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Autore: RoriStark    06/10/2022    1 recensioni
giuro che migliora dopo i primi capitoli!! hahaha BTW Bleach con l'introduzione di un OC che viene chiamato a lavorare per la soul society come shinigami! Ecco le avventure di una piccola shinigami che capitombola nell'intreccio di vite del seiretei. Bleach e' stata la mia prima ossessione e spero davvero di dare onore a quest'opera!
Genere: Azione, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nnoitra Jilga, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Il funerale di Nanaho fu celebrato a casa della sventurata ragazza, nella periferia di Karakura. C'era un sacco di gente riunita attorno alla bara chiusa, tutti vestivano dei colori del lutto, sembrava quasi di stare alla soul Society, in effetti. Alcuni parenti parlavano su come aveva fatto un fulmine a colpirla in quel modo, a ciel sereno, per di più.Dicevano che i passanti avevano visto una luce azzurra e poi la ragazza che si accasciava a terra ,un buco nel petto, morente. Le amiche sconvolte, si erano raccolte insieme a lei, quando arrivarono i soccorsi non seppero spiegare nulla, salvo il giovane moro che stava con loro. Con una calma impressionante,aveva spiegato tutto alle forze dell'ordine,un sorriso cordiale sulle labbra, come se la cosa non lo tangesse. La soul society, era stata prontamente avvertita,aveva lavorato sodo insieme al luogotenente, in seguito, per nascondere le prove, per cancellare la memoria a tutti gli umani coinvolti, rifiutandosi però di seguire i Quincy alla caccia al criminale. Ora per tutti, Nanaho era stata colpita da un fulmine in pieno giorno,dando ai mortali un nuovo mistero su cui curiosare, lontano dalla verità.

 

“è il ragazzo seduto nella terza fila?”

 

una parente alla lontana, bionda, con un abito succinto, sulla trentina, stava osservando Aizen da lontano,mentre sorseggiava del vino. Un sorrisetto da argenteria le spuntò sul volto,dimenticando il luogo in cui si trovava, la voce un sussurro impercettibile mentre lei ed un’altra sua amica che si era trascinata senza apparente motivo ,indietreggiavano all’angolo,cercando un pò di privacy. Gli occhi ora puntati su Aizen

 

“sì,credo sia anche lui un compagno di corso”

 

“secondo me senza gli occhiali sarebbe un gran figo…ci andiamo a provare? ”

 

"Non credo, guarda come le si é appiccicata quella tipa.. "

la giovane incrociò le braccia al petto, pensosa,un velo di malizia e cattiveria le scivolò negli occhi e dalle labbra come veleno, un sorriso da volpe snudò i denti bianchi in un ghigno beffardo
 

"Non credo stiano insieme, dai é bruttina é paffuta, lei…"

 

La ragazza si voltò sentendo la voce della madre gridare (a bassa voce) il suo nome

 

"Siamo ad un funerale! Smettila di farmi fare figuracce"

 

E mentre la  genitrice della ragazza la prendeva per le orecchie tirandola via da quell’angolino per finire di rimproverarla,altri umani piangevano,mentre arraffavano i dolcetti in offerta sul tavolo, un classico dei funerali. La casa di Nanaho era stata addobbata di sue foto incorniciate di nastri rossi e c’era un grande altare colmo di fiori,riempivano quasi tutta la stanza. Il  loro profumo si mescolava all'incenso che saliva  lento verso il soffitto, davanti alla foto della ragazza. La cenere cadeva su un vassoio a terra e Himawari non aveva fatto altro che fissare quello durante tutto il discorso della famiglia,ne avevano cambiati sedici e lei li aveva contati tutti. Sedeva su una scomoda sedia in legno scuro, dietro di loro, insieme a qualche altro compagno di corso, di fianco a lei, Rin e Aizen. La ragazza dai capelli neri si soffiava il naso cercando di non fare troppo rumore, le lacrime le avevano arrossato gli occhi, il suo corpo era rannicchiato contro lo schienale della sedia come se questa l’avesse voluta assorbire. Himawari aveva pianto tutto il giorno, il trucco le aveva sporcato gli occhi di nero, inutili i tentativi di Aizen di mandar via il kajal che colava, con un fazzoletto. L’inchiostro aveva disegnato due linee nere lungo le guance, rosse di pianto, gli occhi erano arrossati come quelli di Rin, ma con le iridi di quel colore, sembravano due voragini di sangue. Aveva le labbra dischiuse, le dipingevano sul viso un’attonita incredulità . Le mani stringevano forte quella di Aizen fino a sbiancare le nocche,cercava di non farle tremare,ma non ci riusciva. Non aveva mai visto morire qualcuno che amava, non aveva mai pensato che sarebbe successo, non avrebbe mai desiderato vivere una cosa del genere. Nanaho era morta, andata, non l'avrebbe più rivista, era una mortale e sarebbe comunque successo, ma in quel modo, no, non era naturale, non era giusto. Fino ad allora aveva vissuto bene, al sicuro. Nel suo mondo,  c'erano solo due persone che contavano:  Sosuke ed Ukitake, erano entrambi dotati di grandi poteri e non le era mai passato per la testa che avrebbe potuto perderli

 

eppure…

 

La ragazza si scosse dai suoi pensieri con un sussulto, quando quel pensiero le inchiodò il cuore al costato, Aizen la sentì tremare sotto alle sue mani, libero la mano dalla sua stretta, invitandola ad allentare la presa, promettendole l'altra mano, che lei prontamente afferrò come un camaleonte con la Mosca. Con il braccio ora libero, le circondò le spalle stringendola contro il petto,le baciò i caspelli con un sospiro, guardandola poi pensoso ed apprensivo

"vuoi andare fuori?non voglio vederti così..."

se c'era una cosa che odiava, era sentirsi impotente,davanti a qualcosa che non era riuscito a controllare, gestire,manipolare. Avrebbe voluto salvare quella ragazzina, avrebbe voluto strappare più che una misera mano a quel quincy, avrebbe voluto non vedere le sue lacrime


"È colpa mia, non me ne sono accorta…é colpa mia, l'ho fatta prendere…"

Rin si soffriò di nuovo il naso posando la mano libera sul suo fianco, mentre la Shinigami affondava il viso nella giacca di Aizen, persa nei singhiozzi.La mano di lui arrotolata contro il petto

"Non é colpa tua Himawari, si sapeva nascondere bene, nemmeno il luogotenente Aizen lo ha sentito.. "

Aizen annuì

"Ha ragione, hai fatto un buon lavoro"

Lei strinse i denti forte, scuotendo il capo

"Avrò fatto un buon lavoro quando vedró la sua gola sorridermi" 

Sussurró lei, facendo sospirare Rin, Aizen sorrise appena posandole un bacio sulla testa, sussurrandole qualcosa che Rin non riuscì a sentire, ma fece calmare un po' la shinigami che smise di scuotersi, ma non si staccò da lui nemmeno per un istante. La cerimonia terminò e i tre raggiunsero i genitori di Nanaho per porgere loro le condoglianze. Aizen andò per primo, fece un inchino e disse due parole che fece sorridere in mezzo alle lacrime i due genitori col cuore a pezzi,rincuorati. Himawari strinse loro le mani, ingoiando le lacrime

"Vi voleva tanto bene, era davvero felice insieme a voi,siete dei bravi ragazzi"

Himawari annual stringendo forte le labbra

"É stato un onore essere sua amica,mi dispiace così tanto..non sono riuscita a fare nulla…non sono riuscita… "


salvarle

L'anima

 

-----

Pioveva quel giorno, era una giornata che a Himawari sarebbe piaciuta molto, ma non era affatto dell'umore per godersela con un buon libro ed un tè caldo, accanto ad Aizen. La finestra era aperta e passava un'aria leggera, fresca, che profumava d'autunno. Le foglie cadevano a terra dagli alberi tinti di arancio, rosso e giallo. La casa era illuminata di colori caldi, i colori della sera . Aizen era a braccia conserte di fronte ad una Himawari sconvolta,confusa. Aveva raggiunto la ragazza nella sua forma da Shinigami, il volto contratto in una smorfia infastidita, la spada al suo fianco, mentre la guardava da dietro gli occhiali

"Non puoi venire, Himawari, resta con Rin, la soul society ha chiesto espressamente la mia presenza, tu devi riposare, devi riprenderti.. "

Himawari lo aveva fissato per un lungo momento, poi,senza dire nulla, si voltò e cominciò a girare per casa arraffando cose e borbottando parole incomprensibili. Stava già preparando lo zaino, aveva afferrato un foglio e scritto ogni dettaglio sulla cura della casa per la sua anima sintetica. Aveva messo delle bottiglie vicino alle piante con uno spago di lana per far loro l'acqua in sua assenza (non si fidava di Sunny per quelle cose, era un'anima molto scordarella, ma era una brava anima) . Scosse la penna ormai finita e la lanciò nel cestino con un ringhio esasperato,Aizen la seguì in silenzio,sospirando di tanto in tanto, cercando invano di richiamare la sua attenzione

“Himawari…”

"Starò dal capitano Ukitake! Lui ha una stanza per me, non voglio stare con quel cretino fannullone di Shinji! Il capitano ha detto che se avessi avuto bisogno io.. "

“Himawari”

tentò di chiamarla di nuovo, la voce un pò più alta

“le lezioni le farà la mia anima sintetica…deve anche andare dal dentista ma non sarà un problema se non vado, ho solo una piccola carie”

All’improvviso il palmo di Aizen si abbattè sulla scrivania vicino al quaderno di Himawari. Inutile dire che il tavolo cadde in pezzi,lo shinigami aveva scordato di essere nel suo Gigai. Sosuke Aizen aveva preso una decisione,era andato troppo oltre. Avrebbe voluto portarla con sè, ricordava le sue parole, le sue promesse, ma quella ragazzina nella bara, per un attimo, aveva visto lei, in quella bara. Il suo piano, il suo sogno,comportava un prezzo, un rischio e lui non voleva far correre quel rischio ad Himawari. Cosa avrebbe fatto la soul society alla sua compagna se avesse fallito? 

 

una bara aperta

profumo di incenso

capelli come petali di ciliegio su cuscini di seta

 

Lo shinigami si scosse dai suoi pensieri serrando i denti. Cos’era quella sensazione, quel freddo nelle viscere,quel panico che gli scioglieva lo stomaco in una pozza calda. L’idea dib fallire, l’idea di perdere l’idea di perderla,vederla soffrire per causa sua,per averlo seguito in quella follia, in quell’abisso…quella era…

 

paura?

 

"Non devi assolutamente venire"

 

La voce di Aizen sembrò diversa dal solito, la ragazza si bloccò e si voltò con una lentezza meccanica,sembrò bun rimprovero, la sua voce fu come un tuono,ma dentro lei vi percepì esitazione,un tremolio

 

"Sosuke… "

 

lui si scusò per il tavolo, aiutandola a recuperare i libri a terra ed i pennarelli volati in aria. Si chinò insieme a lei, raccogliendo quel che poteva, avrebbe rimediato comprandole una nuova scrivania, una volta finite le sue faccende alla soul society. Si soffermò con una gommina a forma di coniglio Chappy tra le mani,sospirando

"C'è stato un problema, non voglio che ti stanchi più di così, ne hai passate troppe"

La Shinigami impallidì, la penna che stava raccogliendo, era stretta nella mano e quasi si spezzó. Gli occhi saettarono sullo Shinigami come se fossero Stati in grado di affermarlo concretamente

"Che… cosa é successo"

Scandì lei con la voce che le tremò per un attimo. Aizen sospirò massaggiandosi la nuca

"Il capitano Ukitake sta bene?? "

Lo shinigami annuì


"Certo, non riguarda lui, è più un nostro problema interno, nulla che ti farà stare male, ma ci saranno un sacco di scartoffie e presenze in tribunale, quindi voglio che tu stia qui, se non ti fidi ti faccio venire a salutare personalmente dal capitano, ma anche lui é favorevole a lasciarti qui, con Rin"

 

"Ma, Sosuke,io, non voglio che tu debba fare tutto da solo,potrei darti una mano, sto bene! "

Lo Shinigami le accarezzò la testa, la mano scese fino alla nuca costringendola a guardarlo, il suo tocco era gentile, i suoi occhi fissi su quello della ragazza, la imploravano però di ascoltarlo. La shinigami si perse in quegli occhi nocciola,malinconici,profondi come voragini dei colori dell’autunno

"si tratta solo di una settimana, ok? E no, non stai bene…devi riposare, vorrei essere qui con te, ma non posso dire di no stavolta"

Himawari abbassò lo sguardo, ma lui le prese il viso con la mano sollevandola di nuovo. La shinigami si morse il labbro nervosamente quando lui la fissò come per cercare il suo consenso.

"Va bene…" 

sussurrò infine rassegnata. Sosuke si chiama su di lei, la sollevò di peso e le stampò un bacio sulle labbra, passando per un'istantanea la punta della lingua, come per assaporarle, si strinsero a lungo, in silenzio. Erano decenni che stavano insieme, da quando si erano conosciuti all'Accademia, non erano,mai stati lontani per così tanto tempo e la cosa sembrava strana e difficile da gestire anche da Sosuke, soprattutto sapendo di lasciare Himawari ancora scossa dai recenti avvenimenti. Aveva parlato in privato con Rin, si era assicurato la sua fedeltà e aveva promesso che si sarebbe presa cura di Himawari, ma nonostante tutto, faticava a nascondere la sua apprensione. Ma non poteva portarla così sé, se avesse fallito, se avessero scoperto tutti, lei avrebbe combattuto per lui è in quelle condizioni, sarebbe stata spacciata contro l'intero gotei. Ora, spettava a lui tornare a casa sano e salvo dopo quello che aveva in mente. La voce di Himawari lo scosse dai suoi pensieri, gli aveva preso il viso tra le mani, strizzandogli le guance fino a fargli avere un’espressione buffa

"ma promettimi che tornerai tra una settimana, se ritarderai anche di mezz'ora, verrò personalmente a cercarti.."

Aizen le sorrise, come era suo solito fare, ma a differenza degli altri, il suo sorriso arrivo’ anche agli occhi

"Va bene.. "

“ti amo, Sosuke, se avrai bisogno di me, ti prego, non esitare a chiamarmi. Non mi importa quanto sia ferita, quanto faccia male il cuore, io per te, sarò pronta a stringere la mia spada ogni volta che ne avrai bisogno"

 

Sosuke sobbalzò appena, lei sorrise tirandolo a s'è, premendo le labbra sulle sue, poi si mise sulla punta dei piedi, la mano sulla nuca lo invitò ad avvicinarsi e lei se lo strinse forte, aggrappandosi allo Shinigami, posò la tempia contro il suo collo, poi vi posso un bacio

 

"Per te, sarò sempre abbastanza forte, per starti vicino"

Aizen rimase in silenzio, poi lo sentì annuire, la sua presa si fece più forte, sembra aggrapparsi alla Shinigami, la ragazza si chiese quali pensieri affollassero la sua mente, se mai un giorno, glie lo avrebbe mai confidato. Lo Shinigami respiro il suo profumo, affondando il viso nell'incarico del collo di Himawari. Per un'istante, Himawarinlo sentì così fragile, dal dover stringere ancora di più quell'abbraccio per paura di sentirlo cadere a pezzi 

"Ti amo anche io, Himawari… non preoccuparti, tornerò prima che tu te ne accorga"

"Promesso? "

"Promesso.. "

 

----

"Himawari non sono passate nemmeno ventiquattro ore!! "

 

La Shinigami dai capelli neri era seduta sul letto matrimoniale della stanza di Himawari, che da un giorno era anche il suo letto. La osservava coi suoi occhi bicromatici con apprensione, mentre Himawari andava avanti e indietro davanti ai piedi del letto, tartassando di morsi le unghie quasi sanguinanti

 

"Che cosa starà facendo? Sarà nei guai? Perché non mi ha portata, non mi ha mai nascosto nulla, sono decenni, decenni che stiamo insieme, capisci?? "

 

Rin sospirò scendendo dal letto ed avanzando verso l'amica e collega che intanto sembrava aver quasi scavato un solco sul pavimento. Le mani tra i capelli in uno Stato di puro panico

 

"Non so cosa fare senza di lui, cosa faccio?? "

 

Run la raggiunse e la afferrò saldamente per le spalle scuotendola

 

"Come cosa fai?? Andiamo a prendere un gelato, alle giostre, andiamo al cinema! Tutto quello che ti pare! Ma ti prego, usciamo da qui, amo le tue piante, I tuoi peluche (non ce lo vedrei mai il luogotenente Aizen dormire con dei peluche) ma ora devi uscire! Vedrai che starai meglio! "

 

La sua affermazione non chiedeva risposte o repliche, la prese quasi di peso e la portò davanti all'armadio, aprendo le ante con uno scatto deciso, indicandole i suoi vestiti,passando la mano tra le gonne e le maglie appese come per metterle in mostra

 

"Scegline uno, mettilo e usciamo! "

 

Himawari sospirò, non poteva andare alla soul society of Sosuke le avrebbe tirato le orecchie, non poteva stare a casa o Rin sarebbe impazzita con lei che si lamentava tutto il tempo, uscire, distrarsi, era la sua unica opzione

 

"Ok, ok… "

 

Prese dall'armadio un abito bianco stile marinara a maniche lunghe, con dettagli bianchi, indossò un paio di calze color carne ed indossò le sue ballerine con cinturino in finta pelle nera che di solito usavano le ragazzine del liceo, prese il suo zaino, sospirò e decise di seguire Rin fuori di casa,trascinando di peso I suoi pensieri. Raggiunsero il centro città a piedi, tenendosi per mano. Rin osservò Himawari con la cosa dell'occhio, la vedeva in pensiero, il suo viso corrucciato, gli occhi sul marciapiedi. Era la compagna di uno degli Shinigami più promettenti del gotei, anche lei, l'aveva vista in azione ed era una furia cieca quando si arrabbiava. Aveva combattuto come una furia, ora invece, sembrava un gattino bagnato, spaurita, insicura, fragile. Le strizzò la mano fermandosi davanti ad un negozio di bubble tea

 

"Eh, Himawari, ascoltami, Sosuke starà bene, non devi preoccuparti, é alla soul society, cosa vuoi che gli succeda? "

 

"Non lo so, ho paura che si senta triste là da solo, gli ho promesso che gli sarei stata accanto, se avesse problemi? Se Shinji gli-"

 

Uno schiaffetto volò sul volto della ragazza, Rin era davanti a lei, la mano ancora alzata, non aveva colpito troppo forte, ma Himawari la guardò sconcertata tenendosi il volto con una mano,offesa,ma non riuscì a replicare, poichè la shinigami dai capelli neri incalzò di nuovo, le mani contro i fianchi e l'aria di chi non ammetteva repliche

 

"Se é voluto andare solo é per io tuo bene! E come tu non vuoi che lui sia triste, lui vuole lo stesso per te, quindi sorridi e andiamo a bere un bubble tea! "

 

Himawari era ancora immobile, poi però le sorrise dolcemente 

 

"Ok.. "

 

----

 

Himawari stava Sorseggiando il suo bubble tea, osservava distratta le foglie dell'albero alle spalle di Rin, le foglie cadevano sull'asfalto, sul marciapiede, creando unntappeto di colori vivaci, come i colori che aveva alle spalle il capitano Ukitake quando era andato da lei a "rimproverarla", si chiese se anche lui stesse bene, masticando una perla di tapioca, mentre cercava di tenere il filo del discorso di Rin

 

"Insomma, Mayuri é uno Shinigami particolare, ma a me affascina, sai? "

 

"Siete nella compagnia del capitano Urahara, giusto? "

 

"Si! Lui ne é ossessionato, sogna di diventare capitano, pensa che è riuscito a ridare la vista al mio occhio! "

 

La Shinigami sobbalzò

 

"Non lo sapevo! Pensavo fosse una cosa naturale la tua! "

 

"No, mi ha aiutata lui… é stato, gentile, dolce"

 

"Mayuri?? "

 

Rin arrossì vistosamente, grattandosi il mento con la punta dell'indice, imbarazzata, il bubble tea che si raffreddava tra le sue mani, le gote rosse, guardava altrove per l'imbarazzo. Nessuno le aveva mai chiesto dei suoi interessi in amore, anche lei in fondo, era stata una shinigami piuttosto riservata

 

"Eh già…lui é, gentile con me, carino, magari gli chiederò di uscire… uno di questi giorni, dopo che il luogotenente Aizen sarà di ritorno"

Himawari strinse tanto il suo bubble tea che per poco non esplose

"Certamente! Devi! "

 

Himawari riprese a guardare l'albero distrattamente, quando notò delle strane foglie muoversi in modo animali, foglie dorate? Una scia di foglie dorate? No… erano capelli,lunghi capelli, biondi come spighe di grano. Un giovane uomo stava camminando verso l'altro lato del marciapiedi, non riuscì a cedergli gli occhi, ma la sua divisa, era Inconfondibile. Avanzava indisturbato, un mantello gli copriva le spalle per nascondere una spada, probabilmente molti lo avevano preso per cosplayer, altri lo guardavano come rapiti dagli occhi che non riusciva a scorgere. 

 

"Himawari, tutto ok? "

 

La Shinigami si scosse come se le avesse dato un'altro ceffone, la guardò cercando di mantenere la calma, pensare, doveva pensare e starsene ferma con le mani in mano non era nemmeno considerata un'opzione

 

"Vado al bagno, torno subito".

"Ti accompagno? "

 

Lei scosse il capo alzandosi di scatto,sorrise smagliante, poi ridacchia imbarazzata

 

"Tranquilla! Faccio subito,non riesco se c'è qualcuno nel bagno"

 

Rin ridacchiò prendendo un biscotto dal piatto, lo addetti ed annuì alla ragazza con una risatina sommessa. Himawari si congedò, avviandosi a passo di marcia verso il locale, poi nel bagno. dove si chiuse nella cabinetta col chiavistello. Non badò a nessun dettaglio di quel bagno, dei quadri appesi, delle mattonelle di un azzurro cielo che parevano quasi brillare, I lavandino in marmo con conchiglie incise sopra, le sarebbe piaciuto quel bagno, ma aveva altro a cui pensare. Prese la sua soul candy e la sua anima scivolò via dal Gigi, lasciandolo alle cure di Sunny. La Shinigami la prese per le spalle, guardandola cauta

 

"Fai come se nulla fosse, comportati da me, fai la malinconica ogni tanto e non dire, assolutamente nulla, ok? "

 

Se avesse chiesto aiuto a Rin, probabilmente le avrebbe detto di stare ferma o se l'avesse aiutata, si sarebbe fatta male per un suo capriccio, nessuno dei due casi le sarebbe stato utile, quindi decise di andare da sola. Uscì dalla finestra, ricordando la strada che il biondo aveva imboccato. Si guarda attorno, cercando la sua figura slanciata ed elegante. Non ci volle molto a trovarlo, si stava dirigendo al parco, fuori dalla città, da solo, in un silenzio troppo sospetto. Lo seguì col cuore in gola, da sopra i tetti, era sicura di averlo sott'occhio. Quel camerino era proprio ad una decina di metri da lei, lo puntava come un gatto col topo, eppure, scomparve. Gli bastò un battito di ciglia, un respiro e lui era sparito. Himawari si morse le labbra e le premette forte, trattenendo un'imprecazione. Era uno di loro, un Quincy, ma Ishida non aveva mai parlato di alti Quincy al di fuori della sua famiglia, aveva assistito a diverse riunioni in passato con loro, ma lui non c'era mai. Era un Quincy, ne era certa, sentiva la sua energia scorrere nelle sue vene, quell'uomo non era umano, non del tutto. Si accivacció vicino alla panchina del parco, osservando le foglie che cadevano, a formare a terra un tappeto d'oro e rame. Poi arrivò la puzza, un'odore nauseante che la fece scattare ib piedi, un'ombra la stava sovrastante, poi le ombre divennero molte e davanti a lei, vi erano due uomini, due quincy. Entrambi avevano i capelli rasati, uno coi capelli rossicci e l'altro moro. 

 

"Ciao, bambolina.. "

 

Non c'era il Quincy al quale Aizen aveva staccato una mano, ma la loro ombra era nera come la sua, viva, affamata. Degli hollow emersero dalle pozze nere ai loro piedi, decine, mentre i Quincy la guardavano come se fosse stata un pollo al girarrosto. La Shinigami prese la Zanpakuto

 

"Mieti, Kohime! "

 

Scivola di lato, aiutata dalle foglie umide a terra, per evitare due frecce che si conficcarono nella panchina, strinse la Zanpakuto mentre con un dito puntò uno di loro

 

"byakurai!! "

 

Un raggio centrò un pieno due Hollow che il Quincy sembrò utilizzare come scudo, prima di schivare il raggio ormai indebolito. L'altro intanto stava per attaccarla alle spalle, scattando come una molla, gli hollow che gorgogliavano dalla sua ombra e si gettavano sulla Shinigami con fuggiti famelici e le zanne snudate. Himawari ne dovette abbattere un paio per aprirsi una via di fuga, ma questa venne bloccata dal Quincy dai capelli rossicci

"Sembri deliziosa... "

Afferrò la ragazza per i capelli, spingendola a terra, Himawari grado dal dolore cercando di divincolarsi, scacciando, ma lo Shinigami non riusciva a liberarsi dalla sua presa, nemmeno quando la sollevò da terra, seguito dal suo compagno. Si levarono in aria, la ragazza tenuta prima per i capelli, poi per la gola. Maledizione, pensò stringendo le mani attorno al polso del Quincy, il respiro veniva a mancare, la testa le vorticava, il cuore batteva come un pazzo. Gli occhi rossi del Quincy scintillarono da dietro un paio di occhiali da sole rotondi e troppo piccoli rispetto al suo viso, un sorriso selvaggio gli reforms il viso

"Chi… cazzo… siete"

uno dei due rise cupo, la sua energia trasudava corruzione ed oscurità, il cuore di Himawari tremò quando strinse la presa, sentì freddo nelle viscere, la voce del quincy nelle orecchie,un sussurro che aveva qualcosa di demoniaco

"Noi? Siamo gli Jäger e presto… divoreremo tutti voi, compreso…Aizen Sosuke.. "

"Sosuke…? Cosa...non..."

Giusto, Sosuke, Aizen Sosuke. La fretta, la rabbia, la sete di vendetta, l'avevano fatta cadere in fallo, era una stupida irresponsabile. Ukitake aveva ragione, doveva controllare i suoi dannati istinti, doveva pensare, ragionare e invece, la rabbia l'aveva divorata insieme alla sua fedele amica fretta ed eccola lì, mentre il Quincy le rifilava un pugno nello stomaco facendole quasi vomitare il pasto. Le prese la faccia con una mano, l'altro si avvicinò altrettanto famelici, aprì la bocca mentre sentiva come se la stesse risucchiato, come se la sua anima, la sua essenza, le stesse scivolando via dal petto, lasciando solo freddo,paura, terrore

 

"So…Sosuke.. "

 

Chiuse gli occhi, mentre alle sue spalle, un Quincy veniva decapitato, la sua testa ancora con un'espressione di pura estasi dipinta per sempre sul suo volto. L'altro imprecò, sentì che aveva mollato la presa, ma ancora non riusciva ad aprire gli occhi. Si sentì cadere, poi di nuovo afferrare, sollevare, prendere in braccio. Istintivamente portò le braccia attorno al collo del suo salvatore, aveva un buon profumo, di lenzuola pulite e di estate. 

 

"Sosuke?... "

 

Quando trovò di nuovo le forze per aprire gli occhi, non vide Sosuke Aizen, no, vide capelli dorati come spighe di grano che le solleticavano il viso. Quando si spinse indietro, vide il volto del suo salvatore, del Quincy che stava seguendo e capì perché tutta quella gente, non aveva visto la lama al suo fianco. I suoi occhi, Dio, quegli occhi. Erano verdi mescolati al giallo, come foglie trapassate dal sole, come Ali di falena della luna. Il Quincy la osservava con un sorrisetto tiepido, le ciglia bionde nascosero per un'istante quegli occhi, che avevano lasciato senza fiato la giovane Shinigami. La sollevava con un braccio, l'altra mano stringeva la spada,gocciolava sangue e liquido nero come catrame. Himawari aveva posato le mani sulle sue spalle, guardandolo allibita

 

"Come al solito non ascolti mai, Himawari…"


  
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