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Autore: babastrell    06/10/2022    0 recensioni
I Given si sono sciolti, Ritsuka si è trasferito e Mafuyu è di nuovo solo. Senza più i pilastri stabili della sua vita, si ritrova di nuovo avvilito e incastrato in una spirale di desolazione. Finché una email arrivata nel cuore della notte non riporta un bagliore di vita nel buio.
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Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it
Prompt: If we ever stop talking send me a song
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mafuyu Satō
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it

Prompt: If we ever stop talking send me a song (pumpNEON)

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No. parole: 894

 

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RE: CIAO

 

Era tutto finito.

Era stato bello finché era durato, perfino magnifico. Mafuyu, dopo tanto tempo passato lasciandosi trascinare dalle correnti, finalmente aveva pensato di aver raggiunto la terraferma. Persone che gli volevano bene, che credevano in lui, che non si erano lasciate intimorire dal muro di apatia dietro cui si nascondeva e lo avevano accolto. La cosa più vicina a una famiglia che avesse avuto negli ultimi anni.

E Ritsuka. Quel ragazzo contemporaneamente scontroso e impacciato, che lo rimproverava e lo sosteneva nello spazio di un respiro. Era entrato nella sua vita all’improvviso e con violenza, come un ceffone, e si era fatto largo a grandi passi nella desolazione che Yuki aveva lasciato.

Quanto tempo era che non pensava a Yuki?

Ritsuka lo aveva trascinato via, prima con le note della sua chitarra e in seguito con l’amore per la musica e il sogno di una band, e lo aveva obbligato a ricominciare a vivere. E gradualmente la desolazione aveva iniziato a fare posto ad altro. Si era innamorato.

E ora era finita. Non era colpa di nessuno, era solo la vita che si era messa in mezzo. Ritsuka era stato ammesso ad un'università di Kyoto, una scuola di musica importante, e anche se inizialmente pensava di non andarci alla fine aveva dovuto ammettere che era un'occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire; Mafuyu invece non era andato all'università, finito il liceo si era trovato un lavoro full time per mantenersi e si era buttato anima e corpo nella band. Solo che c'era qualcosa di diverso. Senza Ritsuka i Given avevano trovato un nuovo chitarrista, bravo ma non era l'originale.

Mafuyu e Ritsuka si sentivano spesso per messaggio o chiamandosi, ma dopo qualche mese le telefonate divennero sempre più sporadiche e i messaggi sembra più frammentari. Ritsuka doveva studiare e pensare al suo lavoro part time e occuparsi della sua nuova band. Mafuyu aveva iniziato a sentirsi in colpa per rubargli il suo tempo prezioso, a scrivergli sempre meno per non disturbarlo, a non rispondere alle sue chiamate perché l'ansia gli stringeva il petto.

Con la musica era andata bene per un po', ma non ci volle molto perché i loro fan notassero che qualcosa non andava: la voce di Mafuyu era scarica, spenta, le sue canzoni mancavano dell'energia e della passione di un tempo.

I Given si erano sciolti dopo circa un anno e mezzo.

Haruki e Akihiko avevano trovato un altro gruppo, mentre Mafuyu faceva qualche serata sostituendo chitarristi e cantanti in piccoli gruppi di quartiere a cui mancavano membri. Era più che altro un'abitudine, la musica non gli sembrava più la stessa. Non sapeva con esattezza quando aveva smesso di suonare; ameno un paio d'anni erano passati sicuramente.

Aveva di nuovo perso tutto. Era di nuovo solo. Ancora una volta non c'era altro che desolazione.

Raggomitolato sotto le coperte senza riuscire a prendere sonno, sbirciò con la coda dell'occhio la sveglia. Le tre del mattino. Maledizione.

Si alzò e si sedette alla scrivania, affondando il viso tra le braccia incrociate. Il cellulare era in carica sul piano e lui lo prese, forse bollirsi il cervello con qualche social gli avrebbe fatto venire sonno.

Appena lo accese, accecandosi con la luce del display, l'icona delle email lampeggiò. Mafuyu non aveva molta voglia di interagire con gli esseri umani, ma la toccò e aprì la casella.

Si aspettava dello spam, e invece per poco non cadde dalla sedia. L'URL di Ritsuka.

L'oggetto era un semplice 'Ciao'.

Chiuse la casella e tornò a letto. Dormire. Dormire dormire dormire dormire dormire.

Stringeva ancora il cellulare nella mano. Dannazione, perché non lo aveva lasciato in carica sulla scrivania?

Accese di nuovo il display. L'icona era ancora lì e lampeggiava arrogante. Inspirò e aprì l'email.

 

Ciao.

Scusa se non ti scrivo da un po'. Avevo degli esami da preparare e il lavoro. Però ho una cosa per te.

Ho scritto questa nel cuore della notte. La musica mi piace, ma non è la stessa cosa se non siete voi a suonarla. Non ho nemmeno provato a registrare una traccia vocale, ho provato a scrivere un aborto di testo ma tu sei un paroliere migliore di me.

Non è un granché. Anzi, fa schifo.

Ma volevo che la sentissi. Me l'hai ispirata tu.

 

Mi manchi,

Uenoyama Ritsuka

 

Mafuyu toccò il simbolo dell'allegato: un MP3. Lo fece partire. Era una ballad in quattro quarti, languida e malinconica, suonata da dita esperte con una chitarra acustica. Gli occhi di Mafuyu si riempirono di lacrime. Per la prima volta da quando i Given avevano preso strade diverse, scoppiò in un pianto dirotto, che racchiudeva tutta la sua frustrazione, la rabbia e la tristezza e l'impotenza che aveva dentro. Gli faceva male la testa.

Poi prese un respiro per farsi coraggio e si alzò di nuovo, sfregandosi il viso con la manica. Tornò a sedersi alla scrivania e prese una penna. Non scriveva canzoni da molto tempo, ma appena la penna sfiorò la carta le parole uscirono come se non avesse mai smesso.

Si adattava alla melodia di Ritsuka? Non lo sapeva con sicurezza, l'aveva buttata giù di getto. Forse avrebbe dovuto provare a cantarla per verificare.

Al diavolo. Accese il computer e aprì la casella email.

Fissò il cursore per un momento. Per modificare una canzone c'era un sacco di tempo. E tanto anche la musica era una bozza.

Cliccò su "Rispondi".

  
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