Quasi in zona Cesarini
arrivo anch’io per il BDay dei Miya Twins,
con un mio personale headcanon

Basta un complice per rendere tutto più semplice

- ‘Samu pensi che farà male? -

- Mah, non credo. Non più di tanto almeno. -

- Lo sai che io ho il terrore degli aghi… -

- Lo so. Coglione. - pensò bene di aggiungere Osamu ma stavolta più per stemperare il nervosismo dell’altro che per insultarlo veramente – Così come poi so che andrai a millantare in giro che tu non hai sentito niente e che ti sei addirittura addormentato nel mentre. -

- E tu invece mi sputtanerei per bene anche se dovessi solo emettere un piccolo lamento. -

- Ovviamente. - ghignò Osamu.

- Bastardo. - rise Atsumu giusto per scaricare la tensione, fino a quando una voce, che entrò nella stanzetta ascetica, non si levò alle loro spalle.

- Siete pronti? -

- Sì. - risposero all’unisono, sciogliendo le mani che avevano tenuto unite fino a quel momento e mettendosi compostamente distesi.

- Ahia coglione, fai piano! Sembra che tu stia spalando malta non vasellina. -

- Perché tu non stai fermo, emerita testa di cazzo. -

Atsumu - con la maglietta tirata su, l’elastico dei boxer abbassato e Osamu seduto a cavalcioni su di lui - aveva bloccato il polso del gemello, fulminandolo con lo sguardo.

Incredibile dire che, tra i due, quello che aveva sempre più delicatezza nei confronti dell’altro, era Atsumu.

- ‘Tsumu, mi lasci continuare sì o no? - chiese spazientito Osamu.

- Solo se fai piano. -

E Osamu, questa volta, si prese cura dell’altro con infinita delicatezza.

Quei due tatuaggi avevano segnato la resa. Il deporre l’ascia di guerra.

Quando Osamu aveva detto ad Atsumu che, finito il Liceo, non avrebbe proseguito a giocare a pallavolo, ‘Tsumu non gli aveva rivolto la parola per giorni. E quando aveva deciso che era arrivato il momento di farlo, il suo stupido orgoglio non sapeva da che parte cominciare. Per questo gli aveva lasciato sul cuscino del letto un “buono per quello che vuoi per il tuo compleanno” e Osamu, quando alla sera era andato a letto e lo aveva trovato, era sceso da lui, l’aveva spinto per farsi spazio sul letto e infilarsi sotto alle coperte insieme al gemello.

- Facciamoci qualcosa che ci leghi per sempre. - gli aveva proposto Osamu.

- Siamo già legati per sempre. -

- Lo so, ma vorrei qualcosa di simbolico proprio. -

Ed ecco perché ora si stavano auto-medicando quei loro due tatuaggi freschi freschi di tatuatore, regalo per il loro compleanno. Osamu come se stesse macellando Atsumu, ma dettagli.

- Sono fighi, vero? - gongolò Atsumu tutto tronfio lanciando uno sguardo al suo che capeggiava sul ventre e sconfinava lungo l’inguine, portando poi lo sguardo all’altezza del cuore di Osamu, dove si trovava il suo.

Quel 7 su Osamu e quel 11 su Atsumu, il numero l’uno dell’altro, che non li avrebbero più legati sul parquet di gioco, sarebbe però rimasti impressi per sempre l’uno sul corpo dell’altro.

A sancire ulteriormente quel legame indissolubile tra i due.

FINE

Questa cosa che i due si siano tatuati l’uno il numero della maglia dell’altro addosso è un mio headcanon. Che mi fa una tenerezza pazzesca.

E AUGURI