « Come mai non ha nominato un successore? »
«Forse perche Ed è ancora vivo?» Chiede Ezio, speranzoso.
«No, non illuderti. È morto per scelta, per proteggere i suoi amici e la sua famiglia»
«Ma allora perché?» Incalza Ezio.
«Forse non lo percepisce o deve ancora nascere? O non è pronto?» Ipotizzo io, perplesso.
«Sì, può darsi. Non so se ha un raggio di azione, questa cosa, ma se così fosse allora potrebbe non essere in zona. Comunque sia, per ora ha deciso di restare con me. Forse spera di trovare il successore con me, oppure…»
«Oppure cosa?»
«Oppure mi ha solo visto talmente in crisi che ha deciso di aiutarmi per un po’» e si gratta la testa osservandola, per poi metterla via.
Raggiungiamo l’accademia. I maghi si lamentano della nostra richiesta, ma dopo qualche scambio di battute tra loro e Massimo quelli lasciano passare i due. Io invece mi unisco al banchetto.
Dopo cena noto movimenti in una sala adiacente, e lì vedo con piacere che i maghi hanno deciso di non restare ad aspettare impreparati ad un possibile nuovo attacco.
Tra le cose che vedo passare ci sono golem di ogni dimensione, e carri carichi di pozioni e olio con grossi pentoloni diretti verso la cima delle mura.
«Abbiamo deciso di seguire il consiglio del Gran Maestro» Mi conferma un mago di passaggio.
«Prepararsi al peggio?»
«Prepararci ad accogliere gli ospiti. Vulcan City ci ha protetti, ma è giunta l’ora di fare la nostra parte»
«Non volevate andare in guerra, ma se è lei a venire da voi…» replico io.
«Noi risponderemo con un bel “No grazie, potete anche andare a…”»
«Non essere così volgare, ragazzo» Lo ferma Massimo.
«Mi scusi, Gran Maestro…»
«Cos’è questa storia?» Chiedo.
«A quanto pare io sono il primo “vero mago” da secoli, non gli ho detto io di chiamami cosi. Anzi, credo che sia tutta colpa di Edoardo. Un suo ultimo scherzo, che ci posso fare?»
«Puoi gongolare di meno, ecco cosa. Piuttosto, trovato qualcosa?» Aggiungo.
«Forse!» Risponde Ezio, che poi guarda Massimo con sguardo colpevole.
«Tranquillo, “forse” è la risposta giusta, devo capire ancora che significa, ci sono alcune cose di Edoardo e della sua morte che mi danno da pensare, ma credo di aver finito qui»
«Quindi rientriamo in città?» Chiede Ezio.
«Restate per la notte» Aggiunge il mago che li seguiva. «Non è bene viaggiare di notte»
«Per noi non…» Ma sotto lo sguardo serio di Massimo mi fermo un attimo prima di riprendere: «Non dovevate disturbarvi, potevamo comunque arrangiarci all’accampamento»
Max annuisce lentamente al sentire la mia nuova frase.
«Siamo tutti amici» Risponde il mago. «Abbiamo invitato anche i soldati a entrare nei confini dell’accademia. Gli incantesimi li terranno al sicuro, o per lo meno saranno più protetti»
  
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