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Autore: musa07    03/10/2022    2 recensioni
[Oikawa Tooru centric]
"Ci sarà sempre qualcuno più bravo di te, perciò goditi i tuoi successi[...]
Qual è la consegna oggi del diabolico “gioco”? “Scrivi un consiglio al te stesso della prima Liceo”[...]
Prendi diligentemente un foglio bianco, con un piccolo sospiro, e prima ancora che tu ti metta a pensare la tua penna ha già iniziato a scrivere, nella tua perfetta e pulita calligrafia.
E rileggi quello che hai scritto, la prima parte. Alla quale si aggiunge la seconda, e questa seconda parte l’hai pensata, ti sei dato davvero un suggerimento. Ma non solo al te stesso passato ma anche al te stesso presente e al te stesso futuro.
Ma è quando lo senti leggere a voce alta quel pensiero – non dalla tua voce, non nella tua testa – che ti colpisce ancora di più[...]"
Toh guarda, ho stranamente scritto una nuova OS su Tooru. Inspiegabile, veramente...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io sto dando il tormento ultimamente
al mio cicciolino toouroso adorato T_T
Per fortuna che ogni tanto gli regalo
del sano p0rnogay^///^
*coccola tantissimo*

Non lo so, è catartico scrivere su di lui.

Ah, sì: avrebbe dovuto essere una drabble.
Mi faccio ridere da sola.
Il bello è che io mi metto anche di impegno
in questo proposito...

 

 

 

Più grande è il tuo potenziale, più grande sarà la tua insicurezza

 

 

Ci sarà sempre qualcuno più bravo di te,
perciò goditi i tuoi successi”

 

Quanto lo hai mentalmente mandato a fare in culo il tuo insegnante di Storia, lui e le sue manie di uscirsene ogni tanto, durante le ore di lezione, con quella frase “dai, facciamo un gioco!” quando vi vede con la testa che inizia pericolosamente a ciondolare e la palpebra farsi cascante e cerca di rianimarvi dal coma?
E i suoi “giochi” sono strumenti del demonio per te, perché son quelle cose che ti costringono a metterti lì, di fronte a te stesso. E tu a volte odi metterti di fronte a te stesso - perché sei sempre stato implacabile e intransigente con te stesso, non ti sei mai dato pace – soprattutto in quegli ultimi mesi dell’ultimo anno di Liceo…
E poi? Poi cosa sarà?
Fa paura pensare a quello che ci sarà dopo, perché esattamente: cosa ci sarà dopo?
Non ci sarà più un limbo a proteggerti. Non ci sarà più la tua squadra.
Non c’è già più la tua squadra e tu sei un tormento in questi giorni. Non trovi pace. Ma quando mai te la sei data? Quando mai te la sei concessa?

Qual è la consegna oggi del diabolico “gioco”?
“Scrivi un consiglio al te stesso della prima Liceo”. E si mette anche lui, il prof, tutto contento, seduto sulla sua cattedra, a scriverlo quel consiglio al se stesso di chissà quanti anni fa; non vi lascia mai soli in quei “folli giochi” come li chiama lui, si mette sempre in gioco a sua volta.
Vi ha detto di lasciarli anonimi quei bigliettini e vi ha chiesto se poi avreste voluto leggerli tutti insieme.
La classe ha risposto di sì, entusiasta, mettendosi in gioco anche questa volta.

Prendi diligentemente un foglio bianco, con un piccolo sospiro, e prima ancora che tu ti metta a pensare la tua penna ha già iniziato a scrivere, nella tua perfetta e pulita calligrafia.
E rileggi quello che hai scritto, la prima parte. Alla quale si aggiunge la seconda, e questa seconda parte l’hai pensata, ti sei dato davvero un suggerimento. Ma non solo al te passato ma anche al te presente e al te futuro.

Ma è quando lo senti leggere a voce alta quel pensiero – non dalla tua voce, non nella tua testa – che ti colpisce ancora di più.
Quel ci sarà sempre qualcuno più bravo di te non è una ammissione di sconfitta ma una assoluzione alla tua anima. Un permettere a te stesso di riposare. È un po' come dirsi “Goditela. Divertititi”

Iwa ti guarda, lo senti il suo sguardo di fuoco su di te, ha perfettamente capito che l’hai scritto tu. Gli altri, i tuoi compagni di classe, ti vedono come il modello di perfezione quale sei, quindi mai ti assocerebbero ad una frase del genere. Hajime ti ha lanciato una occhiata rapida ma ti brucia come se ti avesse impresso un marchio a fuoco.

Perché lo sa che i tuoi successi non te li sei mai goduti, non ti sei mai permesso di riposarti sugli allori, che potrebbe andar bene se non fosse che ciò che ti impediva (che ti impedisce) di farlo era (ed è) quel folle proposito di essere il migliore sempre. Per poter dire a te stesso “sei stato bravo. Anche per oggi puoi andare a dormire sereno”. Ma questo è uno scettro, è una corona che si conserva a caro prezzo, che ti corrode (e ti ha corroso) a caro prezzo. Perché non ti fa mai fermare, perché non ti fai mai essere pienamente felice. Perché ti fa sentire che quando l’attenzione non è su di te è come se ti sentissi abbandonato, come se non esistessi.
E lo sai che anche se dovessi arrivare sulla vetta, sull’Olimpo, pallavolisticamente parlando, temerai sempre che arrivi qualcuno a scalzarti.
E questa cosa ti attanaglia, ti mozza il respiro.
Ti fa stare male. Perché non ha senso. È come autoinfliggersi un supplizio di Sisifo* senza fine. Non è perché qualcun altro è bravo, allora tu non lo sei più automaticamente.

Abbassi gli occhi per un istante. Perché su quell’Olimpo non ci sei arrivato neanche per quest’anno. Hai fallito. Di nuovo…
E non ci sarà più un sarà per la prossima volta.
Stringi forte i pugni sotto al banco, non vuoi che nessuna ti veda in quello stato. E allora ti ricordi.
Ti ricordi della seconda parte che hai scritto. Perciò goditi i tuoi successi.

Devi imparare a non pensare solo alla vetta. Devi pensare al cammino. Devi imparare a goderti il cammino. Perché goderti il cammino, la salita, vuol dire godersi anche il paesaggio. E soprattutto le persone. Che non sono messe lì con l’intento di nuocerti, di volerti far del male (non tutte almeno) ma con l’intento di arricchirti. È nell’incontro con l’altro che si migliora, che si prende piena coscienza di se stessi e delle proprie capacità.
A volte bisogna far un volo pindarico per capirlo.
A volte bisogna allontanarsi da tutto e da tutti.
A volte bisogna andare dall’altra parte del mondo...

Ma tanto la realtà sarà sempre la stessa.
A te non serve l’Olimpo.

L’Olimpo sei tu.

 

FINE

 

 

Vogliate bene a ‘sto ragazzo T_T merita tanto amore e tanto affetto.

 

 

*Supplizio di Sisifo:

Sisifo, per punizione da parte di Zeus, è costretto a far salire su un monte dell'oltretomba un enorme macigno, che dopo la faticosissima impresa è destinato a rotolare di nuovo giù dalla cima, per essere nuovamente spinto in alto

 

 

   
 
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