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Autore: Giughi10    02/10/2022    0 recensioni
Secondo prompt del Writober 2022 indetto da Fanwriter.it, lista pumpINK
Una ragazza viene colta in piena notte dalla febbre e da paure irrazionali
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il silenzio della notte è avvolgente quanto il piumone. È sdraiata su un fianco, gli occhi chiusi, coperta fin sul capo. È presto rispetto al solito orario in cui va a dormire, ma le palpebre volevano solo chiudersi, per concedere una tregua anticipata. Le fa male la testa, nel punto in cui di solito lega i capelli. È un dolore leggero ma insistente, che a volte arriva a darle addirittura una nausea leggera. Un brivido la attraversa. E poi un altro. Si rannicchia maggiormente nel suo bozzolo caldo. Il freddo le azzanna i piedi e inizia a divorarla pezzo per pezzo. Trema, mentre si sfiora la fronte: calda e umida di sudore. Si alza riluttante e si infila la felpa, tirando su il cappuccio, prima di rintanarsi nuovamente. Non ha nessun medicinale in casa, si è traslocata da poco, e può solo resistere finché non passa. Le sfugge un singhiozzo: è da sola, potrebbe morire ed essere ritrovata solo il mattino dopo. Si può morire di febbre? E quanto deve essere alta la temperatura per farlo? Se si addormentasse e iniziasse a peggiorare potrebbe riuscire a svegliarsi e chiamare i soccorsi? Potrebbero ritrovarla la mattina dopo, più fredda di come si sente in quel momento? Serra gli occhi e scuote piano il capo. Non deve pensare a cose del genere, santo cielo. Inizia a respirare lentamente, cercando di portare la mente il più lontana possibile da quei pensieri. Si figura un bosco innevato, nel bosco una tana scavata tra le radici di una quercia, e nella tana un riccio che sta dormendo. Lei è il riccio, coperto di foglie e muschio. Può dormire tranquilla: il vento può anche ululare insieme ai lupi affamati e trascinare nel suo grido la bufera, ma quella tana è sicura e calda. È accoccolata contro la parete interna e può quasi sentire la terra smossa dal lento inoltrarsi delle radici. C’è giusto uno spiffero che ha deciso di darle fastidio. Ma prima o poi capirà che lì non c’è nessuno che vuole giocare con lui e tornerà a scorrazzare con i suoi compagni, tra i rami dell’albero. E in effetti va proprio come pronostica: i tremori che le attanagliavo il corpicino poco a poco si acquietano e lei può scivolare nei sogni.
   
 
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