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Autore: Nitrotori    01/10/2022    0 recensioni
Annualmente due regni un tempo in perenne guerra, si radunano per ingaggiare in uno scambio culturale per mantenere la ormai duratura pace. Nove talentuosi rappresentanti scelti da entrambi i regni salpano a bordo della nave Fraternity, tuttavia durante il viaggio le loro vite vengono messe in pericolo da un misterioso incidente.
ATTO 1 - Terminato
ATTO 2 - In corso...
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Arrivò la notte. Il buio coprì ogni angolo dell’isola, facilitando il torpore negli animi stanchi dei sopravvissuti. La mancanza di cibo pesava enormemente sulle loro resistenze, ed era solo questione di tempo prima che l’intero gruppo crollasse sotto il peso della debolezza.

In quei momenti però, era la forza di volontà che dominava ogni altra cosa.

Alphonse non riusciva a dormire, nonostante l’enorme stanchezza, qualcosa gli impediva di chiudere gli occhi.

Quel sogno era ancora perfettamente vivido nella sua mente, portandolo a riflettere e a perdersi in un oceano di pensieri. La sua mente pulsava, sia dalla fame, sia dal bisogno di avere risposte.

Ma alla fine la fatica prese il sopravvento. Fu come se qualcuno lo avesse spento e lentamente ogni pensiero si sgretolò, diventando incomprensibile e fumoso.

Prima di chiudere gli occhi però, vide qualcuno in piedi davanti a lui: Harris.

Cosa ci faceva in piedi? Ma Alphonse non ebbe le forze di fare nulla, chiuse gli occhi e la sua coscienza vagò nuovamente nel vuoto.

 

Riprese i sensi la mattina seguente e al suo fianco c’era Leah.

“Come ti senti?” Gli chiese lei con un sorriso debole.

La ragazza aveva una pessima cera, ma era ancora in piedi. Si stava sforzando di sorridere, ma sapeva bene quanto quella situazione fosse disperata.

“Sto bene” Rispose il giovane minatore, cercando di sorridere a suo modo.

“Ecco tieni..:”

Leah gli consegnò un piatto di coccio, con sopra tutto quello che restava del cibo. La ragazza aveva già distribuito equamente i viveri e ora, non ne rimaneva più niente.

Alphonse mangiò quel poco che c’era sul piatto, e lo aiutò per lo meno a recuperare un po’ di forze.

“Dove sono gli altri?” Chiese Alphonse guardandosi attorno.

“Per fortuna Simon, Sua Altezza e Anglia stanno bene. Affamati, come tutti, ma stanno bene” Rispose lei. “Anglia ha perso molto sangue, ma… oh giusto, tu non sai cos’è successo”.

Alphonse scosse il capo, i suoi ricordi più vividi erano quando stava pescando e poi…non voleva pensarci di nuovo. Soltanto ricordare quell’incubo gli causava forti dolori di testa.

Leah lo aggiornò sugli ultimi eventi, comunicandogli anche che suo zio Orin era scomparso.

“Dobbiamo trovarli…” Disse Alphonse preoccupato.

Leah annuì “Ne stavamo giusto discutendo, stavamo aspettando te…”

La ragazza allungò la sua mano e Alphonse la afferrò alzandosi in piedi. Probabilmente quello sarebbe stato l’ultimo giorno della sua vita, doveva fare qualcosa… qualsiasi cosa.

Una volta riunito assieme a tutto il gruppo, Alphonse posò lo sguardo su Harris. Ricordava a malapena cos’era successo dopo il suo risveglio, ma lo aveva visto in piedi mentre lo fissava.

“Stai bene Alphonse?” Chiese Harris decisamente pallido e indebolito.

Il giovane minatore sorrise appena “Potrebbe andare meglio”. Poi rivolse lo sguardo a tutti gli altri “E voi?”.

Simon si portò una mano sulla testa “Stordito, ma sono ancora in piedi”.

Alic invece fece semplicemente un cenno con la testa, come per dire in modo sbrigativo “Sì, sto bene” anche se chiaramente la sua espressione non palesava molta fiducia.

Anglia era in pessimo stato. Aveva un viso cinereo, quasi come se da un momento all’altro potesse collassare al suolo, ma al contrario di ciò che Alphonse pensava, il prode cavaliere era ancora in piedi, al fianco del suo Principe.

“Dobbiamo trovare Sir Armstrong e Aoki” Disse lei seria in volto “Non sono al sicuro lì fuori e dobbiamo muoverci prima dell’arrivo della nebbia”.

“Qualche idea?” Harris si rivolse al gruppo, ma nessuno rispose.

Fu in quel momento però, dopo una breve esitazione, che Alphonse alzò la mano.

“Io ho un’idea…”.

Tutto il gruppo si voltò verso di lui, pronti ad ascoltare la sua proposta.

“Dobbiamo seguire Aoki” Propose “Leah mi ha aggiornato su tutto ciò che Alic ha raccontato. Anglia è stata trovata ferita in una grotta dico bene? E sei stata tu a mandare Aoki nella direzione dove è fuggito l’assassino”.

Anglia annuì “Immagino che tu voglia seguire le sue tracce, dico bene?”.

In realtà il vero motivo per cui aveva avuto quella idea era perché aveva visto Aoki nei suoi sogni, ma cosa voleva significare? Cos’era quella strana e immonda creatura spiaggiata? E tutto quel sangue…?

“Alphonse, sei sicuro di stare bene?” Leah preoccupata, si avvicinò.

“Sì… sto bene” Rispose lui con un sorriso “Ho solo un po’ di mal di testa, tutto qui”:

Mentì. Ma non sapeva neppure come descrivere il dolore che provava. Sentiva come se il suo cranio fosse pieno e volesse esplodere. Anche semplicemente produrre un pensiero richiedeva enorme sforzo. Ma non poteva permettersi di mostrarsi debole, doveva lottare fino allo stremo, nella speranza di poter risolvere quella situazione.

“Siamo al nostro limite…” Disse Alic scuotendo il capo.

“Lo so, ma dobbiamo proseguire” Alphonse cercò di motivare il gruppo “Anche se tutto quello che ci aspetta è la morte, per lo meno moriremo facendo tutto il possibile fino alla fine. Credo sia quello che anche mio Zio direbbe in questa situazione” Alphonse strinse un pugno, con quel poco di forza che gli restava.

“Sono d’accordo con Alphonse” Harris diede voce ai suoi pensieri “Aoki è un nostro compagno, così come lo è Sir Armstrong. Non possiamo semplicemente arrenderci e restare qui ad aspettare la fine”.

Alic allargò le braccia e le fece cadere sui fianchi “Ok, come volete. Non che io abbia altre opzioni”.

Tutto il gruppo decise dunque di incamminarsi verso la grotta in cui Anglia era stata ferita.

Da lì in poi, sarebbero andati verso un territorio ignoto.

 

Arrivati sul posto, Anglia indicò alla sua destra.

"È andato da quella parte"

Tutto il gruppo decise quindi di muoversi verso la zona interessata, facendo molta cautela. Nessuno di loro si era mai spinto oltre quella soglia, poteva dunque esserci qualsiasi cosa.

Dopo aver camminato per almeno dieci minuti, giunsero sul lato opposto dell'isola.

L'atmosfera era completamente diversa dal lato in cui era situata la baia. Il cielo era grigio, le acque più scure e mosse, la sabbia più chiara e tutto sembrava arido e privo di vita.

Alphonse sorpreso fece qualche passo in avanti e fissò quel macabro e desolato panorama.

Era già stato lì, nel suo più recente sogno.

Aveva visto Aoki girato di spalle, a fianco ad una grande quantità di sangue.

Improvvisamente con allarme, Alphonse voltò lo sguardo alla sua sinistra.

"C'è qualcosa lì" Disse Leah tesa.

E fu in quel momento che l'intero gruppo, fu testimone dell'ennesimo scenario di pura follia e orrore, che si aggiungeva alle loro già fragili menti.

Una misteriosa e immonda creatura marina, dalla pelle pallida, con migliaia di fauci simili ad una gigantesca deforme bocca, giaceva immobile e presumibilmente morta accanto ad una larga pozza di sangue, dove c’erano i resti di Orin.

Quel che seguì dopo quella macabra scoperta, furono attimi di disperazione e di raccapriccio.

Alphonse stava osservando le maciullate tristi spoglie di una persona alla quale voleva molto bene, il fratello maggiore della sua defunta madre, la quale dipartita aveva lasciato nel cuore del giovane minatore un’insanabile cicatrice, che si sarebbe portato dietro per tutta la vita.

Nuovamente nel cuore di Alphonse si creò un vuoto incolmabile, che peggioró ulteriormente la sua stabilità mentale.

Con sguardo oscurato, non versò lacrime, né gridò con orrore come alcuni dei suoi compagni. Quello che c'era dentro di lui in quel momento era oscurità, una rabbia crescente e furibonda, come quella di una mandria di rinoceronti imbizzarriti.

Ciò che avevano di fronte era l'esatta copia della scena del crimine di Piper. Entrambi erano stati fatti a pezzi nello stesso modo. Un modo perverso e brutale di assassinare una persona, apparentemente senza un reale motivo se non quella di spudorata crudeltà.

Mentre Leah singhiozzava e piangeva la morte di un prezioso compagno, Anglia si avvicinò al cadavere per esaminarlo.

Lo sguardo del cavaliere mentre calpestava la pozza di sangue era all'apparenza impassibile e freddo. Ma invero la donna aveva i pugni stretti, mentre cercava indizi.

"Chi è stato…?" Chiese Alphonse con voce vuota. Il suo tono era così duro e freddo, che arrestò il pianto di Leah, che stupita e con occhi arrossati, fissò preoccupata il giovane minatore.

"Guardate…" Improvvisamente, Harris prese qualcosa dalla sabbia, a poca distanza della costa, vicino alla creatura.

Quello che aveva in mano, lasciò tutti senza parole. Era impossibile non riconoscerlo, si trattava del kunai di Aoki, completamente sporco di sangue.

La sua assenza, più un'arma sporca di sangue vicino al cadavere della vittima, era l'ennesima coincidenza che faceva eco a quello di Piper.

Ma Alphonse non era lucido in quel momento, quel kunai valeva come mille verità, ed ogni singola di esse urlava "colpevole".

"Quindi è stato lui?" Chiese Simon, portandosi una mano sul mento. Non sembrava molto convinto.

"Il coltello è vicino al cadavere no?" Rispose Alic "A meno che tu non stia suggerendo che sia stato divorato e sputato da quello schifo per terra, direi che è una prova incontrovertibile"

"Anglia...hai trovato qualcosa?" Chiese il principe.

La donna rivolse lui uno sguardo e ciò bastò a lui per capire che qualcosa c'era.

Harris abbassò lo sguardo e Alphonse poco tollerò quel ennesimo sotterfugio, spingendolo ad agire, noncurante delle conseguenze che ne sarebbero derivate.

"Facciamola finita con i segreti" Disse duro verso Harris "Che cos’è quella creatura? Quali sono questi segreti che tanto tieni a cuore? CHE COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO?!"

L'improvviso intervento di Alphonse lasciò senza parole il giovane principe, che tornó a fissare Anglia. La donna scosse il capo, ma Harris sembrò combattuto. 

"Mio zio è morto" Disse Alphonse insistendo a denti stretti, indicando lo stato di assoluto orrore in cui era ridotto il suo cadavere "Qualcuno o qualcosa lo ha ridotto così, e la stessa cosa vale per Piper. Non mi importa se stiamo tutti per morire, io voglio sapere la verità"

Leah, così come tutti gli altri, ora pendevano dalle labbra del principe.

"D'accordo" disse infine lui chiudendo gli occhi "Alphonse ha ragione, forse è meglio smetterla con questi segreti"

"Sua Altezza!" Anglia era fermamente contraria, ma Harris scosse il capo.

"No Anglia, è giusto così. Fidati di me".

Il cavaliere non ebbe scelta che assecondare i desideri del suo Principe, nonostante fosse ben conscia che rivelare le informazioni in suo possesso avrebbe potuto causare gravi instabilità nel regno.

"Chiedimi tutto quello che vuoi" disse Harris, volgendo il suo sguardo serio verso Alphonse "Risponderò a tutte le tue domande".

Alphonse finalmente ebbe dunque l'occasione di conoscere tutta la verità è iniziare a dare un senso a tutta la loro insensata situazione.

 

La tensione era palpabile. Harris avrebbe messo a nudo ogni verità in sua conoscenza e Alphonse era più che determinato a portare tutto alla luce.

"Cosa nasconde quest'isola? Quali sono i suoi segreti?" Chiese lui.

Harris cambiò espressione e fissò Alphonse negli occhi.

"Tutto quello che so è che quest'isola è stata in passato soggetta a numerosi studi da parte delle migliori menti del regno di Alabathia. La natura degli studi mi è ignota, ma mio padre aveva personalmente incaricato queste persone di studiare e scoprire i segreti di quest'isola"

"Ci è riuscito!?" Simon, che finalmente aveva compreso perché suo padre fosse scomparso, si fece avanti.

"Purtroppo della spedizione solo una persona è riuscita a tornare indietro. Grazie agli strumenti arcani di avanguardia forniti ai ricercatori, riuscirono a mandare un segnale di aiuto. Purtroppo quando la flotta di soccorso arrivò, trovarono solo una persona al punto di estrazione".

"Piper…" Disse Alphonse.

"Esattamente, proprio lei" Annuì Harris "Dopo il suo ritorno, la sfera nobiliare iniziò a preoccuparsi dell'esito della spedizione e mio padre diventò paranoico. Era spaventato dall'idea che l'incidente potesse trapelare, così divulgò una storia non ufficiale, dichiarando che la nave e il suo equipaggio erano naufragati e quindi dispersi. Per assicurarsi il totale silenzio a riguardo, tutti i partecipanti del progetto e la stragrande maggioranza della sfera nobiliare, fu sottoposta a ipnosi arcana".

"Ipnosi Arcana?" Era la prima volta che Leah sentiva una cosa simile e lo stesso valeva per gli altri, tranne per Simon che conosceva bene il suo funzionamento.

"Mio padre ha sviluppato le funzioni principali dell'ipnosi arcana" disse Simon "Fu grazie a quella ricerca che gli fu permesso di accedere ai ranghi alti dell'accademia".

"E come funziona?" Gli chiese Alic.

"Per evitare di dilungarmi troppo in dettagli complicati, si tratta di indurre una magia simulata che controlla forme di vita, in particolar modo la mente umana. Un’ipnosi arcana può essere usata per modificare i ricordi di una persona o rimuoverle, e il processo viene ufficializzato con un marchio magico lasciato sulla pelle del ricevente".

"Un momento…" Alphonse in quel momento ricordò. "Un marchio magico sulla pelle? Ma allora Piper…".

Il giovane minatore rivolse lo sguardo al principe e Harris annuì.

"Mio padre usò l'ipnosi arcana su Piper per rimuovere ogni ricordo che riguardava la spedizione. Lo stesso vale per tutti coloro che hanno direttamente o indirettamente partecipato al progetto. Incluso Sir Armstrong".

Tutti rimasero sgomenti di fronte a tale rivelazione e più di tutti Leah.

"Posso vedere quel marchio?" Chiese lei.

Alphonse tirò fuori il foglio che le aveva consegnato Anglia. La giovane farmacista riconobbe subito quel glifo.

"Mio padre ne aveva uno…" confessò "Quando gli chiesi cos'era lui mi ha risposto semplicemente che si trattava di una bruciatura che si era fatto con del liquido bollente durante la sintesi di un medicinale".

"Sì Leah, anche tuo padre ha partecipato al progetto" ammise Harris "Sir Armstrong ha fornito strumenti e utensili per i ricercatori, mentre Sir Garbles ha realizzato una guida di sopravvivenza consegnata a tutto l'equipaggio. Mio padre ha fatto cancellare la memoria a tutti coloro che avevano anche solo sentito del progetto".

Alphonse, così come tutti gli altri, arrivarono quindi alla stessa conclusione. Due delle vittime uccise sull'isola portavano con sé un glifo magico sulle loro carni che avevano cancellato le loro memorie. Quindi l'assassino stava togliendo di mezzo tutti coloro che conoscevano il progetto in questione. Ora però la vera domanda era: chi? Chi era l'assassino? Harris sembrava avere una risposta concreta anche a quel quesito.

"Ho i miei sospetti riguardo il responsabile di tutto questo" Disse Harris chinando il capo "C'è solo una persona che potrebbe avere un movente per l'esibizione di tale atrocità e odio. Quella persona è Aoki".

Alcuni si aspettavano una risposta così, altri no, come ad esempio Leah.

"Perché proprio lui?" Chiese Alphonse.

"Aoki è uno dei sopravvissuti di un orribile capitolo della storia di Alabathia. Un altro dei segreti mai divulgati dalla sfera nobiliare e da mio padre".

“Sua Altezza, non lo faccia!” Esclamò Anglia pallida.

“Devo Anglia! Non posso tirarmi indietro… non posso più nascondere la verità” Esclamò Harris.

Per Harris era un argomento delicato, non era facile per lui parlare di una cosa così triste e orribile.

"Durante la grande guerra, quando l'arcanismo era in fase di evoluzione, mio padre cercò di allacciare dei contatti con le remote terre di Kurayami. A quel tempo, lo Shogun aveva in atto una severissima politica isolazionista, di conseguenza la popolazione era tecnologicamente e socialmente arretrata. Mio padre non si fece problemi a minacciare l'invasione, poiché l'isola era ricca di materiali indispensabili per la riuscita della guerra, oltre che a possedere diverse miniere di Silderium, alcune così grandi da far impallidire quella di Stonefall. Per evitare la distruzione del suo popolo, lo Shogun accettò di aprire un dialogo. Mio padre promise loro ricchezze e benessere e con il tempo Kurayami prosperò, diventando una fedele alleata del Regno, di fatto garantendo ad essa la supremazia in campo bellico. Con la sconfitta di Baal'Thasia, furono costruiti dei centri di ricerca per lo studio arcano, finché quello stesso luogo di studio si trasformò in un orribile luogo di inimmaginabile crudeltà e sofferenza. Avvenne tutto quattro anni fa, quando iniziarono misteriose sparizioni sull'isola. Il mistero rimase tale per diversi mesi, ma alla fine mio padre scoprì che dietro le sparizioni c'era una singola persona: Theodore Emelent"

Simon impallidì, quel nome ribombó nella sua mente come un terribile frastuono. Theodore Emelent era suo padre.

"Mio padre era…"

Harris annuì "È una dura realtà, ma è tutta la verità. Theodore era ossessionato dallo scoprire la vera natura del mondo e aveva trovato pane per i suoi denti sull'isola di Kurayami. Vedete, gli abitanti dell'isola erano in grado di manipolare il Silderium, proprio come fa un mago o un arcanista, senza però essere nessuno di quest'ultimo.

Il mistero di tale fenomeno, unito alla sua sete di conoscenza, lo portò a compiere azioni mostruose. Non si fermò davanti a nulla, né di fronte a bambini, né di fronte a donne o anziani"

"No…" Simon scosse il capo sconvolto e incredulo. "Non può essere, queste sono menzogne!" Esclamò "Mio padre era il miglior ricercatore del regno, è solo grazie alle sue ricerche che Alabathia è prospera!"

"A discapito di chi…?" Chiese Harris duro.

Simon impallidì.

"La nostra prospera terra, il nostro prospero regno" Recitò disgustato il giovane principe "La verità è che le fondamenta del nostro glorioso regno è che esso è macchiato del sangue di innumerevoli innocenti".

Leah scosse il capo indignata "Tutto questo è orribile! L'imperatore non è intervenuto?!".

"Sì, quando era ormai troppo tardi" rispose Harris amareggiato "Scoprí gli esperimenti quando tutto era già compiuto. Mio padre ha fatto cose orribili durante la Grande Guerra, ma non ha mai ordinato che si conducessero esperimenti sugli esseri umani".

"E che ne è stato di Theodore?" Chiese Alphonse.

"Nulla" rispose Harris stringendo i pugni "Theodore Emelent era troppo importante per il regno. Fu sanzionato per le sue azioni, ma fu ugualmente libero di esercitare le sue ricerche normalmente. Ormai il danno era fatto, mio padre non riuscì a placare le voci e mettere tutto sotto silenzio, così la verità venne fuori".

Quel che Harris spiegò successivamente, furono i fatti che seguirono la divulgazione degli esperimenti.

"Ci fu una rivolta. Gli iracondi abitanti di Kurayami, maestri della spada e delle tecniche di assassinio dichiararono guerra all'accademia e per estensione a tutta Alabathia. Furono massacrati e uccisi migliaia di giovani studenti e di arcanisti ignari delle malefatte del suo rettore. Purtroppo, per isolare il conflitto, mio padre ordinò alle sue flotte di placare la guerra e di salvaguardare la vita di tutti gli arcanisti. Il risultato di questa invasione fu la totale distruzione di Kurayami. Aoki è di fatto l'unico sopravvissuto del massacro delle sue genti".

La verità su Aoki, sulla sua storia e delle sue origini, ne schiarì una seconda.

"Quindi è tutto chiaro adesso" Disse Alic pensoso "È stato Aoki a mandare in Risonanza il Silderium sulla Fraternity. Voglio dire...lui è naturalmente in grado di farlo, e questo spiegherebbe anche perché Simon non è riuscito a trovare nessun mago durante il rituale".

"Vuoi forse dire che Aoki ha ucciso Piper e Sir Armstrong?" Chiese Leah sconvolta e incredula, ancora parecchio provata per la storia di Harris.

"È l'ipotesi più plausibile" Confermò il principe. "Tuttavia perché bersagliare due persone che hanno partecipato ad una spedizione segreta? Questa parte non riesco a spiegarla, ma solo lui potrebbe avere un movente valido".

"Un momento! Non stiamo forse correndo troppo?!" Esclamò Leah "Non ci sono prove sia stato lui".

"Ma abbiamo qui il suo coltello, non troppo distante dal suo cadavere. Non penso ci sia spazio a dubbi" rispose Alic.

Ma Alphonse sapeva, così come sapeva Harris. I due si guardarono, il principe vide nei suoi occhi una profonda e preoccupante oscurità.

Il coltello poteva essere stato messo lì per incastrare Aoki, ma Alphonse era carico di rancore e apparentemente non in grado di compiere un giudizio lucido.

C'era qualcosa che sussurrava dentro di lui, all'inizio era incomprensibile, ma diventava progressivamente più chiaro.

Erano parole colme di un cieco odio, parole che cercavano di scatenare la sua collera.

FINE ATTO 1


 
   
 
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