- tattoo
Il corpo lo esplora
a tastoni, e a tentativi, ciechi, e sordi, e con l’ausilio delle dita e della bocca; bacia le ciglia sulle sue guance con forza di principio, e quando lo sfiorano le stoffe dei suoi vestiti, e dei suoi vestiti, è come ghiaccio, e la pelle è brace. Quando si scambiano languidi sospiri dal naso – e dal piccolo triangolo di denti che si forma tra le sue labbra; quando le morde e le tira e diventano rosse e seviziate, brace – il corpo ha ormai compiuto peculiari flessioni d’incastro; e quando – ed esperimenta, senza mai toccare dove finisce la rotta del sangue – allunga e piega le dita in una manovra delicata ed elegante, Kiyotaka gli sfiora la schiena tatuata, e apre gli occhi alla curva mascolina alla base della sua schiena.
E Mondo – inarcato – spiegando il petto largo – mantenendo separate le estremità precoci delle sue palpebre – lo esamina da dietro le lunghe ciglia, languide morbide, ciniglia – e contempla, dal basso mento, passivo, il suo pomo d’Adamo sobbalzare.