Prompt:
Scars
Personaggi:
Shadow the Hedgehog,
Sonic the Hedgehog
Contesto:
Post Sonic Forces
Genere:
Shonen-ai, Slice of Life
Numero
Parole: 509
Sonic si
stava rimirando allo specchio; la schiena gli faceva un
male tremendo, ma ne valeva la pena. Il sesso con Shadow valeva
qualsiasi
conseguenza che poteva comportare. Tuttavia ora doveva inventarsi
qualcosa per nascondere
il tutto.
Il riccio
nero si era alzato presto – nonostante la nottata
movimentata – e Sonic si era ritrovato da solo nel bagno,
intento a pulirsi il
pelo dal sudore e dai fluidi appiccicosi, quando l’occhio gli
era sfuggito
sulla spalla… inutile dire che appena inclinò
leggermente la schiena perfino le
orecchie divennero bordeaux. La zona era costellata di lividi e
cicatrici
profonde. Alcuni ciuffi di pelo erano stati strappati e le croste e il
sangue
secco si erano attaccati al tutto.
Il
velocista agguantò un asciugamano inumidito e si
sfregò
delicatamente la zona martoriata, stringendo i denti dove la sutura si
era
attaccata alla pelliccia sporca. Una volta rinfrescato il tutto si
rimirò allo
specchio; la schiena era messa meno peggio di quanto avesse previsto.
Si ritrovò
a sorridere beato per il come tutti quei segni erano stati aperti la
notte
prima, le immagini ancora vivide nella mente.
Si
scrollò di dosso i pensieri peccaminosi, mentre ringraziava
– o
malediceva – la sua rapida rigenerazione cellulare: i tagli
più sottili avevano
già formato la crosticina protettiva e questo indicava che
era solo questione
di qualche giorno prima che il tutto sparisse. Certo, la pelliccia ci
avrebbe
impiegato un po’ di più, ma il muso lungo che
Sonic vedeva riflesso allo
specchio era per altro. C’era qualcosa nell’avere
sulla pelle quelle cicatrici,
un qualche senso di appartenenza – di possesso –
che non aveva mai provato
prima. Sarebbe stato orgoglio di andare in giro per il mondo ad urlare
“Guardate,
Shadow the Hedgehog mi ha marchiato. Shadow è mio, e solo io
posso vantare
queste cicatrici.”
Era una
forma di ammissione, un contratto, un accordo. Un segno
duraturo nel tempo, ma che stava svanendo tanto in fretta.
Odiò la sua rapida
guarigione per quel breve momento.
Ed eccolo
lì a pensare a come giustificare quei segni, e
doveva essere un qualcosa di inattaccabile, specie per un certo riccio
scorbutico.
«Che
hai combinato?»
A parlare
del diavolo…
Sonic
trasalì, cercando di nascondere la schiena, ma era tardi: lo
sguardo che il riccio nero gli rivolgeva era duro. Non avrebbe
accettato una
storia che anche lontanamente puzzava di scusa. Il velocista si
rassegnò all’evidenza,
assumendo uno sguardo contrito e sconfitto.
«Nulla.
Davvero…»
«Come
ti sei procurato tutti quei tagli?»
Shadow si
era avvicinato alla schiena del riccio blu, appoggiando
la mano già carica di energia del Caos per poter guarire il
tutto: non si
aspettò di certo che l’altro lo scansasse
impanicato.
«No,
non lo fare!»
Piagnucolò
con il volto rosso.
Il riccio
nero lo guardò perplesso, cercando di capire il
perché di quella tragedia greca. Poi
collegò il tutto e il muso abbronzato si spolverò
di
rosso.
«…sono
stato io?»
Sonic non
disse nulla, si limitò ad annuire, teso.
Si
ritrovò schiacciato contro il lavandino, con Shadow che
cercava
di raggiungere la sua schiena, completamente sopraffatto dalla vergogna:
«FAMMELE
GUARIRE!»
Angolo
dell’Autrice:
Di ricci
masochisti ne abbiamo?
Parlando di
cose serie, è pensiero comune di molti fan che Shadow,
data la sua discendenza dalle Black Arms, abbia artigli molto
più spessi e
affilati di un normale mobiano. In sintesi, e come paragonare gli
artigli di un
gatto domestico a quelli di una pantera ^^